Coordinamento Nazionale Corpo Forestale dello Stato
Roma, 04
giugno 2015
Si alla
legge sui reati ambientali, no alla soppressione del Corpo forestale dello
Stato che dovrebbe farla rispettare.
In relazione
al Disegno di Legge Madia attualmente in discussione alla Camera dei Deputati e
con particolare riferimento all’art. 7 del provvedimento stesso, pur
condividendo l’intento del Governo finalizzato a superare le sovrapposizioni e
duplicazioni funzionali tra i vari Corpi di Polizia e, in quest’ambito,
riorganizzare il Corpo Forestale dello Stato attribuendogli esclusivamente i
compiti di polizia ambientale ed agroalimentare, riteniamo che l’indicazione
con la quale si prevede “l’eventuale accorpamento in un altro corpo di polizia”
non consenta di garantire al Paese le funzioni strategiche di contrasto ai
crimini ambientali, agroalimentari e alle ecomafie.
In realtà, il
progetto “riformatore” annunciato dal Governo si riduce di fatto ad un mero
assorbimento del CFS in altro corpo di Polizia che invece di migliorare il
sistema complessivo di sicurezza del Paese lo depotenzia, senza ottenere alcun
significativo risultato per la collettività, sia sotto l’aspetto funzionale che
economico.
Basterebbe, a
tal riguardo, ascoltare il parere delle scriventi Organizzazioni Sindacali, che
chiedono da tempo di procedere ad una riorganizzazione complessiva della
struttura del CFS che consenta di espletare i compiti di polizia ambientale e
agroalimentare, ottimizzando risorse umane e finanziarie fino ad oggi per lo più distratte dall’attuale dirigenza del Corpo per svolgere altri compiti ed
attività assicurate anche da altre forze di polizia.
Tale
condizione testimonia anche l’assenza di proficue relazioni
sindacali nell’Amministrazione del CFS, la violazione delle regole
contrattuali, iniziative unilaterali ed autoreferenziali poste in essere dal
vertice del Corpo Forestale dello Stato non in linea con le stesse direttive
del Governo, nonché la mancata vigilanza politica del
Ministro del MIPAAF sul delicato settore, considerato che soprattutto in tale
circostanza avrebbe potuto e dovuto esercitare con ben altra attenzione il
ruolo di garanzia dell’Istituzione rappresentata.
Per l’insieme di tutte queste ragioni e la salvaguardia delle funzioni
strategiche e di contrasto alla criminalità ambientale attualmente garantite
dal CFS al Paese, e anche sulla scorta del sostegno manifestato dai cittadini,
oltre che dalle varie componenti dell’associazionismo ambientale e produttivo,
stante l’attuale grave indefinizione del progetto governativo, le scriventi
Organizzazioni Sindacali dichiarano lo stato di agitazione del personale su
tutto il territorio nazionale, senza escludere a priori la possibilità di
ricorrere allo sciopero generale dei lavoratori del settore.
CGIL-CFS
Salvatore Chiaramonte
FNS-CISL
Mannone Pompeo
UIL/PA DIRFOR
Violante Massimiliano
UGL
Scipio Danilo
SNF
Laganà Andrea