Documentazione sul DDL Madia

03 Luglio 2015

Testo Madia all’esame della Camera


Audizione 3 giugno 2015 – DDL Madia

In allegato la documentazione per l’Audizione alla I Commissione Affari Costituzionali della Camera sul DDL Madia


Testo della Riforma Madia licenziato dal Senato e prima analisi tecnica di commento

Aggiornamento sul DDL Madia all’esame del Senato e testo licenziato dalla I Commissione

Ecco il nostro punto di vista sulla riforma della PA e alcuni dei documenti che abbiamo elaborato

RIFORMA PA

Il DDL Madia è ancora all’esame della I Commissione Affari Costituzionali del Senato che dovrà pronunciarsi sui subemendamenti presentati agli emendamenti del relatore (all.1), Sen. Pagliari, del mese scorso.
La FP CGIL ha lavorato ad una sua proposta di subemendamenti,( all.2)elaborata sulla scia del parere espresso in audizione al senato ( all.3), e che è stata più volte ripresa nel lavoro dei senatori in commissione.
Il lavoro della categoria sulla riforma della PA parte l’anno scorso con il parere  politico (all.4) sul DL 90, l’audizione alla I Commissione (all.5) della Camera e la proposta di emendamenti unitari (all.6) al testo, incentrata sopratutto sulla inconsistenza del presupposto dell’urgenza che dovrebbe giustificare l’adozione di un decreto.
La riforma della PA portata avanti da questo Governo, è una riforma in due tempi, se non di più, che manca di sistematicità e razionalità ed è priva di un requisito fondamentale di efficacia: la condivisione.
Questa è la prima critica che è stata mossa dalla FP CGIL al DDL Madia; critica che la categoria ha avuto modo di riaffermare in sede di parere unitario alla I Commissione Senato (all.7) e che, insieme alle altre mosse nel documento politico (all.8), è alla base degli emendamenti proposti (all.9) in sede di prima stesura (all.10) del DDL.
A questo punto, l’esito della discussione in Commissione sarà determinante per capire la volontà del Parlamento nel cambiamento di una riforma profondamente ingiusta e discriminante.


Testo della Riforma Madia licenziato dal Senato e prima analisi tecnica di commento

Il DDL Madia è stato approvato, con modifiche, al Senato e il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ha lanciato con un twitt la notizia dopo aver affermato, in Aula, che la riforma mirava a risolvere i conflitti di competenza che legano riorganizzazione delle pubbliche amministrazioni, superamento delle province e riforma del titolo V della Costituzione. Peccato che, al di là dei proclami e degli incipit sulla cittadinanza digitale e la semplificazione dei processi decisionali, la riforma non sia affatto funzionale né all’obiettivo dichiarato di organicità, né a quello auspicabile del miglioramento della qualità e quantità dei servizi ai cittadini, attraverso una riorganizzazione reale e concreta delle pubbliche amministrazioni.
C’è un’evidente volontà di accentramento della macchina pubblica in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che contrasta profondamente con il principio costituzionale di imparzialità dell’amministrazione nonché con l’autonomia gestionale e organizzativa attribuita alle istituzioni locali.
Inoltre, anche dopo l’approvazione in Aula degli emendamenti che prevedono la trasmissione di osservazioni e informazioni integrative ove il Governo non si conformi al parere parlamentare sugli schemi dei decreti delegati, il dettato della delega risulta troppo generico e questo rende indeterminato e ampio il merito dei futuri decreti delegati di competenza del Dipartimento della Funzione Pubblica.
In alcuni ambiti il passaggio in Aula è addirittura peggiorativo di un testo già esecrabile, su altri temi gli emendamenti proposti non sono sufficienti ad orientare positivamente la riforma.
Nel dettaglio:
– L’approvazione degli emendamenti proposti in materia di accorpamento del Corpo forestale dello Stato e “la garanzia degli attuali livelli di presidio dell’ambiente, del territorio e del mare, della sicurezza agroalimentare e la salvaguardia delle professionalità, delle specialità e dell’unitarietà delle funzioni attribuite”, non è sufficiente a garantire le dovute tutele e prospettive, ed è a rischio il bagaglio di competenze specifiche del Corpo nella prevenzione del dissesto idrogeologico, nel contrasto degli ecoreati e delle frodi alimentari.
– In Aula è stato approvato un solo emendamento significativo sulle Prefetture-Uffici territoriali del Governo volto ad armonizzare i criteri per la riorganizzazione futura al dettato della legge 135 del 2012 sulla revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini e della Riforma Del Rio.
– Sulla dirigenza è stata respinta la proposta di stralcio della norma sull’abolizione dei segretari comunali a tutela di un presidio di legalità, e sono stati approvati gli emendamenti del relatore che prevedono l’inquadramento dei dirigenti delle camere di commercio nel ruolo unico delle regioni, anziché dello Stato, e sopprimono il superamento degli automatismi nella valutazione dei risultati. E’ stata esclusa la confluenza della carriera diplomatica nel ruolo unico dei dirigenti statali, ed è passata la proposta di fissare in quattro anni la durata degli incarichi dirigenziali, rinnovabili per ulteriori due anni.
– E’ stata prevista la facoltà, per le amministrazioni pubbliche, di promuovere il ricambio generazionale, senza nuovi o maggiori oneri a carico degli enti previdenziali e delle amministrazioni pubbliche, mediante la riduzione su base volontaria e non revocabile dell’orario di lavoro e della retribuzione del personale in procinto di essere collocato a riposo, garantendo, attraverso la contribuzione volontaria ad integrazione (ai sensi dell’articolo 8 del decreto legislativo n. 564 del 1996 in materia di contribuzione figurativa e di copertura assicurativa per periodi non coperti da contribuzione) la possibilità di conseguire l’invarianza della contribuzione previdenziale, consentendo nel contempo, nei limiti delle risorse effettivamente accertate a seguito della conseguente minore spesa per redditi, l’assunzione anticipata di nuovo  personale, nel rispetto della normativa vigente in materia di vincoli assunzionali.
– E’ stata riconosciuta alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome la potestà legislativa in materia di lavoro del proprio personale dipendente.
– Sul riordino dei servizi pubblici locali sono stati respinti tutti gli emendamenti volti a garantire la gestione pubblica dei servizi idrici nel rispetto dell’esito del referendum popolare del 2011, e l’autogestione dei servizi idrici per i piccoli comuni. E’ stato accolto esclusivamente l’ordine del giorno che impegna il Governo a riconoscere la natura pubblica dell’acqua. L’esame del testo ora passa alla Camera che inizierà i lavori in I Commissione, sempre in sede referente.

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