MIBACT: Riunione al Ministero del lavoro – rinviata la conciliazione

01 Ottobre 2015

 

News

 
RIUNIONE AL MINISTERO DEL LAVORO: RINVIATA LA CONCILIAZIONE
 

Si è svolto ieri il tentativo di conciliazione presso il
Ministero del Lavoro, convocato a seguito dell’avvio delle procedure per la
proclamazione dello sciopero nel MIBACT. La riunione ha avuto un esito
interlocutorio, rinviando la decisione finale ad una ulteriore riunione,
convocata per il 22 ottobre p.v..

Nel corso della riunione abbiamo rappresentato alla
controparte presente (il dr. Angelini e la dr.ssa Passarelli) i punti di
vertenza nazionale, a cui abbiamo naturalmente aggiunto il famigerato decreto
legge che interviene sulla legge che regolamenta il diritto di sciopero nei
servizi pubblici.

 In particolare abbiamo rappresentato quanto segue:
·sulle
modalità di pagamento dei fondi di salario accessorio. Preso atto dell’avvenuto
finanziamento del maturato 2014 e 2015 abbiamo chiesto garanzie in ordine al
pagamento concreto entro massimo il mese di novembre delle competenze
arretrate. Abbiamo chiesto inoltre conferma del progetto di pagamento dei fondi
per le turnazioni, a partire dal febbraio 2016, entro il mese successivo a
quello della loro maturazione. L’amministrazione ci ha risposto assicurando il
pagamento entro la tempistica richiesta e confermando la decisione di garantire
il pagamento mensile delle turnazioni maturate nell’anno prossimo. Ancora manca
l’individuazione dello strumento preciso, ovvero se si intende procedere per
via amministrativa oppure con una norma specifica;

· sul
DM organici: abbiamo rappresentato il grave squilibrio che a nostro avviso ha
determinato nella distribuzione previsionale dei fabbisogni, in particolare per
l’indebolimento insostenibile delle linee e dei settori che si occupano di
tutela del patrimonio, ribadendo la necessità che il previsto decreto di
rettifica contempli risposte adeguate ai problemi sollevati. Abbiamo inoltre
rappresentato la situazione di perdurante caos organizzativo nella periferia,
dove ancora oggi intervengono provvedimenti unilaterali dei singoli dirigenti
del tutto in contrasto con le linee concordate della gestione transitoria.
Abbiamo poi sottolineato la necessità di chiudere al più presto la partita dei
passaggi orizzontali, senza limitazioni rispetto alle vacanze in organico
accertate e garantendo il diritto di tutti coloro che hanno maturato i
requisiti al passaggio anche in assenza di posti nella dotazione organica. Per
quel che riguarda la mobilità volontaria abbiamo ribadito che le conclusioni
della Commissione tecnica devono essere sottoposte alla verifica del tavolo
nazionale sui criteri previsti prima di definire assegnazioni di punteggi e
titoli di preferenza, considerato che quelli proposti noi non li riteniamo
percorribili. L’Amministrazione ha riconosciuto la situazione di mancato
governo rispetto alla fase di trasformazione organizzativa e la difficoltà a
reperire dati nell’ambito della ricognizione della situazione degli organici sul
territorio. Ha comunque sottolineato che la fase ricognitiva si concluderà in
questa settimana e già la prossima loro saranno in grado di fornirci i dati che
abbiamo richiesto nell’ultima riunione nazionale. Relativamente alla questione
dei passaggi orizzontali si sono limitati a richiamare i vincoli normativi
sulla materia, affermazione che a noi pare del tutto insufficiente a risolvere
con soddisfazione questo delicato passaggio. Sulla questione della mobilità
volontaria si sono invece detti disponibili a modificare la tabella presentata.
Su questi due punti vi sarà un approfondimento specifico nella prossima
riunione ritenendo anche alla luce dei dati di monitoraggio che perverranno al
tavolo che dovranno essere incrociati con i dati di distribuzione territoriale
delle istanze di passaggio, informazione pervenuteci ieri e che vi alleghiamo.

Infine l’Amministrazione ha ribadito
l’intenzione di verificare con noi le modifiche che si intenderanno apportare
al decreto organici;

·sul
piano occupazionale: abbiamo chiesto di fornire ulteriori chiarimenti circa
l’annunciato inserimento in legge di stabilità di un finanziamento aggiuntivo
al budget assunzionale esistente, ovvero la quantificazione economica
complessiva del budget disponibile, i criteri e le professionalità destinatarie
di detto provvedimento, l’inserimento nel piano della possibilità di attingere
alle graduatorie degli idonei interni ai sensi dell’art.24 del D.Lgs. 150/2009.
L’Amministrazione non è stata in grado di quantificare al momento le risorse
aggiuntive che si reperiranno tramite il ddl stabilità e ancora sono stati
vaghi e fumosi sull’inserimento degli idonei interni nel processo. Confermando
solo l’intenzione dell’Amministrazione di procedere ed inserire nel piano anche
lo scorrimento degli interni e chiarendo che il piano occupazionale si
rivolgerà esclusivamente a professionalità della terza area;

·sulle
riforme e in particolare sulla riforma Madia: abbiamo sottolineato che il
Ministero è già stato sottoposto ad una riforma la cui complessità è evidente.
Quindi abbiamo chiesto che i beni culturali non vengano sottoposti al processo
che prevede la confluenza negli Uffici Territoriali dello Stato, mantenendo la
propria specificità organizzativo ed evidenziando l’incoerenza di quella
riforma anche con l’attuale. Per quel che riguarda il silenzio assenso ed i
tempi previsti dalla legge abbiamo rappresentato che l’attuale modello
organizzativo, distogliendo il personale tecnico-scientifico dalle competenze
di tutela, non consentirà mai il rispetto dei tempi previsti dalla norma. L’Amministrazione
ci ha detto che è un preciso impegno del Ministro garantire alla struttura
amministrativa territoriale del MIBACT la necessaria autonomia e quindi un
intervento in sede di predisposizione dei decreti legislativi di attuazione
della riforma Madia. Un impegno che francamente ci arriva nuovo, visto che non
abbiamo mai registrato alcuna dichiarazione del Ministro al riguardo;

·sul
decreto legge: abbiamo ribadito che il decreto è un atto ingiustificato e
illiberale, evidenziando che le sue conseguenze pratiche saranno l’impedimento
ai lavoratori del ministero dell’esercizio del diritto di sciopero, con
particolare riferimento ai numeri che i documenti di prevenzione dei vari
istituti prevedono come condizione di sicurezza minime in regime di apertura al
pubblico. Abbiamo inoltre chiesto di bloccare alcuni tentativi avvenuti in
periferia di applicare il decreto in caso di assemblea ed in assenza di accordo
sui servizi minimi. Abbiamo inoltre chiesto di fornire una prima proposta di
individuazione dei servizi minimi in applicazione di questa norma, ovvero come
intendono garantire ai lavoratori l’esercizio dei loro diritti costituzionali.
L’Amministrazione si è impegnata a presentare una proposta.

In conclusione abbiamo chiesto che l’Amministrazione
fornisse un documento scritto nel quale formalizzi gli impegni assunti, ne
indichi la concreta percorribilità e gli strumenti relativi, ci fornisca una
valutazione degli effetti del decreto. Per tale motivo ci siamo riconvocati per
il 22 Ottobre.

 

Sempre sul decreto vi trasmettiamo un articolo del Sole 24
Ore, giornale certamente non vicino a noi, che offre una puntuale disanima
degli effetti sconvolgenti di questo atto non solo sul diritto di sciopero dei
lavoratori dei beni culturali, ma sull’esercizio generale di questo diritto
costituzionale nei servizi pubblici. Siamo certi che lo avrà letto pure il
Ministro Franceschini, anche se dubitiamo si sia reso conto di aver prodotto
uno degli atti più illiberali della storia nostra repubblicana. Sicuramente ha
rafforzato le nostre convinzioni su una sua sostanziale inadeguatezza rispetto
alla sfida che propone la gestione delle politiche culturali nel nostro paese:
non bastano annunci spot e autoincensamenti. Il vero nodo sono i mancati
investimenti organizzativi e finanziari anche a fronte di un progetto di
riorganizzazione complesso e apparentemente ambizioso. E in questi anni la
spesa per la cultura è rimasta ai livelli post tagli, come indicano le
classifiche internazionali, che ci vedono ai gradini più bassi. E il vero nodo
sta venendo al pettine, anche nella percezione dell’opinione pubblica. A cui si
aggiunge il capolavoro politico della creazione di un baratro con i suoi
lavoratori e con le organizzazioni sindacali “nemiche dell’Italia”.
Complimenti!

Di seguito il link: http://www.quotidianoentilocali.ilsole24ore.com/art/servizi-pubblici/2015-09-28/sciopero-beni-culturali-dubbi-d-incostituzionalita-dl-146–124719.php?uuid=ABFYSxr&refresh_ce=1

 

 

 

FP CGIL NAZIONALE MIBACT
Claudio Meloni 

 
 
 
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