MIBACT: ripreso il confronto nazionale – una riunione inconcludente

18 Novembre 2015

 

News

 
RIPRESO IL CONFRONTO NAZIONALE: UNA RIUNIONE INCONCLUDENTE
 
 

Ieri abbiamo avuto una riunione del tavolo
nazionale, convocato dopo una stasi di 20 giorni, che ha tentato di riprendere
i tempi ormai trattati da diversi mesi e sui quali non si riesce a chiudere.

Di seguito l’esito della discussione per punti:

 

 Passaggi orizzontali

 

 Sulla questione annosa dei passaggi orizzontali
abbiamo ieri affrontato l’ennesima discussione inutile. Il problema, sollevato
dall’Amministrazione, è la necessità, secondo loro, di garantire per ciascun
profilo una riserva del 50% ai posti dall’esterno. Una posizione sopravvenuta
che in realtà ci pare poco motivata: il percorso previsto dalla riforma è la
ridefinizione, nei limiti del possibile, del fabbisogno professionale del
Ministero. Non si comprende come mai questo percorso, che contiene al suo
interno la necessità di attivazione dei passaggi orizzontali, debba subire
limitazioni per effetto di una norma che in questo caso non si dovrebbe
applicare, perlomeno non prima di aver concluso la fase di assestamento degli
organici. Quindi noi abbiamo ribadito di considerare il percorso così come
inizialmente lo avevamo identificato. Ma abbiamo notato che questa posizione
dell’Amministrazione, peraltro condita da affermazioni rispetto
all’impossibilità di determinare altri criteri di precedenza che non siano la
mera anzianità di domanda dovuta all’impossibilità di determinare, sulla base
delle istanze prodotte il periodo di effettuazione di mansioni diverse
superiore ai tre anni, ha prodotto una divaricazione nelle posizioni sindacali
assunte sul tavolo. Tra chi in sostanza accettava l’avvio di un riconoscimento
parziale, nei limiti pertanto del 50% delle dotazioni per singolo profilo
previste, per poi definire un percorso di graduale immissione degli altri e chi
invocava un vero e proprio accordo sulla materia con l’individuazione di
criteri aggiuntivi nelle determinazione delle scelte del personale che deve
transitare. Noi abbiamo semplicemente ribadito che per noi la questione del 50%
è una questione di lana caprina facilmente superabile sulla base delle
motivazioni normative che stanno producendo il riassetto degli organici e sulla
base anche di un recente indirizzo normativo, contenuto nella legge Madia, che
svincola da criteri burocratici l’identificazione delle modalità di
distribuzione dello specifico fabbisogno professionale, facendo salvo il limite
invalicabile del rispetto della spesa complessiva prevista per la dotazione
organica. Quindi un percorso coerente con la riorganizzazione che dovrà solo
verificare le problematiche presenti in alcune regioni ove sono state rilevate
criticità e che dovrà portare, a compimento, una ridefinizione delle dotazioni
professionali che in ogni caso fa salve le facoltà assunzionali
dell’amministrazione e caso mai le indirizza nei settori professionali ove c’è
maggiore necessità. Superando una visione burocratica astratta che non serve a
nessuno e che invece sta producendo un rallentamento ingiustificato anche alla
luce della situazione caotica che stanno vivendo gli Uffici in questa
interminabile fase transitoria.

 

 Organici.

 

 È del tutto evidente che la non risoluzione della
problematica relativa ai passaggi orizzontali determina ancora un rinvio nella
previsione di emanazione di un bando di mobilità volontaria. Basterebbe questo
a evitare distrazioni e lungaggini nella nostra controparte. Invece no: anche
sulla mobilità volontaria l’Amministrazione produce una proposta che non tiene
in conto le conclusioni della Commissione tecnica istituita all’uopo e che
aveva prodotto, a nostro modesto avviso, una soluzione equilibrata, ragionata e
con le dovute garanzie per il personale coinvolto. La scheda punteggi che ci è
stata presentata e che è girata in questi giorni invece va per tutt’altra
strada e introduce dei criteri di valutazione, come ad esempio, la valutazione
dei titoli di studio, del tutto estranei alla problematica della mobilità.
Pertanto, considerata l’inapplicabilità evidente dei criteri proposti, ci siamo riservati di presentare, entro la prossima
riunione, una proposta specifica che recepisca i criteri concordati in sede tecnica.

 

 Consiglio Superiore.

 

 Anche su questo punto l’Amministrazione si è
presentata a mani praticamente vuote, nessun riscontro sulla proposta di
integrazione al regolamento elettorale presentata da noi unitariamente con CISL
e UIL. Risultato: la data delle elezioni è destinata ad un ulteriore
slittamento. Ormai siamo al ridicolo, chiediamo che venga subito chiuso il
ragionamento sulle regole e che si vada immediatamente a stabilire una data
certa per il rinnovo delle rappresentanze del personale in seno al Consiglio
Superiore. Anche su questo ci è stato assicurato riscontro per la prossima
riunione, vedremo, ma certo non permetteremo ulteriori dilazioni rispetto ad un
appuntamento importante per la democrazia dei lavoratori, argomento
evidentemente indigesto per i nostri.

 

 Circolari e bozze di circolari.

 
 Nella vasta produzione di circolari ci preme
segnalare l’emanazione di una circolare, la 218 che introduce singolari limiti
alla fruizione della cosiddetta pausa ridotta. Secondo questa interpretazione sarebbero
esclusi da questo beneficio i lavoratori, che pur trovandosi nelle condizioni
previste dalla norma, non possono fruirne in quanto non hanno un orario di
lavoro articolato sul rientro di un’ora e dodici minuti. Abbiamo chiesto il
motivo di questa singolare interpretazione e ancora non abbiamo avuto
riscontro. Intanto ai lavoratori viene tolto questo beneficio introducendo una
inaccettabile disparità di trattamento, tanto più ingiustificabile viste le
motivazioni alla base della concessione del beneficio. Il tutto con un
intervento unilaterale e fuori da ogni obbligo informativo e negoziale. Un vero
segnale di attenzione verso i lavoratori.

Altra Circolare che ancora è circolata solo in
bozza è quella che pretenderebbe di regolamentare il diritto di sciopero e,
peggio il diritto di assemblea, prima ancora che si sia modificato il
protocollo di intesa a livello di comparto secondo quanto la legge prevede. A
questo tentativo abbiamo risposto unitariamente e adeguatamente con le note che
abbiamo inviato nei giorni scorsi: la nostra risposta all’eventuale emanazione
della circolare sarà molto dura e immediata. Ci preme però segnalare il
comportamento di molti dirigenti, i quali, con evidente intento di
autoaccreditamento nei confronti della parte politica, si stanno affrettando a
porre limiti al diritto di assemblea e ci risulta che in qualche posto di
lavoro abbiano addirittura fatto girare tra i lavoratori questa bozza di
circolare con un atteggiamento oggettivamente intimidatorio. Per quello che
riguarda contrasteremo con ogni mezzo ogni tentativo di limitare il legittimo
diritto dei lavoratori a riunirsi in assemblea per discutere dei problemi e
avvisiamo i solerti dirigenti che, oltre che con il Ministro, si accrediteranno
anche con il giudice del lavoro ove dovranno rispondere di comportamento
antisindacale e, nel caso di condanna, potranno incrementare i loro già vasti
curricola professionali.

 

 Baby sitter in arrivo?

 
 Abbiamo appreso, con un certo sconcerto, della
decisione di affiancare, ai neo nominati direttori dei musei autonomi,  una task force che dovrebbe aiutarli e
sostenerli nei passi iniziali del periglioso cammino. Una decisione che la dice
lunga su alcuni elementi della scommessa franceschiniana: nella maggior parte
dei casi ci arrivano segnalazioni di comportamenti che evidenziano quanto meno
una profonda ignoranza dei meccanismi che regolano la gestione del personale e
delle attività che sono chiamati a svolgere. Ci chiediamo ad esempio come mai
nella valutazione curricolare non siano entrati criteri riferiti alla
conoscenze del diritto amministrativo e degli ordinamenti pubblici. Una domanda
retorica certamente ma che svela da sola la profonda debolezza di una scelta
che non ha voluto tenere nel debito conto le capacità professionali dei lavoratori
interni, affidando la scommessa del rilancio dei nostri musei a persone in
genere del tutto prive di capacità di gestione di un pubblico servizio.

Allo stesso tempo abbiamo registrato un silenzio
arrogante da parte della DG Musei rispetto alla nostra richiesta di conoscere
nel dettaglio le procedure che hanno portato alla scelta dei funzionari
direttori dei musei. Questo perché non ci risulta che siano state seguite le
procedure a noi anticipate con nota informativa. Alla nostra unitaria richiesta
la DG Musei ha risposto riproponendo l’informativa che ci aveva già inviato,
quindi sostanzialmente si rifiuta di mettere in trasparenza i criteri e le
modalità di scelte dei nuovi direttori e le procedure effettivamente seguite.
Non va bene, ci troviamo in presenza di una bando che ha subito, nel corso dei
mesi significative variazioni nella scelta dei musei, tramite accorpamenti non
previsti. In alcuni casi ignorando persino le istanze avanzate o non assegnando
direzioni che vengono mantenute ad interim dai Direttori dei Poli Museali.
Insomma un pastrocchio, come al solito, fatto senza tener conto che la materia
deve avere un passaggio in contrattazione nazionale se si vogliono ridefinire
criteri e quantità di assegnazione delle posizioni organizzative, ricordando
che al momento i destinatari di tali posizioni possono essere solo i direttori
di musei con almeno 100 mila visitatori l’anno. E noi non contratteremo fin
quando non avremo le necessarie garanzie di trasparenza rispetto alle
assegnazioni definite.

 

 318 scorrimenti.

 

 È stata pubblicata la graduatoria con i 318
scorrimenti delle progressioni economiche avviate nel 2010. Al riguardo, poiché
ci arrivano preoccupanti segnalazioni circa alcune defaillances delle
Commissioni, ci riserviamo una iniziativa specifica nella quale segnalare al DG
Organizzazione alcune segnalazioni eclatanti che ci sono arrivate, in
particolare l’ammissione di alcuni candidati che non avevano, al 1 gennaio
2010, i requisiti di 2 anni di permanenza nella posizione economica inferire al
momento del bando e altri che non sono stati presi in considerazione malgrado
riammessi alla selezione dalle competenti Commissioni territoriali. Situazioni
che chiederemo vengano puntualmente verificate dall’Amministrazione.

Inizia adesso un nuovo percorso che dovrà
portare ad un nuovo accordo sulle progressioni economiche, percorso che
cercheremo di consolidare nel 2016 e che dovrà riuscire a dare risposta a tutti
coloro che sono rimasti esclusi dalla tornata del 2010.

 

 Emendamenti.

 
 Abbiamo unitariamente lavorato per la
presentazione di un emendamento volto a riaprire la questione degli scorrimenti
degli idonei interni alle graduatorie. Sull’esito del suo iter vi terremo
tempestivamente informati; ma riteniamo ancora più importante l’incontro di
chiarimento chiesto al Capo di Gabinetto sulla questione, richiesta per la
quale ci aspettiamo un sollecito riscontro.

Ci teniamo però a chiarire, a fronte di alcune
critiche di presunto comportamento corporativo, che le nostre richieste non
confliggono affatto con l’esigenza di avviare un massiccio reclutamento degli
esterni. Sono complementari: la situazione dell’organico è tale che c’è spazio
per tutti e per tale motivo noi avevamo chiesto una programmazione assunzionale
ordinaria, perché ci pare l’unico modo con il quale affrontare sul serio le
gravissime carenze che via via si determinano negli organici. Ai nostri amici
cultori dell’occupazione vogliamo solo far presente che il bando dei 500 è una
non risposta proprio alla questione occupazionale, in quanto una tantum, in
deroga e senza che allo stato vi sia alcuna possibilità di ampliamento di quei
numeri. E che la questione professionale non riguarda solo il gap occupazionale
ma il modo e la maniera con il quale 
vengono impiegate le professionalità interne. Tutelare queste
aspettative non significa certe contrapporle ad altre, ma chiedere, una volta
tanto concrete valutazioni sulle condizioni professionali di un organico allo
sbando e preda di fenomeni mansionistici. Cosa vi sia di corporativo in questo
francamente non riusciamo proprio a comprenderlo.

 

 La prossima riunione nazionale è prevista per la
prossima settimana vi terremo aggiornati su tutti gli sviluppi.

 

 

 Roma, 13 novembre 2015 

Claudio Meloni

Coordinamento Nazionale
FP CGIL MIBACT

  

 

 
 
 
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