Ministero Difesa: Congresso Fp Cgil nazionale – Ordine del giorno Difesa approvato

04 Dicembre 2018

Sostenere lo sviluppo e il rilancio delle attività produttive dell’Area tecnico industriale della Difesa

Sostenere lo sviluppo e il rilancio delle attività produttive dell’Area tecnico industriale della Difesa significa valorizzare il lavoro pubblico, creare nuova occupazione e dare impulso alla crescita democratica del paese agendo una politica economica di pace rispettosa della Carta Costituzionale.

La crisi della capacità e proposta di governo, non solo nazionale, ma internazionale ed europea, nella quale si manifestano accanto a politiche economiche neoliberiste nuovi protezionismi, instabilità geopolitica, conflitti e tensioni in un contesto internazionale che continua ad essere caratterizzato dal perdurare di conflitti, genocidi, occupazioni militari e azioni terroristiche impone di riconfermare
l’impegno delle forze democratiche contro la guerra come sancito dall’art. 11 della Costituzione, per l’affermazione della pace e della libera convivenza tra i popoli, valorizzando e rafforzando il ruolo degli organismi sovranazionali e della diplomazia.
Pace e sviluppo devono tornare ad essere obiettivo centrale del movimento delle lavoratrici e dei lavoratori in Italia, in Europa e nel mondo (cfr premessa al documento ‘‘Il lavoro è ’’).
Il Congresso della Fp Cgil nazionale si riconosce in questa fondamentale prospettiva e impegna la categoria a promuovere percorsi ed iniziative di sostegno alla costruzione di politiche di salvaguardia dell’accoglienza, dei diritti umani, dell’uguaglianza, del lavoro e della giustizia sociale ed economica.
La pesante recessione abbattutasi sull’economia globale nell’ultimo decennio ha indotto i governi europei e quelli nazionali ad attuare esclusivamente politiche di tagli lineari e contrazione della spesa soprattutto nei confronti del perimetro del lavoro e dei servizi pubblici resi alla cittadinanza, alla rete di supporto delle imprese e dell’industria senza tuttavia manifestare una visione d’insieme, definire una strategia di sviluppo alternativa e, soprattutto, senza accompagnare quelle misure con una dura lotta all’evasione e all’elusione fiscale, generando forti ineguaglianze sociali ed economiche che si sono affermate e consolidate nel tempo.
Per la Difesa dello Stato, o meglio, per la parte di questa istituzione che non acquista ma produce in ‘‘house’’ con l’apparato tecnico-operativo e industriale di cui dispone e che deve tornare ad ispirare la propria azione e funzione alla precipua osservanza dei precetti fissati dalla Costituzione, l’adozione di quelle politiche indistinte ha provocato gravi ripercussioni sulla quantità e qualità delle maestranze
specializzate, sull’efficienza e l’ammodernamento delle apparecchiature e delle strutture in uso, causando una pesante riduzione delle commesse dovuta essenzialmente alla complessiva riduzione della propria capacità industriale.

Sostenere lo sviluppo e il rilancio delle attività produttive dell’Area tecnico industriale della Difesa

Ciò ha agevolato un massiccio, spregiudicato ed ingiustificato ricorso alla privatizzazione ed alla esternalizzazione di una moltitudine di lavori e servizi connessi che vengono tuttora largamente affidati all’industria privata, malgrado l’opera qualificata del personale civile impiegato negli stabilimenti delle forze armate, dei centri tecnici e degli arsenali militari sia comunemente ritenuta migliore in termini di
espressione di professionalità. Un declino, quello forzatamente indotto nei confronti di queste importanti realtà industriali che nei prossimi anni rischia, se non efficacemente contrastato, di provocare la chiusura dei cancelli degli stabilimenti e la conseguente disoccupazione di migliaia di lavoratrici e lavoratori civili del settore, in un momento storico in cui, invece, la lenta e tangibile ripresa del paese mostra di aver bisogno di creare nuove opportunità e posti di lavoro a beneficio soprattutto dei più giovani.
I centri tecnici e gli arsenali militari, in particolare, che costituiscono uno dei pilastri strategici su cui si basa la capacità marittima (un pezzo di innovazione del nostro Paese) e si misura l’idoneità a produrre valore per l’economia e il prodotto interno lordo di un qualsiasi paese industrializzato, se rilanciati e rivolti ai mercati nazionali ed internazionali, ovvero se resi maggiormente attrattivi e competitivi
attraverso gli investimenti della Cassa Depositi e Prestiti con l’assunzione straordinaria di lavoratrici e lavoratori pubblici dei ruoli professionali necessari, possono garantire, con la cantieristica navale militare-civile e la specificità del proprio apparato produttivo, la costruzione, la manutenzione e la realizzazione di allestimenti di un qualsiasi naviglio, garantendo lavoro ed occupazione stabile.
Avviare questi processi in “house”, limitando fortemente il ricorso all’esternalizzazione e alla privatizzazione dei servizi e delle commesse, significa eliminare i costi di consulenza e ridurre sensibilmente quelli di produzione, investire sulle strutture esistenti e valorizzare la specificità delle maestranze civili della Difesa, ma anche garantire prospettive occupazionali, opportunità e stabilità d’impiego alle nuove generazioni.
Più in generale, vuol dire offrire un contributo tangibile allo sviluppo economico e sociale del nostro paese.
Il Congresso della Fp Cgil nazionale impegna la categoria a pianificare e realizzare lo sviluppo di azioni e politiche coerenti con la pratica di tali principi ed obiettivi, agendo in senso anticiclico per determinare le condizioni di una crescita culturale, economica e sociale del paese che incoraggi il reale cambiamento della condizione materiale delle persone e conquisti sempre maggiori libertà e diritti di cittadinanza per coloro che rappresentiamo.

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