Assistenti Sociali: Report 5 dicembre 2018

05 Dicembre 2018

Il 5 dicembre 2018 si è svolta, come annunciato, la riunione nazionale assistenti sociali del comparto delle Funzioni Locali
Alla riunione hanno partecipato le compagne e i compagni dell’Abruzzo, della Campania, del Lazio, della Lombardia, della Puglia e del Piemonte,
I contributi delle compagne e dei compagni intervenuti hanno riguardato soprattutto:
• Il tema dell’impatto del nuovo CCNL e delle innovazioni previste, in particolare per la nuova indennità di condizioni di lavoro (che ha unificato le vecchie indennità di disagio e di rischio)
• Il tema della ridefinizione dell’ordinamento professionale. Si tratterà di cogliere l’occasione fornita dall’art. 6 del CCN, l’Organismo Paritetico che dovrebbe consentire alle organizzazioni sindacali e alle RSU, insieme alle amministrazioni, di costruire un ragionamento sul tema dell’organizzazione attraverso l’analisi dei dati riguardanti il personale e i flussi, confrontando questi dati e facendo proposte.
• Il tema della formazione, in particolare l’ottemperanza agli obblighi formativi richiesto dagli ordini professionali; è sempre presente la richiesta di una formazione permanente a carico dell’ente, a cura dell’ordine professionale e dell’Università.
• Il tema del personale precario e il ricorso, da più parti alla libera professionale
• Il tema dei carichi di lavoro, l’incidenza del lavoro amministrativo sulla attività professionale tipico dell’assistente sociale; il lavoro in emergenza e e il sempre più presente “spezzatino dei compiti”
• Il tema della dirigenza, in particolare l’assenza di una dirigenza specifica dei servizi sociali;
• Il tema della sicurezza sul lavoro (da parte di molti si evidenzia che non si risolve con la presenza vigilanza). Si è fatto riferimento al rischio di burn out e al bisogno dii riconoscimento della responsabilità;
• Relazione con l’attività dell’ Ordine professionale, partendo dal ruolo che sviluppa anche come soggetto di supporto per la professione sia in termini formativi sia di costruzione e conoscenza della appartenenza professionale.
• Si è evidenziato, legato anche ai punti precedenti, i carichi di lavori derivanti dall’applicazione del REI
• Si è rilevato come l’applicazione del decreto sicurezza, apra ulteriori problematiche agli assistenti sociali (ad esempio tema degli sgomberi)
E’ stato evidenziato il bisogno di ricostruire una mappa delle professioni sociali e socio sanitarie che incrociano l’ambito sociale, in senso stretto, e l’ambito sanitario promuovendo peraltro forme di reale integrazione socio-sanitaria, pure con le specificità connesse ad ogni legislazione regionale.
E’ stata rilevato un quadro problematico all’interno dei diversi territori, in alcune province la situazione risulta decisamente critica
Il tema dei carichi di lavoro è strettamente correlato a quello dell’organico: le Regioni hanno infatti parametri non dissimili di organico che definiscono il rapporto assistenti sociali/numero di abitanti ma la realtà è molto diversificata territorialmente . Per questo il carico di lavoro è cresciuto, e in modo inversamente proporzionale alla quantità di personale presente.
Andrebbero studiati i percorsi e i flussi delle prestazioni che incrociano i diversi servizi della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici, e che coinvolgono diverse operatrici e diversi operatori, sociali e sanitari, privati e pubblici.
Nelle conclusioni del segretario nazionale Federico Bozzanca si è rilevato come questa riunione sia l’inizio di un percorso sulle modalità di coordinamento, ben sapendo che si deve affrontare la situazione attuale con le sue emergenze.
• Dobbiamo evidenziare che forte è la questione politica: oggi, per lo Stato sono residuali alcuni servizi, in particolare quelli sociali perché è determinante il tema della “sicurezza” che finisce per indebolire gli altri servizi;
• Abbiamo bisogno di una grande operazione culturale, capace di contaminare l’attuale dibattito. Dobbiamo proporre una visione politica alternativa che rimetta al centro i servizi sociali. L’attuale politica vede, al fine, snaturati nel proprio ruolo gli assistenti sociali e gli altri operatori sociali;
• Dobbiamo approfondire il tema del carente coinvolgimento dei servizi sociali nel cosiddetto “reddito di cittadinanza” che rischia di essere legato al tema del lavoro, a differenza di quanto accadeva con il REI;
• Dobbiamo rafforzare il ruolo con l’ordine professionale per una alleanza che miri al potenziamento dei servizi sociali;
• E’ evidente il bisogno di allargare il coordinamento ai diversi comparti, in particolare alla sanità e al settore socio assistenziale e alle cooperative, così come nel settore penitenziario e della giustizia;
• Abbiamo bisogno di una analisi di quello che succede, territorio per territorio;
• Svolgere un salto di qualità della nostra categoria nella contrattazione sociale, con un obiettivo primario di difesa dei servizi pubblici e sociali;
• Per quanto riguarda gli aspetti contrattuali, concentrarsi su una contrattazione di secondo livello di qualità, basandosi sulla presentazione di buone prassi;
• E’ evidente il bisogno di fare rete, a livello regionale, per mettere in moto un inizio di raccordo. In questo ambito è determinante il ruolo delle strutture regionali, che dovranno svolgere stimolare la discussione, un preliminare lavoro di sintesi e costituire (eventuali) coordinamenti regionali;
• a Gennaio va messo in agenda un nuovo incontro, da tenersi a Roma, in grado di coinvolgere anche le altre regioni non presenti all’incontro in videoconferenza;
• Progettare un approfondimento sulle politiche di una visione futura del welfare e dei servizi sociali nel nostro paese

 

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