Mibac: Lettera al Ministro su apertura siti Primo Maggio

17 Aprile 2019

Al MIBAC
Sig. Ministro
On.le Alberto Bonisoli
SEDE

Oggetto: 1 maggio – richiesta di ripristino chiusura ordinaria degli Uffici.

Sig. Ministro
il suo predecessore, con atto inopinato, ha stabilito,tramite la modifica del DM sugli orari dei Musei e
dei siti aperti al pubblico che la giornata del Primo Maggio venga considerata come giornata di apertura ordinaria.
Noi riteniamo che questa decisione sia del tutto in contrasto con le finalità di una Festa che riguarda
tutti i lavoratori a fronte di un sistema di aperture ed orari che è il più ampio anche rispetto allo scenario internazionale.
Nel DM 30 giugno 2016, infatti, i giorni di chiusura annuali vengono limitati alle sole giornate del 25
dicembre e del 1 gennaio, cassando la previsione di chiusura del Primo Maggio con un atto che
ribadiamo ci pare del tutto ingiustificato alla luce delle politiche sugli orari che da circa 20 anni
caratterizzano l’attività di questa Amministrazione con gli accordi sottoscritti con le OO.SS. che hanno
garantito l’apertura generalizzata per 11 ore al giorno e per 363 giorni all’anno e che sono le vere leve
che hanno consentito l’aumento dei visitatori come si può facilmente desumere dalle stesse statistiche ufficiali pubblicate sul sito istituzionale del MIBAC.
Una decisione che ha prodotto sconcerto e proteste tra i lavoratori che si sono visti negare il diritto di
festeggiare la propria Festa senza alcuna plausibile motivazione considerato che invece Feste che
riguardano altre visioni della vita, in particolare riferite ai sentimenti religiosi, vengono mantenute e, a
differenza degli anni precedenti, tutti i luoghi della cultura in quelle giornate restano chiusi al pubblico.
Negli anni precedenti, invece, un sistema di aperture straordinarie concordate con le OO.SS.,
garantivano certamente una migliore articolazione dell’offerta e riuscivano ad offrire, sulla base della
partecipazione volontaria dei lavoratori, un sistema di aperture in tutti i giorni dell’anno, laddove la
volontarietà dell’adesione a questi progetti salvaguardava il diritto dei lavoratori e l’offerta di aperture
non costringeva l’intero apparato ministeriale di riferimento ad aperture di tutti i luoghi della cultura,
anche quando non si ravvisi una necessità legata all’offerta ed al flusso di visitatori prevedibile.
Sulla base di quanto sopra esposto le chiediamo di rivedere quella decisione: siamo convinti che
questo produrrebbe maggiori risultati in termini di qualità e di soddisfazione dell’offerta e certamente
incontrerebbe il favore della stragrande maggioranza dei lavoratori, che vedrebbero così ripristinato il
diritto a festeggiare la Festa per loro più importante.
Certi della sua sensibilità sull’argomento restiamo in attesa di un cortese cenno di riscontro.
Distinti saluti

Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale

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