Impatto direttiva 24/14 sui servizi sociali – meeting Epsu 17 ottobre 2019

18 Ottobre 2019
Meeting 17 ottobre EPSU sull’impatto direttiva 24/14 sui servizi sociali in Europa

Abbiamo partecipato ieri, come FPCGIL, al meeting organizzato dall’Epsu sull’impatto dell direttiva 24/14 sui servizi sociali in Europa.  Di seguito i temi emersi dall discussione:

Sono circa 10 milioni i lavoratori del sociale in europa, anche in  anni di crisi sono comunque cresciuti di 2 milioni di unità.

Le criticità della direttiva 24 sono essenzialmente quelle di aver incluso tali servizi sociali nei criteri standard degli appalti senza considerarne le specificità proprie.

Specificità che non rispondono a criteri meramente economici, in quanto nei settori sociali è prevalente l’appalto ad alta intensità di manodopera. La ratio alla base della direttiva  è quella della trasparenza, del contenimento dei costi e della libera concorrenza. Considerando che siamo assolutamente a favore della trasparenza nelle procedure, va invece declinato diversamente nei servizi alla persona ad alta intensità di manodopera, il tema del ribasso e della clausola sociale, oltre a un riconoscimento nella procedura stessa di un maggiore coinvolgimento degli utenti.

Tale direttiva sta determinando anche un doppio binario, dovuto essenzialmente alle quantità di risorse investite che determinano nei fatti un doppio regime tra centro e periferie, tra zone metropolitane e rurali. Di fatto la direttiva si applica alle sole “grandi aree” che hanno il vincolo della gara per importi superiori ai 750 mila Euro, creando un evidente disparità di trattamento. Il meccanismo del ribasso avvantaggia le grandi imprese sociali che lavorando su economie di scala possono permettersi ribassi sostanziosi, escludendo le infinite imprese sociali di piccole dimensioni dalla competizione.

Dalla discussione è emersa l’esigenza di intervenire anche sulle clausole sociali al fine di salvaguardare la continuità socio assistenziale educativa e i livelli occupazionali in essere. Non è pensabile per tali servizi di valutare i meri criteri economici senza ragionare sull’interesse generale che tali servizi hanno per la cittadinanza.

Altro tema spinoso quello dell’utile di impresa in questa tipologia di servizi, la contraddizione evidente è che tale utile riduca la quantità e qualità dei servizi erogati.

Il rappresentante della Commissione  Europe ha portato nella discussione il lavoro che la stessa sta facendo sulle linee guida della direttiva, lavoro nel quale abbiamo chiesto, come Esu, maggiore coinvolgimento, anche se l’idea di provare a modificare la direttiva resta all’ordine del giorno.

Vi terremo informati su eventuali sviluppi.
Stefano Sabato
Coordinatore Cooperative Sociali
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