Polizia Penitenziaria: Audizione in Senato sulla revisione dei ruoli

13 Novembre 2019

Alla Commissione Affari Costituzionali del Senato
Alla Commissione Difesa del Senato

Audizione sulla revisione dei ruoli della Polizia Penitenziaria

Onorevoli Senatori,
innanzitutto grazie per aver convocato questa audizione che ci fornisce l’opportunità di dare un giudizio politico sulla revisione dei ruoli e sui correttivi posti in essere per la Polizia Penitenziaria e di chiedere alcune modifiche, che non sono state prese in considerazione durante il confronto tra le amministrazioni interessate, da apportare durante l’iter parlamentare della norma.
Questo passaggio è fondamentale soprattutto per come è stato condotto il confronto con le organizzazioni sindacali da parte delle suddette amministrazioni. Un confronto che, con l’amministrazione penitenziaria è stato lungo e approfondito, ma non ha prodotto i risultati sperati nelle determinazioni assunte al tavolo deci sionale dove, come per ogni revisione dei ruoli, sono presenti solo i vertici delle amministrazioni interessate che in conclusione assumono decisioni in modo unilaterale.
Per questo motivo, malgrado la Fp CGIL apprezzi lo sforzo fatto dall’attuale Governo che, come chiesto dalla nostra organizzazione sindacale anche ricorrendo a manifestazioni di protesta, ha stanziato ulteriori risorse, circa 60 milioni di euro, per i correttivi al riordino delle carriere, il giudizio sulle modifiche apportate resta negativo.
Tale giudizio ci porta anche a fare una considerazione sull’opportunità di continuare sulla strada dei riordini delle carriere per le Forze di Polizia o destinare le risorse che in futuro verranno stanziate a tal fine per il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro del settore, dove il sindacato può esprimere a pieno le proprie peculiarità, decidendo se sottoscrivere o meno l’accordo.
Anche perché, il testo elaborato invece di occuparsi delle progressioni in carriera del personale, spesso si
occupa di argomenti di natura prettamente contrattuale. Così è stato per il riordino del 2017, quando si intervenne sui parametri stipendiali dei vari ruoli, ed è così ancora oggi con i correttivi apportati, dove si va a modificare l’assegno di funzione, proposta che non risultava tra quelle avanzate dalle organizzazioni sindacali.
La priorità che la Fp Cgil aveva segnalato, condivisa da gran parte della platea sindacale, era l’apertura del ruolo degli agenti/assistenti con quello dei sovrintendenti. Proposta che avrebbe consentito ai ruoli di base di poter progredire in carriera e vedersi riconosciuta la giusta remunerazione per gli incarichi superiori che comunque l’amministrazione penitenziaria gli aveva assegnato, ma tale proposta non è stata presa in considerazione nel 2017 e neanche durante il recente confronto.
Avevamo chiesto di eliminare tutte le sperequazioni che si erano venute a creare nelle progressioni in carriera nel ruolo degli ispettori e dei funzionari con i precedenti riordini, tenendo in considerazione anche il fatto che per parte di questo personale le procedure concorsuali si erano svolte con colpevole ritardo da parte dell’amministrazione penitenziaria, ma anche su questo versante le nostre proposte non sono state ascoltate.
Tra l’altro, considerato che sempre con i precedenti riordini, avevamo registrato disparità di trattamento nelle progressioni in carriera della Polizia Penitenziaria rispetto ad altre Forze di Polizia, avevamo proposto di equiparare tali progressioni, anche intervenendo sui posti banditi nei concorsi interni, ma anche su questo versante non abbiamo ricevuto segnali di consenso.
Arrivati a questo punto, visto che con i 60 milioni ulteriormente stanziati non è possibile stravolgere il testo dei correttivi, chiediamo che si possa almeno correggere il tiro apportando alcune modifiche che possano dimostrare un minimo di attenzione verso i lavoratori del settore.
Ad esempio si potrebbe allargare la platea di coloro che potranno transitare per concorso interno, con procedure semplificate, al ruolo dei sovrintendenti. Stessa cosa si potrebbe fare per coloro che potranno transitare al ruolo degli ispettori e a quello dei commissari ad esaurimento.
Parimenti importante sarebbe una ulteriore riduzione dei tempi delle progressioni in carriera per i ruoli agenti/assistenti, sovrintendenti ed ispettori. Infine, cosa fondamentale, sarebbe necessario evitare che si creino ulteriori disparità di trattamento tra le varie forze di Polizia e all’interno dei vari ruoli della Polizia Penitenziaria.
A tal proposito, per quanto riguarda il nostro Corpo, vanno recuperate le disparità di trattamento che si sono verificate nel tempo nel ruolo degli ispettori e dei funzionari, dove non tutti hanno fruito degli stessi vantaggi nelle progressioni in carriera, tenendo conto anche della eccessiva durata delle procedure concorsuali e va modificata la dicitura di intendente, inadeguata al ruolo e ai tempi.
Quello che si può sicuramente fare è dare ascolto alla FP CGIL ed eliminare le disparità di genere che esistono nella progressione in carriera del personale di Polizia Penitenziaria.
Solo a titolo di esempio ricordiamo che, in un ruolo di concetto come quello degli ispettori, le dotazioni organiche sono distinte per genere e questo comporta che i posti messi a concorso siano per circa il 90% riservati al personale maschile. Sarebbe un segnale importante di inversione di tendenza unificare la dotazione organica del ruolo con questo riordino.
Per concludere la Fp CGIL ritiene che sia giunto il momento, anche in considerazione delle polemiche che si sono registrate in questi giorni, di aprire un confronto sul futuro della dirigenza penitenziaria. Un confronto che possa vedere coinvolte tutte le organizzazioni sindacali rappresentative del persoanale che lavora nel sistema penitenziario, sia di livello dirigenziale che non, e che possa portare ad una dirigenza unica in cui si tenga conto dei diritti acquisiti da chi ricopre da tempo il ruolo dirigenziale e di quelli di chi è chiamato a ricoprirlo oggi.
Una figura di dirigente che possa svolgere il ruolo di manager pubblico e sia di garanzia per tutte le varie
aree che oggi operano negli istituti penitenziari , in cui possano trovare adeguato sviluppo in carriera tutte le professionalità presenti, senza il rischio di prevalicazioni da parte di nessuno e soprattutto in cui si possa al più presto arrivare alla sottoscrizione di un contratto collettivo nazionale di lavoro.
Per fare questo, però, servirà un diverso approccio da parte della parte pubblica, che dovrà tener conto delle proposte avanzate dalle organizzazioni sindacali, e un diverso approccio anche della parte sindacale, che dovrà eliminare le spinte corporativiste che purtroppo abbiamo registrato nel tempo.

p. la Fp Cgil Nazionale                                      Il Segretario Nazionale Fp Cgil
Massimiliano Prestini                                                       Florindo Oliverio

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