MIBACT: comunicato su riorganizzazione

04 Dicembre 2019

IL CONFRONTO CON IL MINISTRO SULLA RIORGANIZZAZIONE,
IL PUNTO SUI LAVORI INSALUBRI E ACCORDO POC 2019

Nel riservarci le osservazioni complessive al nuovo impianto di riorganizzazione contenuto nello schema di DPCM consegnateci ieri, che modifica di molto l’impostazione della riforma Bonisoli, ci limitiamo ad una elencazione dei movimenti che determinano un pieno rientro nell’alveo della riforma Franceschini. Della quale vengono ripristinate le Commissioni Regionali di Controllo, i Segretariati su base regionale, i Poli regionali rinominati Direzioni Regionali dei Musei, ridimensionate le competenze del Segretariato Generale, reintrodotto il Servizio alla Demoetnoantropologia nella DG ABEAP, non istituita la DG Contratti, le cui competenze vengono succintamente attribuite al Segretariato Generale. Ritorna la DG Turismo, portandosi in dote tre Servizi.
Questo ritorno all’antico non ha impedito una profonda rivisitazione della struttura centrale e molti significativi interventi sul territorio. Ovvero la debole impostazione della riforma Bonisoli è servita a ridefinire le Direzioni Generali, tramite l’istituzione della nuova DG per la Sicurezza del Patrimonio Culturale e la nuova DG Creatività Contemporanea, che sostituisce la DG Arte . Nell’ambito delle DG esistenti la DG Biblioteche cede gli Istituti Culturali alla DG Educazione e Ricerca, mentre tutte le funzioni inerenti catalogazione e digitalizzazione vengono raggruppate sotto la direzione dell’Istituto Centrale per la Digitalizzazione, che viene istituito come Direzione Generale. Inoltre viene aggiunto un Servizio alla DG Cinema dedicato al tax credit.
Sul territorio:
Archivi e Soprintendenze Archivistico-Bibliografiche: diventa Direzione Generale l’Archivio Centrale dello Stato e vengono reintrodotte le Soprintendenze di Umbria e Basilicata.
Direzioni Regionali e Musei autonomi. La Direzione del Lazio si spacchetta in due: Roma e restante Regione.
Viene istituito il Museo autonomo del Vittoriano e di Palazzo Venezia, ripristinati il Parco dell’Appia Antica e la Galleria dell’Accademia, creati i Musei autonomi della Pinacoteca di Bologna, Matera, Palazzo Reale di Napoli, Parco Archeologico di Sibari e Museo Archeologico di Cagliari, che complessivamente portano a 39 i musei autonomi di prima e seconda fascia.
Soprintendenze Uniche:
Viene istituita la Soprintendenza Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo, con sede a Taranto, che dovrebbe avere anche la tutela del territorio, viene ripristinata la Soprintendenza per l’Etruria Meridionale, istituite nuove Soprintendenze in Lombardia, Liguria, Marche, Abruzzo e Calabria, tramite spacchettamenti delle attuali Soprintendenze che coprono le porzioni più vaste di territorio. Non vengono istituiti gli Uffici Esportazione.
Biblioteche: la Girolamini di Napoli diventa sede dirigenziale.
Come si può notare non è facile districarsi in questa nuova rimodulazione organizzativa e pertanto il giudizio non può che venire dopo una valutazione approfondita, anche in funzione delle osservazioni che ci sono state richieste dal Ministro Franceschini, e che non mancheremo di produrre. E non può che essere un giudizio articolato su una operazione che interviene sulle macrostrutture in modo complesso, sia laddove si rilevano elementi positivi rispetto alle soluzioni adottate che in relazione alle criticità, indipendenti dal giudizio complessivo sulla qualità della riforma, che permangono nell’impianto ampliando scelte organizzative che comportano fabbisogni complessi che attualmente e nel medio periodo la struttura ministeriale non è in grado di sostenere.
Ci attende peraltro una fase complicata di gestione della concreta organizzazione dei nuovi Uffici, ma deve essere chiaro preventivamente che per noi la via maestra è quella seguita in occasione della precedente riorganizzazione, con una gestione oculata della mobilità su base volontaria e senza forzature unilaterali.
Oltre a quanto sopra noi abbiamo chiesto al Ministro un confronto sul piano assunzioni, che inizia a registrare notevoli ritardi, nonostante l’incremento della dotazione dirigenziale di 25 unità, in relazione all’importanza che questo piano assume nel 2020, rispetto al trend di uscite, alla necessità di programmare correttamente i fabbisogni anche alla luce della creazione di questa nuove strutture ed al numero complessivo di assunzioni previste. Oltre che, naturalmente, programmare i passaggi di area del personale interno. In tale ambito abbiamo chiesto al Ministro un impegno alla proroga dei contratti a tempo determinato in scadenza questo mese e lui lo ha assicurato con l’impegno a sostenere un emendamento presentato al ddl stabilità 2020, che è all’esame del Senato.

Accordo POC 2019 e nuovo Contratto Integrativo
Nel comunicarvi che oggi abbiamo sottoscritto l’intesa per l’attribuzione delle POC 2019, che in sostanza, in attesa della revisione dei criteri prevista per il 2020, ricalca quello precedente, per cui ci richiamiamo integralmente alle osservazioni prodotte in occasione della sigla dell’accordo 2018 (reperibile al seguente link:
https://www.fpcgil.it/2019/10/09/mibact-comunicato-su-posizioni-organizzative-2019-e-2020/), vi informiamo che anche il confronto sul nuovo Contratto Integrativo è giunto alla sua fase finale, e che speriamo di arrivare alla sigla prima delle prossime festività natalizie.

Lavori insalubri: arriva la mobilitazione
L’ultima comunicazione, non certo per importanza, riguarda la vicenda dei lavori insalubri.
Anche in questo caso abbiamo chiesto al Ministro di affrontare il nodo politico che soggiace alla questione e abbiamo ottenuto l’impegno ad approfondire il dossier. Ma certo non possiamo sentirci soddisfatti per l’attuale stallo, dovuto essenzialmente all’esito interlocutorio dell’incontro tenutesi il 22 novembre scorso al Ministero del Lavoro, che sta determinando un prolungamento della sospensione nell’erogazione di questi benefici previdenziali, con danno ai lavoratori coinvolti . L’Amministrazione, nell’informarci su quanto sopra, ci ha comunicato di aver costituito un gruppo di lavoro tecnico che entro fine mese dovrà produrre una relazione da inviare a Ministero del Lavoro e INPS, che quantifica il numero dei lavoratori potenzialmente coinvolto e i costi relativi. Non è certo un problema con l’Amministrazione, che sta compiendo ragionevoli sforzi per risolvere il problema, quanto di una interpretazione burocratica di una normativa obsoleta, prodotta dall’INPS e che sembrerebbe avallata dallo stesso Ministero del Lavoro, almeno nella sua parte amministrativa. A noi sembrerebbe
più giusto aggiornare quella normativa, risalente scandalosamente ad un secolo esatto fa ed in
ogni caso in quella normativa ci sono sostanze insalubri normalmente utilizzate dai lavoratori del Mibact e nessuno ci può venire a dire, alla luce delle evoluzioni normative in materia di tutela della salute sul luogo di lavoro, che una sostanza insalubre fa male agli operai ma non produce effetti sui restauratori. Per questo servirebbe una nuova normativa sulle sostanze insalubri, richiesta peraltro a gran voce anche da altre Amministrazioni come il Ministero della Difesa, visto che ancora nessuno si è degnato di riconoscere come sostanza insalubre l’uranio impoverito. Nelle more va applicata l’attuale normativa, e si dovrebbe ragionare partendo dagli effetti che l’esposizione ad una sostanza insalubre può determinare su un lavoratore e non da chi deve essere il lavoratore.
Per questo per noi è giunta l’ora della mobilitazione: chiameremo i lavoratori alla protesta e la faremo
di fronte alle sedi che oggi negano il diritto alla tutela della salute. Nei prossimi giorni concorderemo
le iniziative con CISL e UIL, e vi comunicheremo le modalità con le quali articoleremo la mobilitazione
con l’auspicio di vedere una massiccia partecipazione dei lavoratori.

FP CGIL Nazionale
Claudio Meloni

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