MIBACT: Nota di osservazioi FP CGIL ai DD.MM. 15 gennaio 2020

17 Gennaio 2020

AL MIBACT
Sig. Capo di Gabinetto
dr. Lorenzo Casini

Sig. Segretario Generale
Dr. Salvo Nastasi

Sig. D.G. Organizzazione
Dr.ssa Marina Giuseppone

Sig. Dirigente
Servizio II – Relazioni Sindacali

Dr. Alessandro Benzia
Loro sedi

Oggetto: Osservazioni agli schemi dei DD.MM 15 gennaio 2020 – articolazione degli Uffici e
modifiche al DM Musei

Con riferimento all’oggetto la FP CGIL, nel richiamarsi alle osservazioni già prodotte sul DPCM di
modifica del DPCM 76/19, prende preliminarmente atto che nessuna delle proposte avanzate dalla
scrivente sono state prese in considerazione. In particolare si era evidenziato le seguenti
necessità:
Nella istituzione di nuovi Uffici s si era chiesto di valutare l’impatto che l’operazione avrebbe
potuto determinare in territori già oggetto di interventi pesanti di riorganizzazione nelle
precedenti fasi. In particolare in territori strategici, oggetto di proliferazione di nuovi istituti,
prevalentemente indirizzati ai circuiti museali, la maggior parte dei quali ancora nella fase di
ricostruzione dei propri tessuti organizzativi. Da questo punto di vista quanto previsto dal
DPCM e poi ricompreso negli schemi dei DD. MM. proposti, relativamente ai territori del
Lazio e della Campania, non può non suscitare profonde perplessità sia sulla funzionalità di
alcune scelte che prevedono nel Lazio la creazione di un ulteriore Musei autonomo,
l’istituzione di una nuova Soprintendenza e lo spacchettamento dell’ex Polo Regionale e in
Campania la creazione di due Musei autonomi, di cui uno nella forma ibrida con le funzioni
bibliotecarie. Ma anche nei restanti territori periferici, in relazione ai gravi e strutturali
problemi determinati dalle note carenze sia degli organici effettivi che di quelli previsionali.
Veramente non riusciamo a comprendere dal punto di vista della funzionalità organizzativa,
ma anche in relazione allo stesso disegno strategico proposto, l’istituzione dei Musei
autonomi del Vittoriano e Palazzo Venezia, di Palazzo Reale, lo spacchettamento del Polo
Regionale laziale, l’istituzione di una nuova Soprintendenza per l’Etruria Meridionale che si
assomma alla reintroduzione del Museo Nazionale di Villa Giulia, contenitore naturale di
quel territorio, andando a stravolgere gli assetti faticosamente raggiunti a seguito del
precedente e recente riassetto delle stesse Soprintendenze uniche. A tal riguardo la
creazione di nuove Soprintendenze, che potrebbe essere di per sé un fatto positivo,
determina generalmente un appesantimento delle condizioni logistico-organizzative di
organici depauperati fino all’osso e certamente non in grado di supportarne la funzionalità
condannando questi nuovi uffici, come è avvenuto per altri, ad una fase interminabile di
costruzione del relativo organigramma.
Avevamo chiesto, come segnale per i settori degli Archivi e delle Biblioteche, un
rafforzamento della previsione di funzioni dirigenziali, almeno ripristinando una dirigenza
per l’Archivio di Stato di Palermo e una attenzione specifica per l’inestimabile patrimonio
rappresentato dalle Biblioteche storiche. E di evitare l’assoggettamento gerarchico degli
Archivi alle Soprintendenze di settore. Non vediamo segnali significativi in queste direzioni,
ancora una volta si ripropone il mantenimento di Biblioteche nei circuiti di valorizzazione e
l’unica motivazione rimane la loro allocazione logistica e non la necessità di rilancio dei
servizi. Per quanto riguarda la Biasa in particolare rimane una fortissima preoccupazione
per il destino di questa importantissima Biblioteca pubblica sia in riferimento al riassetto
logistico di Palazzo Venezia che alla costituenda Fondazione che dovrà assumerne la
gestione. Non è un problema ideologico di privatizzazione o meno, anche se la Fondazione
resta pur sempre un soggetto giuridicamente privato, ma di funzionalità del servizio e
quella, ci si permette di osservare, non si risolve con le soluzioni politico istituzionali. Per
quanto riguarda la creazione dell’autonomia speciale per la Biblioteca dei Girolamini, pur
apprezzandone il gesto simbolico, non possiamo non esprimere perplessità sulle finalità di
questa operazione, ovvero in quali modalità si integreranno le funzioni di servizio della
Biblioteca con quelle di valorizzazione del sito.
A corredo di queste osservazioni di carattere generale, che non possono che prendere atto di
scelte definite de facto che si inquadrano coerentemente in un disegno strategico definito nei
suoi principi nel DPCM 171/2014, rispetto al quale non si possono che ribadire le obiezioni
critiche più volte avanzate nel corso di questi anni e purtroppo non ascoltate dalla parte
politica, esiste una valutazione imprescindibile che non può essere disgiunta dalle osservazioni
di sistema sopra evidenziate, e che riguarda la valutazione sullo stato delle organizzazioni dei
lavori, sui fattori di loro decadimento strutturale, e sulle conseguenze che un ulteriore
investimento organizzativo determinato dalla proliferazione di strutture complesse può
determinare in situazioni ormai oltre i limiti minimi che garantiscono la funzionalità dei servizi.
Ci si riferisce naturalmente alla situazione degli organici, con carenze che, malgrado le recenti
assunzioni, ormai superano le 4mila unità, alla questione logistica, alla oramai ineludibile
revisione dei fabbisogni professionali ed alla necessità di ampliamento dello stesso organico
previsionale. Nessuna riforma è a costo zero ed in questo caso la complessità del disegno
organizzativo dovrebbe essere accompagnata da adeguati investimenti organizzativi, in termini
di risorse umane, economiche e strumentali. Accanto a questo si segnala un crescente stato di
esasperazione nei lavoratori continuamente coinvolti in processi di riorganizzazione che ne
rimodulano allocazioni e competenze. Una situazione che, unitamente ai fattori di degrado
organizzativo noti, rischia di essere insostenibile e che certamente apre di nuovo una lunga
fase di riassetto di strutture appena rinnovate. Per tale motivo è per noi fondamentale la
modalità di gestione delle relazioni sindacali e sempre per tale motivo abbiamo chiesto di
attivare da subito modalità di confronto relative alla rideterminazione dei fabbisogni
professionali in vista del DM sulla rimodulazione degli organici ed in riferimento alle allocazioni
logistiche degli Uffici di nuova costituzione, partendo dalle condizioni di garanzia per i lavoratori
che hanno uniformato i precedenti processi. Accanto a questo appare necessario un confronto
immediato sul piano assunzioni, per il quale occorre uno sforzo aggiuntivo finalizzato alla
copertura completa dell’organico previsionale nel medio periodo. Infine ribadiamo che è
responsabilità politica il rientro al taglio del costo del lavoro operato con il DPCM 174: un
rientro che consentirebbe una adeguata copertura dei fabbisogni professionali determinati dal
riassetto generale ed una programmazione a più ampio respiro sul piano assunzioni,
attualmente insufficiente a garantire la piena copertura anche dell’attuale organico. Sulla base
della disponibilità a questi percorsi di confronto, allo stato non espressa, valuteremo la qualità
delle relazioni tra le parti conseguenti.
Distinti saluti

Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale

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