Milleproroghe: Cgil, nessun intervento a sostegno lavoratori ambasciate

12 Febbraio 2020

Ingestibile rimborso Irpef, serve norma urgente

“Nessun intervento normativo a sostegno di quei tanti lavoratori in forza presso le rappresentanze diplomatiche straniere ai quali, per ragioni indipendenti dalla loro volontà e a seguito di accertamenti dell’Agenzia delle Entrate, è stato imputato il pagamento pregresso dell’Irpef, relativo a più anni, con la rateizzazione massima in due. In molti casi questi lavoratori, sul crinale dell’indigenza, stanno pagando cifre fino a 70 mila euro, rateizzabili al massimo in due anni, perché hanno ricevuto tutte insieme cartelle relative a più anni”. A denunciarlo, ancora una volta, sono Cgil, Filcams Cgil e Fp Cgil in merito alla mancanza nel decreto mille proroghe di un intervento, più volte richiesto, perché a questi lavoratori venisse garantita la possibilità di dilazionare il pagamento.

La vicenda, spiega il sindacato, “coinvolge diversi lavoratori, in servizio presso Ambasciate, Consolati, Legazioni, Istituti Culturali e Organismi Internazionali in Italia, i quali benché ricevessero dei Cud da parte dei datori con la dicitura ‘reddito esente da imposta’, rendendo così impossibile il pagamento, si sono poi ritrovati a dover pagare l’Irpef relativa a più anni dopo accertamenti dell’Agenzia delle Entrate. Una responsabilità non imputabile a loro e che abbiamo più volte segnalato ai soggetti competenti”.

La Cgil esprime, inoltre, “apprezzamento per l’attenzione che il viceministro dell’Economia Misiani, e alcune forze parlamentari, hanno mostrato per questa vicenda, ma risollecitiamo la politica, il Ministero degli Esteri e dell’Economia e delle Finanze, insieme ai vertici delle Agenzie Fiscali e il Parlamento a intervenire per garantire a questi lavoratori la possibilità di dilazionare il pagamento, mettendo fine a questo inspiegabile accanimento. C’e bisogno di una disposizione specifica, di una soluzione immediata che chiarisca una volta e per tutte questa materia, per evitare il riproporsi di diversi trattamenti e gravi discriminazioni a causa della situazione peculiare relativa alla condizione di extraterritorialità”, concludono Cgil, Filcams Cgil e Fp Cgil.

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