INPS: Unitario – Fughe in avanti e assunzioni di responsabilità

24 Giugno 2020

FUGHE IN AVANTI E ASSUNZION I DI RESPONSABILITA’

Come abbiamo scritto ieri, nella nota unitaria sull’applicazione dell’accordo in materia di sicurezza delle sedi, firmato lo scorso 3 giugno con l’Amministrazione, il rispetto degli accordi, l’osservanza degli impegni assunti in tutte le sedi, comprese quelle sindacali, e la loro puntuale applicazione sono elementi fondamentali di quel clima di reciproca fiducia – il prof. Tridico lo definisce capitale sociale come, da ultimo, ha ribadito anche domenica 21 giugno nel corso di una nota trasmissione televisiva – che dovrebbe sottendere alle relazioni sociali in ogni ambito, compreso quello delle relazioni sindacali.
Ad oggi, grazie all’accordo sottoscritto sulla sicurezza delle sedi e nonostante altri dicano il contrario, l’accordo firmato il 3 giugno u.s. non ha determinato l’apertura al pubblico di alcuna Sede, continuando l’Istituto contestualmente ad erogare in sicurezza i servizi alla cittadinanza. Nel corso dell’incontro odierno, avremmo auspicato di proseguire il percorso avviato, effettuando quel monitoraggio che si era concordato di fare. Per questo, non ci vede d’accordo la decisione improvvisa, comunicataci dalla Direttrice Generale, di voler riattivare gli sportelli in modalità fisica dalla prossima settimana.
Non ci è stata ancora indicata una data precisa, né trasmesso alcun documento al riguardo, non si è atteso il monitoraggio previsto nell’accordo del 3 giugno scorso e soprattutto non si è ancora completato, a livello regionale/coordinamento metropolitano e territoriale di contrattazione decentrata, il quadro degli accordi di sede fondamentali per l’applicazione delle misure di sicurezza contemplate nel protocollo del 3 giugno scorso, protocollo al quale abbiamo tutti lavorato con il comune obiettivo di creare un quadro condiviso di regole a presidio della salute e della sicurezza di tutti coloro i quali, ad iniziare dai colleghi, operano nelle sedi dell’INPS.
La volontà dell’Amministrazione di riattivare gli sportelli in modalità fisica, con l’esclusione della sola Lombardia e con la possibilità per il cittadino di scegliere tra
appuntamento telefonico o in sede, così come rappresentatoci oralmente nel corso della riunione odierna, costituisce una violazione del protocollo sulla sicurezza delle sedi del 3 giugno scorso che, lo ricordiamo per qualche smemorato, relega tale possibilità solo all’eventuale impossibilità tecnica ad erogare in remoto la prestazione richiesta.
Il risultato di questa operazione “mediatica”, è che avremo le nostre sedi distratte da altre incombenze, compreso il presidio degli sportelli aperti in modalità fisica, con buona pace della lavorazione di quei prodotti, in primis le prestazioni degli ammortizzatori sociali, oggi sotto il focus di certa stampa ed opinione pubblica. La nostra proposta, invece, è di partire con la campagna informativa, rafforzare il presidio telefonico (analizzando a fondo i dati in nostro possesso) ed incrementare le linee dedicate (ad oggi sono massimo 30 per sede senza alcuna distinzione del bacino di utenza delle sedi!).
Nonostante qualche benpensante della carta stampata parli di flop dello smart-working in Istituto, i dati oggettivi dimostrano che, in questi tre mesi di lockdown delle attività, l’INPS non è stata affatto in lockdown: si pensi, ad esempio, all’incremento del 12,19% di aprile 2020 rispetto ad aprile 2019 in termini di punti omogeneizzati tra area prestazioni ed area flussi.
Anziché rappresentare alla pubblica opinione, con un’incisiva campagna di comunicazione realizzata attraverso tutti gli strumenti disponibili (… comprese le interviste del Presidente), le nuove modalità di interlocuzione con i nostri uffici ed i risultati straordinari conseguiti dai dipendenti INPS in questo periodo (milioni di richieste elaborate in appena 2 mesi con lo stesso numero di dipendenti), la nostra Amministrazione preferisce seguire scorciatoie meno impegnative, ma più pericolose e probabilmente anche meno efficaci.
Se l’Istituto vuole andare per la sua strada, infischiandosene del buon accordo firmato lo scorso 3 giugno, sia chiaro, se ne assumerà tutte le conseguenze, perché le responsabilità ricadono sulla testa dei datori di lavoro.

Roma, 23 giugno 2020

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

CONFINTESA/FP
Francesco Viola

CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti

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