Resoconto riunione Epsu Youth Network 2020

08 Luglio 2020

Riunione online Epsu Youth network

Venerdì 3 luglio 2020 si è svolta l’annuale riunione EPSU rete giovani (Youth Network Meeting). L’incontro, avvenuto in modalità web e della durata di 3 ore, ha avuto per oggetto le future strategie sindacali a livello europeo per il settore pubblico, attraverso un proficuo scambio di relazioni sul settore, opinioni e best practices nazionali.

E’ intervenuto il segretario Generale di Epsu Jan Willem Goudriaan, che ha relazionato sull’andamento della procedura di consultazione avviata dalla Commissione Europea sul salario minimo. A tal proposito, il Segretario Generale ha assicurato che l’importanza di ricomprendere i lavoratori del settore pubblico sarà sottolineata dall’EPSU. Il relatore ha poi spostato il focus sull’impatto del COVID-19 sul settore pubblico; com’è noto, questo ha avuto effetti catastrofici, innalzando la disoccupazione giovanile e il gap di genere. Purtroppo, in base ai dati EUROSTAT, l’EPSU stima la perdita di 900.000 posti di lavoro nel settore a causa dell’epidemia in tutta Europa, un problema che le Funzioni Pubbliche europee dovranno affrontare nei prossimi mesi. Tuttavia, ha rassicurato che l’impegno di Epsu non verrà meno in materie fondamentali quali le relazioni industriali, l’agenda digitale, la giustizia tributaria e le garanzie lavorative in materia di investimenti stranieri.

Dopo un breve intervento di Marc Meinardus, del Friedrich Ebert Stitfung (centro ricerche Ver.di), ha seguito la presentazione sull’impatto del COVID di Micheal Watt, Ufficio per le Attività dei Lavoratori OIL (ILO Bureau ACTRAV). Stando ai dati in possesso dell’Organizzazione del Lavoro, durante la pandemia si sono perse circa il 14% di ore lavorative denunciate, pari a circa 400 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. Questa percentuale è più alta negli Stati del sud dell’Unione. Sebbene la riapertura tenderà a riequilibrare tale dato si stima che, nel migliore dei casi, i posti di lavoro persi alla fine del 2020 saranno 4 milioni. La situazione dei giovani è quanto mai precaria: i settori più colpiti sono infatti quelli del manifatturiero, della distribuzione, dell’alberghiero e alimentare, per lo più composti da giovani. Parimenti, la quarantena ha avuto effetti sulla quasi totalità della popolazione studentesca europea; le conseguenze sono perdita di futuri guadagni, mancato accesso al mercato del lavoro e al diritto allo studio. Per questo motivo, a fronte di una previsione del PIL Europeo in perdita del 7.5% nel 2020, l’impatto economico a lungo termine sarà subito soprattutto dai giovani: nonostante sia prevista una ripresa del PIL del 6% nel 2021, sarà proprio questa categoria a non beneficiare della ripresa. L’ Organizzazione Internazionale del Lavoro ha dunque tracciato una strategia suddivisa in 4 pilastri: stimolazione dell’occupazione giovanile attraverso politiche finanziarie e fiscali; supporto alle imprese che assumono giovani a livello micro (attraverso misure di sicurezza sociale); tutela dei lavoratori; promozione del dialogo sociale. Una soluzione suggerita è quella di creare occupazione nel settore pubblico legata a investimenti negli Obbiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

È poi intervenuta Tea Jarc, del Comitato Giovani dell’ETUC, che ha presentato il programma “Youth Guarantee”, un documento adottato dall’ETUC incentrato sul concetto di qualità del lavoro per l’occupazione giovanile. Troppo spesso i giovani lavoratori sono sottostimati o sottoimpiegati in compiti scarsamente formativi e scarsamente retribuiti, e il tutto dietro una serie di agevolazioni fiscali garantiti dagli Stati ai datori di lavoro. Attraverso questa posizione comune, l’ETUC vuole propugnare l’adozione di criteri valutativi per le posizioni di ingresso nel mondo del lavoro (stages, apprendistati, praticantati/traineee e.c.), al fine di arginare lo sfruttamento della manodopera giovanile.

Hanno seguito, infine, brevi interventi dei rappresentanti del Comitato Regionale Pan-Europeo (PERC Youth Committee) e della sezione Giovani Ver.di, ma anche di giovani sindacalisti dalla Norvegia, del Kosovo, Spagna, Bulgaria, Austria e Grecia. In generale, il problema della disoccupazione giovanile è un problema comune e trans-regionale, così come quello della partecipazione e rappresentanza dei relativi sindacati (ad eccezione di Norvegia e Germania, dove le iscrizioni di giovani studenti nelle università stanno facendo registrare un aumento in controtendenza rispetto alla situazione europea).

È intervenuta altresì la FPCGIL, che ha relazionato sulla recentissima iniziativa “concorsipubblici.fpcgil.it” la nuova piattaforma per orientare, formare ed aiutare i giovani nell’accesso al lavoro del pubblico impiego. L’iniziativa, varata nel novembre 2019, è infatti di strategico interesse al fine di contrastare la disoccupazione giovanile e perseguire un decisivo abbattimento dell’età media della forza lavoro, attraverso uno strumento di “sindacato di strada” innovativo poiché informatico. La reazione dei partecipanti al forum è stata nettamente positiva, accogliendo favorevolmente la strategia CGIL in materia di pubblico impiego.

Per FPCGIL

Andrea Mosca membro supplente Youth network


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