INPS: Unitario – Si torna a discutere di SMART-WORKING!

07 Ottobre 2020

SI TORNA A DISCUTERE DI SMART WORKING!

All’indomani della sottoscrizione del Protocollo INPS sulla sicurezza del 3 giugno scorso, le scriventi organizzazioni sindacali chiesero all’Amministrazione, invito replicato nei mesi successivi, anche alla luce del “Protocollo quadro per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici sui luoghi di lavoro in ordine all’emergenza sanitaria da Covid-19” sottoscritto il 24 luglio 2020 che impone alle Pubbliche Amministrazioni “il confronto con le OO.SS. … anche prevedendo la coerente applicazione degli istituti del rapporto di lavoro previsti dal CCNL vigenti alle attività di lavoro svolto in forma agile”, chiesero di condividere un percorso per la definizione di un accordo sullo smart working nella “versione” successiva al 15 settembre che, lo ricordiamo, non è la forma ordinaria di cui alla Legge n.81/2017, bensì resta sempre una forma emergenziale visto che prescinde, per espressa previsione legislativa, dall’accordo individuale tra datore di lavoro e lavoratore e dagli obblighi informativi sanciti dalla Legge n.81/2017, elementi dirimenti ai fini della qualificazione emergenziale del lavoro agile.

Questo è uno dei motivi per cui da tempo chiediamo all’Amministrazione di definire un accordo che regoli l’applicazione dello smart working nella fase post 15 settembre sino al termine dell’emergenza sanitaria che con ogni probabilità non sarà il 15 ottobre, ma, ad oggi, presumibilmente il 31 gennaio 2021, curva dei contagi permettendo.

La richiesta di addivenire ad una regolamentazione condivisa nasce non solo dalla necessità di ricondurre all’alveo della contrattazione collettiva una materia che attiene al rapporto di lavoro e che il legislatore, per ciò stesso, dovrebbe lasciare alla negoziazione tra le parti sociali, ma soprattutto dall’esigenza di disciplinare una serie di aspetti quali:

  • il riconoscimento della pari dignità giuridica ed economica rispetto al lavoro reso in presenza fisica, principio di non discriminazione, con conseguente riconoscimento del buono pasto (riconoscimento comprensivo delle ipotesi di smart working forzato, ossia non volontario in quanto legato alle chiusure di diverse sedi che in queste settimane si stanno ripetendo con preoccupante frequenza di pari passo con la rapida crescita della curva dei contagi) e della possibilità di svolgere attività di lavoro straordinario;

  • il frazionamento dello smart working (richiesta da noi fatta già nel febbraio 2019 e mai recepita dall’Istituto), ossia la possibilità, nella medesima giornata, di eseguire la prestazione lavorativa in parte all’interno dei locali aziendali ed in parte all’esterno;

  • il diritto alla disconnessione dagli strumenti tecnologici di lavoro al di fuori delle fasce lavorative concordate con il responsabile di struttura;

  • l’individuazione di fasce di contattabilità;

  • la previsione di un rimborso forfettario per le spese sostenute dagli smart workers in termini di dotazioni informatiche e di connessione alla rete, rimborso più che giustificato dai risparmi che, in termini di energia e di costi legati all’occupazione ed al funzionamento delle sedi, l’Istituto ha conseguito.

Sabato scorso è pervenuta a tutte le organizzazioni sindacali rappresentative la convocazione del Tavolo nazionale per giorno 12 ottobre p.v. con all’ordine del giorno il tema dello smart working e delle relative modalità di attuazione: in quella sede porremo i temi elencati in quanto continuiamo a ritenere che promuovere il lavoro agile, senza paletti che ne scoraggino l’applicazione, rappresenti, unitamente a tutte le misure di prevenzione indicate nel Protocollo INPS del 3 giugno 2020 e nel protocollo nazionale del 24 luglio 2020, un valido contributo nella nostra comunità di lavoro alla prevenzione rispetto al rischio Covid-19.

L’auspicio è che l’Amministrazione abbandoni qualsivoglia remora e investa anima e corpo in questa nuova frontiera del lavoro “gettando il cuore oltre la siepe”: l’esperienza di questi mesi del 2020 ci ha insegnato che nell’organizzazione del lavoro c’è un prima ed un dopo e nel post Covid-19 lo smart working è entrato prepotentemente.

Di questo tocca prenderne atto e trarne le logiche conseguenze  

FP CGIL                     CISLFP                  FIALP/CISAL                        CONFSAL-UNSA
Matteo Ariano           Paolo Scilinguo     Francesco Viola              Piergiuseppe Ciaraldi
Antonella Trevisani                                                                                       Sergio Peppetti

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