INPS Unitario – Reassessment del modello di servizio: non è tempo di un’ennesima riorganizzazione,ma di rassicurazione!

12 Ottobre 2020

REASSESSMENT DEL MODELLO DI SERVIZIO: NON E’ TEMPO DI UN’ENNESIMA RIORGANIZZAZIONE, MA DI RASSICURAZIONE!

Avvio della sperimentazione della rivisitazione del modello di erogazione dei servizi dell’Istituto e avvio, sempre sperimentale, della rilevazione delle competenze del personale, sono stati i due argomenti all’ordine del giorno degli Organismi paritetici per l’innovazione del Comparto Funzioni Centrali e dell’Area Funzioni Centrali riunitisi nell’arco della giornata di venerdì 9 ottobre.
Sul primo punto, senza entrare nel merito dei documenti consegnati dall’Amministrazione che replicano, salvo il refuso della vigilanza ispettiva non menzionata negli elaborati trasmessi, i contenuti di quanto già dibattuto lo scorso anno, sempre in sede di O.P.I., sulla ridefinizione del modello di servizio, abbiamo evidenziato l’inopportunità, nel contesto attuale, di sperimentare il nuovo modello di servizio quando tutte le sedi, comprese le tre individuate per la fase sperimentale, ossia Caserta e Livorno con l’aggiunta, comunicata in corso di seduta, della sede di Cosenza (il classico coniglio dal cilindro!), sono alle prese con una realtà lavorativa fortemente condizionata dal Covid-19 che determina una parziale presenza fisica negli uffici.
Utilizzando una metafora calcistica, l’esperienza ci insegna che quando un allenatore vuole applicare un nuovo modulo di gioco all’interno di una squadra, precondizione è la piena disponibilità dell’intera rosa dei componenti dell’equipe, altrimenti si rischia di disegnare un modulo operativo che non porterà alcun risultato, mancando l’integrale, diretto ed operativo coinvolgimento dei protagonisti.
Fuor di metafora, riteniamo che l’emergenza sanitaria in atto, ogni giorno sempre più grave e drammatica, che determina continue chiusure dei locali dell’Istituto, conseguenziale attività di sanificazione, quarantene imposte al personale che ha avuto contatti con persone risultate positive al Covid-19, un uso straordinario dello smart working che determina una presenza comunque ridotta del personale negli uffici, una preoccupazione diffusa in tutto il personale sull’emergenzialità sanitaria della situazione complessiva, non rappresenti un buon viatico per sperimentare il nuovo modello di servizio, la cui riuscita rischia proprio di essere falsata dalla mancata disponibilità di tutti gli attori in campo.
Il differimento a tempi migliori, senza disperdere il lavoro fin qui fatto, non è una richiesta dilatoria, come qualche rappresentante dell’Amministrazione si è affrettato ad etichettarla in corso di riunione, ma rappresenta una scelta di buon senso che nasce da una semplice constatazione della realtà (il persistere dell’emergenza sanitaria, le sedi impegnate nell’erogazione dei prodotti Covid-19, l’assenza dell’indispensabile supporto di un’adeguata e specifica piattaforma informatica …), realtà che alcuni non vogliono o fanno finta di non vedere!
Strettamente collegato con la sperimentazione del modello di servizio, anzi ne dovrebbe costituire, dal punto di vista logico, il prodromo (elemento questo che rafforza la nostra richiesta di rinviare a tempi migliori la sperimentazione del nuovo modello di servizio, in quanto la mappatura delle competenze diventa centrale in qualunque organizzazione, soprattutto quando si vogliono innovare i modelli operativi), è l’altro tema dell’avvio della rilevazione delle competenze, tema sempre preannunciato in INPS, ma mai realizzato visto che ancora oggi si parla e si scrive in termini di sperimentazione!
Altro prodomo, indispensabile, è la realizzazione di una piattaforma informatica che sia da supporto al nuovo modello di servizio che si vuole sperimentare, piattaforma che a detta della stessa Amministrazione è “pronta solo in parte in quanto si conta di rilasciare in prosieguo utilità che si stanno ancora definendo e approntando”.
Alla luce quindi delle considerazioni esposte, riaffermiamo che far partire adesso un nuovo modello di servizio, che al di là di come è stato presentato, è di vasta portata poiché coinvolge più del 70 % delle lavorazioni di Sede, non è opportuno e non ha un senso: il personale dell’Istituto, che si è dimostrato all’altezza degli impegnativi compiti affidati dal legislatore, checché ne dicano e ne scrivano commentatori interessati ad altro, in questa fase non ha bisogno di un’ennesima riorganizzazione, bensì di rassicurazioni!

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
Fabrizio Ottavi

CISL FP
Paolo Scilinguo
Paola De Vita

CONFSAL-UNSA
Francesco Viola
Piergiuseppe Ciaraldi

FIALP/CISAL
Donato Genchi

CIDA
Lucio Paladino

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