MIC: comunicato su confronto su passaggi orizzontali

16 Giugno 2021

 

Passaggi orizzontali: fumata grigia del tavolo nazionale

Care compagne e cari compagni, care lavoratrici e cari lavoratori,

oggi si è tenuto il primo incontro sulla definizione di un accordo per i passaggi orizzontali e molti nodi sono venuti al pettine rispetto ad una situazione sulla quale purtroppo dobbiamo registrare una mancata conoscenza dell’Amministrazione sulla reale dimensione del fenomeno. Ci è stata presentata una ipotesi di accordo dal nostro punto di vista non condivisibile su molti punti ed elenchiamo brevemente quali:

il passaggio non può essere definito solo nell’ambito dell’Istituto di appartenenza del singolo lavoratore ma sulla base della dotazione regionale dell’organico di profilo, consentendo al lavoratore, nel caso in cui non si riscontri posto nella dotazione organica dell’ufficio di appartenenza di scegliere di essere allocato in altro Ufficio presente sul territorio regionale;

non si può non tener conto delle istanze già presentate dai lavoratori nei modi e nelle forme previste dal rapporto di lavoro. Invece nell’accordo si richiede una procedura ex novo che obbliga i lavoratori ad una nuova certificazione attestante lo svolgimento delle mansioni differenti;

non si possono escludere a priori i lavoratori che appartengono a profili di operatore sulla base di una più che dubbia interpretazione di un parere ARAN in risposta ad un quesito che proponeva il tema in termini di automatismo e sulla base di una altrettanto dubbia interpretazione dell’ordinamento professionale interno. Tutto il personale che svolge mansioni differenti, in modo prevalente e continuativo per il periodo previsto dalla norma ed è in possesso dei titoli utili ha diritto al passaggio al pari degli altri;

la tempistica per l’attuazione non può essere rinviata all’esito dei processi di reclutamento di nuovo personale, perché questo significherebbe rinviare sine die la sua applicazione.

Questi sono alcuni tra i punti più significativi di dissenso rispetto all’impostazione che ha dato l’amministrazione, vedremo nella prossima riunione, prevista per martedì prossimo, quali saranno gli sviluppi del confronto.

Aggiungiamo solo che per noi la corretta definizione delle reali condizioni di impiego dei lavoratori è la condizione principe per poter valutare correttamente i fabbisogni necessari sui piani assunzionali ed è questo l’obiettivo che, a nostro avviso, si deve perseguire nella definizione di materia come queste.

Il secondo schiaffo di Gradara

Infine abbiamo rappresentato all’amministrazione la necessità che i processi di mobilità dei lavoratori vengano tutti trattati nell’ambito del confronto nazionale che si avrà sulla materia, denunciando atti unilaterali come quelli che stanno interessando i lavoratori della Rocca di Gradara, a cui rinnoviamo tutta la nostra fattiva solidarietà, chiedendo la sospensione delle procedure di mobilità d’ufficio attivate dal Segretariato regionale con modalità che non esitiamo a definire discutibili ed autoritarie. La Rocca di Gradara è un luogo della cultura la cui tutela rimane in capo allo Stato e non è possibile, a nostro parere, smantellare un presidio che garantisce continuità nella gestione delle procedure di messa in sicurezza del sito peraltro stravolgendo la vita dei lavoratori.

Saluti fraterni

Claudio Meloni

FP CGIL Nazionale MIC

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