Contratti: Fp Cgil, no a contrapposizioni tra poliziotti e dirigenti penitenziari

25 Agosto 2021

“Nei giorni scorsi il parlamentare della Lega Jacopo Morrone ha scagliato la nuova invettiva contro una parte di lavoratori della Giustizia per difendere, a suo modo, un’altra parte: Polizia Penitenziaria contro i Dirigenti Penitenziari. L’occasione sarebbe il rischio di un aumento degli stipendi dei secondi con risorse della prima. Ancora una volta, piuttosto che dare risposte a tutte le lavoratrici e i lavoratori della giustizia, da anni equamente dimenticati dal parlamento, si preferisce aizzare gli uni contro gli altri distraendo dalle vere responsabilità di chi invece dovrebbe offrire soluzioni”. Così in una nota la Fp Cgil Nazionale.

Per questo, prosegue, “auspicando l’apertura di un dibattito pubblico sulla giustizia e sul suo funzionamento, anche partendo dal disagio di chi dovrebbe farla funzionare, avanziamo alcune riflessioni. Primo: dire che non esista, tra le altre, l’urgenza di dare finalmente il contratto ai dirigenti penitenziari a oltre quindici anni dalla legge che lo prevede colloca il parlamentare della Lega tra i ‘distratti’ che siedono in parlamento. Secondo: la politica del togliere da una parte per aggiungere dall’altra è la causa principale di anni di disinvestimento nei servizi e nelle amministrazioni pubbliche e, come il Covid dimostra, non si è rivelata né utile né efficace. Per questo continuiamo a chiedere che la riforma della giustizia riguardi tutti gli ambiti con adeguate risorse e strategie senza esclusione alcuna”.

Terzo punto, continua la Fp Cgil, “che alla polizia penitenziaria serva un piano di formazione moderna, generalizzata e diffusa lo chiediamo da tempo. Un piano di formazione con finalità e obiettivi condivisi e che rendano più coerenti azioni e linee di comando delle forze di polizia al mandato costituzionale loro affidato. Ci permettiamo di avere qualche dubbio però che questo sia l’obiettivo che ha in testa chi parla di addestramento finalizzato a possedere ‘idonei requisiti tecnici di mentalità e cultura professionale per gestire il personale in uniforme’. Quarto: chiediamo al presidente Draghi, alla ministra Cartabia e alle forze politiche che sostengono il governo se davvero ritengono fondamentale la nascita di un Dipartimento per la Sicurezza della Giustizia. A noi appare una proposta provocatoria per non dire intimidatoria nei confronti di quanti credono nella giustizia come diritto di cittadine e cittadini assicurabile grazie a una proficua sinergia di professionalità diverse e con pari dignità: la cosiddetta ‘giustizia comunità’”.

Infine, ultimo punto, aggiunge il sindacato, “stia sereno Morrone, finora i dirigenti penitenziari non hanno tolto soldi a nessuno. Con la logica dell’ ‘effetto indotto’ i loro trattamenti economici sono sempre stati determinati dai residui di quanto speso per tutti gli altri comparti pubblici, contrattualizzati e non. Per questo insistiamo nel chiedere al ministro Brunetta e alla ministra Cartabia di convocare da subito il tavolo per l’avvio del negoziato per il primo contratto collettivo nazionale di lavoro dei dirigenti penitenziari. Lo chiediamo per poter decidere contrattualmente come spendere i soldi assegnati dalla legge di bilancio al cosiddetto ‘fondo contratti pubblici’ e, quindi, destinato anche a questi lavoratori. Perché come i dirigenti penitenziari e l’amministrazione sanno la definizione del primo contratto di lavoro, oltre ad essere un obbligo di legge finora disatteso dai governi, è un obiettivo urgente per riconoscere dignità del lavoro per tutte e tutti, finalmente, all’interno del mondo della giustizia. A meno che non si decida che questo mondo si divida esclusivamente tra poliziotti e privati della libertà”, conclude la Fp Cgil.

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