INPS Unitario – Gli emuli di Tafazzi ed i gufi in salsa Inps

13 Settembre 2021

GLI EMULI DI “TAFAZZI” ED I “GUFI” IN SALSA INPS

Che il personaggio di “Tafazzi”, reso celebre da un famoso trio comico negli anni Novanta, avesse degli emuli non avevamo alcun dubbio (in INPS sul fronte sindacale abbondano e lo abbiamo visto anche negli ultimi anni in occasione della discussione sulla sottoscrizione dei nostri contratti integrativi), ma che addirittura “gufassero” perché fosse bloccato l’iter di certificazione dell’Ipotesi di CCNI 2020/2021 supera la più fervida fantasia.
Andiamo per gradi.
Il 6 luglio scorso abbiamo sottoscritto, unitamente alla CONSAL/UNSA, l’Ipotesi di CCNI 2020/2021, certificata successivamente dall’organo di controllo interno, ossia il Collegio dei Sindaci, ed inoltrata ai Ministeri vigilanti, Dipartimento della Funzione Pubblica e MEF per la definitiva certificazione prevista dal Testo Unico del Pubblico Impiego.
Ebbene, mentre la Ragioneria Generale dello Stato, ossia il MEF, non ha formulato alcun rilievo sul testo dell’ipotesi contrattuale, formalizzando, al contrario, non solo un giudizio di corretta determinazione del fondo di Ente nel rispetto delle previsioni del CCNL e della normativa di legge vigente, ma valutando come coerenti con la vigente disciplina contrattuale anche l’impianto delle progressioni economiche orizzontali contemplato nell’ipotesi di accordo, abbiamo appreso da fonti ministeriali che il Dipartimento della Funzione Pubblica avrebbe espresso delle riserve in ordine al “titolo giuridico” di erogazione dei risparmi (circa 10 milioni di euro) derivanti dall’applicazione dell’articolo 1, comma 870, della Legge n.170/2020 (Legge di Bilancio 2021 che prevede la possibilità di valorizzare ai fini del trattamento accessorio del personale i risparmi derivanti dalla mancata erogazione dei buoni pasto e dalla mancata remunerazione del lavoro straordinario). In sostanza sembrerebbe che Palazzo Vidoni, in assenza di una disciplina contrattuale del lavoro agile, oggetto di negoziazione presso l’ARAN nell’ambito della discussione sul rinnovo del CCNL Funzioni Centrali per il triennio 2019/2021, avrebbe chiesto, senza contestare la quantificazione dell’importo “bollinato” anche dal MEF/RGS, che quell’erogazione non sia agganciata all’esecuzione della prestazione lavorativa in modalità agile, senza con ciò precludere altre giustificazioni con titolo giuridico differente. Non viene messa in discussione la biennalità dell’Ipotesi di CCNI, con buona pace di chi ne contesta ancora oggi la legittimità e continua a chiedere la scissione dei contratti integrativi, che al contrario permette di valorizzare ai fini della contrattazione integrativa i risparmi di cui alla Legge di Bilancio 2021 e di far partire dal 2021 le progressioni economiche orizzontali non ipotizzabili con un semplice CCNI 2020. Gli altri rilievi sembrerebbero essere la replica e la riedizione di quelli che, fisiologicamente, il Dipartimento della Funzione Pubblica formula ogni anno in prima battuta nell’ambito dell’iter di certificazione dell’Ipotesi di CCNI e rispetto ai quali l’INPS ha sempre presentato le proprie controdeduzioni chieste dallo stesso Dipartimento sotto forma di chiarimenti.
Auspichiamo che in tempi brevi l’Amministrazione convochi le OO.SS. per avere formale contezza dello stato dell’arte dell’interlocuzione con il Dipartimento della Funzione pubblica e si attivi perché l’Ipotesi di CCNI 2020/2021 sia certificata a dispetto dei “gufi”!

Roma, 13 settembre 2021

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

UIL PA
Sergio Cervo

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