Report webinar recruitment 29-9-21

29 Settembre 2021

R&O: HOW DID THE PUBLIC SERVICE UNIONS STARTED ORGANIZING IN PRIVATE SECTOR
29 Settembre 2021

Ultimo di un ciclo di webinar dedicati al reclutamento e l’organizzazione sindacale, ha visto gli interventi di Kim Hendry (PCS – Strategic Organising Team) e Greg Thomson (ex-Head of Strategic Organising di UNISON) attorno al tema del reclutamento ed organizzazione dei lavoratori del settore privato da parte di Sindacati del settore pubblico.
Quello che può sembrare a prima vista un controsenso è in realtà un approccio alternativo alla lotta contro la privatizzazione massiva che ha attraversato il nostro continente negli ultimi 20 anni. Vi sono infatti Organizzazioni Sindacali che hanno risposto all’erosione dei posti di lavoro nel settore pubblico con l’organizzazione diretta di lavoratori subordinati del settore privato che si ritrovavano a svolgere compiti e funzioni un tempo svolte da personale di PA.
La Dott.ssa Kim Hendry ha portato ad esempio l’esperienza inglese: il sindacato PCS (Public Commercial Services Union) conta circa 184.000 membri, e fra questi vi sono 6000 lavoratori “privati” rappresentati a partire dal 2010. Il Regno Unito è infatti entrato in una stagione di privatizzazioni sin dai Governi Thatcher degli anni 80’, un trend che si è concretizzato nel 1994 (privatizzazione del settore IT della Inland Revenue) sino al 2001 (privatizzazione parziale della National Air Traffic Control), dapprima con semplici trasferimenti di staff sino ad arrivare a sostituzioni massive (dalle società di servizi legate alla manutenzione degli uffici, l’IT, le Risorse Umane, il Settore Legale ed altro ancora). PCS stima che oramai il 50% dei posti di lavoro è esternalizzato. Il sindacato ha quindi varato nel 2021 una squadra strategica dedicata proprio alla rappresentanza congiunta di lavoratori “pubblici” e “privati”, ed oggi siede a tavoli con multinazionali private come Fujitsu, HP Enterprises ed altri. La maggiore criticità è indicata nel costo del fattore lavoro, dunque nella retribuzione: la libera competizione tra soggetti privati nell’aggiudicazione di appalti pubblici si gioca nel taglio dei costi, quindi nelle paghe dei lavoratori che si livellano verso il basso (“pricing”).
Successivamente, il delegato Greg Thomson (UNISON), ha concentrato il suo intervento partendo da una distinzione tra due tipi di privatizzazione (constatate nell’esempio inglese, ma la cosa vale per l’intero continente): ci sono le operazioni che riguardo interi settori di “mercato” (gas, acqua, energia), e c’è l’apertura ad appalti (“competiting tendering, introdotto nel 1974), che sono stati sperimentati in settori come quello della Salute e dei Governi locali. Nella esperienza UNISON, questo fenomeno ha portato ad una diminuzione degli stipendi e ad una intensificazione del carico lavorativo. L’effetto collaterale è stato, tuttavia, anche l’inevitabile riduzione dei tesseramenti dei lavoratori, diminuendo il peso e l’efficacia delle Organizzazioni Sindacali. Il messaggio che ha volute lanciare è quello non tanto di pensare al reclutamento fine a sé stesso di lavoratori “privati”, nè di accettare o promuovere le privatizzazioni (nell’opinione pubblica se un sindacato rappresenta, nelle contrattazioni, lavoratori “privatizzati” equivarrebbe ad accettare questo status di cose): si tratta di proteggere lavoratori e potenziarne le capacità di attivismo nel settore. Occorre coinvolgerli nelle consultazioni sui carichi di lavoro, sulla retribuzione ed il welfare, perché accrescerne la consapevolezza significa non solo nuove iscrizioni, ma anche porre un argine fattuale almeno agli effetti negativi della privatizzazione (pricing).

Andrea Mosca

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