INPS Unitario – CCNI 20-21, PTFP 2021-2023, Lavoro agile

27 Ottobre 2021

CCNI 2020/2021 P.T.F.P 2021/2013 LAVORO AGILE

Esito della procedura di certificazione del CCNI 2020/2021 per il personale delle Aree A, B e C, nulla-osta del Ministero del Lavoro al Piano Triennale dei Fabbisogni del Personale 2020/2021 e Linee guida sul lavoro agile sono stati gli argomenti discussi nel corso della giornata di ieri al Tavolo nazionale di contrattazione/confronto tra organizzazioni sindacali e Amministrazione.

Sul primo tema abbiamo ribadito il nostro assenso alla sottoscrizione definitiva del contratto integrativo (vedi nostro comunicato dettagliato sui contenuti del CCNI 2020/2021 del 23 ottobre u.s.) ed abbiamo invitato l’Amministrazione a stringere i tempi legati all’applicazione di tutti gli istituti normo-economici disciplinati (saldo incentivi ordinario e speciale 2020, TEP per gli assunti del 2019, aggiornamento del sistema indennitario dei profili specialistici, avvio delle progressioni economiche orizzontali a decorrere dalle aree A e B solo per ricordare alcuni degli adempimenti legati alla piena esigibilità del contratto).

Sul Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale 2021/2023, approvato dal Ministero del Lavoro, pur riconoscendo la rilevanza dei numeri in termini di reclutamento (5.214 assunzioni nel 2021, 2.374 nel 2022 e 1.486 nel 2023) non abbiamo potuto fare a meno di ribadire le critiche già formulate a suo tempo, aprile 2021, alla presenza del Presidente Tridico, sulla scelta di non prevedere l’assunzione di personale in possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado da collocare in area B.

Infatti, mentre altri (nel caso specifico USB) oggi si cospargono la testa di cenere riconoscendo nei loro comunicati l’improvvido avallo dato alla scelta dell’Amministrazione di non assumere diplomati dall’esterno (un messaggio a nostro avviso pericoloso che l’INPS lancia all’opinione pubblica in quanto di fatto chiude le porte dell’Istituto a ragazzi privi del titolo di studio della laurea mentre altre pubbliche amministrazioni assumono anche diplomati), 267 nostri colleghi, presenti nella graduatoria delle progressioni verticali da A a B, possono mettersi l’anima in pace in quanto, grazie a quella scelta e grazie a chi l’ha sostenuta, non potranno (salvo riscrittura dell’ordinamento professionale ad opera del CCNL) accedere all’area superiore per difetto di assunzioni nella seconda area. Un vero capolavoro di cui il Presidente ed USB, che ironizza sulla irrilevanza altrui ammettendo, implicitamente, quella corrispondenza di amorosi sensi, da veri antagonisti in cachemire, con i vertici INPS, portano la piena responsabilità.

Per fortuna analogo discorso non è trasferibile, grazie alle assunzioni dall’esterno in area C, alla graduatoria delle progressioni verticali da B a C in quanto i numeri, 413 progressioni nel 2021 e 532 nel 2022, sono tali da coprire ampiamente non solo gli “idonei” del 2021 ma anche quei colleghi che avessero medio tempore conseguito il titolo di studio della laurea: l’operazione “scorrimento” (usiamo impropriamente il termine scorrimento) si realizzerà, previo D.P.C.M. autorizzatorio, essendo una progressione verticale, attraverso uno specifico bando che non prevederà l’espletamento di prove, ma una procedura comparativa basata sulla valutazione di una serie di parametri così come è scritto nel nuovo articolo 52, comma 1-bis, del Testo Unico del Pubblico Impiego (comma integralmente riscritto dal DL n.80/2021 convertito in legge con la L. n.113 del 6 agosto 2021).

Nel corso della discussione l’Amministrazione ha preannunciato la prossima pubblicazione del bando per il reclutamento in comando di 63 infermieri (figli di un Dio minore ai quali l’Amministrazione, non si sa per quale recondita ragione, non applica lo smart working!) e 78 geometri per i quali è prevedibile una successiva immissione in ruolo entro il 2023 mediante procedura di mobilità considerata la cronica carenza in quei profili e la previsione nel P.T.F.P. 2021/2023 di una spesa relativa al personale in comando che crolla da € 3.613.214,53 del 2022 a € 820.550,50 del 2023!

Sul terzo argomento, il lavoro agile, tema di cui una certa stampa, puntualmente smentita dai fatti, aveva preannunciato la rimozione nel panorama pubblico impiego a decorrere dal 15 ottobre, abbiamo invitato l’Amministrazione a non essere “precipitosa” nella regolazione della materia in ragione del confronto avviato lo scorso 22 ottobre dal Governo con le Organizzazioni sindacali confederali e di categoria sulle Linee guida in materia che rappresentano un importante atto di indirizzo, in attesa di quella che sarà la vera disciplina dettata con il CCNL delle Funzioni Centrali 2019/2021 in discussione presso l’ARAN.

Con l’occasione abbiamo sollecitato la controparte, anche in considerazione delle affermazioni di parte datoriale secondo cui i limiti dei 2 giorni a settimana e di 8 giorni al mese di smart working “non sono limiti invalicabili”, a derogare a questi vincoli visto che il criterio guida nell’accesso al lavoro agile è la garanzia dell’operatività e funzionalità degli uffici: ci riferiamo ai colleghi che assistono soggetti fragili ed al personale interessato dall’applicazione dell’art.42bis del d.lgs.n.151/2001 o della Legge n.104/1992 che da tempo chiede l’assegnazione temporanea presso altra sede, scontrandosi con il muro di gomma di direttori regionali poco sensibili su tali tematiche (è il colmo per un istituto come l’INPS) e con un’Amministrazione che mesi fa, nella persona del suo Presidente, aveva assunto impegni puntualmente disattesi.

Roma, 27 ottobre 2021

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

UIL PA
Sergio Cervo

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