Mic – trasmissione documento congiunto FP CGIL e CGT Culture

23 Marzo 2022

La CGT-Culture e la FP CGIL MIC promuovono l’idea che la cultura deve essere posta al centro di un progetto di servizio pubblico globale chiaramente orientato verso l’emancipazione e la democrazia. La cultura non può infatti, come troppo spesso accade oggi, rimanere una politica residuale o marginale.

Le nostre organizzazioni ritengono che la cultura costituisca una risorsa importante per rispondere alle sfide sociali e democratiche del nostro tempo. Ancora di più quando soffiano impetuosi i venti di guerra e tende a prevalere l’ideologia della violenza e della sopraffazione. La cultura è strumento di pace, di solidarietà verso i tanti popoli oppressi dalla guerra e dalla tirannia.

Per questo riaffermano l’urgenza di politiche pubbliche ambiziose.

La cultura deve trovare il modo di esprimersi, di dispiegarsi e di rigenerarsi costantemente, basandosi in primo luogo su un servizio pubblico forte e innovativo. È a questo prezzo che la cultura ci aiuterà a sanare le ferite delle nostre società ed ad immaginare nuovi orizzonti politici per emergere in modo duraturo dalle successive crisi che minano la pace e la coesione sociale.

Si tratta di darci tutte le possibilità per costruire un nuovo progetto sociale che si basa sulla realtà e attraverso il dibattito democratico.

La CGT-Culture e la FP CGIL MIC ribadiscono inoltre che queste nuove prospettive passano immancabilmente dal riconoscimento della centralità del lavoro. Nessuna riforma profonda e trasformativa può essere attuata se non si pone e si pensa diversamente la questione del lavoro, la sua centralità, in particolare per quanto riguarda le missioni del servizio pubblico culturale.

I ripetuti attacchi ai servizi pubblici, i tagli di bilancio, i colpi portati alle conquiste sociali, il blocco dei salari, l’aumento costante della precarietà dei lavoratori della cultura e le soppressioni degli impieghi degli ultimi anni si inseriscono in una pericolosa logica liberista.

Queste politiche di austerità incidono gravemente sulle condizioni di vita e di lavoro del personale della Cultura, che stanno attraversando una profonda crisi che colpisce direttamente il senso e la dignità del proprio lavoro. In questo contesto denunciano costantemente una progressiva disgregazione del loro tessuto professionale e un orchestrato impoverimento delle loro competenze.

Ma è più in generale l’intero mondo del lavoro che soffre di questa crisi di senso.

Purtroppo il disimpegno delle autorità pubbliche ha conseguenze molto concrete. Per cui, questo nostro periodo è segnato da un declino all’accesso democratico alle arti, alla cultura e al patrimonio che, senza dubbio, va di pari passo con un indebolimento dei diritti dei lavoratori, un aumento del lavoro precario, delle perdite di posti di lavoro e delle privatizzazioni.

La CGT-Cultura e la FP CGIL MIC si battono per un progetto di servizio pubblico culturale orientato al futuro, al riparo dalle nuove misure di austerità, basato su uguaglianza e democrazia.

Siamo convinti che il sorgere di una vera democrazia culturale passi assolutamente per la partecipazione attiva e intergenerazionale di tutte le categorie sociali.

Nelle politiche pubbliche culturali dobbiamo incoraggiare la creazione artistica, l’incontro e la condivisione al fine di rinnovare gli immaginari, promuovere l’emancipazione, la coesione sociale e il benessere, nonché una visione comune che rispetti le diversità culturali. Ciò è tanto più urgente in quanto osserviamo ovunque un forte ritorno dell’estrema destra e mentre idee e discorsi nauseanti invadono lo spazio pubblico, politico e mediatico.

I professionisti ed i lavoratori della cultura ci aiutano a preservare il passato, riflettere su chi siamo e immaginare il nostro futuro. Meritano di essere riconosciuti per il loro contributo unico ed essenziale alla società. Meritano di essere trattati con dignità.

Tuttavia, questo riconoscimento essenziale solleva di fatto la questione dei salari e dei posti di lavoro. Non possiamo rimandare a più tardi le misure per agire efficacemente contro l’impoverimento dei lavoratori della cultura, contro le disparità salariali tra donne e uomini e contro la precarietà del lavoro.

I nostri due sindacati si impegnano a lavorare, sostenersi a vicenda e agire insieme per garantire che il lavoro e il ruolo del settore culturale siano rispettati ed esigono:

Un servizio pubblico culturale trasformato e rafforzato

Politiche che promuovono la democrazia culturale

Un aumento dei salari

Posti di lavoro sufficienti e condizioni di lavoro stabili e dignitose

La fine di tutte le discriminazioni e delle disparità salariali

Budget veramente commisurati alle sfide e ai bisogni

Un nuovo modello di sviluppo sociale e culturale, partecipativo, solidale e sostenibile

La fine della precarietà, del dumping sociale, delle privatizzazioni e dello spudorato sfruttamento dei dipendenti delle società fornitrici di servizi

La CGT Cultura e la FP CGIL MIC continueranno a dialogare e costruire relazioni con i sindacati di tutta Europa e la Federazione europea dei sindacati dei servizi pubblici (EPSU) per lavorare insieme, a livello continentale, sulle poste in gioco del servizio pubblico culturale e per l’unità del personale e tutti i lavoratori.

Viva la cultura,

viva il servizio pubblico culturale ed i suoi lavoratori

e viva la democrazia culturale!

Parigi –Roma, il 2022

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