MIC – Comunicato sulle conquiste contrattuali e gli aiutini

24 Marzo 2023

Ottenuto l’aumento degli importi POC, definite le tariffe minime per le turnazioni, irrompono i progetti di Segretariato Generale e Soprintendenza Nazionale PNRR con gli “aiutini”.

Attacco alle prerogative sindacali sugli incentivi tecnici.

La riunione di ieri la condensiamo nelle battute del titolo, solo per rappresentarvi gli sparigliamenti del tavolo su cui poi irrompono logiche di accaparramento del Fondo che ci auguravamo fossero divenute estranee alla contrattazione nazionale.

Anzitutto dobbiamo registrare con soddisfazione l’accoglimento delle proposte presentate insieme alla UIL circa l’aumento delle indennità delle posizioni organizzative a 3000 euro annui e l’individuazione di una tariffa minima per le turnazioni che elimini il gap esistente per i neo assunti. L’aumento delle POC riguarda anche una rimodulazione dell’indennità datoriale che viene attribuita ai direttori non dirigenti di Archivi e Biblioteche e comprende un ampliamento della platea dei percettori che riguarda sia il centro che la periferia.

Per quanto riguarda l’individuazione di una tariffa minima sulle turnazioni, l’obiettivo è stato raggiunto superando molte perplessità, anche della parte sindacale, perché abbiamo dimostrato che è perfettamente in linea con le previsioni contrattuali. E rappresenta un segnale concreto di attenzione verso i nuovi ingressi, con buona pace di chi fa proclami e mera propaganda.

Il corollario sul Fondo ha visto poi l’amministrazione presentare due proposte di progetti: la prima, relativa al Segretariato Generale, è stata sommariamente illustrata da una Dirigente, la seconda riguarda una lettera del Capo di Gabinetto che chiede di utilizzare risorse del Fondo per finanziare un progetto da attribuire alla Soprintendenza Nazionale per il PNRR.

In sostanza il Segretariato chiede di poter fare un progetto, a valere sui fondi stanziati e finalizzati a remunerare il maggior carico di lavoro, ma ha la pretesa di farlo diventare strutturale, ovvero non rinnovabile di anno in anno ma attribuibile nella modalità analoga ai progetti relativi a DG Organizzazione e Bilancio. Ipotesi subito accolta favorevolmente, in particolare dai colleghi che ci fanno le pulci, senza che su questa proposta si sia presentato uno straccio di documento che la illustrasse rispetto ai criteri specifici, al numero di personale coinvolto, alle ragioni per cui deve diventare strutturale. Noi invece abbiamo chiesto che il Segretariato fornisse una informativa formale sulla proposta e a questo aggiungiamo due considerazioni: la prima è che noi, pur disponibili a valutare il progetto, non riteniamo che lo stesso debba divenire strutturale ma mantenersi nell’ambito dei 600 mila euro e quindi valutare anno per anno la sua eventuale riproposizione. La seconda è che ci pare assai singolare che non ci siano stati presentati altri progetti che ci risulta siano stati inviati con la richiesta di attingere a questi fondi. Non esistono Uffici di serie A e di serie B, se ci sono altre richieste vanno valutate dal tavolo nazionale, ci pare il minimo sindacale.

Per quanto riguarda la richiesta avanzata dal Capo di Gabinetto non possiamo non rilevare che una richiesta analoga avanzata dalla precedente Direzione politica ricevette un diniego compatto dal tavolo sindacale, mentre ieri ci è parso di capire che la fascinazione del nuovo corso politico potrebbe mutare significativamente qualche orientamento. Noi abbiamo semplicemente chiesto che, per quel che riguarda la problematica PNRR, venissero individuate soluzioni nell’ambito del percorso di conversione parlamentare del Decreto Legge 13, sia in relazione alla esigenza occupazionale straordinaria che in riferimento al reperimento di risorse specifiche. Salvo poi essere criticati dalla CISL per la nostra astrattezza, la quale, per dimostrare invece la sua proverbiale concretezza, ha proposto una norma che trasformasse in fondi contrattuali i famosi 5 milioni stanziati per gli straordinari. Per poi essere regolarmente smentita dagli altrettanto proverbiali tecnicismi (non nostri) ma del Direttore del Bilancio che ne hanno dimostrato l’impercorribilità. Con l’idea, supportata immancabilmente dalla FLP, che possa essere sufficiente uno stanziamento di risorse economiche per risolvere il problema degli esponenziali carichi di lavoro capitati in capo ai lavoratori interessati. Bastava assistere all’assemblea nazionale l’altro giorno per comprendere che la questione ha ben altra rilevanza. Ma tant’è. Quindi non si intravedono soluzioni all’orizzonte, se non quelle legate alla (sinora assai scarsa) volontà politica ed il nostro timore è che questo progetto possa diventare moneta di scambio, magari su qualche generosa concessione a valere sempre sui fondi di bigliettazione. Vedremo.

Infine noi siamo pronti a siglare l’accordo sulla ripartizione del fondo, e riteniamo che il 12 aprile possa essere la data giusta, in modo da affrontare e concludere in tempi auspicabilmente brevi il confronto sulle progressioni economiche, la mobilità volontaria ed affrontare il tema delicato dei passaggi di area. Questo sempre con buona pace di chi ci vuole talmente bene da ricordarci sempre nei comunicati.

Sempre ieri abbiamo aderito all’accordo conseguente alla rendicontazione contabile del PON “Cultura e Sviluppo” in capo al Servizio I del Segretariato Generale.

Da ultimo, e non certo in ordine di importanza, dobbiamo rilevare l’ennesimo attacco portato alla contrattazione di posto di lavoro dagli organi di controllo su una materia delicata come quella che regola gli incentivi tecnici ex legge Merloni. Il rilievo in sostanza non riconosce titolarità alla contrattazione decentrata locale relativamente all’applicazione dei criteri definibili sulla base della realizzazione delle singole opere, demandando il tutto al tavolo nazionale. Di conseguenza perdono efficacia tutti gli accordi sottoscritti a livello territoriale, esautorando di fatto RSU e OO.SS. territoriali da ogni possibile intervento su questa delicatissima materia, oltre ad addossare al tavolo nazionale il compito di verificare migliaia di interventi sia in riferimento ai criteri di corresponsione del compenso che rispetto alla verifica sulla corretta applicazione del principio di rotazione degli incarichi. Insomma un pateracchio basato su una interpretazione burocratica del CCNL e della stessa norma contenuta nel Codice degli Appalti che rischia di produrre l’ennesimo blocco delle retribuzioni ai lavoratori oltre ad eliminare ogni minima garanzia di trasparenza sull’intero processo.

Claudio Meloni

FP CGIL Nazionale MIC

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