I sindacati europei dei servizi pubblici dell’area del Mediterraneo aderenti ad EPSU si sono riuniti a Roma lunedì 22 e martedì 23 settembre per discutere di quanto sta avvenendo in Europa e nel mondo, e delle conseguenze che le politiche sostenute dalla Commissione europea avranno sui servizi pubblici e su lavoratrici e lavoratori, con l’inaccettabile aumento del lavoro precario e la diminuzione di diritti e tutele per tutte le lavoratrici e i lavoratori.
I sindacati europei, nel rifiutare il ritorno all’austerity, la deregulation e la conseguente riduzione del perimetro pubblico, le logiche di riarmo e l’incremento della spesa militare, hanno ribadito la necessità di investire risorse per dare attuazione all’Agenda Europea dei Servizi Pubblici e rafforzare lo stato sociale, convinti che garantire l’universalità dei servizi sia un fondamento della democrazia. Per questo, invitano EPSU a sostenere con tutti i sindacati europei una grande mobilitazione internazionale contro l’austerità e il riarmo, per la pace e la giustizia sociale.
Non ci serve la spesa per le armi, ma quella per la sanità, l’assistenza, il diritto alla casa, i servizi educativi, per le amministrazioni locali e per quelle centrali, per i vigili del fuoco, per una transizione digitale e verde che sia giusta e orientata a valorizzare la professionalità dei lavoratori. L’obiettivo dell’Europa deve essere ridurre le disuguaglianze, migliorare le condizioni di lavoro, i diriti e le tutele di lavoratrici e lavoratori.
Durante i lavori della due giorni sono stati discussi e approvati due ordini del giorno, il primo dei quali su Gaza e l’invito a tutti i sindacati europei a mobilitarsi con azioni coordinate in una giornata per Gaza, per chiedere a istituzioni europee e internazionali il cessate il fuoco immediato e permanente, l’apertura di corridoi umanitari, la sospensione degli accordi commerciali e militari, il riconoscimento dello Stato di Palestina e l’attuazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite per la fine dell’occupazione dei territori e la soluzione dei due Stati.
Di seguito i testi integrali degli ordini del giorno approvati.