Dopo le Funzioni Centrali, anche la Sanità è capitolata grazie alle giravolte di qualche organizzazione sindacale.
Il nuovo CCNL conferma quanto scriviamo da tempo: il Governo sta tagliando gli stipendi del pubblico impiego, con dei rinnovi farsa che non consentono neppure di recuperare l’inflazione maturata negli anni passati.
E mentre tutto ciò avviene – e chi ha offerto il fianco a questa linea entra curiosamente a far parte della compagine governativa – il leitmotiv è sempre lo stesso: a risorse date, questi sono “i migliori accordi possibili”.
Peccato che oltre alle spese militari (in questa surreale corsa agli armamenti….), ai gusci vuoti delle grandi opere, alle infrastrutture detentive costruite all’estero, ai rimborsi per i Ministri non eletti, oltre a tutto ciò il Governo continua a fare occasionali “concessioni”, dimostrando che i cordoni della spesa possono essere aperti a seconda del vento che tira.
L’ultima, in ordine di tempo, è quella promessa a chi gestisce stabilimenti balneari: ventuno anni dopo l’approvazione della direttiva Bolkestein in Europa, il Governo abbassa i canoni, portando i valori minimi dagli attuali 3.377 euro a 3.204 euro all’anno, e aumenta al contempo gli indennizzi previsti.
Non c’è un interesse a valorizzare la pubblica amministrazione, a tutelarne il perimetro d’azione, a premiarne le professionalità. La PA non è ritenuta un asset strategico del cambiamento, ma è un utile banco su cui fare cassa.
Che il Governo che ha boicottato i referendum con esortazioni balneari ci provi, lo capiamo; che altre sedicenti organizzazioni non abbiano nulla da eccepire, e anzi gioiscano per il trattamento ricevuto utilizzando toni festanti, francamente lo capiamo meno.
Sarà un colpo di sole?
Giuseppe Lombardo