INPS – Posizioni organizzative: fare ordine

26 Giugno 2025

Mentre il dibattito sindacale verte, ancora una volta, sulla funzionalità dell’interpello nell’assegnazione delle Posizioni Organizzative, noi continuiamo a pensare che il regolamento per il conferimento di tali incarichi abbia ben altre criticità, evidenti, che minano la trasparenza e la funzionalità delle procedure.

Due in particolare:

  • La prima, che non ci stancheremo di ripetere, attiene al merito e all’eccessiva discrezionalità riconosciuta al Nucleo di Valutazione. Attribuire fino a 65 punti con il colloquio significa di fatto assegnare allo stesso Nucleo il potere di decidere vita, morte e miracoli dei singoli candidati. Così facendo si snatura il processo di selezione: ad una parvenza formale di linearità, corrisponde nella prassi un sistema in cui il parere del singolo dirigente pesa a dismisura, con tutto ciò che ne consegue.

  • La seconda attiene il metodo. I tuttologi nella vita non esistono, ma l’INPS premia paradossalmente una conoscenza tanto generica quanto onnicomprensiva dell’Istituto, in luogo di un processo di specializzazione che dovrebbe invece essere perseguito, anche in coerenza con la costituzione dei diversi profili professionali.

Ora, se le nostre proposte sul primo punto sono note (ridurre sensibilmente il peso dato all’esame orale e conferire almeno 25-30 punti a un test scritto a risposta multipla, come avviene nei concorsi), si potrebbe perfezionare il processo rendendolo ancora più trasparente e creare un database, un set di domande e risposte per area tematica, valido sia per gli orali che per eventuale prova scritta.

Ciò consentirebbe ai candidati di prepararsi sul proprio “pezzo” e la possibilità di crescere professionalmente si legherebbe stabilmente a una sorta di processo formativo indotto.

Codificando la teoria, inoltre, le lavoratrici e i lavoratori portatrici e portatori della conoscenza pratica (operativa e procedurale) avrebbero anche l’opportunità di vedere valorizzato quel valore aggiunto che rappresentano per l’Istituto.

In una realtà che non ruota attorno alle PAPERless ma investe perfino sull’Intelligenza Artificiale, predisporre domande e risposte ratione materiae non sembra un progetto né proibitivo né avveniristico. Perché l’INPS non lo fa suo?

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

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