Care colleghe, cari colleghi,
abbiamo il piacere di informarvi che, dopo mesi di attesa, abbiamo sottoscritto definitivamente il FRD 2023.
Come Fp Cgil, con diverse note, abbiamo sollecitato e invitato l’Amministrazione a un cambio di passo. Non è accettabile il ritardo con cui si contratta e si eroga il fondo: sono soldi delle lavoratrici e dei lavoratori, e hanno diritto a percepirli in tempi certi.
Anche nell’ultimo incontro con la Capo di Gabinetto abbiamo chiesto di fissare a stretto giro la data per la contrattazione del FRD 2024, e di lavorare per poter contrattare nei primi mesi del prossimo anno quello del 2025.
Il 30 giugno e il 1° luglio abbiamo organizzato, insieme a Uil e Usb, assemblee con presidi per denunciare la grave situazione in cui versa il Ministero della Giustizia. Una crisi legata anche ai ritardi nell’applicazione dei pochi accordi sottoscritti, alla mancanza di personale, e all’assenza di risorse per effettuare regolari passaggi economici e professionali, che consentano la crescita del salario.
La scopertura media di personale è del 35-38%; in alcune regioni del Nord la percentuale supera il 50%. Nonostante l’ingresso di personale precario PNRR, le difficoltà permangono. Drammatica è la situazione di tutti gli uffici requirenti, dei Tribunali per i minorenni e di sorveglianza, degli UNEP, dove il personale è ridotto al lumicino a causa di pensionamenti e dimissioni. Molte lavoratrici e molti lavoratori abbandonano questo Ministero, transitando verso altri enti o amministrazioni, dove le condizioni di lavoro ed economiche sono migliori.
E invece di investire maggiori risorse per la stabilizzazione di tutto il personale precario presente negli uffici, il Ministero si limita a dire che, al momento, le risorse disponibili garantiscono la stabilizzazione di 6.000 unità su circa 12.000.
Per questi motivi vi chiediamo di partecipare, unite e uniti, alle assemblee organizzate in tutti i Palazzi di Giustizia.
Per difendere il diritto a un salario dignitoso, alla carriera, alla stabilizzazione.
Per difendere un diritto fondamentale per ogni donna e ogni uomo di questo Paese: il lavoro.
Perché la Giustizia esista davvero, servono persone, competenze, diritti.
Servono lavoratrici e lavoratori stabilizzati, valorizzati, rispettati.
Ma oggi mancano gli organici, si ritardano i fondi, si eludono gli impegni.
La Giustizia rischia di spegnersi non per mancanza di leggi, ma per assenza di chi la rende possibile.
Noi ci siamo. E ci faremo sentire.
Il 30 giugno e il 1° luglio usciamo dagli uffici.
Facciamoci vedere. Facciamoci ascoltare.
Giustizia, lavoro, dignità: sono diritti, non favori.
Chi lavora nella giustizia, ha diritto a giustizia.
FP CGIL
Felicia Russo