Si è tenuto oggi, come programmato, l’incontro tra Federculture e le OO.SS. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa.
La parte datoriale, come da affidamenti reciproci, nella giornata odierna ha presentato al tavolo un primo aggiornamento della proposta economica.
Pur considerandola ancora non rispondente alle aspettative di parte sindacale, e non in linea con quanto richiesto nella piattaforma unitaria, ci ha consentito di mantenere aperta l’interlocuzione e quindi di fissare un ulteriore incontro già per mercoledì 6 agosto.
Daremo puntuali aggiornamenti del prossimo tavolo.
Fp Cgil Cisl Fp Uil Fpl Uil Pa
Si è tenuto in data 16 luglio l’incontro con l’Amministrazione avente ad oggetto il fondo risorse decentrate 2024.
Giova premettere che il fondo 2024 non risente dell’aumento di risorse introdotto dal DL PA e fissato dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 15 aprile 2025 a 2.001.000,00 di €.
Tale premessa è opportuna per considerare al meglio le osservazioni poste al tavolo sindacale dato che, com’è noto, in tutte le opportune sedi la scrivente organizzazione sindacale, unitamente alla Rsu eletta, ha chiesto l’aumento del Fondo negli ultimi anni e segnalato l’urgenza di provvedere per evitare la situazione che quest’accordo riporta alla luce.
Infatti, l’ammontare del fondo 2024 è pari a € 958.667,57 che si possono tradurre in risorse effettivamente assegnate al personale pari a circa 700 euro netti a dipendente nel migliore dei casi: il salario accessorio al MLPS raggiunge il suo minimo storico.
Non stiamo a ripetere la differenza tra noi e i colleghi di altre Amministrazioni dello stesso comparto.
A fronte di questo ammontare di risorse l’Amministrazione ha anzitutto proposto nuovamente di assegnare particolari indennità a colleghi che ricoprono, PER L’AMMINISTRAZIONE, posizione di responsabilità quali il Consegnatario, il Responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP), l’Ufficiale Rogante ed il Responsabile del Centro servizi informatici. Siamo ben consapevoli dell’importanza del lavoro svolto dai colleghi, che stimiamo e di cui conosciamo il valore professionale, ma, come segnalato negli anni scorsi, l’Amministrazione non può utilizzare risorse di tutti i lavoratori per attribuire il giusto riconoscimento a colleghi che svolgono il proprio lavoro in maniera eccellente. Come diciamo da anni, invece, dovrebbe trovare ulteriori risorse per retribuirli e, soprattutto, aprire degli interpelli per ognuno dei profili a cui si fa riferimento e non solo per alcuni di essi.
A fronte di un FRD che dir misero è davvero dir poco, togliere a tutti per dare ad alcuni non è una scelta che possiamo avallare. Laddove il tavolo sindacale ritenga di comportarsi diversamente, chiediamo almeno di ridurre gli importi previsti, che vanno da 1.000 a 1.500 euro, fissando una quota simbolica in virtù della drastica riduzione del fondo per il 2024.
L’Amministrazione ha poi proposto di aumentare la percentuale di risorse destinate ai responsabili di Piano Operativo dal 3% al 10%: finalmente ci si è accorti che ci sono dipendenti che devono essere giustamente retribuiti per il lavoro di coordinamento che svolgono sulle materie loro affidate e a supporto dei dirigenti. La forbice percentuale proposta, però, ci sembra troppo elevata poiché andrebbe a sottrarre dalle risorse destinate alla performance circa 70 euro pro capite che, su un fondo così esiguo, rappresentano comunque una importante cifra. È giusto premiare i responsabili di piano per il lavoro svolto, ma non a danno degli altri colleghi.
Piuttosto l’Amministrazione si adegui ad altre dello stesso comparto e bandisca subito le elevate professionalità se proprio vuole offrire una concreta possibilità di guadagno e crescita ai funzionari dell’amministrazione.
L’accordo prevede, inoltre, la maggiorazione del premio individuale di cui all’art. 78 del CCNL 2016-2018 assegnato al dipendente della divisione che abbia ricevuto la valutazione più alta; a parità di merito la maggiorazione è attribuita a coloro che abbiano conseguito le migliori valutazioni nel triennio 2022/2024 e, qualora in applicazione di questo criterio si continui ad avere una situazione di parità, la maggiorazione sarà attribuita a coloro che hanno nell’anno un numero maggiore di giornate di effettiva presenza, escludendo le giornate di presenza equiparate. Abbiamo chiesto all’Amministrazione di rivedere quest’ultimo criterio in quanto ai fini dell’attribuzione del salario accessorio non si ragiona più in termini di presenze ma di risultati raggiunti. Abbiamo quindi proposto come criterio principale quello della precedenza a favore di chi non abbia mai percepito la maggiorazione per garantire la rotazione del personale e, in presenza di ulteriore parità di merito, di considerare come criterio prevalente l’anzianità di ruolo nel profilo professionale. L’Amministrazione si è mostrata aperta a definire un ulteriore criterio che possa accogliere le nostre proposte.
Abbiamo proposto infine, per ogni opportuna valutazione del tavolo sindacale, l’inserimento di una clausola di salvaguardia per coloro che non abbiano diritto al salario accessorio perché assenti nell’anno di riferimento per malattia grave e/o per sottoporsi a terapie salvavita. A fronte di un mondo del lavoro che corre nella direzione della massima produttività dimenticando il benessere dei lavoratori, ci sembra opportuno poter garantire un sostegno economico ai lavoratori che attraversino un momento di grave difficoltà come atto dovuto di solidarietà nei loro confronti. L’Amministrazione, pur riconoscendo l’importanza di questa osservazione, ha riferito che la natura del fondo è legata alla performance e non ritiene di poter accogliere la
richiesta. Al prossimo tavolo sindacale, riproporremo la questione sperando, stavolta, nel supporto delle altre sigle sindacali.
Con riferimento alla formazione ed al Corso di Change Management, l’Amministrazione ci ha comunicato che la DG del Personale invierà nei prossimi giorni a tutte le DG il dettaglio delle ore di formazione già erogate ai singoli dipendenti conteggiando anche le ore del corso come da noi richiesto per i colleghi del Dipartimento Lavoro. Inoltre, l’Amministrazione ha annunciato che sta lavorando all’estensione del corso a tutte le Direzioni Generali, iniziativa che si unisce ad altre in corso per l’accrescimento del ventaglio della formazione dedicata a tutto il personale.
Il tavolo sindacale ha inoltre segnalato nuovamente che nel caso in cui si svolga la formazione in presenza presso la SNA sono tanti i disagi che i colleghi registrano, primo tra i quali quello di vedersi ridotte ore della propria banca ore a copertura delle ore non lavorate, seppure impiegate presso la SNA per la presenza della pausa pranzo di un’ora prevista nell’articolazione di molti corsi. L’Amministrazione si è riservata di fare un approfondimento per verificare la possibilità di facilitare la partecipazione ai corsi in presenza, tenendo conto della segnalazione posta al tavolo e confrontando l’eventuale applicazione di regole differenti in altre amministrazioni del comparto.
Con riferimento alla sede di Via Fornovo, l’Amministrazione ci ha informato che il 31 luglio, nel prossimo incontro dedicato al fondo risorse decentrate, ci darà notizie sul nuovo assetto logistico alla presenza del Direttore Generale per le Risorse finanziarie, la razionalizzazione della gestione degli immobili, degli acquisti e della logistica.
In merito alle risorse Pon l’Amministrazione ci ha informato che, in attesa di ulteriori adempimenti di bilancio, sta procedendo con i conteggi relativi all’attribuzione delle risorse al personale. Abbiamo fatto presente che ci aspettiamo che l’erogazione avvenga al più presto anche per andare a compensare il salario accessorio misero che sarà attribuito al personale nel mese di dicembre. Inoltre, l’Amministrazione ci ha informato che nel mese di settembre saranno avviati i lavori anche per la distribuzione delle risorse delle annualità successive ed a chiusura della programmazione 2014-2021. Sarà aperto poi un confronto con la Dg per lo sviluppo sociale e gli aiuti alle povertà per capire se ci sia possibilità di avviare un nuovo Progetto Personale a valere sulla nuova programmazione. Abbiamo, inoltre, chiesto all’Amministrazione di verificare se siano disponibili risorse in altre Direzioni generali su cui è possibile costruire il medesimo progetto del personale.
Al tavolo è inoltre emerso un tema sospeso da tempo, cioè quello della mobilità del personale. In merito abbiamo ribadito all’Amministrazione che è necessario iniziare ad immaginare di mettere in piedi questa procedura per ricollocare le persone che vogliano partecipare dove possano esprimere al meglio la propria professionalità. L’amministrazione ci ha fatto presente che data la carenza di personale ad oggi questo disegno non è ancora ipotizzabile, ma abbiamo chiesto che nelle more dell’assunzione di nuove unità, data l’autorizzazione ad assumere 75 dipendenti, si inizi a verificare tramite un sondaggio quanti colleghi potrebbero essere interessati alla procedura di mobilità e verso quali Direzioni Generali per capire se si possa compensare l’uscita di alcuni colleghi con l’ingresso di altri nelle medesime Dg.
Abbiamo invece ribadito che una cosa deve essere chiara in merito alla mobilità verso l’esterno: che sia applicata la medesima regola per tutti e sia garantita la parità di trattamento del personale di quest’Amministrazione, tenendo conto della necessità di non tarpare le ali a chi possa andare a vivere una condizione lavorativa migliorativa in termini economici rispetto al quadro attuale offerto da questo Ministero.
Il tavolo sindacale si aggiorna, come anticipato, al 31 luglio.
Coordinatrice nazionale MLPS FP CGIL FP CGIL Nazionale
Alessandra Pone Matteo Ariano
Se c’è una cosa che proprio non si può rimproverare all’Istituto, è lo straordinario tatto nei confronti di chi lavora all’interno dell’Ente, l’attenzione scrupolosa – quasi maniacale, verrebbe da dire – per la riservatezza.
Se vi tornano in mente degli episodi negativi, è perché vivete nel passato, ancorati a vecchi rancori che dovreste superare.
L’accesso al lavoro da remoto vincolato allo SPID e non alla matricola, ad esempio, è acqua passata. E pazienza se si confonde la dimensione del privato cittadino con quella del funzionario pubblico: in un’epoca in cui il mantra zangrilliano impone a ciascuno di dirigere sé stesso, i confini tra le due sfere devono essere porosi.
Né si può tornare, con cipiglio, a vecchi episodi del passato, figli della stagione concorsuale: a quella famosa sanzione che il Garante della privacy inflisse all’Istituto perché su Telegram era stata condivisa da fantomatici attori terzi (e chissà chi erano questi terzi…) la valutazione dei titoli con il punteggio attribuito a ciascun candidato.
Tutto questo fa parte del passato: panta rhei.
I peccati sono stati mondati nella quotidianità. Volete qualche riferimento preciso? Serviti.
Da qualche mese chi si candida a una posizione organizzativa scopre se farà parte della schiera degli eletti direttamente tramite messaggio Hermes, emanato dalla struttura competente. Per tutelare i dati personali di chi si è messo in gioco, l’INPS non adotta mezze misure: è disposta perfino a sacrificare la pubblicità della valutazione, eliminando i riferimenti al punteggio ottenuto nel colloquio ed eliminando anche quel barlume di forma che preservava da un’opaca procedura. Quanta grazia!
Le valutazioni individuali, che sono parte del processo per il riconoscimento dei differenziali, sono blindatissime: non si prende neppure in considerazione l’ipotesi di diffonderle con un codice identificativo che cripti l’identità della singola risorsa, garantendo al contempo trasparenza e segretezza. Meglio non tentennare sul punto. Nessuno deve sapere, perché ciò che non si sa non può far male.
Che dire, infine, del nuovo inquadramento nella famiglia professionale degli informatici? Non risulta un atto che riporti un elenco ufficiale dei soggetti selezionati, né un’indicazione precisa dei criteri che hanno portato a determinate scelte. Al contrario, giunge notizia di privatissimi messaggi che rivelano al singolo candidato se è risultato idoneo a ricoprire il nuovo ruolo. E chi non riceve alcuna comunicazione? Ha facoltà di rivendicare il diritto all’oblio, non si dica che l’INPS non è più pronta di Google in materia.
Come organizzazione sindacale non possiamo in alcun modo polemizzare di fronte a scelte così coerenti, ispirate ad altissimi valori. Certo, rileviamo che inevitabilmente ci porteranno a moltiplicare le richieste di accesso agli atti, ma per la riservatezza questo e altro. Sia mai.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Se avete ottenuto una progressione nel 2022 e dopo tre anni nutrite la speranza di riscuotere il primo differenziale stipendiale, ci sono buone probabilità che resterete a bocca asciutta.
L’ultima bozza del CCNI presentata dall’Amministrazione, infatti, continua a confermare tutti gli elementi critici che abbiamo evidenziato nei precedenti comunicati, in questo clima di torpore e sonnolenza che caratterizza la stagione contrattuale INPS.
Nella riunione di ieri si è discusso DI TUTTO, MENO CHE DEL CONTRATTO INTEGRATIVO: dal piano triennale dei fabbisogni a Syllabus. Intanto il tempo scorre e le parti tentennano anziché intraprendere, e con decisione, la strada dell’accordo a stralcio, più volte suggerita dalla nostra organizzazione. Ma entriamo nel dettaglio.
Per il 2025 sono previsti appena 3.182 differenziali stipendiali, cifra che potrebbe essere rivista leggermente a rialzo per permettere a qualcuno di professare un successo al tavolo delle trattative. Stupisce la noncuranza per il sacrificio di oltre 2.500 colleghi, che sarebbero esclusi dal differenziale ’25. Dopo aver portato a casa oltre
11.000 progressioni negli ultimi due anni, il bilancio rischia di essere magrissimo. Le sigle che hanno sottoscritto il CCNL non hanno nulla da dire alle lavoratrici e ai lavoratori le cui speranze potrebbero essere clamorosamente tradite?
A fronte di questo “risultatone“, INPS conferma la volontà di essere l’unica Amministrazione delle Funzioni Centrali a dare un peso di 42 punti alla valutazione individuale, con una scalettatura estremamente articolata. E anche qui chi
ruggiva in campagna elettorale adesso miagola. Da altre parti, è bene ricordarlo, il peso di questa voce non va oltre i 40 punti e con fasce molto più elastiche: da noi si punta a creare un discrimine evidente. C’è chi vuole cambiare il sistema di valutazione individuale, c’è chi mira a rafforzare il peso delle pagelline.
Non migliora la situazione sotto il profilo del sistema indennitario. L’Amministrazione ritorna parzialmente sui propri passi, ricalibrando le indennità destinate ai responsabili di agenzia complessa, delle agenzie territoriali, dei flussi contributivi, delle prestazioni servizi individuali, del nucleo di base, di sviluppo professionale.
È la strategia del gambero: diminuisce l’importo rispetto all’ultima bozza, quella del 1° luglio, ma aumenta rispetto a quella del 15 giugno. Il tutto senza fornire una giustificazione che leghi la valutazione di merito, giusta o sbagliata che sia, al carico di responsabilità.
Peggio ancora sul quadro dei particolari compiti: anziché bilanciare le indennità previste, completando il processo iniziato con l’integrativo 2024, si aumenta di una ventina di euro l’indennità per funzionari informatici e sanitari. Troppa grazia. Va peggio solo ai comunicatori, esclusi da ogni riconoscimento.
Ma c’è di più: perché non solo per gli sportellisti non aumenta il peso della maggiorazione, ancorato al 25% contrariamente ai grandi proclami letti via mail, ma addirittura viene ancora messo in discussione il riconoscimento di tale trattamento se la consulenza è in modalità web- meeting. Una tipologia di servizio che l’Amministrazione sta apertamente incentivando: è evidente la volontà di fare cassa proprio su chi sta a stretto contatto con la cittadinanza!
L’unico miglioramento è quello fatto sull’accesso alla banca ore: dopo aver decretato, senza alcun riferimento normativo, l’incompatibilità di tale istituto con lo smart working prevalente; dopo aver rimesso tutto all’attenzione del dirigente territoriale, invitandolo a tenere conto degli accordi sul lavoro a distanza; ebbene, dopo questi due passaggi a vuoto, l’Amministrazione affida ai dirigenti territoriali il compito di riconoscerla tenendo conto delle esigenze organizzative e funzionali della struttura.
Posta la formulazione meno vincolante, che almeno scongiura il rischio di creare danni ad anno in corso, resta il tema di fondo: che problemi ha creato all’Istituto la banca ore in questi anni per arrivare a un’irreggimentazione delle regole di utilizzo?
Giuseppe Lombardo
Al Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli
Cons. R. Alesse
Al Direttore del Personale
Dell’Agenzia Dogane e Monopoli
Dott. S. D’Ecclesiis
E p.c.
Al Vice Ministro del MEF
On.le Maurizio Leo
Oggetto: Richiesta convocazione incontro – Riorganizzazione ADM.
Le scriventi OO.SS. in rappresentanza dell’Area Dirigenti Funzioni Centrali venuti a conoscenza della convocazione per il 24 Luglio p.v. riguardante le problematiche sulla riorganizzazione e la sua attuale fase di sperimentazione, considerato che in più occasioni hanno chiesto di convocare un incontro sulla materia senza fino ad oggi aver avuto nessun riscontro, non spiegandosi le motivazioni per cui una parte della rappresentanza sindacale sia stata esclusa dal tavolo di confronto fissato per il 24 luglio, chiedono che la convocazione sia ampliata alle rappresentanze della Dirigenza perché è evidente che un processo riorganizzativo così importante impatta in tutte le sue parti sia sul personale dipendente che sui Dirigenti dell’Agenzia.
Si chiede pertanto la convocazione delle scriventi OO.SS. facendo presente che la mancata convocazione di una parte di rappresentanza sindacale, rappresentativa e contrattualmente riconosciuta, sarebbe oggetto di valutazione da parte delle scriventi palesandosi l’ipotesi di comportamento antisindacale.
Si resta in attesa di cortese riscontro.
Distinti saluti.
FP CGIL UIL PA
Iervolino Procopio
Con un’informativa trasmessa la scorsa settimana, l’Amministrazione ha aggiornato il piano dei fabbisogni dell’Istituto, recependo la volontà del Legislatore (la già nota riduzione del 25% della facoltà assunzionali) e parametrando a ribasso il fabbisogno potenziale.
Da una siffatta ridefinizione emerge un’evidente restrizione del collo della bottiglia amministrativa, che non colpisce soltanto il vertice della piramide ma, più in generale, il segmento maggiormente popolato in Istituto. E già questo rappresenta una potenziale minaccia.
Ma non è tutto: perché più dell’impatto numerico, ciò che desta perplessità è l’assenza di indicazioni sulla ricognizione delle professionalità esistenti per affrontare il cambiamento in atto. Cioè il lavoro fatto a monte per capire, in prospettiva, quali sono le necessità dell’Ente.
È stato fatto uno studio? In base a quale criterio l’Amministrazione ritiene di poter ridurre, ad esempio, il numero di funzionari tecnici e di assistenti informatici, mentre considera prioritario ampliare la categoria degli assistenti ai servizi? Qual è la ratio?
Lo abbiamo scritto il 17 giugno scorso, incalzando l’Istituto ma tentando anche di costruire un ragionamento condiviso sul fronte delle rappresentanze. Ciò che serve è un tavolo
tecnico, aperto e permanente, per discutere in maniera trasparente sul ruolo che l’INPS intende svolgere nel sistema-paese. L’assunzione di determinati profili, portatori di specifici bagagli di conoscenza professionale, non è un adempimento sterile, ma un investimento sull’azione strategica che l’Ente deve svolgere nel contesto nazionale. L’adeguamento del Piano dei Fabbisogni rappresenta, quindi, un’incompiuta senza quest’ultimo passaggio. E non ci stancheremo mai di ripeterlo: ogni operazione è fittizia se prima non vengono chiarite, in maniera inequivocabile, le carenze d’organico sede per sede, agenzia per agenzia. Prescindere da questa dimensione vuol dire non garantire l’efficienza delle strutture, la tenuta dei diritti sul territorio e quindi l’efficacia dell’azione amministrativa.
L’unica notizia positiva viene dal fronte delle stabilizzazioni: nelle prossime ore dovrebbero essere disposte quattro nuove procedure di mobilità volontaria, riservate al personale attualmente in posizione di comando presso l’INPS da almeno dodici mesi al 30 giugno 2025.
Le procedure riguarderanno 53 unità di personale:
17 Funzionari – famiglia professionale Progettazione, erogazione e controllo dei servizi;
20 Assistenti – famiglia professionale Assistente ai servizi;
7 Operatori amministrativi;
9 Funzionari sanitari.
Quanti matureranno i requisiti di legge entro l’anno potranno fruire in seguito di ulteriori procedure di mobilità volontaria.
Giuseppe Lombardo
In data odierna la FP CGIL ha comunicato la sottoscrizione del verbale d’intesa sulla redistribuzione dei residui economici relativi ai benefici assistenziali per l’anno 2023.
Con la sottoscrizione dell’impianto, l’avanzo registrato – pari a € 375.428,00 – sarà stanziato per aumentare la percentuale di copertura di due tipologie di sussidi straordinari.
Il nuovo accordo prevede infatti la destinazione di:
€ 158.148,00 ai sussidi per cure odontoiatriche.
Questa ripartizione consentirà di elevare al 44% la copertura delle due tipologie, precedentemente ferme al 39%.
Ribadiamo, in questa sede, quanto già evidenziato il 18 novembre scorso, al momento della sottoscrizione dell’accordo: il perimetro entro cui i dipendenti pubblici possono muoversi si sta restringendo ogni giorno di più.
La verità è sotto gli occhi di tutti:
nel privato, il welfare viene potenziato e promosso come elemento strategico.
nel pubblico, invece, ci troviamo a elemosinare risorse e a combattere per ogni singolo euro stanziato.
Su questo servirebbe un fronte comune ma sfortunatamente non tutte le sigle sindacali sembrano crederci davvero. C’è chi guarda altrove, chi tace, chi accetta compromessi. Noi no.
Giuseppe Lombardo
Gentile Direttore,
le scriviamo per segnalare, con forza crescente, l’urgenza di un intervento strutturato, immediato e duraturo sul tema della sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici dell’Agenzia delle Entrate, in particolare nei front office, dove il rischio di aggressioni fisiche e verbali è ormai quotidiano.
In pochi mesi si sono verificati episodi gravi, ripetuti e distribuiti su tutto il territorio nazionale, che testimoniano l’insostenibilità della situazione attuale:
Il 9 luglio 2025, presso l’Ufficio Territoriale di Roma 2 – Aurelio, un nostro collega è stato aggredito con spray al peperoncino da un’utente esasperata. L’episodio ha coinvolto anche il personale di vigilanza ed il collega è rimasto in servizio con lo spray ancora sui vestiti. Nessuna disposizione ha previsto la chiusura temporanea dell’ufficio o l’allontanamento dell’autrice dell’aggressione.
Il 24 giugno 2025, presso la sede di Via Costellazioni a Modena, si è verificata l’ennesima aggressione verbale violenta ai danni di un dipendente. Anche in questo caso è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine. La RSU ha nuovamente richiesto, senza ricevere risposte concrete, l’attivazione urgente di un presidio fisso di vigilanza armata.
Il 5 febbraio 2025, una dipendente dell’UT di Monza è stata aggredita da un utente che ha scagliato contro di lei la barriera protettiva in plexiglas. Altri due episodi si erano verificati già nel 2023 a Desio, uno dei quali con una frattura alla mano di una lavoratrice, l’altro con il coinvolgimento del direttore, intervenuto per difendere il personale.
Presso la Direzione Provinciale di Savona, in questo stesso periodo l’anno scorso, è stata recapitata una busta con una pallottola e un messaggio minaccioso, senza che l’Agenzia abbia fornito comunicazioni o rassicurazioni al personale scosso dall’accaduto.
La lista potrebbe continuare a ritroso con altri episodi che abbiamo sempre puntualmente segnalato, senza che purtroppo si adottassero soluzioni efficaci o adeguate.
Questi eventi, gravi e reiterati, non sono più riconducibili a eccezioni o casi isolati, ma configurano una criticità sistemica che l’Amministrazione non può più permettersi di sottovalutare.
Dai racconti dei colleghi emerge un clima di sfiducia, paura e abbandono: svilisce e fa rabbia sentir chiedere se dopo gli insulti di ieri e lo spray di oggi, ci si debba aspettare, domani, aggressioni ancor più violente e gravi. I colleghi si sentono esposti, poco tutelati e persino meno importanti di una vetrata o di un computer, perché se venissero danneggiati l’Agenzia interverrebbe immediatamente, con denunce e richiesta di risarcimento.
Che “il servizio viene prima di tutto” non può significare mettere a rischio le persone.
La Funzione Pubblica CGIL ha ben presente il ruolo sociale dell’Agenzia e l’importanza dell’erogazione dei servizi, ma non può accettare che l’erogazione degli stessi venga anteposta a tutto e tutti, finanche al tragico decesso di un lavoratore, come accaduto il 12 giugno 2017 in una sede genovese. In quella circostanza i colleghi, fortemente scossi e consapevoli di quanto accaduto a pochi metri, sono stati costretti a continuare ad occuparsi di codici fiscali e registrazione atti e l’utenza ha continuato ad accedere e defluire dall’ufficio camminando a pochi metri da un corpo senza vita di un (ex) lavoratore.
La sicurezza e la dignità non possono essere subordinate all’efficienza.
Le richieste sono chiare e condivise in tutte le strutture coinvolte:
Presidio fisso di personale di vigilanza dotate in tutte le sedi con front office e ad alta affluenza di strumenti dissuasivi;
Controllo rigoroso degli accessi, evitando ingressi incontrollati in aree riservate al personale;
Barriere fisiche adeguate agli sportelli, come già avviene in altri enti pubblici;
Protocolli chiari e vincolanti per la gestione delle emergenze e delle aggressioni, con indicazioni precise su come agire in tempo reale;
Protezione dei percorsi di ingresso e uscita del personale;
Formazione specifica e obbligatoria sulla gestione del conflitto e dell’aggressività dell’utenza;
Sistema informativo più efficace verso l’utenza, con istruzioni chiare già sugli atti e gli esiti delle lavorazioni per orientare correttamente le prenotazioni ed i servizi da selezionare nelle procedure on-line.
Apprezziamo la Sua telefonata di vicinanza al collega aggredito a Roma, ma oggi è il tempo dei fatti. L’Agenzia deve agire come datore di lavoro responsabile, garantendo la sicurezza psicofisica del proprio personale. Non si può più attendere che un episodio degeneri in tragedia per avviare un cambiamento.
La Funzione Pubblica CGIL, a tutti i livelli, continuerà a sostenere ogni forma di mobilitazione necessaria a tutela dei diritti, della salute e della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori ed invita l’Agenzia delle Entrate a denunciare gli episodi di violenza, presso le competenti autorità di pubblica sicurezza e giudiziarie in quanto sussistono a nostro avviso già le fattispecie di reato per intervenire d’ufficio.
A tal proposito, la scrivente Organizzazione Sindacale Le chiede un incontro.
In attesa di un Suo riscontro urgente, porgiamo cordiali saluti.
Il Coordinatore Nazionale FP CGIL
Agenzia delle Entrate
Florindo IERVOLINO
Al Sig. Vice Ministro del MEF
On.le Maurizio Leo
Ai Membri del Comitato di Gestione
dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli
Al Presidente del Collegio dei Revisori
OGGETTO: Determina Direttoriale sull’organizzazione interna delle Direzioni territoriali ADM. Criticità sulla Riorganizzazione
In data 8 luglio 2025 ci è stato trasmesso dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli lo schema relativo alla nuova articolazione interna delle Direzioni Territoriali in funzione della Riorganizzazione in atto, che sarà sottoposto all’approvazione del Comitato di Gestione nella giornata odierna.
Nonostante le reiterate richieste di confronto avanzate da queste Organizzazioni Sindacali al Direttore dell’Agenzia in merito alla suddetta tematica — richieste di cui si era fatto garante la S.V. — non è stato ad oggi possibile ottenere un incontro, che di fatto ci è stato negato.
Alla luce di quanto sopra, siamo costretti, con la presente, a rappresentare formalmente il nostro totale dissenso rispetto alla modalità adottata dal Direttore dell’Agenzia e alla determinazione in corso di approvazione, evidenziando di seguito le principali criticità della proposta di riorganizzazione:
Individuazione a priori delle posizioni organizzative senza previsione di copertura finanziaria che è prevista a seguito di contrattazione con le OO.SS.:
La determinazione direttoriale n. 432241 dell’8 luglio 2025 prevede l’istituzione di circa 460 aree territoriali e distaccamenti locali. Tuttavia, l’art. 1, comma 4, del Regolamento di Amministrazione dell’Agenzia stabilisce che i responsabili di tali unità devono essere funzionari titolari di Posizione Organizzativa ai sensi dell’articolo 15 del medesimo Regolamento oppure di Posizione Organizzativa prevista dalla contrattazione collettiva nazionale di riferimento. La previsione nel Regolamento di Amministrazione del ruolo che le Posizioni Organizzative dovranno ricoprire fa venire meno la libera contrattazione prevista per il finanziamento, condizionandola a priori sui numeri e di conseguenza sul finanziamento che deve essere contrattato dal Fondo del Personale.
Tra l’altro ad oggi si rappresenta che la contrattazione sulle P.O. è in una fase di stallo e quindi il relativo finanziamento (anche rispetto alle nuove modalità previste dal CCNL) che la contrattazione deve identificare.
Possiamo dunque affermare che la proposta di riorganizzazione, così come formulata, risulta priva della necessaria copertura finanziaria. Si ritiene pertanto indispensabile procedere ad una revisione del Regolamento di Amministrazione tale da rendere autonoma l’individuazione delle PO a fronte della contrattazione prevista.
Poca chiarezza nella ripartizione delle competenze.
Nella proposta attuale vengono istituite Aree Territoriali, Distaccamenti Locali, Reparti Territoriali e Reparti Locali senza che venga fornita una chiara identificazione delle attività da queste svolte rispetto alle varie materie che dovranno trattare. Tale difficoltà è risultata già evidente durante la fase attuale di sperimentazione della DT Emilia Romagna e Marche.
Rispetto all’assetto attuale, che si basa su Uffici delle Dogane e Monopoli e Sezioni operative territoriali, si viene in tal modo a parcellizzare molto le funzioni irrigidendo oltremodo l’attività operativa di un’Agenzia a cui sono affidati compiti istituzionali, come la regolarità fiscale dei traffici commerciali, che per loro natura possono essere mutevoli.
In tal modo il rischio concreto è quello di generare confusione organizzativa, sovrapposizioni di ruoli, inefficienze operative e, in ultima analisi, un grave disorientamento tra il personale.
Si ribadisce che non è concepibile procedere alla definizione di una nuova struttura organizzativa senza prima stabilire con chiarezza cosa debba fare ciascuna unità, con quali mezzi, con quali obiettivi e con quali responsabilità. La mancanza di tali elementi rappresenta una grave lacuna progettuale e gestionale, che rischia di compromettere la funzionalità dell’intera riorganizzazione.
Tra l’altro con l’avvenuto declassamento di Uffici che prima erano diretti da un Dirigente ed ora, con la soppressione della posizione dirigenziale, saranno diretti da una POER, una mancanza di chiarimenti rispetto alle competenze vedrà di fatto lasciare le attribuzioni di questi Uffici esattamente come prima facendo accollare ad una POER tutte le responsabilità di un Dirigente senza una vera e propria riorganizzazione delle attività che tale scelta, da noi contrastata sin dall’inizio, dovrebbe avere di conseguenza.
Mancanza di trasparenza sull’esito della sperimentazione
Nelle premesse alla determinazione direttoriale n. 432241 dell’8 luglio 2025 si fa riferimento alla volontà di procedere con le modifiche organizzative in ragione della “favorevole valutazione tecnica della fase di sperimentazione della nuova infrastruttura tecnologica, avviata il 1° maggio 2025”.
Tuttavia, le scriventi Organizzazioni Sindacali non sono state in alcun modo informate in merito all’esito della sperimentazione – che tra l’altro risulta ancora non conclusa – e non è stata trasmessa alcuna relazione ufficiale al riguardo. Al contrario, ci risultano numerose criticità di natura informatica, legate principalmente alla creazione dei nuovi codici ufficio, i quali risultano incompatibili con i precedenti, generando difficoltà anche nell’attività di riscossione dei diritti da parte degli Uffici.
In merito a ciò, si ritiene indispensabile la redazione e la trasmissione di una dettagliata relazione da parte dell’amministrazione sull’andamento della sperimentazione e sulle criticità rilevate nel periodo.
Ambiguità dell’art. 16 della determina direttoriale
L’articolo 16 della determinazione direttoriale n. 432241 appare formulato in maniera poco chiara e sembra essere volto a correggere decisioni precedenti prive di adeguato fondamento normativo. Ci riserviamo un’analisi più approfondita, ma sin da ora esprimiamo perplessità in merito alla previsione di ulteriori unità organizzative, introdotte senza alcuna giustificazione né motivazione esplicita.
Improprio riferimento all’informazione sindacale
Riteniamo inaccettabile il mantenimento, all’interno della determinazione, della dicitura “INFORMATE le Organizzazioni Sindacali”.
Il fatto stesso che le scriventi siano costrette a rivolgersi al Vice Ministro e agli organi di controllo dimostra in modo inequivocabile che non vi è stata alcuna informazione preventiva, non consentendoci di partecipare ad un percorso riorganizzativo che inciderà profondamente sulla vita lavorativa di circa 10.000 dipendenti dell’Agenzia.
Premesso quanto sopra, confidando nella Vostra attenzione e sensibilità rispetto alle problematiche evidenziate, restiamo comunque a disposizione per un confronto costruttivo che restituisca al dialogo sindacale il ruolo che gli compete, con l’auspicio che non si proceda frettolosamente ad una riorganizzazione che merita tutta l’attenzione e il coinvolgimento di tutti gli attori che la dovranno subire ma ancor di più sostenere.
Si coglie l’occasione per porgere cordiali saluti.
FP CGIL UIL PA USB
Iervolino Procopio Serino
Nonostante la retorica utente-centrica, che da tempo caratterizza la comunicazione pubblica dell’Istituto, l’INPS sta rendendo sempre più complicata la comprensione delle proprie dinamiche di produzione all’esterno.
A dirlo non sono i criticoni severi della FP CGIL, che hanno sempre espresso perplessità di merito sulla revisione del sistema di misurazione della performance. Ma indirettamente è la stessa Amministrazione, la quale – incrociando relazioni sulla performance e rapporti trimestrali – specifica a chiare lettere che un confronto pluriennale sui dati di produzione (Indice di deflusso e Indice di produttività) non è più fattibile poiché i valori presi in analisi oggi non sono confrontabili con quelli dell’anno precedente.
Ma in che senso? Nella documentazione consegnata alle organizzazioni sindacali – e su cui le sigle firmatarie non solo non hanno avuto da eccepire, ma una in particolare ha profuso grida di giubilo – si legge ad esempio chiaramente che “i valori dell’indice (di deflusso) ad aprile 2025 non sono confrontabili con i valori dello stesso periodo del 2024 a causa delle modifiche intervenute nel catalogo prodotti“. Stessa solfa sull’indice produttività.
L’eccezione sta diventando la regola, poiché precisazioni simili erano già rinvenibili nelle relazioni di performance e nei rapporti trimestrali del 2024 (in cui si indicava l’impossibilità di un confronto coi valori del 2023).
Quindi, per ricostruire: noi modifichiamo il modo in cui parametriamo l’operato delle sedi, lo rendiamo difficilmente intelligibile, ci diamo obiettivi che non possono essere ancorati a una lettura pluriennale e poi, a consuntivo, diciamo che va tutto bene limitandoci a isolare l’anno preso in analisi.
E pazienza se la 150 del 2009 specifica che il ciclo di gestione della performance impone di tenere conto dei risultati conseguiti nell’anno precedente, indicando peraltro l’esigenza che essi siano confrontabili con le tendenze della produttività per almeno il triennio di riferimento.
Quando criticammo i “prodotti star” venimmo accusati di non comprendere la strategia dell’INPS pensata per l’utenza, ché l’importante era raggiungere il risultato e non analizzare troppo i singoli processi. Un anno dopo i “prodotti star” sono andati in soffitta, senza la benché minima autocritica da parte dell’Amministrazione.
Non vorremmo che la polvere fosse nascosta sotto il tappeto, per questo abbiamo più volte sollecitato l’Amministrazione alla massima condivisione. È passato quasi un anno dalla nostra richiesta di costituire un profilo da consulter per le organizzazioni sindacali, affinché esse possano esercitare il ruolo di voce critica, lo stimolo all’azione dell’Amministrazione.
Il muro di gomma non è stato infranto: INPS evita di affrontare il tema perché i fatti non devono disturbare le opinioni e le altre sigle, le stesse che comicamente rivendicano il monopolio dell’azione sindacale legittima, guardano altrove.
C’è un problema di trasparenza e di regole: ciò che inizia a stupire è il silenzio dell’OIV…
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
L’assemblea generale della FP CGIL, nel sostenere le posizioni assunte dall’assemblea generale della CGIL in tema di politiche internazionali ed europee, ribadisce la propria ferma condanna per quanto avvenuto in Iran con l’attacco militare condotto da Israele, seguito dal l’attacco degli Stati Uniti d’America nella notte del 22 giugno, in aperta violazione del diritto internazionale.
Non è sufficiente la tregua apparentemente raggiunta tra gli attori in campo. È necessario riaprire immediatamente tutti i canali di dialogo della diplomazia per riportare le parti al tavolo del negoziato e raggiungere una pace duratura in tutta l’area mediorientale.
È indispensabile scongiurare un’ulteriore escalation di violenza in un’area già profondamente destabilizzata dalla moltitudine di conflitti in corso, dagli attacchi in Libano, Yemen e altri paesi dell’area, e martoriata dal massacro sistematico della popolazione civile in corso a Gaza, dove, con un’impunità inaccettabile, si perpetuano crimini contro chi è impegnato a portare supporto e sostegno alla popolazione, si colpiscono gli ospedali e si impedisce l’accesso agli aiuti umanitari. Va garantito il pieno rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale, a partire dall’esecuzione dell’ordine della Corte di giustizia internazionale nei confronti di Israele rispetto all’applicazione della Convenzione sulla prevenzione del genocidio.
Dopo la scelta dell’Unione Europea di adottare il piano di riarmo, l’aumento delle spese militari dei Paesi NATO costituisce una pericolosa deriva frutto di precise scelte politiche che, in quanto tali, possono e devono essere contrastate. Le istituzioni italiane, europee e internazionali devono tornare a investire nella diplomazia e nella cooperazione, per ottenere un cessate il fuoco duraturo in tutti i teatri di guerra, a partire da Ucraina e Palestina, devono fermare la vendita di armi e sospendere gli accordi commerciali con i Paesi che violano i diritti umani.
Gli investimenti nel riarmo dei singoli Paesi scelta dall’Unione Europea, con la possibilità di attivazione delle clausole di salvaguardia per i vincoli di finanza pubblica europei, dopo il ritorno all’austerità, rappresentano una scelta sbagliata che rischia di imporre nei fatti scelte di politica economica che avranno ulteriori conseguenze negative sui servizi pubblici e sulle popolazioni dei diversi Paesi, seguendo quanto, ad esempio, ha già fatto il Governo italiano con l’impegno implicito al taglio della spesa pubblica assunto con il Piano Strutturale di Bilancio di Medio Termine presentato alla Commissione europea nell’ottobre 2024.
A questo disegno contrapponiamo, con la nostra Federazione europea, EPSU, un’Agenda Europea per i servizi pubblici che rimetta al centro del dibattito comunitario e del nostro paese la necessità di investire risorse nei servizi pubblici a partire da un piano straordinario per l’assunzione di 1.250.000 unità di personale da qui al 2033 per il potenziamento di tutti i servizi. Per questa ragione, da ultimo, lo scorso 23 giugno, in occasione della Giornata internazionale dei servizi pubblici, nel presentare il Piano di azione per i servizi pubblici, abbiamo chiesto un netto ed immediato cambio di rotta al Governo italiano, con precise garanzie in merito al finanziamento dei servizi pubblici, al contrario di quanto dichiarato recentemente dal Ministro Zangrillo che non ha escluso tagli al capitolo spesa per il personale nella prossima legge di Bilancio.
Assistiamo in tutto il mondo ad un attacco al ruolo e alla funzione delle lavoratrici e dei lavoratori dei servizi pubblici, essenziali per garantire diritti ai cittadini, in prima battuta proprio con gli ordini esecutivi per il licenziamento in tronco del personale come avvenuto negli Stati Uniti d’America con la Presidenza Trump, e a violenti attacchi all’esercizio delle libertà e dei diritti sindacali, diventata palese con l’arresto del Presidente di SEIU (Service Employees International Union) California David Huerta, mentre assisteva pacificamente ad un blitz di agenti dell’ICE (Immigration and Customs Enforcement) che arrestavano ingiustamente lavoratori immigrati regolari. Condanniamo fermamente quanto accaduto e riteniamo che sia necessario un protagonismo ancora maggiore del sindacalismo internazionale ed europeo nella tutela e difesa di tutte e tutti impegnati in prima persona nella lotta contro l’ingiustizia, la privatizzazione dei servizi pubblici e la privazione della libertà.
Un protagonismo che il sindacato europeo sta esercitando sostenendo i sindacati dei paesi in cui fin troppo frequenti sono gli arresti ingiustificati, come la Turchia, e schierandosi contro i governi che varano norme liberticide come ha fatto prendendo parte convintamente, con una delegazione costituita anche dalla nostra organizzazione, sabato scorso al Pride di Budapest sfidando i divieti illiberali del governo ungherese che minano i principi dello stato di diritto e fondativi dell’Unione europea.
Per queste ragioni l’assemblea generale della FP CGIL impegna la federazione tutta ad implementare le iniziative a favore della pace e a sostegno delle popolazioni colpite da tutti i conflitti, contribuendo anche alle raccolte fondi attivate dalla Confederazione, a sostenere le attività e le iniziative in difesa del valore dei servizi pubblici, insieme al sindacato europeo, e a strutturare momenti di coinvolgimento e approfondimento su questi temi anche a livello territoriale coinvolgendo RSU/RSA, lavoratrici e lavoratori, nella consapevolezza che sia necessario il contributo di tutte e tutti per costruire e rinsaldare le ragioni della pace e della solidarietà. L’assemblea generale impegna altresì la FP CGIL nella relazione con il sindacato europeo a sostenere l’allargamento del fronte internazionale contrario al riarmo fino ad una grande mobilitazione europea e non solo.
In data 9 Luglio 2025 si è tenuto l’incontro di aggiornamento sul rinnovo del CCNL Federculture.
Le OO.SS. hanno rappresentato nuovamente l’esigenza di conoscere la proposta economica datoriale per il rinnovo del triennio già trascorso, coerentemente a quanto richiesto nella piattaforma unitaria.
Federculture, seppur non avendo ancora definito la parte economica nel suo complesso, ha comunque ribadito la necessità di operare delle modifiche sul sistema di classificazione del personale. Cgil, Cisl e Uil, al fine di garantire il personale e rilanciare i percorsi di valorizzazione, hanno chiesto di rafforzare la contrattazione sindacale e rifinanziare il fondo per la crescita professionale.
Le Organizzazioni Sindacali si sono impegnate a fornire alla parte datoriale, in vista del prossimo incontro del 29 luglio, un testo condiviso, esaustivo delle aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori, con l’intento di arrivare quanto prima alla chiusura del rinnovo 2022- 2024 e alla riapertura del successivo 2025-2027.
Fp CGIL CISL Fp UIL Fpl UIL Pa