Nel pomeriggio di oggi si è tenuto l’incontro tra Amministrazione e organizzazioni sindacali. All’ordine del giorno il “Regolamento per il cambio di famiglia professionale nell’ambito delle Aree previste nel vigente Ordinamento”.
Nel corso dei mesi passati, più volte la FP CGIL è tornata sul punto, segnalando la necessità di attivare un percorso per i cambi profilo: dagli ispettivi agli informatici di sede (STT) era ormai evidente l’esigenza di lavorare in questa direzione.
La bozza trasmessa è però molto distante da ciò che avevamo richiesto, non tenendo in debita considerazione né il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali nella definizione dei percorsi, né la volontà dei singoli di mettersi in gioco.
In tal senso il reinquadramento in un diverso profilo ha una duplice natura. Esso deve:
rispondere a un’esigenza di funzionalità per l’Istituto;
valorizzare un’aspirazione professionale del dipendente.
È proprio su questo secondo elemento che registriamo pesanti punti di caduta.
Prendendo a riferimento l’accordo sottoscritto nel 2020, a essere saltato nel nuovo impianto è il combinato disposto degli artt. 5 e 6, che disciplinavano la possibilità di mobilità orizzontale a richiesta del dipendente o per motivi di salute, categoria – questa – residuale ma che non può essere cancellata con un colpo di penna.
Con la nuova impostazione, il cambio di famiglia diverrebbe funzionale solo ed esclusivamente alle esigenze della sede, eliminando, anche in potenza, la finestra che ha consentito o potrebbe consentire al singolo di sfruttare la flessibilità dell’Istituto per riorientare il percorso di crescita lavorativa.
Prevale, inoltre, una certa confusione sul metodo che INPS intende adottare. E nella confusione, lo sappiamo per esperienza, domina la discrezionalità. Un esempio su tutti: l’art. 3 c. 6 specifica che i candidati potranno essere sottoposti a eventuale colloquio diretto per accertare le competenze nel nuovo ambito. Chi accerta tali competenze? Quali sono quelle eventualmente oggetto di verifica? Chi segnala la carenza di una candidatura e in che momento si ravvisa la necessità di un colloquio? Tutto questo la bozza non lo specifica.
Non si comprende, poi, il disposto dell’art. 4, dove rispetto a un impianto già molto generoso, il margine di deroga che l’Amministrazione avoca a sé sembra essere ancora più stridente.
Abbiamo chiesto, quindi, di riformulare la proposta, ripartendo dall’impianto previsto dall’accordo del 2020, al netto di eventuali accorgimenti procedurali: ciò per evitare di trasformare un interesse reciproco delle parti in uno strumento muscolare di intervento.
Abbiamo chiesto, altresì, di classificare meglio competenze e titoli per i diversi profili, per evitare ogni discrezionalità di sorta. Riteniamo, infine, sia necessario collegare questo iter a una ricognizione periodica delle esigenze (su base annua?) in modo da garantire flessibilità all’organizzazione.
A latere dell’incontro abbiamo:
segnalato l’anomala posizione degli ex Assistenti informatici transitati nella famiglia dei Funzionari con le progressioni in deroga: l’indennità percepita è rimasta quella del vecchio inquadramento. L’Amministrazione ha promesso una verifica per fornire riscontro;
chiesto per il prossimo confronto un aggiornamento della documentazione fornita nel mese di marzo rispetto alla fruizione media del lavoro agile. Vogliamo capire se, a valle delle nuove linee guida per il lavoro a distanza, qualche territorio non abbia approfittato del nuovo regime per restringere il numero dei giorni disponibili o ampliare a dismisura le fasce di contattabilità. L’Amministrazione si è detta disponibile a fornire gli elementi richiesti.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
– Ill.mo Ministro della Difesa
Guido Crosetto
– Sottosegretario alla Difesa
On.le Matteo Perego di Cremnago
E,pc. – Segreterie Nazionali di Fp Cgil Cisl Fp e Uil Pa
Oggetto: Mancata applicazione Art 18 CCNL FC 2019/21. Attività discriminatoria personale civile
Come è noto il CCNL delle Funzioni Centrali 2019/2021, stipulato il 9/5/2022, ha rappresentato uno spartiacque nella valorizzazione dell’esperienza professionale del personale civile in servizio.
Per la prima e unica volta, infatti, è stata riconosciuta l’esperienza professionale come equivalente al titolo di studio necessario per l’accesso all’area superiore.
A tale finalità il Governo, nell’ultima legge di Bilancio, ha stanziato risorse dedicate per consentire le c.d. progressioni in deroga al titolo di studio e, per questo, alla Difesa sono state assegnate risorse per poco più di 6 milioni di euro, a condizione di utilizzarle entro il 2024.
Tutte le altre amministrazioni hanno già compiuto più progressioni verticali, interpretando in maniera autentica lo spirito della norma e la sua natura innovativa e irripetibile
L’Inps- ad es. – ha già realizzato 2 bandi per le progressioni verticali dalla seconda alla terza area per oltre 1.900 unità, ed è alle porte il 3° bando per altre 621 unità.
Nel Ministero della Difesa invece, dove il personale civile è stato negli anni continuamente discriminato e ridimensionato nei numeri e nei ruoli, continuiamo a registrare una pervicace ostilità a realizzare il disposto contrattuale unitamente all’indirizzo politico che lo ha sostenuto.
In particolare, dopo la pubblicazione del bando per la prima area, la Delegazione trattante della Difesa ha ritenuto di limitare il numero dei posti per il passaggio dalla seconda alla terza area in soli 100/120 posti a fronte delle 270 unità disponibili.
Le argomentazioni iniziali a sostegno di questo numero contenuto si sono rilevate presto infondate dal punto di vista normativo, tanto da essere ora sostituite da motivi di “opportunità” per impedire, cioè, che personale privo del titolo di studio possa avere accesso all’area superiore.
In pratica la Delegazione trattante assume ora l’iniziativa di disattendere una norma contrattuale e restituire al bilancio risorse per circa 4,5 milioni di euro assegnate dal Governo.
Tutto questo dopo che, per anni sono transitati nell’area dei Funzionari circa 500 dipendenti con la sola terza media.
È evidente il disappunto diffuso non tanto e non solo per i numeri contenuti, ma per un evidente orientamento che penalizza i dipendenti civili e che è contrario all’indirizzo politico del Ministero della Difesa.
Tanto premesso, tenuto conto della gravità di quanto descritto, si richiede un incontro urgente per non vanificare il dialogo con i lavoratori e non deluderne le aspettative.
Distinti saluti
FP CGIL CISL FP UIL PA
Marco Campochiaro Massimo Ferri Carmela Cilento
Roberto De Cesaris Franco Volpi
Alessandro Ansuisi
Come anticipato nei mesi scorsi, INPS ha deciso di concludere la sperimentazione dell’anticipo ordinario del TFS/TFR a favore degli iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. L’archiviazione definitiva è arrivata nella giornata di mercoledì, con il messaggio Hermes 2482 che dà seguito alle delibere del Consiglio di Amministrazione in tal senso. Un’operazione, quella dell’anticipo, che è durata l’alba di un mattino, da novembre 2022 a giugno del 2024 in una lettura generosa che comprende il progetto in tutte le sue fasi.
L’iniziativa dell’Istituto poggiava su nobili intenti, almeno guardando al fine generale che essa intendeva perseguire: ridurre i tempi di attesa nell’erogazione della prestazione ricorrendo a un tasso agevolato rispetto a quelli praticati dalle banche e dagli istituti di credito privati.
Purtroppo fummo facili profeti nell’individuare i punti di debolezza di un simile approccio: una soluzione di questo tipo aveva il pregio dell’inventiva, ma il grosso limite di aggirare il problema principale, ossia il danno e la beffa che colpiscono i lavoratori pubblici.
Non può essere descritta altrimenti la situazione insopportabile che impedisce la riscossione del TFS/TFR rispetto ai lavoratori del settore privato, nel silenzio generale dell’informazione, ormai piegata a un disegno che continua stabilmente a dividere la platea lavorativa in buoni e cattivi, sulla base di interessi estremamente di parte e senza guardare – neanche distrattamente – i torti che il mondo del lavoro nel suo insieme subisce ogni giorno e trasversalmente.
È utile, allora, richiamare quanto già disposto dalla Corte Costituzionale, che ha definito illegittima l’impostazione ancora oggi sposata dal Governo. La negazione dei diritti praticata verso chi eroga prestazioni e servizi conferma l’andazzo: l’attore pubblico discrimina chi onora il servizio con impegno e dedizione. Una linea assolutamente coerente anche con gli stanziamenti previsti nei prossimi rinnovi contrattuali: a fronte di una inflazione a due cifre, gli spicci proposti alle lavoratrici e ai lavoratori non sono sufficienti neppure a recuperare il potere d’acquisto perso negli ultimi anni. E non bastano operazioni di maquillage politico per recuperare il terreno perso.
Per questa ragione continuiamo la nostra mobilitazione: c’è una vertenza salariale evidente in questo paese che coinvolge anche il mondo della Pubblica Amministrazione. Ignorarla vuol dire offendere il mondo del lavoro. Non siamo disposti ad arretrare.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Al Capo Dipartimento
Direzione Generale del Personale e della Formazione
Dott. Gaetano Campo
segreteria.capodipartimento.dog@giustizia.it
Alla Direttrice Generale del Personale
Dott.ssa Mariaisabella Gandini
dgpersonale.dog@giustizia.it
La FP-CGIL esprime la propria solidarietà e vicinanza all’ufficiale giudiziario e ai carabinieri coinvolti in un grave episodio avvenuto in località San Cesareo durante l’esecuzione di uno sfratto, in cui un uomo, per impedire le operazioni, ha esploso colpi di pistola contro di loro.
La vicenda, fortunatamente conclusasi senza vittime, né feriti, segnala le pesanti condizioni in cui gli operatori della giustizia sono costretti a lavorare: l’adempimento delle proprie funzioni di istituto può mettere addirittura a repentaglio la vita stessa.
Occorre sempre tenerlo a mente quando si parla di lavoratori pubblici e ancor più per categorie particolarmente esposte. Occorre tenerlo a mente quando si ragiona sullo stanziamento di risorse per i servizi e per gli organici, in uffici come quello degli ufficiali giudiziari (UNEP), in cui da decenni non si investe e non si assume più, sottoponendo il personale a un crescente stress e a condizioni lavorative sempre peggiori.
Da parte dell’Amministrazione della Giustizia ci aspettiamo, in primis, un gesto di attenzione verso un proprio dipendente che ha visto a rischio la propria incolumità per svolgere il proprio dovere.
Inoltre, nell’evidenziare il rischio insito nell’attività dell’ufficiale giudiziario, si chiede l’apertura di un confronto per individuare insieme soluzioni e approntare protocolli anche con altre istituzioni e amministrazioni che consentano di affrontare nelle migliori condizioni di sicurezza l’adempimento delle attività di istituto, con l’attivazione di tutti gli strumenti di collaborazione con le forze dell’ordine, con i servizi sociali, con i servizi sanitari e con tutte le altre strutture che possono svolgere un ruolo utile per una funzione complessa e delicata come quella dell’esecuzione coattiva dei provvedimenti giudiziali
In attesa di un sollecito riscontro, si coglie l’occasione per porgere cordiali saluti.
Fp Cgil
Felicia Russo
Al Direttore Centrale Risorse Umane
Dott. Giuseppe Conte
per il tramite del Dirigente Area Relazioni Sindacali
Dott. Salvatore Ponticelli
OGGETTO: Richiesta confronto sui criteri per l’accesso ai livelli differenziati di professionalità del personale dell’Area dei professionisti
Con riferimento alla richiesta trasmessa in data 01.03.2024, relativa all’attivazione del confronto sui criteri per l’accesso ai livelli differenziati di professionalità del personale dell’Area dei professionisti, la scrivente sigla sollecita la calendarizzazione di un incontro, anche nelle more di quanto espresso al tavolo negoziale il 4 giugno scorso, al momento della sottoscrizione del contratto integrativo per l’anno 2023.
Si rimane in attesa di riscontro.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Pubblichiamo la Disdetta unitaria CCNL del personale Dirigente e la disdetta CCNL dei Dirigenti e Quadri.
p.la FP CGIL Nazionale
Vincenzo Malatesta
Nell’incontro di ieri con il Direttore Generale del Personale, abbiamo proceduto alla definitiva sottoscrizione del FRD 2023; questo permetterà di avviare le relative procedure di pagamento che dovrebbero concludersi entro il prossimo autunno. A tal proposito va sottolineato come, finalmente, i dipendenti del MIT vedano corrisposto il loro fondo nei tempi fisiologici previsti dal CCNL, e non con i ritardi a cui questo personale era soggetto.
Successivamente si è proceduto ad una discussione che ha toccato i seguenti punti:
Posizioni Organizzative
L’amministrazione ci ha comunicato i dati relativi all’attribuzione delle PO alle varie sedi (centrali e periferiche), avvenuta in base al numero di funzionari assegnati e al numero di uffici dirigenziali, precisando che questi ultimi -Sedi Centrali, DGT, Provveditorati e Capitanerie di Porto- sono tutti destinatari di PO.
Abbiamo ribadito che, come previsto nel verbale di confronto del 25 gennaio 2024 e dal CCNL Funzioni Centrali (art.4), sul punto deve essere resa informazione preventiva alle RSU e alle OO.SS. territoriali aventi titolo.
Vista la natura delle Capitanerie di Porto e la loro frammentazione su tutto il territorio nazionale, provvederemo come FP Cgil, insime alle altre OO.SS. aventi (e per quanto ci riguarda alle nostre RSU elette), a chiedere un incontro al Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto.
Passaggi di area in deroga
La procedura informatica per inoltrare l’istanza per I passaggi di area in deroga è pronta. Il bando sarà pubblicato appena il DPCM relativo alle assunzioni nel MIT sarà sul sito.
Differenziali economici
Anche il format per l’attribuzione dei differenziali economici è stato predisposto. Presumibilmente il bando uscirà in autunno, in modo da consentire la pubblicazione della graduatoria provvisoria entro l’anno in corso. Si sta valutando come far partecipare coloro i quali sono andati in pensione nel corso del 2024 che non dispongono più di account ministeriale di accesso alla rete.
DM Organizzazione di II livello
E’ stato registrato il DM di II livello che sarà pubblicato a breve sul sito; subito dopo verrà emanato l’interpello per i 211 posti di dirigente di II fascia risultanti dalla riorganizzazione.
Il Coordinatore Fp Cgil MIT per la Segreteria Nazionale
Carmen Sabbatella Paolo Camardella
Una carenza di organico del 10,56% rispetto al fabbisogno sostenibile: è il dato che emerge con forza dalla Relazione sulle performance del 2023, deliberata dal Consiglio d’Amministrazione e validata dall’OIV.
Una carenza imponente se si considerano le oltre 8.000 unità assorbite nell’ultimo quinquennio, segno che la stagione concorsuale deve per forza di cose proseguire. Quanto il dato fosse allarmante lo avevamo richiamato già nel primo incontro con i nuovi vertici dell’Istituto: il delta negativo di oltre tremila unità, abbiamo ribadito anche in quella sede, non può essere colmato col ricorso all’intelligenza artificiale o con il meta-processo. Servono nuovi concorsi, che possano garantire un futuro stabile al principale ente previdenziale d’Europa.
Un dato su tutti evidenzia la serietà della situazione: nel 2017, prima dell’ingresso degli Analisti e quindi alla vigilia delle massicce assunzioni che si sarebbero susseguite negli ultimi anni, la consistenza del personale al 31 dicembre era di 28.033 unità, con una sofferenza in termini percentuali stimata nel 6,38%. Oggi, dopo la stagione assunzionale che si è conclusa con l’ingresso dei nuovi Consulenti di protezione sociale del 2023, ci attestiamo attorno 26.059 dipendenti (dato di giugno). È un divario troppo ampio che richiede un’immediata programmazione dei nuovi ingressi.
Come FP CGIL abbiamo quindi chiesto di sfruttare la normativa vigente per poter definire rapidamente concorsi su scala regionale o macro-regionale, per garantire un’efficiente allocazione delle risorse. Perché ciò sia possibile è necessaria un’operazione preliminare, che durante tutto il 2023 chiedemmo con insistenza: urge avere un quadro dettagliato delle carenze in organico, con una ricognizione del delta negativo sede per sede. Solo così potremo ovviare ai pensionamenti, garantendo la tenuta del sistema su scala nazionale senza creare insopportabili differenze e senza retrocedere nei territori sul piano dei diritti.
Resta, sullo sfondo, la necessità di capire come garantire percorsi professionali alle lavoratrici e ai lavoratori dell’Istituto. Rispetto al passato l’imbuto si è rovesciato: l’area più popolata è quella dei funzionari e sebbene il contratto collettivo abbia spianato la strada con il riconoscimento dei differenziali stipendiali – confidiamo nel mese di luglio per la liquidazione 2023 sulla base di quanto detto dall’Amministrazione – resta sullo sfondo la necessità di valorizzare la professionalità di chi assume responsabilità per conto dell’Istituto.
Fuori da ogni retorica: serve la strutturazione della Quarta area, come già avvenuto al Ministero della Cultura. La FP CGIL ritiene che INPS non abbia nulla in meno: per questo deve iniziare da subito a operare in tale direzione, anche chiedendo maggiori disponibilità economiche.
La modifica del PIAO non può, infine, non portare a una riflessione sul personale ispettivo, che verta non soltanto sulle assunzioni in programma, ma sui percorsi di mobilità interna: lo abbiamo chiarito in più occasioni come, a nostro avviso, a valle – anche qui – di una puntuale ricognizione delle carenze d’organico, la costituenda famiglia ispettiva debba accogliere il personale già presente in Istituto e interessato a esercitare questo ruolo in INPS, con un’ovvia priorità riconosciuta a quanti entrarono come ispettivi ma transitarono verso i profili amministrativi in ragione del ruolo a esaurimento.
Solo immettendo risorse nel sistema, assumendo e valorizzando il personale interno a ogni latitudine, si possono affrontare le sfide del futuro. A oggi – con il tetto al Fondo e i salari bloccati, con un numero di dipendenti sempre più esiguo, con poche prospettive di carriera nell’Ente – l’attrattività dell’Istituto rischia di diminuire. Siamo ancora in tempo, ma serve coraggio.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Nella giornata di martedì 18 giugno 2024 si è tenuto un nuovo incontro tra OO.SS. e DAG avente ad oggetto il confronto sulle indennità di Prelex e l’analisi dell’ipotesi di accordo per gli incentivi derivanti dal DL 50/2016 (Codice degli Appalti), resi infine operativi con Regolamento del 18 maggio 2023.
Schema di Decreto ministeriale da adottare ai sensi dell’art. 1, comma 685, L. 205/2017 – Prelex
L’Amministrazione ha presentato il proprio schema di Decreto, che rispetto al passato prevede quest’anno l’introduzione di quote aggiuntive destinate ai “coordinatori” e “referenti” di struttura; tali quote sarebbero intese avere un effetto premiale per quei lavoratori che svolgono le maggiori mansioni nell’attività prelegislativa, avendo “reperibilità anche in orari disagevoli”.
Il 2024 vede un aumento di 400.000 euro, per un totale di 5.9 milioni, ma l’importo risente della creazione di due nuovi Dipartimenti dai quali è completamente assorbito: Il nuovo Dipartimento dell’Economia avrà 37 posizioni, con un budget di 280.000 euro, e il Dipartimento di Giustizia Tributaria 16 posizioni, per un totale di 120.000. Gli altri dipartimenti vedono sostanzialmente invariate le posizioni massime attribuibili, con le 533 della Ragioneria, le 76 del Tesoro e le 113 delle Finanze. Le indennità rimangono dunque a 444,71 lordi su 13 mensilità per i Dirigenti, 446,30 su 12 mensilità per i funzionari e 329,35 per gli assistenti.
Tuttavia, la novità delle “quote aggiuntive”, attribuibili anche in maniera frazionata a discrezione del Capo Dipartimento, rischia di diminuire concretamente il numero massimo di unità di personale interessato in quanto vanno ad attingere dal budget stesso.
Non è l’unica problematica che pesa su questo istituto: la principale è quella della trasparenza. Troppe volte sono giunte dai lavoratori segnalazioni circa l’equità della sua attribuzione, soprattutto considerando che interi Uffici contribuiscono, di norma, alle attività effettivamente svolte in prelegislativa. La FPCGIL ha richiesto la trasmissione delle Determine di ciascun Dipartimento, individuanti gli Uffici che, a consuntivo, hanno diritto a ricevere tale indennità. Ciò allo scopo non solo di verificare come i vari Dipartimenti ne giustifichino l’erogazione ma anche di comprendere quante posizioni vengano riconosciute effettivamente a funzionari ed assistenti e quante ai soli dirigenti.
Tale indennità è materia di mera informativa, e dunque l’Amministrazione potrà procedere autonomamente su questo Decreto, ma la FPCGIL intende vigilare affinché tale indennità sia attribuita senza discriminazioni o privilegi, e soprattutto in modo che vada a remunerare l’attività effettivamente svolta da tutti i lavoratori e le lavoratrici coinvolti.
Criteri di ripartizione risorse incentivi funzioni tecniche – incarichi per procedure d’Appalto
L’Amministrazione ha presentato l’ipotesi di accordo per gli incentivi per le funzioni tecniche derivanti dal DL 50/2016 (Codice degli Appalti), resi infine operativi con Regolamento del 18 maggio 2023. Questo accordo riguarderà unicamente l’annualità 2022/2023 in quanto l’entrata in vigore del Nuovo Codice Appalti imporrà un nuovo accordo sul tema.
In sintesi, l’accordo prevede la spartizione delle risorse accantonate in un fondo alimentato da somme che possono arrivare fino al 2% del valore di ogni appalto. Questo fondo (368.651 euro) viene poi distribuito per l’80% (in teoria 294.920 euro) al personale del Ministero, ad eccezione dei Dirigenti, in base ai ruoli assunti nelle procedure e alle fasi svolte.
Come FPCGIL siamo intervenuti anzitutto per rimostrare l’inerzia dell’Amministrazione per la creazione del Fondo: le annualità dal 2016 al 2022 meritano di essere retribuite, anche se il regolamento attuativo non era ancora presente. In secondo luogo, abbiamo ravvisato come sui 368.000 euro accantonati solo 138.744 euro (il 37,6% del totale circa) sarebbero effettivamente ripartite fra i lavoratori: infatti ai Dirigenti che ricoprono funzioni tecniche gli incentivi non spettano, e l’Amministrazione ritiene che questi compensi non distribuiti debbano costituire economie di bilancio ai sensi del Dlgs stesso (art. 3, comma2 del Regolamento). Tuttavia, il comma 6 dell’art. 2 del Regolamento precisa che è la contrattazione integrativa stessa a prevedere le modalità e i criteri di ripartizione dell’80% delle risorse del fondo.
Di fronte a tale dato, ogni ulteriore discussione sulle percentuali di ripartizione tra le funzioni assume una valenza ben ridimensionata, perché il giusto compenso per il lavoratore è determinato non tanto dalla scelta (ad esempio) tra l’8% e il 10% per il “collaboratore DEC” per la “Fase di esecuzione”, ma dall’entità del fondo da distribuire: bisogna distribuire a lavoratori e lavoratrici un ammontare integro (l’80% del fondo) e non decurtato dal compenso per il ruoli svolti dal Dirigente (il 37,6% di cui sopra).
Per tale motivo ci siamo riservati di approfondire la materia, che potrà essere discussa anche nell’assemblea di prossima indizione, e per il momento non abbiamo firmato l’accordo. L’Amministrazione ha infine informato di star sondando la possibilità con CONSIP di stipulare apposite polizze assicurative per i dipendenti che svolgono le funzioni tecniche di cui sopra.
Varie ed eventuali
In apertura di incontro, si è riflettuto sulla possibilità di trattare la materia delle prossime PEO in stralcio rispetto al CCNI, di modo che esse vengano discusse parallelamente senza sottostare ai tempi necessari per la conclusione dell’accordo ed avviare la procedura il prima possibile e comunque entro l’anno.
Nel prossimo incontro del primo luglio sarà dunque ripresa la discussione sul CCNI, oggetto del precedente comunicato, si valuterà la possibilità di iniziare a discutere delle PEO, e si aggiornerà la discussione sugli incentivi funzioni tecniche.
Invito tutti i lavoratori a prestare attenzione alle prossime comunicazioni, con cui faremo girare i volantini per la prossima assemblea.
Il Coordinatore Nazionale
Andrea Mosca
Al Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità
Direzione Generale PRAM
Dott. Alessandro Buccino Grimaldi
prot.dgmc@giustiziacert.it
Oggetto: richiesta incontro su Famiglie professionali
Facendo seguito all’incontro sulle famiglie professionali tenuto presso il Ministero della giustizia l’11.06 u.s., in occasione del quale, la scrivente FP CGIL, ha richiesto l’attivazione dei tavoli tecnici per i dipartimenti nei quali ancora non si è addivenuti alla definizione dello schema delle Famiglie professionali, si chiede a codesta Direzione Generale di convocare un tavolo di confronto presso codesto dipartimento, come è in atto al Dog, al fine di completare la discussione sulle questioni ancora aperte, in considerazione che ultima proposta è stata inviata alle OO.SS. in data 10.06.24.
Restando in attesa di urgente riscontro, si inviano cordiali saluti.
Per la FP CGIL Nazionale
Fuselli/Russo
Con il presente comunicato sottoponiamo all’attenzione dei dipendenti ENAC un evento che in questi giorni ha suscitato reazioni di dissenso e sconcerto da più parti.
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha dapprima annunciato e quindi presieduto la cerimonia per l’emissione in data 7 giugno 2024 di un francobollo commemorativo dedicato a Italo Foschi, per i 140 anni dalla sua nascita.
Mentre in tutta Italia si celebra Giacomo Matteotti, la Consulta filatelica decide di dedicare un francobollo ad Italo Foschi, militante e simbolo del partito fascista. Considerato responsabile di atti di estrema violenza verso gli oppositori politici, fu l’organizzatore dello squadrismo a Roma. Fu fedele a Mussolini fino alla Repubblica di Salò, quando l’Italia subiva gli eccidi delle brigate nere e delle S.S. naziste.
Ad Amerigo Dumini, capo della squadra fascista che sequestrò e uccise il deputato socialista veneto Giacomo Matteotti, Italo Foschi scrisse: «Sei un eroe, degno di tutta la nostra ammirazione».
Proprio ad Italo Foschi il Ministero delle Imprese e del Made in Italy dedica un francobollo, a 140 anni dalla sua nascita, in quanto fondatore nel 1928 della A.S. Roma, la squadra di calcio.
I meriti sportivi, che sono alla base dell’emissione del francobollo celebrativo della Repubblica Italiana, non possono superare la vergogna per le azioni fasciste, violente e antidemocratiche compiute da Foschi.
Contro ogni logica e senza alcun rispetto verso le vittime del regime fascista, Poste Italiane si ritrova a emettere un francobollo in suo onore, su disposizione dell’apposita Commissione ministeriale.
Ancora più indegna è la scelta della tempistica, poiché appena il 30 maggio scorso ricorreva il centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti: un francobollo in onore di chi ne lodava gli esecutori e ne omaggiava il mandante, appare più una provocazione, che non una semplice coincidenza.
Condanniamo questa grave vergognosa provocazione. Questo francobollo è un’offesa alla memoria di Matteotti, e di tutti gli antifascisti che hanno dato la vita per la libertà e la democrazia per il nostro Paese, e condividiamo le istanze pervenute da più parti di bloccarne subito la distribuzione.
I valori e l’identità culturale di un Paese si riconoscono anche dalla sua storia e dai simboli che sceglie per rappresentarla.
Il Coordinamento Nazionale FP CGIL Enac