Nella giornata del 30 luglio 2024 si è tenuto un nuovo incontro di negoziazione CCNI. I documenti esaminati sono stati vari, e si è cercato di affrontare congiuntamente i vari aspetti – economici e non – discussi negli ultimi mesi.

Anzitutto è stato esaminato il nuovo FRD, che vede – come da richiesta delle OO.SS. – una riserva per la performance organizzativa sempre più alta (44.865.719 euro) rispetto a quella individuale (2.100.000 euro, in calo di 500.000 euro) per permettere la maggior ridistribuzione possibile delle risorse di tutti i lavoratori. Particolarmente apprezzabili sono le risorse destinate alla contrattazione integrativa di sede in aumento, da 8.7 mln a 9,4 mln, segnale di una maggiore attenzione al territorio che, come FPCGIL, abbiamo sempre sostenuto e continueremo a supportare. Apportate poche modifiche al testo proposto dall’Amministrazione, circa la scala parametrale e il Contributo unificato per le CGT, il testo è stato approvato e sottoscritto da tutte le OO.SS.

In seconda battuta, è stata discussa l’ipotesi di accordo sin qui stilata e discussa, con riferimento al welfare e alle indennità. Ad esso sono state apportate varie limature, come il maggior coinvolgimento dell’OPI nella individuazione delle specifiche responsabilità area degli assistenti, ma nel complesso l’Amministrazione conferma la propria proposta. L’impianto dell’organizzazione del lavoro resta a nostro avviso ancora ancorato a logiche superate, evidenziabili negli orari indicati per la maturazione delle indennità di turno e reperibilità. Sono state presentate, ma non discusse, alle OO.SS le proposte di articolazione dell’orario di lavoro, che vede il ritorno al regime pre-covid, e di revisione dei criteri di conferimento PO. Come FPCGIL abbiamo diversi rilievi al riguardo che ci riserviamo di approfondire, discutere con gli iscritti e portare al tavolo.

La discussione si è tuttavia focalizzata sull’ipotesi di accordo sulle prossime PEO, che ha visto una discussione accesa fra Amministrazione e OO.SS. Anzitutto, il budget stanziato per le prossime PEO ammonta a 7.545.446,26 euro, per un totale di 3.021 differenziali stipendiali così ripartiti: 1.685 Area Funzionari (su una platea di possibili concorrenti di 3.511 lavoratori, secondo le stime del DAG); 1.317 assistenti (su 2.744 concorrenti); 19 operatori (su 39). Più o meno, non sfuggirà a chi legge, si tratta di un rapporto di 2 a 1 (50%) fra platea degli interessati e differenziali disponibili.

Prima di entrare nella questione di merito si specifica che, nell’impianto dell’Amministrazione, potranno partecipare coloro che abbiano maturato nell’area un’anzianità di servizio di almeno 2 anni al 31 dicembre 2023 e che non abbiano beneficiato, nei 2 anni antecedenti al 1° gennaio 2024, di alcuna “progressione economica o verticale. È pertanto certificato, se l’accordo non verrà modificato, che i vincitori delle scorse PEO non potranno partecipare (avendo una decorrenza al 1° gennaio 2022), e che chiedere l’innalzamento a 3 anni avrebbe l’unico effetto di estromettere colleghi e colleghe dal diritto a competere.

Ciò posto, come FPCGIL pensiamo che la proposta dell’amministrazione sia una base su cui occorre continuare il confronto e lavorare in vista del prossimo incontro di settembre, e desideriamo fare i seguenti rilievi:

  1. Il CCNL ha assegnato alla contrattazione integrativa la responsabilità di decidere la quantità di risorse da mettere a disposizione delle nuove progressioni economiche nell’ambito di quelle indicate nella parte stabile del Fondo Risorse Decentrate e, conseguentemente, stabilire la quantità di differenziali stipendiali attribuibili per ciascuna Area. Per questo chiediamo di conoscere a quanto ammonta complessivamente la parte stabile del FRD è per quali voci di salario accessorio risulta finora utilizzata. Ciò al fine di verificare l’effettiva disponibilità economica utilizzabile per le progressioni economiche ora determinata dall’Amministrazione in circa 7,5 milioni di euro;

  2. L’esclusione dei lavoratori che hanno beneficiato di una progressione verticale, non esplicitamente stabilita dal CCNL, andrebbe sostanziata dall’effettivo beneficio economico ottenuto, al fine di rendere tale decisione compatibile con il CCNL ed evitare l’esclusione di lavoratori che potrebbero aver ottenuto un passaggio all’area superiore ma con il solo assorbimento della retribuzione di maggior favore già in godimento (esempio: il caso del lavoratore già inquadrato in Area II F5 o F6 poi reinquadrato in Area III F1);

  3. La proposta dell’Amministrazione di introdurre un terzo criterio oltre quelli già indicati dal CCNL (valutazione individuale e esperienza professionale) coglie l’esigenza di non disconoscere totalmente il criterio delle “capacità culturali” e, apprezzando lo sforzo di individuare comunque un criterio oggettivo, forse sarebbe il caso di definire inequivocabilmente il criterio dei “titoli di studio e formativi”, eventualmente recuperando anche ulteriori tipologie di titoli, purché certificati, sia relativamente ai master universitari sia di natura professionalizzante [ECDL/Certificazione abilitazioni linguistiche/Iscrizione albi/Altro]. Ciò in considerazione del fatto che né il SVMP né l’esperienza professionale rilevano il possesso di tali titoli;

  4. La riduzione a due degli anni di anzianità di servizio, ovvero di appartenenza all’Area, quale requisito di partecipazione alle selezioni per l’attribuzione dei nuovi differenziali stipendiali, contribuisce a dare il segno di una procedura di progressioni economiche che punta a consolidarsi quale pratica costante di valorizzazione del personale che, alla luce delle procedure indicate dal CCNL a garanzia dell’effettiva rotazione nell’attribuzione dei differenziali (la maggiorazione del punteggio individuale per chi è da almeno sei anni fermo economicamente; la soglia massima dei differenziali ottenibili nell’arco della vita lavorativa; l’azzeramento dello sbarramento per i cosiddetti “apicali” di area) e delle dinamiche di turn over presenti nell’Amministrazione possono dare concretamente una prospettiva di crescita a breve anche a chi è entrato in amministrazione relativamente da poco tempo.

Sapendo che il meccanismo dei punteggi non consente facili e scontati automatismi, né a vantaggio della sola anzianità né a vantaggio del solo titolo di studio, si tratta di evitare nei confronti degli uni e degli altri (giovani/senior) una inutile quanto dannosa, per entrambi, contesa in favore di una più sana e proficua capacità di lavorare tuttə nella direzione di un più generale benessere organizzativo e collettivo.

Per questo chiediamo all’Amministrazione di non limitarsi ad una applicazione burocratica degli istituti più innovativi del CCNL, a partire anche dalle niove progressioni economiche.

Liberare maggiori risorse per le progressioni economiche, infatti, si tradurrebbe in un maggior contingente di differenziali attribuibili, valorizzando tutti i lavoratori, senza distinzioni, di tutte le Aree e di tutte le età con un complessivo vantaggio per l’amministrazione.

La prossima riunione è programmata per il 5 settembre prossimo.

Roma, 31/07/2024

Il Coordinatore Nazionale

Andrea Mosca

Alla Direttrice Generale

Dott.ssa Valeria Vittimberga

Al Direttore Centrale Risorse Umane

Dott. Giuseppe Conte

per il tramite del       Dirigente Area Relazioni Sindacali

Dott. Salvatore Ponticelli

OGGETTO: RICHIESTA TEP ASSUNTI 2023 E DIFFERENZIALI 2024

Da tempo la scrivente sigla pone all’Amministrazione il tema centrale dell’agenda sindacale: preservare il salario dei dipendenti. Cosa vuol fare l’Istituto per non perdere attrattività nei confronti delle altre pubbliche amministrazioni, posto il tetto al fondo imposto dal d.l. 75/2017? 

La vertenza salariale che investe il paese è evidente a ogni osservatore, come è evidente la differenza retributiva tra dipendenti pubblici italiani e dipendenti delle PA europee. Una differenza che non accenna a ridursi, stante i miseri stanziamenti disposti dal Governo per il rinnovo dei contratti.

Rispetto a questa situazione abbiamo sempre offerto alcune possibili soluzioni tampone: abbiamo chiesto, ad esempio, l’attivazione di un tavolo per il riconoscimento del buono pasto in regime di lavoro agile, nonché l’erogazione di un’indennità forfettaria per le spese sostenute in Smart working

Sono soluzioni che non risolvono il macro-problema, ma restano strade immediatamente percorribili in autonomia.

La prima proposta non troverebbe ostacoli in ARAN, ancorando l’attività lavorativa alle fasce di contattabilità. Del resto l’introduzione del ticket consentirebbe di sanare un disallineamento rispetto a moltissimi lavoratori del regime privato.

La seconda proposta doveva dar seguito a una promessa da marinaio fatta durante il COVID, e da INPS abbondantemente disattesa. L’Istituto si è nascosto dietro un dito, dicendo che fuori dal contratto collettivo non ci sono margini per stanziamenti che consentano altre uscite, svilendo in tal modo la contrattazione di ente, che invece dovrebbe essere valorizzata.

Entrambe le ipotesi, lo ribadiamo, sono immediatamente realizzabili, ma non hanno trovato il favore di un’Amministrazione che da troppo tempo, ormai, sembra propensa a fare costantemente economie, recando un grave pregiudizio alle tasche di lavoratrici e lavoratori.

È necessario interrompere questa spirale negativa e mostrare un segno di attenzione alle colleghe e ai colleghi che ogni giorno rappresentano con abnegazione il volto dell’Ente su tutti i territori.

Per questo non solo ci attendiamo un’apertura sul regolamento per l’erogazione dei buono pasto, ma chiediamo che il mese di agosto non vada disperso. L’Amministrazione fissi da subito due incontri, attivando gli uffici per la preliminare ricognizione, e calendarizzi all’ordine del giorno:

  • Accordo stralcio per il riconoscimento del TEP agli assunti 2023;

  • Differenziali stipendiali 2024.

Sul primo punto, al netto delle stime, è possibile procedere riprendendo la dizione vigente nei precedenti integrativi e blindando, in tal modo, il testo rispetto agli interventi dei ministeri vigilanti. Nessuna delle parti al tavolo ha manifestato obiezioni sul punto e rispetto al passato caro-affitti e inflazione hanno massacrato il potere di spesa dei dipendenti: questa attesa non ha senso! Oggi, in alcune aree del paese, colleghe e colleghi arrivano a spendere fino a 1.000 euro per l’affitto, quando non sono costretti a viaggiare per ritornare dai propri cari: il differimento a cosa serve?

Sul secondo punto, invece, abbiamo la necessità di comprendere se la ricognizione promessa dall’Amministrazione è stata realizzata e quali implicazioni essa ha. Attendiamo di capire, dati alla mano, la via più opportuna per consentire a tutti gli esclusi dalle progressioni passate di avere il riconoscimento di carriera agognato.

Siamo arrivati ad agosto. E sembra sempre più puntuale il detto “chi ha tempo non aspetti tempo”.

Si rimane in attesa di riscontro,

Cordiali saluti

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Come riportato nel precedente comunicato del 2 luglio 2024, le OO.SS. e l’Amministrazione si sono confrontate sull’ipotesi di accordo per l’incentivo funzioni tecniche relative al vecchio Codice degli Appalti – Dlgs. 50/2016.

Sebbene tale accordo avrà una validità limitata di un anno, in ragione dell’entrata in vigore del nuovo Codice Appalti, talune sue previsioni non hanno trovato la nostra condivisione.

Come FPCGIL abbiamo sostenuto con forza che nulla di quanto previsto nel vecchio Codice e nel DM impedisse una loro ripartizione tra il personale che ha svolto l’attività, posto anche il limite del 50% di cui all’art. 8 del DM.

In concreto, le somme accantonate che avrebbero potuto essere disponibili per la ripartizione ammontano a euro 368.651,10, ma la quota che sarà ripartita tra i lavoratori sarà di soli euro 138.744,22. Questo perché l’Amministrazione ritiene che le somme spettanti al personale Dirigenziale, siccome “non concorrono alla ripartizione del fondo” (art. 113 vecchio Codice e art. 1 DM), vadano in economia di bilancio, in base alle linee guida ANCE e all’esperienza consolidata di altre Amministrazioni Centrali. Eppure, il DM n. 116/2023, all’art. 3 comma 2, usa l’espressione “non corrisposte”, che è diverso dal concetto di “ripartizione”.

Non si tratta unicamente di una mera questione interpretativa, ma anche sistematica. All’art. 2 comma (6), il DM 116/2023 recita: “La ripartizione dell’80 per cento delle risorse avviene con le modalità e i criteri di ripartizione previsti in sede di contrattazione decentrata integrativa del personale“, criteri però che ci sono stati sottratti da questa interpretazione della lettera del DM.

Questo aggrava ulteriormente la situazione dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolti/e, stante la mancata attivazione del Fondo prima del 2022, dovuta al ritardo con cui la nostra Amministrazione si è dotata del necessario DM e che quindi ha in sostanza impedito ai lavoratori di percepire la giusta retribuzione per le mansioni svolte dal 2016 al 2022.

L’Amministrazione non ha tuttavia accolto le nostre istanze poiché, nel loro modo di vedere, non compete al DAG interpretare una norma di legge. Le altre sigle sindacali, nonostante alcune di esse abbiano provato a sostenere la nostra posizione al tavolo, hanno infine ritenuto sufficientemente persuasive le ragioni opposte dall’Amministrazione.

Per noi, tuttavia, esse sono inaccettabili ed è per questo motivo che la FPCGIL ha deciso di non sottoscrivere l’accordo.

Si tratta di una decisione grave e a lungo discussa, ma di fronte alla sottrazione di 230.000,00 euro dall’equa retribuzione dei lavoratori non possiamo e non vogliamo prestare acquiescenza.

A questo punto faremo comunque le nostre valutazioni su tutte le possibili strade da intraprendere per tutelare gli interessi dei lavoratori. Vigileremo soprattutto affinché il prossimo Accordo – che sarà necessario in vista dell’entrata in vigore del nuovo Codice degli Appalti, avente regole differenti di accantonamento dell’incentivo – simili inaccettabili chiusure ad esclusivo danno dei lavoratori non vi siano più.

Il Coordinatore Nazionale

Andrea Mosca

Al Capo Divisione Risorse
dell’Agenzia delle Entrate
Dott. Antonio Dorrello

Alla
Direttrice
Centrale
Risorse Umane
dell’Agenzia delle Entrate
Dott.ssa Laura Caggegi

OGGETTO: Richiesta incontro – Informativa Sperimentazione nuovo profilo di
accesso all’applicativo informatico “Serpico”.

L’informativa inviata in data 26.07.2024 alle OO.SS. nazionali ed inerente gli access all’Anagrafe Tributaria segna senza ombra di dubbio un passaggio organizzativo e gestionale fondamentale nel panorama delle disposizioni operative e di rispetto delle norme e delle regole da parte dell’Agenzia nei confronti dei suoi dipendenti.
Appare evidente che le modalità operative che sono previste per l’accesso all’anagrafe tributaria comporteranno inevitabilmente un aggravio ingiustificato rispetto ai tempi di lavorazione e al raggiungimento degli obiettivi, basti pensare all’incidenza negativa che determinerebbe sui tempi di risposta e sulle attività di assistenza e informazione svolte nelle SAM e nei front-office, solo per citarne un paio e per non addentrarci nei rivoli ancor più complessi delle attività di controllo, registro o di analisi e ricerca.
Se è vero infatti che episodi che avrebbero configurato interrogazioni e ricerche non giustificate dalle lavorazioni assegnate sono stati assunti non di rado agli onori della cronaca, è altrettanto certo che un clima di caccia alle streghe in Agenzia non gioverebbe a nessuno all’interno delle nostre strutture e tanto meno di riflesso alla collettività.
Pertanto, fermo restando che sicuramente occorra informare preventivamente gli addetti sul corretto utilizzo degli applicativi, che sia necessario effettuare i dovuti controlli a posteriori da parte delle strutture interne deputate, che si debba essere intransigenti nei confronti di eventuali abusi e che sia necessaria un’implementazione non invasiva delle procedure a titolo preventivo per tracciarne efficacemente l’utilizzo motivato, la FP CGIL chiede che venga immediatamente sospesa l’applicazione dell’informativa al fine di avviare un preliminare confronto con le OO.SS. che riporti la dovuta serenità alla discussione di una tematica certamente di grande rilievo ed importanza che andrebbe affrontata con maggiore cautela e ponderatezza.
La stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Agenzia, infatti, contribuisce quotidianamente con il proprio impegno, con la propria professionalità e con la propria onestà ad assicurare puntualmente ed efficacemente il presidio di tutti i compiti assegnati all’amministrazione finanziaria e il rispetto degli obiettivi stabiliti dalle Convenzioni, malgrado le difficoltà strutturali in termini di risorse umane, tecniche e con il proprio salario accessorio bloccato da norme inique e contraddittorie.
Resta inteso che per questa O.S. un ulteriore aggravio burocratico nelle attività, comportando tempi diversi di lavorazione, qualora dovesse creare appesantimenti ed aggravi, non potrà essere in alcun modo addebitabile ai dipendenti dell’Agenzia.
In attesa di un cortese riscontro, si porgono cordiali saluti.

Il Coordinatore Nazionale FP CGIL
Agenzia delle Entrate
Florindo Iervolino

In data 23 luglio u.s. si è tenuto l’incontro avente per oggetto gli incentivi per funzioni tecniche che la norma prevede siano riconosciute alle figure che interagiscono nell’ambito del codice degli appalti.
Ci siamo trovati di fronte ad una controparte che si è presentata con dati insufficienti per poter comprendere gli effetti di un Accordo e totalmente chiusa di fronte a ogni tipo di mediazione tanto da decidere ad un certo punto della trattativa in cui nessuna sigla sindacale avrebbe firmato l’Accordo che avrebbe comunque inviato quella intesa agli organi di controllo per l’applicazione.
Parliamo di circa 5 milioni e mezzo di incentivi relativi alle annualità 2016/2019 da suddividere tra 376 unità in tutta Italia a secondo dell’apporto dato. (Dati dell’Agenzia di cui non si conosce la fonte).
I conti sono semplici da fare per comprendere di cosa parliamo e di quali somme cadauno si sta parlando.
Come FPCGIL da tempo rivendichiamo la necessità di dover riconoscere quanto dovuto ai colleghi interessati, ma proprio perché la materia è delicata e di prima applicazione ritenevamo necessario, dopo anni che l’Agenzia non ne ha mai parlato, che la procedura fosse leggibile e trasparente.
Abbiamo chiesto di:
– chiarire nell’accordo come sarebbero stati rilevati i dati per individuare i colleghi interessati (con atti già a suo tempo emessi o ora per allora?)
– ⁠di farci conoscere quale fosse la forbice dei compensi che sarebbero stati pagati per avere una idea della ricaduta di tale Accordi
– ⁠di prevedere per trasparenza la pubblicazione, anche per prevenire interventi dell’anticorruzione, dei compensi corrisposti, come avviene in altre Amministrazioni
– ⁠di mettere in atto un sistema di rotazione tra il personale per accedere agli incentivi
– ⁠di prevedere una formazione per ampliare la platea
– ⁠di decidere nell’Accordo se gli allora titolari di PO, POER, POT e POS potessero accedere a questi incentivi visto il loro trattamento di onnicomprensività Di fronte alle nostre proposte la risposta dell’Amministrazione è stata evanescente e di netta chiusura ad ogni apporto costruttivo.
Pertanto, con la maggioranza delle sigle sindacali, la FPCGIL NON ha sottoscritto l’Accordo, firmato invece da sole due OO.SS. a cui alla fine andava bene tutto.
Di fronte all’arroganza di non voler ascoltare le richieste e chissà per quale motivo non rispondere alle domande non potevamo che rispondere con la nostra netta contrarietà.
Vi invitiamo a leggere l’Accordo per rendervi conto di quanto sia poco trasparente e leggibile. Alleghiamo il comunicato unitario di tutte le OO.SS. non firmatarie di un Accordo di minoranza.

Il Coordinatore Nazionale FPCGIL
Agenzia delle Entrate
Iervolino Florindo

Si è svolto stamattina l’incontro tra le organizzazioni sindacali e l’Amministrazione. Come anticipato nei giorni scorsi, oggetto del confronto erano la situazione della vigilanza ispettiva, alla luce della fine del ruolo a esaurimento, e la contrattazione integrativa.

Vigilanza

Con riferimento al primo punto, come FP CGIL abbiamo richiamato i lavori parlamentari di ieri: con l’adozione degli emendamenti presentati al d.l. Agricoltura era stato di fatto anticipata, prima del confronto odierno, l’entità di assunzioni previste. Le 403 unità che dovrebbero potenziare l’organico sono desunte tenendo in considerazione i pensionamenti intervenuti dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2023. Ad oggi altri 27 pensionamenti dovrebbero aver ridotto l’organico a disposizione.

In tal senso abbiamo rilevato che:

  • il dato così concepito è poco significativo ai fini di un’efficiente allocazione delle risorse che, come sigla, continuiamo a chiedere nell’interesse stesso della funzione ispettiva. Vanno illustrate al tavolo sindacale le cessazioni intervenute sui diversi territori: il dato aggregato ci dice poco sulle sofferenze registrate dalle singole Regioni. Riteniamo, pertanto, che il dato debba essere riclassificato e scorporato su scala regionale, per rispondere alle carenze d’organico effettive e al ritardo maturato negli ultimi sei anni;

  • con il Messaggio Hermes 1636/2024, INPS aveva attivato il reinquadramento nel profilo Vigilanza secondo quanto disposto dal Legislatore. Abbiamo chiesto quante unità saranno così ricollocate. Poiché il Decreto ha per sua stessa natura carattere d’urgenza, non riteniamo utile una strada che punti ad arruolare risorse esterne quando in INPS sono presenti lavoratrici e lavoratori che hanno compiuto, anche in altri Enti, l’attività ispettiva. Pensiamo a chi aveva vinto un concorso in INPS optando poi per il cambio profilo, ma pensiamo anche agli assunti da INL e INAIL nelle ultime tornate: colleghe e colleghi che hanno già una formazione specifica in materia. C’è un profilo di opportunità e legittimità che non può essere ignorato. L’Amministrazione ha specificato che secondo le loro ricognizioni solo 7 risorse avrebbero i requisiti rispondenti alla norma, ma la Direttrice generale ha aperto – in tal senso – alla nostra proposta per un reinquadramento anche degli altri interessati alla fine dell’anno, sulla scorta dei pensionamenti 2024;

  • se l’obiettivo è quello di rafforzare la Vigilanza, non si dovrebbero poi escludere, a nostro avviso, gli amministrativi che popolano la famiglia professionale dei Funzionari, qualora essi intendano cambiare profilo per iniziare un nuovo corso all’interno dell’Istituto;

  • nell’attesa di capire se esisterà una cabina di regia (DC Vigilanza) per agire in sinergia con le altre istituzioni coinvolte, continuiamo a insistere sull’opportunità di presentare un piano di formazione specifico, esteso anche al personale ispettivo già in forza all’Ente, nonché un meccanismo sinergico tra Avvocature e ispettivi per valutare la tenuta in giudizio dei verbali. Se non operiamo adesso in questa direzione rischiamo di restare nell’impasse;

  • Valorizzare la vigilanza vuol dire dare il giusto riconoscimento a quei funzionari non apicali che ancora attendono un passaggio. Veniamo così alla contrattazione integrativa.

Contrattazione integrativa e crescita professionale

Abbiamo riproposto i nostri temi:

  • sì alla costituzione della Quarta Area, anche con un contingente ridotto purché parta subito, valorizzando in primis le tante professionalità presenti sui territori che assolvono già oggi funzioni straordinarie rispetto al loro inquadramento. In relazione a quanto espresso da altre sigle alziamo la guardia, però, circa il rischio di considerare funzionari alla stregua dei dirigenti: la remunerazione corrisponde alle attribuzioni. Una investitura diversa non può alterare il quadro definito dai CCNL;

  • no alle modifiche al quadro indennitario finché l’Amministrazione non presenterà i profili professionali del futuro. Esistono indennità anacronistiche e posizioni organizzative sottovalutate: o si ridiscute integralmente il tema, o la CGIL non è disponibile a intervenire per minimi correttivi che sembrano cuciti su misura di pochi fortunati;

  • progressioni per chi è rimasto al palo nei precedenti giri. La CGIL già l’anno passato indicò per prima la necessità di valorizzare maggiormente i titoli, anche con una differenziazione più accentuata nella forbice, scontrandosi con le resistenze espresse al tavolo. Lo sostenemmo per un motivo evidente: con le massicce immissioni del 2019 e del 2023, presto o tardi l’anzianità di servizio non sarà più un criterio utile. Possiamo permettere, allora, che la sola anzianità anagrafica diventi lo spartiacque, per accedere o meno a una progressione? O vogliamo rimettere tutto alle valutazioni individuali, consegnando alla discrezionalità dei dirigenti la crescita professionale del singolo lavoratore? A nostro avviso no. Ecco perché abbiamo chiesto di approfondire la proposta: se si cambia il sistema per estendere le progressioni a tutti, facendo leva su una differenziazione dell’esperienza professionale tra chi ha avuto una progressione e chi è rimasto senza, siamo disponibili al confronto come dichiarato anche negli incontri precedenti; se cambiano solamente alcuni elementi, il rischio di innescare una spirale confusionaria è evidente. E non possiamo permettere doppi passaggi mentre troppe lavoratrici e lavoratori sono ancora alla finestra di un riconoscimento. Per evitare questo serve il contributo dell’Amministrazione: partiamo dai numeri e studiamo su di essi le idee.

Purtroppo il mefitico clima da campagna elettorale fa sì che qualcuno abbia demenzialmente riassunto il confronto come un’opposizione di questa sigla. Era già successo in passato, quando ci opponemmo allo Smart Friday e sempre i soliti noti dissero che invece eravamo favorevoli, avvelenando i pozzi. Confidiamo sia malizia e non incapacità di comprendere: sarebbe preoccupante. Apprezziamo, però, la loro curiosità per la nostra posizione: se interessati siamo disponibili a spiegarla anche con disegnini di supporto.

Resta, sullo sfondo, il tema del tetto al Fondo, su cui abbiamo chiesto un chiarimento alla Direttrice generale. È stato confermato, in questo senso, l’avvio di un’interlocuzione a tutti i livelli, che ha coinvolto anche la Presidenza dell’Istituto. L’obiettivo è emulare quanto già avvenuto per le Agenzie fiscali. Confidiamo in futuri aggiornamenti.

Varie

L’Amministrazione, a margine della riunione, ha precisato che:

  • i differenziali stipendiali 2023 saranno pagati nel mese di agosto;

  • i saldi incentivanti per lo stesso anno saranno regolarmente pagati a luglio;

  • nel mese di luglio INPS conta di definire la procedura di mobilità per il personale in comando.

Roma, 03.07.2024

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Comunicato FPCGIL – Ripartizione dell’incentivo per le funzioni tecniche

A seguito delle discussioni CCNI aggiornate al 1° luglio, le OO.SS. e l’Amministrazione hanno esperito un ulteriore confronto circa l’incentivo per le funzioni tecniche.

L’ipotesi di accordo, stilata in base al vecchio Codice degli Appalti – Dlgs. 50/2016 – e al recente DM del Ministero n. 116/2023, non ci aveva infatti convinto integralmente in ragione della ripartizione delle sue somme.

Le somme accantonate per l’incentivo in questione, ammontanti al 2% del valore degli apparti esperiti, sono infatti pari a euro 368.651,10, ma la quota che sarà ripartita tra i lavoratori sarà di soli euro 138.744,22. Questo in ragione del fatto che il personale Dirigenziale che pure ha svolti ruoli in procedure ad evidenza pubblica “non concorrono alla ripartizione del fondo” (art. 113 vecchio Codice e art. 1 DM). L’Amministrazione ritiene che le somme loro spettanti vadano in economia di bilancio, in base alle linee guida ANCE e all’esperienza consolidata di altre Amministrazioni Centrali.

Come FPCGIL ci siamo battuti sostenendo che niente di quanto previsto nel vecchio Codice e nel DM (cfr. art. 3 comma 2, che usa l’espressione “non corrisposte”) impedisca una loro ripartizione tra il personale che ha svolto l’attività, posto anche il limite del 50% di cui all’art. 8 del DM. Più intuitivamente e in sintesi: per potersi avere quote non corrisposte da mandare in economie logica vuole che esse siano prima ripartite, che nel nostro modo di vedere le disposizioni in questione è una fase antecedente alla corresponsione e da essa andrebbe tenuta separata; ma esse non possono essere ripartite coi dirigenti e conseguentemente l’80% delle risorse disponibili non dovrebbe essere decurtato dei loro compensi.

Si tratta di un riconoscimento importante posto che la mancata attivazione del Fondo, dovuta al ritardo con cui la nostra Amministrazione si è dotata del necessario DM, ha impedito ai lavoratori di percepire la giusta retribuzione per le mansioni svolte dal 2016 al 2022.

Ad ogni modo, l’accordo in questione varrà per le procedure esperite sotto la vigenza del vecchio Codice degli Appalti, e abbisognerà di un nuovo accordo per il periodo successivo al giugno 2023. Auspichiamo che esso sia inserito nel nuovo CCNI, posto che la relativa procedura – accantonamento, individuazione figure professionali, nomine e motivazione è oramai stabilizzata.

 Il Coordinatore Nazionale

       Andrea Mosca

Nella giornata di ieri si è tenuta una riunione di discussione sull’ipotesi di accordo CCNI per il MEF. Le OO.SS. e l’Amministrazione si sono dunque nuovamente confrontate sul medesimo documento già discusso nelle due riunioni precedenti, riguardante l’aspetto delle indennità varie per i dipendenti a valere sul Fondo Risorse Decentrate.

L’Amministrazione, su richiesta delle OO.SS., ha infatti presentato ulteriori dati economici per rendere contezza sul come saranno impiegate le risorse del Fondo, in aumento rispetto agli anni precedenti e previsto in crescita del 5% nelle successive annualità.

L’Amministrazione ha chiarito che la sua proposta di riduzione delle indennità di turno in favore della reperibilità è stata avanzata in ragione delle esperienze pregresse, che hanno visto spesso le risorse allocate restare inerti per poi essere ripartite a consuntivo nell’anno seguente. Tali risparmi vanno ad aumentare la quota del Fondo destinata alle reperibilità, in modo da poterla ridistribuire con celerità ai lavoratori. L’aumento delle risorse del Fondo è stato anche destinato all’incremento per la performance individuale, parte stipendiale che era già in crescita nel 2022 secondo le direttive ARAN. Circa la creazione dell’indennità per gli addetti alle segreterie (per massimo 92 unità) e per le specifiche responsabilità assistenti (che coinvolgeranno 1.130 lavoratori e lavoratrici, su un totale di 3.000) pescano dal Fondo per 2 mln circa, e prevederanno un attento monitoraggio al fine di assicurarne un’equa distribuzione.

L’Amministrazione ha poi fornito ulteriori dettagli circa le prossime PEO, che dovrebbero coinvolgere 2.900 lavoratori e lavoratrici, prediligendo coloro che sono fermi da più anni nella medesima fascia, ma permettendo di partecipare con 2 anni di anzianità.

Il tavolo di contrattazione ha ribadito la sua volontà di approfondire la proposta allocazione delle risorse in questione all’esito dell’esame dell’articolato nella sua interezza, anche di quelle parti riservate a mero confronto o semplice informativa. Infatti, soprattutto per il tema PO – in aumento nel prossimo Contratto, non solo per effetto della creazione di due nuovi Dipartimenti – è stata reiterata la richiesta di maggiore trasparenza nelle procedure di assegnazione che era stata sollevata dalla FPCGIL nelle due precedenti riunioni.

La riunione è stata aggiornata a giovedì 11 luglio 2024.

Il Coordinatore Nazionale

Andrea Mosca

Con la pubblicazione del Messaggio Hermes 2424 si chiude il primo riconoscimento dei differenziali stipendiali, secondo l’impianto del contratto collettivo. La partita del 2023 si esaurisce così in maniera utile per un’ampia fetta di lavoratrici e lavoratori, ma con margini di intervento. Non è un mistero che la classificazione tra esperienza professionale e titoli non fosse quella proposta al tavolo dalla FP CGIL, la quale ha più volte espresso il proprio convincimento. In sintesi: per un’Amministrazione attrattiva e non respingente serve una valorizzazione economica delle professionalità esistenti.

Questa passa dalla costituzione della Quarta Area (ancora da compiere), dal riordino dei profili professionali (col superamento di attribuzioni del secolo scorso) e soprattutto dal riconoscimento del differenziale stipendiale a tutti coloro che hanno offerto un contributo straordinario durante il COVID. Da qui l’impegno, proposto da questa sigla, e fatto proprio da tutte le parti al tavolo, di confermare – con la prima dichiarazione congiunta – l’impegno a proseguire nelle progressioni nei CCNI a venire.

Perché ciò sia possibile la contrattazione dovrà fare delle scelte, ma possiamo certamente evidenziare fin da ora che senza la benedetta deroga al d.l. 75/2017 gli sforzi rischiano di essere vanificati: alla crescita delle risorse indisponibili diminuisce la quota incentivante, in un perverso gioco al ribasso. Una situazione che ci sembra totalmente inaccettabile e per la quale abbiamo richiesto a più riprese un impegno politico dell’Ente.

Nell’attesa che INPS ci dica come intende ovviare a questo problema, se è allo studio un riconoscimento specifico per l’Istituto, ci sono due partite da affrontare.

La prima è quella relativa al tempo utile per la liquidazione del differenziale 2023: è vero che essa sarà comprensiva degli arretrati, ma quando è prevista la calendarizzazione del pagamento? Nel mese di luglio come lasciato intuire? O si rischia di slittare? Non citeremo la possibilità di ricorrere a presunte task force, ma è evidente che la necessità di chiudere il cerchio definitivamente c’è e l’Amministrazione deve sgomberare il campo da ogni possibile speculazione che aleggia nell’Istituto: quando paghiamo?

Lo diciamo parafrasando una pubblicità: l’attesa del differenziale NON è essa stessa il differenziale.

Analogamente crediamo sia centrale procedere con la massima celerità alla pubblicazione delle graduatorie per le progressioni verticali in deroga. Diamo atto a INPS di aver operato finora con una visione d’insieme non comune ad altre pubbliche amministrazioni, ma la scadenza del 31 dicembre si avvicina e la partita deve essere definita per tempo, senza corse all’ultimo respiro. Ci sono 913 assistenti e 52 operatori che attendono: diamo loro risposte. Non è soltanto necessario, è giusto.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

COMUNICATO ALLE LAVORATRICI E AI LAVORATORI DEL MIC

Si è tenuto stamattina l’incontro di aggiornamento sulle tematiche affrontante nei tavoli tecnici e la ratifica dei relativi accordi.

Protocollo d’intesa sulle famiglie professionali.
Dopo il lavoro della commissione proseguito per mesi sul nuovo ordinamento professionale, abbiamo deciso, con grande senso di responsabilità di sottoscrivere il nuovo testo per dare una risposta a tutte le lavoratrici e lavoratori, arrivato oltre dieci anni dal precedente, anche in vista della necessità di convenire ai criteri sui passaggi tra le aree e le progressioni economiche. Avevamo chiesto unitariamente il ritiro del bando sulle Elevate Professionalità rilevando non poche criticità ma, ancora una volta, abbiamo registrato l’assenza totale di riscontro da parte dell’Amministrazione politica.

Accordo sulle procedure di progressioni economiche all’interno delle aree
Così come previsto dal CCNL, le parti hanno convenuto la messa al bando di 2018 posizioni ( pari al 49,90% della platea) con decorrenza 1 gennaio 2024. I requisiti per i partecipanti , che dovranno essere in servizio alla data di pubblicazione del bando, sono la permanenza di almeno 3 anni nel ruolo del Mic alla data del 31.12.2023, l’assenza di progressione economica nell’ultimo triennio, l’assenza di contestazioni disciplinari. La graduatoria degli aventi diritto sarà redatta in base ai dettami contrattuali e compatibilmente con le risorse del FRD appositamente stanziate.

Protocollo d’intesa relativo ai criteri di conferimento e revoca delle indennità di specifica
responsabilità per l’area degli assistenti.
La discussione è proseguita con l’analisi della bozza del testo proposto dall’Amministrazione. Il confronto è cominciato sui criteri di identificazione della platea dei destinatari oltre che sulla modalità di definizione della procedura per il conferimento delle attività.
Le OO.SS. hanno avanzato una serie di ipotesi che saranno comunque vagliate e ripresentate nel prossimo incontro non ancora calendarizzato.

Accordo per il superamento del limite delle turnazioni festive
Al fine di garantire la possibilità a tutti coloro che, su base volontaria, vorranno partecipare alle aperture festive dei luoghi di cultura la Fp Cgil ha deciso di sottoscrive il superamento dei limiti di tali giornate. Le specifiche modalità di organizzazione del lavoro, e la valutazione circa la possibilità di predisporre le iniziative saranno demandate, come sempre alla contrattazione locale.
Per coloro che non saranno in turno durante le suddette giornate è stata chiarita la codifica di tale giornata alla stregua di ogni altro lavoratore non turnista .

Al termine dell’incontro la Fp Cgil, congiuntamente alla Uil PA, ha sollecitato la calendarizzazione del confronto con il Capo di Gabinetto al fine di avere aggiornamenti sull’iter che sta seguendo la riforma del Ministero, anche al fine di chiarire le innumerevoli informazioni – seppur rassicurati dell’assoluta inesattezza – circolate sulla stampa e veicolate da qualche Organizzazione Sindacale

FP CGIL MIC
V. Giunta

Il prossimo 3 luglio le organizzazioni sindacali incontreranno l’Amministrazione. Due i temi all’ordine del giorno: la contrattazione integrativa e la vigilanza ispettiva.

Se sul primo tema speriamo, per quella data, di avere elementi più chiari (quantomeno in merito alla determinazione per la costituzione del Fondo Risorse Decentrate), il secondo apre il dibattito in merito all’interlocuzione sul Piano triennale dei fabbisogni.

Aspettiamo da tempo l’esito del confronto avviato da INPS: a esso è legato il futuro di lavoratrici e lavoratori che da tanto tempo tengono in piedi la macchina ispettiva con sforzi estremi e senza neanche troppi ringraziamenti, se è vero che in alcune realtà l’Istituto sembra più concentrato a progettare machiavellici controlli alle missioni che non a programmare le attività da realizzare.

La revisione del Piano dei Fabbisogni, lo ricordiamo, è un atto dovuto in relazione al superamento del ruolo a esaurimento del personale ispettivo INPS, scaturito dalla disciplina introdotta dal d.l. 19/2024 poi convertito con l. 56 del 29 aprile.

Come abbiamo più volte evidenziato, per noi il tema è di centrale importanza e ruota intorno a un iter obbligato che passa da alcuni passaggi cruciali in questa fase:

  1. va definita la famiglia degli ispettori;

  2. va fatta una ricognizione TERRITORIALE delle carenze d’organico, per individuare non solo quante unità potranno essere inserite tramite concorso, ma le sedi di destinazione. Non ci stanchiamo di ripeterlo: le risorse devono andare laddove servono effettivamente;

  3. va riconosciuta a TUTTI coloro che hanno presentato domanda e che abbiano già svolto funzione ispettiva nel proprio percorso professionale, la possibilità di reinquadramento;

  4. va riconosciuta la legittimità e la priorità a TUTTI coloro che hanno già svolto funzione ispettiva nel proprio percorso professionale e a quanti intendano transitare tra gli ispettivi abbandonando la famiglia dei funzionari amministrativi, per valorizzare i percorsi interni PRIMA delle immissioni, rispondendo così al carattere di urgenza imposto dal decreto;

  5. va redatto un piano di formazione specifico rivolto a tutte le ispettrici e gli ispettori in organico (ricordiamo che la qualifica di P.G. è stata ottenuta dopo un aggiornamento online di una manciata di ore).

Sappiamo che la normativa ha maglie strette e attendiamo con ansia i chiarimenti che l’Amministrazione potrà e dovrà offrire: in particolare chiediamo fin da ora tempi certi sul bando per l’inquadramento in area ispettiva, confidando nell’attenzione che INPS non vorrà negare al personale interno.

Le risorse servono subito: se una quota parte di esse è già presente in Istituto, non ha senso aspettare.

Roma, 01.07.2024

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Nella giornata del 28 giugno 2024 si è svolto al MUR l’incontro tra l’amministrazione e le OO.SS, presenti il Direttore generale del personale, dott. Emanuele Fidora e il dirigente dott. Maurizio Trimaldi avente all’ordine del giorno i “criteri per la procedura comparativa interna per la progressione tra le aree che vedrà coinvolte n. 12 unità per il passaggio dall’area degli Operatori a quella degli Assistenti, e n. 14 unità dall’area degli Assistenti a quella dei Funzionari.

Il Direttore in apertura della riunione ha specificato che la proposta presentata (che qui si allega per utilità) è frutto di una sintesi delle osservazioni che ha inteso recepire e che sono state presentate da parte delle OO.SS e della RSU del Ministero, rispetto ai criteri presentati dall’amministrazione nella riunione dello scorso 6 giugno 2024.

Sulla base del vigente CCNL (art. 18), i criteri utilizzati per un totale di 100 punti presentano la seguente articolazione:

1) Esperienza maturata nell’area di provenienza punti 40;

2) Titolo di studio che punti 25;

3) Competenze professionali punti 35

Entrando nel merito, abbiamo appreso che le proposte formulate non sono state recepite in toto. In considerazione di ciò rispetto al punto 1) e 2) non abbiamo nulla da eccepire, tuttavia riteniamo come detto anche da altre OO.SS che in merito al punto 2) – dottorato di ricerca che da solo vale 7 punti, questo debba riferirsi alle attività istituzionali svolte.

In merito al punto 3) – Competenze professionali – abbiamo appreso con rammarico che è stato mantenuto, seppur con una formulazione differente, il criterio relativo agli “Incarichi non retribuiti conferiti dall’Amministrazione nell’ambito del proprio rapporto di servizio previsti da apposita normativa e conferiti da Direttore generale o superiore gerarchico alla data di pubblicazione del bando” che avevamo segnalato di togliere in una apposita nota congiunta con un’altra organizzazione sindacale. Al riguardo, abbiamo sempre manifestato nelle riunioni precedenti la nostra totale contrarietà nella adozione di tale criterio nelle progressioni tra le aree (PEV), così come nelle progressioni economiche orizzontali (PEO): siamo fermamente convinti che detti incarichi debbano essere definiti a priori e non demandati alla valutazione alla Commissione, ciò al fine di evitare un inevitabile contenzioso che potrebbe invalidare l’intera procedura e quindi vedere vanificate le aspettative di coloro che, da oltre 20 anni, pur svolgendo mansioni di area superiore attendono di poter essere collocati nell’area dei Funzionari. Corre infatti l’obbligo ricordare quanto avvenne nel passato: attraverso lo studio legale di FPCGIL 34 lavoratori del MIUR presentarono, vincendolo, il ricorso contro le graduatorie delle progressioni economiche (dell’allora MIUR) a valere sui fondi del FUA (ora denominato FRD) relativi all’anno 2016. Con detto ricorso furono contestate le valutazioni effettuate dalla Commissione di valutazione, in particolare il criterio relativo agli incarichi non retribuiti.

In merito al criterio contenuto nella categoria delle COMPETENZE PROFESSIONALI, ossia il “Curriculum vitae valutabile nel complesso in relazione alla specializzazione nonché alla professionalità maturata e colloquio conoscitivo sulle attività dichiarate nel CV”, pur avendolo considerato estremamente “soggettivo”, abbiamo ritenuto di accettarlo in virtù del fatto che il bando deve essere emanato entro il 31-12-2024. È doveroso precisare che l’amministrazione ha inteso non accettare, visti i tempi stretti, la

nostra iniziale proposta, ossia quella di prevedere un apposito corso di formazione con relativa prova finale, o una apposita prova con quiz da estrapolare da un data base messo preventivamente a disposizione dei lavoratori.

A valle degli interventi, il Direttore Fidora ci ha informati che non ci saranno altri confronti e che quindi procederà con l’emanazione del bando, presumibilmente nel prossimo mese di luglio 2024, con scadenza per i primi giorni di settembre 2024.

* * *

Esauriti gli interventi all’odg, l’amministrazione in merito ai FRD 2022 ha confermato che la costituzione del fondo è stata regolarmente certificata dagli organi di controllo e che quanto prima si procederà alla contrattazione con le OO.SS e la RSU. Una volta definita la contrattazione FRD 2022, si potrà poi procedere con quella 2023.

Nel nostro ulteriore intervento abbiamo altresì chiesto:

– che l’amministrazione si attivi quanto prima per le progressioni orizzontali a valere sui FRD 2024 in quanto la parte fissa del fondo è già consolidata. Il Direttore si è impegnato ad attivare subito il tavolo per la contrattazione al fine di poter ottenere la sottoscrizione definitiva entro i termini previsti;

– una informativa rispetto all’introduzione del nuovo sistema di rilevazione delle presenze. Al riguardo, siamo stati informati che tramite il CINECA è stato acquistato un apposito Software che dovrebbe essere implementato di dati anagrafici entro il mese di luglio 2024. Presumibilmente il nuovo sistema dovrebbe entrare in funzione già dal mese di settembre, previo periodo formativo del personale, in contemporanea con il RILP e quindi sostituire lo stesso già dal mese di ottobre 2024;

-differenziale indennità di amministrazione- a proposito si rappresenta che da alcuni mesi alcuni colleghi (assunti dal MIUR) hanno proposto domanda per l’adeguamento indennità di amministrazione a quella dei colleghi neoassunti (a partire dalle assunzioni del 2022) ed ex MURST che percepiscono la c. detta indennità “Bompiani”.

Della problematica si era presa carico l’amministrazione per valutare se fosse possibile un intervento risolutivo finalizzato a ripianare le differenze stipendiali tra i lavoratori MUR. Nonostante l’impegno degli Uffici del personale che hanno svolto anche un’attività di confronto con ARAN e la RGS sulla questione in esame, gli stessi uffici riferiscono che non appare possibile, ad oggi, un intervento concreto a favore dei colleghi che ormai da anni percepiscono un’indennità minore d circa 70 euro lordi rispetto agli altri, perché non beneficiari dell’indennità integrativa.

Anche alla luce di alcune sentenze positive per i lavoratori MUR rispetto al diritto all’omogeneità della indennità di amministrazione, la Fp CGIL è disponibile ad attivare un ricorso ad hoc, ormai resosi necessario per ricevere la giusta indennità, comprensiva quindi anche della quota “Bompiani”. L’attivazione della procedura contenziosa è ovviamente riservata agli iscritti, pertanto chi volesse fruire della tutela legale Fp CGIL poterà procedere anche attraverso i nostri delegati Fp Cgil presso il Mur all’iscrizione dal sindacato. Per ulteriori informazione rispetto al contenzioso rivolgersi alla delegata Fp Cgil presso il MUR, la dott.ssa Carmen Di Santo.

FP CGIL NAZIONALE
Vincenzo Malatesta

Delegazione trattante FP CGIL MUR
Roberta Sorace
Nadia Pistoia
Carmen di Santo

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