Il Ministro ha nell’odierno incontro illustrato il progetto di revisione dello strumento militare, ricalcando quelle che sono state le dichiarazioni stampa e l’intervento in Parlamento.
Ha indicato il piano decennale di attuazione del processo, che prevede riduzione di strutture e personale, militare (20% di 183 mila – 40 mila unità) e civile (33% di 30 mila – 10 mila unità circa).
Lo strumento che verrà utlizzato, è una legge delega (come Riforma 1998) e conseguenti decreti legislativi attuativi.
La Fp Cgil Difesa prendendo atto di quanto dichiarato ha esposto le proprie osservazioni in merito:
– verifica degli strumenti di attuazione del processo, individuando l’istituto della mobilità come quello più problematico (mobilità per il personale militare regolata dalla legge di stabilità e quella per il personale civile ancora da definire);
– impensabile transito di personale militare e civile verso altre amministrazioni in presenza di norme che obbligano alla riduzione percentuale delle dotazioni organiche della pubblica amministrazione;
– richiesta di reinternalizzazione dei servizi e riconoscimento del ruolo del personale civile nelle attività tecniche amministrative;
– salvaguardia di tutti i lavoratori nel processo di riforma mediante confronto con la parte politica (tavolo permanente).
Il Ministro a conclusione dell’incontro si è impegnato a coinvolgere le parti sociali in tutto il processo di riforma. La Fp Cgil si è riservata di formulare le proprie valutazioni nel merito dell’intero progetto di riforma chiedendone una bozza.
A fine incontro il Ministro ha dichiarato la sospensione della compilazione delle schede indivuali di valutazione da parte dell’amministrazione, nelle more di inviduare uno strumento che tenga conto delle specificità del personale della difesa.
Roma, 16 febbraio 2012
FP CGIL DIFESA
Noemi Manca
URLA E STREPITI DA CAMPAGNA ELETTORALE : LA BANCA DELLE ORE, COME ALTERARE LA REALTA’
Una Organizzazione Sindacale, non avendo probabilmente molti argomenti concreti da proporre in campagna elettorale, tende a tornare incessantemente su temi per i quali promette interventi salvifici e risolutori. Nello specifico si parla della Banca delle ore, istituto sicuramente interessante e utile a tutti i lavoratori ma che purtroppo, ad oggi, ancora non è possibile applicare. La stessa O.S., nel suo comunicato del 9 febbraio riporta diligentemente il punto 13 dell’accordo nazionale sull”orario di lavoro del 5 marzo 2002. Per gli Uffici del Territorio si parlava genericamente di attesa dell’ automatizzazione della gestione delle presenze, mentre l’ultimo capoverso del citato punto 13 afferma chiaramente: Per gli Uffici dell’amministrazione centrale , la “banca delle ore” sarà oggetto di specifica negoziazione per il suo inizio,in via sperimentale, nel corso del secondo semestre del 2002. Ciò, in considerazione della necessità di organizzare,nella delicata fase di riallocazione delle strutture ministeriali, un apposito servizio, in raccordo anche con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, per la relativa gestione.” Costoro sono per caso a conoscenza di una negoziazione mai avvenuta? Sarebbe un vero scoop! . Inoltre, è bene portare a conoscenza i lavoratori, perché è questa la cortina fumogena più insidiosa, che il raccordo con il Ministero dell’Economia e delle Finanze per la gestione , e quindi per il pagamento del differenziale tra lavoro ordinario e straordinario, da attribuire nel caso di riposo compensativo derivante sia da lavoro straordinario che dall’istituto della banca ore, non ha mai portato all’accreditamento di somme che servissero a tale scopo.
Pertanto la FP CGIL diffida di chi, continuamente e ,caso strano, in prossimità di elezioni RSU, non fa altro che promettere fantomatici recuperi di soldi , tramite cause – da intentare chiaramente dopo aver sottoscritto la loro tessera -, specialmente in un periodo economicamente così difficile per tutti i lavoratori.
Roma, 17 febbraio 2012
Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Giuseppe Palumbo
17.02.2012 Varese – In allegato pubblichiamo la nota per il Personale autista.
In riferimento alla richiesta di incontro formulata dalle associazioni di categoria dei medici e farmacisti concernente il Progetto di de-materializzazione della ricetta medica (DM 2/11/2011), è stata convocata dal dr. Francesco Massicci, Ispettore Generale Capo presso l’Ispettorato Generale per la Spesa Sociale della Ragioneria Generale dello Stato una riunione tecnica il 29 febbraio 2012 al Ministero dell’Economia e delle Finanze presso per il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato in via XX settembre a Roma.
Roma, 16 febbraio 2012
Alla c.a. Capo Dipartimento
Ing. Amedeo Fumero
Al Direttore Generale per la Motorizzazione
Arch. Maurizio Vitelli
S E D E
OGGETTO: Corsi per l’abilitazione all’espletamento delle mansioni di esaminatore/operatore.
Al fine di garantire all’utenza un servizio pubblico professionale e competente, si invita l’Amministrazione a voler proseguire l’attività formativa, per l’espletamento delle mansioni di esaminatore e /o operatore, destinata al personale della seconda area funzionale.
In particolare, con riferimento al parere predisposto dal Capo Dipartimento e prima dell’entrata in vigore del D.L.vo n. 59 del 18/4/2011 recante “Attuazione delle Direttive 2006/126/CE e 2009/113/CE concernenti le patenti di guida” (art. 25, comma 4), consentire al personale appartenente alla Fascia economica F2 di conseguire detta abilitazione prima dell’entrata in vigore della citata normativa che, viene ad introdurre requisiti più stringenti per il conseguimento del titolo.
La coordinatrice Nazionale fp Cgil
Alessandra Allegrucci
Roma, 16 febbraio 2012
Nonostante l’iter previsto non sia concluso appare già piuttosto rassicurante, per lo meno nell’immediato, la dichiarazione di inammissibilità formulata dalla Commissione Industria al Senato dell’emendamento abrogativo del Pra (il 40.0.4).
Appare comunque sempre necessario vigilare sul prosieguo dei lavori. Con l’impegno di aggiornarvi sugli sviluppi dell’intera vicenda.
FP CGIL ACI
A tutte le lavoratrici ed i lavoratori dell’ACI
Abbiamo appreso in questi giorni della presentazione di due emendamenti, tra gli oltre mille messi in campo, riguardo al cosiddetto decreto per le liberalizzazioni, dall’attuale Governo, volti uno alla nascita di un'”Autorità indipendente di regolazione dei trasporti”, l’altro all’ipotesi che vede “soppresso il pubblico registro automobilistico (PRA)” e cessata la necessità per autoveicoli, motoveicoli e rimorchi di “essere sottoposti alle disposizioni riguardanti i beni mobili registrati”.
Per quanto riguarda il Personale dell’ACI, entrambi gli emendamenti avanzano soluzioni occupazionali non ben delineate per tutte le lavoratrici ed i lavoratori oggi impegnati all’ACI stesso.
Per quanto ci riguarda vogliamo precisare quanto segue:
1) non condividiamo in alcun modo misure che, al di là della loro intenzione dichiarata di voler procedere a razionalizzazioni o semplificazioni, vengano prospettate senza alcun confronto e addirittura senza alcuna comunicazione preventiva alle parti interessate che, come sempre in questi casi, sono i cittadini e i dipendenti che quel servizio assicurano;
2) riteniamo che la semplificazione e razionalizzazione di qualsiasi posto di lavoro che assicuri un servizio pubblico deve mantenere quest’ultimo nell’ambito pubblico;
3) infine, ed è per noi ineludibile, chi propone processi, talvolta pretesi, di semplificazione non può ritenere che la garanzia della piena occupazione dei dipendenti pubblici, in questo caso dell’ACI, sia una variabile sulla quale agire e dissertare in termini ambigui o comunque poco chiari.
Vi informeremo tempestivamente, non appena in possesso di ulteriori informazioni.
Roma, 15 febbraio 2012
F.P. C.G.I.L. A.C.I.
L’ossessione del precedente Governo era negare la crisi. Oggi la fase è cambiata e ad essere negata è l’evidenza. Dalla polemica sul posto fisso a quella sugli “ipergarantiti”, non passa giorno senza che un Ministro o un Sottosegretario si esprima con argomentazioni che denotano un’abissale lontananza dalla realtà oltre che un gusto dubbio per la battuta ad effetto. A questa brutta abitudine non sfuggono le mistificatorie argomentazioni sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: tutti si dimenticano però di specificare che l’art. 18 tutela dai soprusi e dalle discriminazioni e che anche nei servizi pubblici i licenziamenti, tanto individuali quanto collettivi, sono una realtà.
Quanto poi al lavoro pubblico, la presunta causa di tutti i mali del Paese, il licenziamento in tronco di quasi 30.000 precarie e precari della pubblica amministrazione tra il 2008 e il 2010, settore della conoscenza escluso, ci parla di un mondo diverso. Se i dati vengono letti con attenzione, il dato è molto più amaro: persi 11.356 tempi determinati (non 11.356 unità di personale, ma 11.356 “anni” di prestazioni lavorative dentro la pubblica amministrazione, quindi un numero ben maggiore di espulsioni, se si pensa che in alcuni settori i contratti, ad esempio i tempi determinati di asili nido e scuole materne, non raggiungono mai i 12 mesi); persi 16.235 collaboratori (anche in questo caso i contratti non sempre raggiungono l’annualità e quindi i “licenziati” superano il numero dei contratti); persi 3.378 lavoratori socialmente utili; persi 2.377 lavoratori in formazione. Le uniche voci in aumento sono i lavoratori interinali, 1.724 unità, e gli incarichi di studio, le cosiddette consulenze, spesso frutto di clientele e compensazioni politiche, che passano dalle 58.583 del 2008 alle 75.309 del 2010 (+28,6%), con costi che a nostro avviso sono veri e propri sprechi (574,92 milioni di euro). Va poi tenuto presente che questi numeri non comprendono il taglio del 50% delle spese per il personale precario previsto dal Governo Berlusconi, che deve ancora produrre i suoi effetti con oltre 70mila licenziamenti.
Mentre si continuano a licenziare precari e il personale in forze alla pubblica amministrazione si riduce, vorremmo sentire meno sproloqui su presunte rigidità, che cozzano con la pesante crisi occupazionale in atto, e parlare meno dell’art.18 dello statuto dei lavoratori e molto più dell’art. 19, quello che prevede che i lavoratori possano eleggere le proprie Rappresentanze Sindacali Unitarie, quindi difendersi e contrattare.
Per quel che ci riguarda, il lavoro pubblico terrà fede a quel principio il 5-6-7 marzo con il rinnovo delle Rsu. Un fatto di democrazia e un fatto di civiltà.
Roma, 8 febbraio 2012
Ieri la Commissione Affari Sociali della Camera nella discussione sul Ddl Governo Clinico ha approvato alcuni emendamenti migliorativi del testo.
Le linee guida regionali sulla valutazione dei dirigenti dovranno essere “elaborate nel rispetto della normativa contrattuale“.
“L’esito positivo della valutazione determina la conferma nell’incarico o il conferimento di altro incarico almeno di pari rilevo”.
“Nelle aziende ospedaliero-universitarie è assicurata la parità tra direttori di dipartimento di componente ospedaliera e universitaria, ove possibile”.
Roma, 16 febbraio 2012
All’Avvocato generale dello Stato
Avv. Ignazio Caramazza
Al Segretario Generale dell’Avvocatura
dello Stato
Avv. Francesco Sclafani
Risulta a questa Organizzazione Sindacale che a seguito di un fraintendimento successivo ad una nota ufficiale della nostra struttura territoriale di Roma il Segretario Generale avrebbe ingiustamente accusato il nostro Coordinatore Nazionale di avere diffuso la stessa prima della sua ricezione.
Ciò non risponde a verità ed è facilmente dimostrabile e dunque non si configura come un atto sbagliato pertanto riteniamo gravemente inopportuna la reazione intimidatoria che è stata successivamente messa in atto dal Segretario Generale nei confronti di chi rappresenta la FPCGIL Nazionale all’interno della Avvocatura.
Vi chiediamo pertanto di chiarire la questione al più presto in vista dell’imminente scadenza delle elezioni RSU in modo che la nostra Organizzazione non possa essere danneggiata da questo sgradevole equivoco.
Il Segretario Nazionale FPCGIL
Salvatore Chiaramonte