Milleproroghe: Fp Cgil, serve rinnovo per 40 mila precari Pa


In scadenza a fine anno, salvaguardare lavoro e servizi pubblici

Roma,
28 dicembre – “Tre giorni di tempo per salvare oltre 40 mila
lavoratrici e lavoratori precari impiegati, spesso da anni, nelle
pubbliche amministrazioni in scadenza alla fine dell’anno”. È lo
scenario, come fa notare la Funzione Pubblica Cgil, al quale stiamo
andando “pericolosamente incontro”. Come ogni anno, infatti, si replica
il conto alla rovescia con dead line al 31 dicembre, “accompagnato –
continua la Fp Cgil – dal solito dilemma: riusciranno questi lavoratori,
spesso precari ultradecennali, e ancora più spesso insostituibile punto
di riferimento nell’offerta di servizi pubblici ai cittadini, a vedere
il loro contratto di lavoro rinnovato anche per il prossimo?”.

La
soluzione (temporanea) dovrebbe passare ancora una volta attraverso il
cosiddetto decreto milleproroghe che il governo dovrebbe varare nel
prossimo Consiglio dei ministri, con tutta probabilità domani. Ma
quest’anno, secondo la Fp Cgil, “si registra una complicazione in più:
la scadenza dei precari della Pa e una loro eventuale proroga si scontra
con una disposizione del Jobs Act che vieta alla Pubblica
amministrazione di rinnovare i contratti di collaborazione dopo il 31
dicembre di quest’anno”. Di chi stiamo parlando? Di 42 mila lavoratrici e
lavoratori con contratti a tempo determinato e di collaborazione in
scadenza al 31 dicembre 2016, nonché l’assenza della proroga delle
graduatorie dei concorsi recentemente espletati, in particolare i
precari delle Province e dei Centri per l’impiego, così come quei
lavoratori che prestano servizio in enti in condizione di difficoltà
economico finanziaria.

Il decreto milleproroghe dovrebbe quindi
contenere la proroga dei contratti, quelli a termine così come le
collaborazioni, con un rimando poi al Testo unico sul Pubblico impiego
atteso per febbraio, così come previsto dalla riforma della Pa firmata
Madia. Il tutto insieme alla proroga per un ulteriore anno delle
graduatorie concorsuali per quanti hanno superato una selezione negli
ultimi anni. La legge di bilancio approvata, infatti, interviene solo
sulle graduatorie in essere al 2013, tralasciando il resto. La
salvaguardia di questo esercito di 40 mila lavoratori precari in
scadenza deve, secondo la Fp Cgil, “contemplare anche una deroga al
superamento dei 36 mesi come durata massima del contratto a termine,
così come vanno evitate sanzioni per quegli enti che, in ragione dei
tagli ma con il bisogno di rinnovare i contratti in scadenza, non
rispetteranno i vincoli di bilancio, impossibilitate come sono a
rispettare i parametri economici previsti”.

L’auspicio per il
sindacato è che quindi il decreto milleproroghe contenga le disposizioni
normative tali da permettere il rinnovo dei contratti: “L’eventualità
che questi lavoratori vengano espulsi dal perimetro delle pubbliche
amministrazioni – è l’allarme della Fp Cgil – avrà effetti pesantissimi
sulla qualità dei servizi ai cittadini”. Da qui la richiesta della Fp
Cgil di una soluzione nel decreto proroga termini, per questo tema così
come per quanto riguarda la proroga delle graduatorie concorsuali per
quanti hanno superato una selezione negli ultim anni. Questione per
altro, conclude la Fp Cgil, già assunta dalla ministra della Pa Marianna
Madia con l’intesa dello scorso 30 novembre. 

Esacri: comunicato riunione fua 15-16

 
 

Accordi sottoscritti il 12/01/2017

 

Convenzione Dap DGMC Scuole di Formazione – Nota ai vertici

                                                                                        
Roma,  13 gennaio 2017

 

 

Al Capo Dipartimento del  Dap – Santi Consolo
Al
Capo Dipartimento della
DGMC
-Francesco Cascini

 

 

           

Siamo venuti a conoscenza di una
convenzione firmata lo scorso 22 dicembre 
dalle SS.VV. per l’utilizzo delle sedi 
della DGMC delle scuole di formazione.    
In particolare abbiamo rilevato che
la sede della scuola di Messina è  rimasta
nella esclusiva disponibilità della DGMC per le esigenze logistiche
dell’Ufficio di esecuzione penale esterna.

           
Di tale convenzione non abbiamo
avuto alcuna comunicazione ufficiale, neanche a titolo di informazione
preventiva, pur rappresentando la stessa un sostanziale mutamento nella
organizzazione degli uffici con conseguenze sul personale in servizio.

           
Per questi motivi chiediamo un
incontro urgentissimo per discutere della questione rammentando il necessario
coinvolgimento delle OO.SS in atti che incidono sull’organizzazione degli
uffici.
Restiamo
in attesa di sollecito riscontro.                                                                   

Per
Funzioni Centrali FPCGIL

 
Nicoletta
Grieco
                                                                      

Criticità COA Cittareale – Risposta dell'Amministrazione.

 
 

12.01.2017 – Criticità COA Cittareale – Risposta dell’Amministrazione.

 

 

Proroga esercizio della delega – Nota al Sottosegretario

 
 

12.01.2017 – La decennale penalizzazione imposta dai decreti 217/05 e 139/06 in termini di condizione di lavoro e di arretramento professionale, evidentemente, ancora non è ben chiara per qualcuno.
Alla luce delle modifiche riportate sui testi che attualmente circolano, IMPROPONIBILI per la Fp Cgil VV, siamo costretti a chiedere al Governo una proroga dei termini per l’esercizio della delega Madia con la speranza che le osservazioni avanzate siano recepite.
Di seguito pubblichiamo la nota inviata al Sottosegretario.

Al Sottosegretario di Stato per l’Interno

On. Gianpiero
BOCCI
 

e, p.c.  
Al Capo Dipartimento Vigili del
Fuoco,
Soccorso Pubblico e Difesa Civile

Dott. Bruno
FRATTASI
 

Al Vice Capo Dipartimento Vicario
Capo del CNVVF
Dott. Ing. Gioacchino
GIOMI
 

Al Responsabile dell’Ufficio III: Relazioni Sindacali

Dott.ssa
Silvana LANZA BUCCERI

 

Oggetto: Testo del Decreto legislativo in
attuazione dell’art. 8 della legge 7 agosto 2015, n. 124 (Madia).

 

Egregio Sottosegretario,

da tempo chiediamo di essere messi a
conoscenza dell’articolato del Decreto legislativo di revisione dei DD.Lgs.
217/05 e 139/06, a tutt’oggi, nonostante le tante note prodotte, anche
unitariamente
, non abbiamo ottenuto risposta.

Il testo attualmente in circolazione,
non è assolutamente in linea con quanto da sempre rivendicato da questa
Organizzazione Sindacale e diametralmente opposto a quanto si è tentato di concordare
negli incontri sino ad oggi tenuti.

Riteniamo doveroso da parte
del Governo, considerati i tempi per l’esercizio della delega in oggetto ormai
ristrettissimi (28 febbraio 2017), dar seguito ad una proroga della delega per esaminare
le richieste di modifica prodotte nel corso della limitata discussione
sull’argomento,  migliorandone concretamente
i contenuti per garantire condizioni di lavoro migliori a tutte le lavoratrici
ed i lavoratori appartenenti al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

Resta intesa la nostra
completa disponibilità ad entrare nel merito della discussione per liberare, una
volta per tutte, il Dipartimento ed i lavoratori della decennale negativa esperienza
dei precedenti decreti. 

La collaborazione ed il contributo
sino ad oggi richiesti, e mai negati, per senso di responsabilità, devono, a
nostro avviso, essere riconosciuti in termini di modifiche al testo.

Se così non dovesse avvenire, e
lo stesso risultasse simile a quello in circolazione, la posizione della Fp
Cgil VVF sarebbe di netta contrarietà.

In attesa di riscontro si
porgono distinti saluti. 

 

Coordinatore Nazionale

FP CGIL VVF
Danilo ZULIANI

 

 

Ministero difesa: Nota unitaria al Dipartimento Funzione pubblica e difesa su assenze giustificate causa forza maggiore

Roma, 12 Gennaio 2017  
    
Al Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione 
Capo del dipartimento Funzione Pubblica Cons. Pia Marconi 

e,p.c.                                                                                                                                                             
Al Sottosegretario alla Difesa On.le Domenico Rossi
Al Gabinetto del Ministro della Difesa dr.ssa Antonietta fava   
Allo Stato Maggiore Difesa     
Al Capo di Stato Maggiore Marina Amm. di sq. Valter Girardelli           

     
Oggetto:
Ordinanza prefettizia Comuni provincia Taranto, stato calamità naturale –
assenze dal lavoro causa forza maggiore dipendenti pubblici Ministero difesa.  

           

In ragione delle avverse condizioni
climatiche che allo stato attuale interessano la Regione Puglia e, in
particolare, i comuni del territorio della provincia di Taranto, con la ripresa
di abbondanti precipitazioni nevose che stanno determinando condizioni di forti
criticità nella viabilità ordinaria e, quindi, il venir meno delle necessarie
condizioni di sicurezza nella circolazione su strade statali e provinciali,
come prescritto dalla predetta ordinanza prefettizia che si allega, diversi
dipendenti dell’amministrazione della Difesa si sono trovati nella condizione
di non poter raggiungere il proprio posto di lavoro.

           
Peraltro, anche sul sito del
“Governo Italiano – Presidenza del Consiglio dei Ministri” nelle risposte
fornite da ” Linea Amica – la PA al tuo servizio”,  (che si allega), al quesito riguardante
l’assenza per calamità ed eventi naturali – Comparto Ministeri, viene riportato
quanto segue: “Nel caso del comparto Ministeri l’art. 18, comma 5 del CCNL del 12 Giugno
2003 introduce la nozione dell’ “oggettiva impossibilità del
raggiungimento della sede di servizio” in caso di calamità naturali, per la
quale viene riconosciuta al dipendente la facoltà di utilizzare i permessi
retribuiti”.

       
Ci risulta che presso l’Arsenale di Taranto, invece,
i dipendenti che si assentano per oggettiva impossibilità a raggiungere il
posto di lavoro, come risulta dall’ordinanza della Prefettura, sono obbligati a
mettersi in ferie e/o ad attingere alle 18 ore di permesso retribuito per
motivi personali.

Premesso quanto sopra, al fine di
rendere legittima, corretta ed omogenea l’applicazione di degli istituti
normativi e contrattuali a tutti i dipendenti pubblici interessati
dall’eccezionalità degli eventi che in queste ore stanno colpendo quei
territori, e non solo quelli purtroppo, si chiede a codesto dipartimento di
intervenire con urgenza diramando a tutte le amministrazioni pubbliche   un’apposita circolare che regoli i termini
della questione nei sensi richiesti e stabiliti dalle norme tuttora in vigore
e, contestualmente, garantisca ai lavoratori interessati il pieno accesso al
diritto alla giustificazione dell’assenza maturata in luogo della sottrazione
dei giorni di ferie spettanti.

           
Si resta in attesa di cortese
urgente riscontro   

                                                                                             

        
     FP
CGIL                        CISL FP                             UIL PA

  
Francesco
Quinti           Paolo Bonomo                Sandro Colombi

 

Verbale riunione del 12 dicembre 2016 – Organici del Corpo di polizia penitenziaria extra moenia

Nota ministeriale GDAP-0011331
del 13.1.2017 relativa a quanto in oggetto.

 

FESI 2017 – Trasmissione verbali riunioni del 12 e 20 dicembre 2016

Nota ministeriale GDAP-0011303
del 13.1.2017 relativa a quanto in oggetto.

 

MEF: Progressioni economiche 2016
 

Miur: Comunicato su riunione 11 gennaio 2017

Roma 12 Gennaio 2017 

Ieri abbiamo avuto una importante riunione dove
sono stati toccati alcuni temi che ci stanno particolarmente a cuore, in primis
una verifica delle facoltà assunzionali del MIUR al fine di comprendere quali
sono le reali possibilità e le reali volontà dell’Amministrazione.
Preliminarmente comunichiamo che il giorno 16 gennaio avremo l’incontro con il
Ministro Fedeli e la riunione di ieri ha avuto valore propedeutico all’incontro
dove chiederemo che vengano sciolti alcuni nodi politici del tutto ignorati
dalla precedente direzione politica, la cui assenza e l’assoluta indifferenza
verso i propri lavoratori è stato il segno distintivo. Per cui apprezziamo la
disponibilità del nuovo Ministro al confronto e valuteremo con attenzione la
volontà di ravviare un confronto che tenga conto della situazione drammatica di
carenze di risorse umane e finanziarie utili a far funzionare i servizi amministrativi.
Continua a leggere scaricando il pdf allegato 

Mibact: Osservazioni al DM Soprintendenze Speciali

Signor
Capo di Gabinetto

 

A
differenza di quanto espresso nei confronti del DM di rimodulazione degli
orari, il quale conteneva una materia del tutto attinente al sistema di
relazioni sindacali, appare complicato per noi produrre osservazioni che non
siano sull’ impianto della riforma e sulle conseguenze che le scelte
riorganizzative avranno sulle condizioni di lavoro e sull’efficacia dei cicli
di tutela. Ma la valutazione preliminare non può che essere sul metodo di
produzione legislativa delle norme che hanno via via modificato l’assetto
originario proposto dal DPCM 171/2014. Nel senso che ci ritroviamo ancora una
volta con un provvedimento normativo introdotto surrettiziamente nell’iter
della legge di stabilità. Con un emendamento che, è bene ricordarlo, era stato
inizialmente respinto nel suo iter parlamentare per poi trovare accoglimento ed
approvazione da parte del Parlamento. Un metodo che non esitiamo a definire
antidemocratico: scelte organizzative di tale rilevanza dovrebbero maturare
dopo un ampio e serrato confronto non solo con le parti sociali, ma con tutti i
settori della società che hanno a cuore le politiche sul patrimonio culturale.
Anche il richiamo agli standard internazionali ci pare del tutto pretestuoso,
ancorché previsto dalla normativa di riferimento: l’adeguamento agli standard è
già stato operato dal DM musei, nella identificazione della struttura
organizzativa di ciascun Museo.  Inoltre
appare del tutto singolare questa modalità di procedere a strappi sulla strada
di una riforma controversa e che determina ad ogni strappo la necessità di
nuovi interventi sulla carne viva dell’organizzazione dei cicli produttivi. Ci
si chiede ad esempio il motivo per cui una tale decisione non sia stata assunta
nell’ambito delle norme approvate nella legge di stabilità 2016, che pure era
intervenuta in modo chirurgico in gran parte sulla Soprintendenza Speciale di
Roma e su Pompei. Tenendo peraltro conto che la nuova norma interviene su
strutture organizzative in piena fase di trasformazione con misure che adesso,
alla luce dei nuovi interventi, dovranno essere riformulati.

Pertanto
noi non possiamo che ribadire la nostra ferma contrarietà ad interventi che
hanno operato in modo radicale ed ideologico una separazione artificiale tra i
cicli di tutela e quelli di valorizzazione del nostro patrimonio culturale. in
particolare intervenendo e modificando strutturalmente le due Soprintendenze
simbolo della tutela del nostro patrimonio culturale, operando in un caso una
scomposizione organizzativa di cui appare del tutto complicato comprenderne la
logica e nell’altro caso un ennesimo intervento di modificazione di un assetto
organizzativo che prefigura la soppressione della Soprintendenza e la sua
trasformazione in museo autonomo.

Lo
schema di decreto prevede la costituzione di un nuovo ente dotato di autonomia,
il Parco Archeologico del Colosseo ed il mantenimento della Soprintendenza
Speciale che assorbe la BEAP Roma, perdendo definitivamente il circuito di
valorizzazione ad essa assegnato ad eccezione di alcuni siti esterni al
perimetro territoriale assegnato e le Terme di Caracalla. Una ulteriore
operazione di scomposizione di un territorio nel quale l’archeologia è parte
integrante del tessuto urbano che chiude una fase nella quale la gestione
unificata ed integrata del territorio aveva garantito grandi risultati in termini
di fruizione, un ampliamento esponenziale dell’offerta culturale, una gestione
di eccellenza dei siti ad essa assegnati.

Di
questa operazione vanno sottolineati due aspetti:

il
primo riguarda l’assoluta insufficienza degli investimenti organizzativi che
dovrebbero accompagnare un progetto di tale portata. Il costo zero previsto
dalla riforma si traduce in una semplice ripartizione del personale attualmente
in forza, del tutto insufficiente a far fronte alle complesse sfide
organizzative che la riorganizzazione prevede: la moltiplicazione dei centri di
spesa, l’insufficienza strutturale di personale in tutti i cicli lavorativi, la
fine del ciclo integrato tutela e valorizzazione che ha come conseguenza la
ripartizione del personale tecnico scientifico già insufficiente a garantire le
funzioni nei cicli integrati, la questione logistica, in riferimento alla
necessità di individuazione delle sedi dei nuovi Uffici, la necessità di
rideterminare gli organici teorici.

La
costituzione del nuovo Parco Archeologico dell’area centrale interviene
peraltro anche sul territorio gestito dal Comune di Roma, riproponendo, in modo
quasi autoritativo, la logica che aveva portato all’operazione mai conclusa del
Consorzio.

L’operazione
prevista per Pompei non è affatto, come dichiarato dal Consigliere Casini, una
operazione di mero restyling nominale: semplicemente anticipa la trasformazione
di quella struttura organizzativa in un museo autonomo, con il conseguente
assoggettamento di questo Ufficio alla DG Musei,  e diventa l’ennesimo intervento di modifica,
anche questo poco giustificato dai risultati della gestione del sito con lo
strumento della Soprintendenza Speciale. Anche in questo caso appare
paradossale la rivendicazione dei risultati dei lavori di messa in sicurezza e
ampliamento della possibilità di fruizione e si abbandona un modello del tutto
funzionale alle caratteristiche del sito per declinarne una nuova identità per
la quale viene messo in discussione il fondamentale principio di tutela la cui
mancanza era stata la causa principale del suo passato declino organizzativo.

Per
questi motivi, sig. Capo di Gabinetto, noi non possiamo che esprimere netta
contrarietà a questo intervento di ristrutturazione e certo non sono
sufficienti gli aggiustamenti fatti in corsa rispetto al mantenimento della
Soprintendenza Speciale e la decisione di prevedere il riversamento di una
quota degli incassi dei siti a maggior fruizione. Una attenzione frutto anche
delle pressioni e valutata meramente per una questione di immagine, in
particolare rispetto alla prima ipotesi di soppressione della Soprintendenza
Speciale. Il risultato è l’ulteriore 
ridimensionamento dei settori della tutela che perdono altre due
posizioni dirigenziali, che vengono cedute nel primo caso di Pompei al settore
Museale e nel caso romano al Segretariato Generale. Pertanto, come può
immaginare, non possiamo certo produrre proposte di modifica di un impianto
definito e coerente con un visione organizzativa che noi non abbiamo mai
condiviso e che, a nostro avviso, produrrà nel medio periodo e una volta
esaurita la bolla mediatica della retorica dell’aumento dei visitatori, grandi
guasti al tessuto organizzativo di un Ministero per il quale non vengono
affrontati i nodi strutturali del declino organizzativo. Ci permettiamo
pertanto una unica proposta: ovvero il recupero della posizione dirigenziale
derivante dalla soppressione della Beap Roma ai settori degli Archivi e delle
Biblioteche. Riteniamo del tutto ridondante la proposta di rafforzare
ulteriormente le strutture centrali: se il Segretariato Generale ha necessità
di avere un’altra posizione dirigenziale si può operare razionalizzando la
struttura centrale e non certo sottraendo risorse a settori già del tutto
mortificati e residualizzati da questi interventi di riorganizzazione. Sarebbe
un segnale, ancorchè minimo, certamente apprezzabile.

Infine
dobbiamo comunicare la sospensione della partecipazione della scrivente O.S. al
tavolo tecnico di monitoraggio della riforma, in attesa del confronto sulla
verifica del funzionamento degli accordi in materia di relazioni sindacali del
tutto disattesi in molti Uffici dell’Amministrazione. Ricordiamo che abbiamo
chiesto un intervento urgente segnalando situazioni di conflittualità derivanti
da scelte illegittime ed in pieno contrasto con gli accordi sottoscritti in
sede centrale. In questa sede le segnaliamo i casi più urgenti, ovvero il
comportamento del Direttore della Galleria Borghese che dispone aperture e
prolungamenti di orario in assenza di minime misure di sicurezza e la decisione
del Direttore del MANN di Napoli di modificare l’inquadramento giuridico di 17
dipendenti sulla base di motivazioni pretestuose e del tutto ignorando gli
obblighi derivanti dagli accordi sottoscritti a livello nazionale. Abbiamo più
volte chiesto un intervento volto a riportare questi comportamenti, che non
esitiamo a definire irresponsabili, nell’ambito delle corrette relazioni tra le
parti e addirittura rispetto all’evidente eccesso di potere decisionale
travalicante i limiti previsti per l’esercizio della funzione dirigenziale. La
FP CGIL chiede il pieno rispetto delle regole che ci siamo dati, un sistema di
governance dell’organizzazione che sia coerente e, al momento, dobbiamo
registrare persino il mancato rispetto delle vie gerarchiche interne. In queste
condizioni e sino a quando permarranno la scrivente O.S. non ritiene di poter
partecipare a confronti sui processi di riorganizzazione che non siano
direttamente attinenti alle prerogative sindacali previste dal vigente
ordinamento.

 

FP CGIL Nazionale MIBACT

      
Claudio
Meloni

 
                                                                                                            

Milano – Nota sulla situazione Monza/Brianza.

 
 

12.01.2017 – Milano – Nota sulla situazione Monza/Brianza.

Il dispositivo di soccorso relativo alla zona Monza/Brianza ha privilegiato e privilegia l’operatività dei distaccamenti volontari a discapito di quelli permanenti.

La FP CGIL non disdegna il valido “supporto” della componente volontaria vuole conoscere se è ancora intendimento del Comando di proseguire con questo tipo di organizzazione del soccorso e se tale gestione rispetta i criteri di economicità imposti dal quadro legislativo attuale, in linea con il periodo di tagli alla spesa pubblica e conforme a un utilizzo efficace ed efficiente delle risorse umane disponibili.

 

 
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