Comunicato stampa
E’ un 8 marzo 2011 ancora amaro per le donne che in numero maggiore scelgono la professione di medico, sempre più rosa con oltre il 60% tra i laureati in medicina.
I dati del Conto Annuale della Ragioneria generale dello Stato relativi al Servizio Sanitario Nazionale vedono ormai il 37% di donne medico a tempo indeterminato (41.919 su 112.861) ma solo il 13% sono primarie (1,284 su 9.692).
Invece tra i medici in part time le donne sono oltre il 90% (903 su 985) e tra i medici precari raggiungono il 57% (3.709 su 6.493).
Rimangono prettamente maschili le specialità chirurgiche (95% chirurgia maxillo facciale, 91% cardiochirurgia, 87%, chirurgia toracica, 84% chirurgia generale) mentre più femminili sono pediatria (56%) e circa al 50% oncologia, anestesia, ematologia e psichiatria.
” In campo medico ancora sussiste una penalizzazione delle donne “ha dichiarato Massimo Cozza, segretario nazionale FPCGIL Medici” specchio di una struttura sociale dove le differenze biologiche troppo spesso si traducono in gerarchizzazione e precarietà.”
“Il nostro impegno” ha dichiarato Anna Baldi, componente della segreteria nazionale FPCGIL Medici e prima donna medico nella lista intersindacale per “Per una Nuova Onaosi” per le elezioni della Fondazione di assistenza agli orfani dei sanitari – è di batterci per una organizzazione delle unità operative che consenta una sempre maggiore conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita e per eliminare le discriminazioni fra uomini e donne negli ospedali e nei servizi sanitari territoriali”
“Occorrono piu’ donne medico, in particolare nei ruoli di responsabilità” ha continuato la Baldi “anche per una migliore medicina di genere che tenga conto non solo delle differenze anatomiche ma anche di quelle biologiche, funzionali, psicologiche e culturali. In sanità esistono infatti pregiudizi di genere nello studio dell’eziologia, dei fattori di rischio, nelle diagnosi e nei trattamenti influenzati da una prospettiva maschile con una sottovalutazione delle peculiarità femminili che riguardano in particolare i sistemi cardiovascolare, nervoso e immunitario.”
“E poi” ha concluso la sindacalista “un’ ampia ricerca inglese ha dimostrato i vantaggi della medicina al femminile: meno errori , meno controversie, maggiore capacità a lavorare in gruppo.”
Si è svolto oggi (8 marzo) l’incontro tra la delegazione CGIL e FP CGIL , con la presenza del segretario nazionale della FPCGIL Medici Massimo Cozza e il Presidente della Camera on. Gianfranco Fini per la presentazione dell’Appello “io non costringo, curo” – per la libertà di scelta sul testamento biologico contro l’accanimento terapeutico”. E’ stata consegnata la documentazione e sono stati proiettati i due video spot della campagna “io non costringo, curo“, promossa dalla Funzione Pubblica Cgil e dalla Funzione Pubblica Cgil Medici.
L’incontro si è svolto proprio all’avvio della discussione alla Camera dei Deputati del disegno di legge concernente “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento“, il cui testo, abbiamo ribadito nel corso dell’incontro, non è per noi condivisibile. In particolare, abbiamo sottolineato che la proposta di legge, se approvata, costringerà a mantenere in vita con interventi sproporzionati la persona che ha deciso di rifiutarli in modo consapevole e non ha più una ragionevole speranza di recupero. E dispone che sia impossibile rifiutare l’idratazione e la nutrizione artificiale, considerate come “pane ed acqua”, in contrasto con la comunità scientifica internazionale che le considera terapie. Abbiamo spiegato, come è sostenuto nell’Appello, che i medici e gli operatori sanitari devono poter lavorare secondo scienza e coscienza in una alleanza terapeutica con la persona assistita, alla quale devono sempre essere garantite la dignità e la decisione finale. Al termine dell’incontro, è stato chiesto al Presidente Fini di poter consegnare le firme raccolte a conclusione della campagna.
Vi informiamo infine che l’appello ha raccolto – sul sito – oltre seimila firme di medici e di operatori sanitari e altre cinquemila adesioni di cittadini, e che la raccolta di firme proseguirà per tutto il mese di marzo e durante la discussione alla Camera dei Deputati.
Per firmare l’appello vai al sito: www.fpcgil.it/iononcostringocuro
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FPCGIL Medici
e di Giosuè Di Maro, segretario regionale FPCGIL Medici Campania
E’ paradossale che con tutte le sfide alle quali è sottoposta la Regione Campania, a partire dall’impresa del piano di rientro sanitario, il Governo Caldoro si sia prontamente impegnato ad eliminare in modo chirurgico le norme che consentivano una graduatoria di merito professionale dei candidati a primario, riconsegnando la decisione nelle mani dei direttori generali nominati dalla politica.
Stupefacente la giustificazione: si trattava di norme ideologiche applicate solo una quindicina di volte.
Ha invece fondamento la spiegazione che si trattava di un’anomalia rispetto alla legge nazionale, alla quale la Campania è ritornata come in un gioco dell’oca nel quale a pagare le conseguenze sono la professionalità dei medici e la qualità dell’assistenza per i cittadini.
Chiediamo quindi, ancora una volta, di cambiare la normativa nazionale con un impegno trasversale che dovrebbe vedere accomunate tutte le forze politiche che hanno a cuore una sanità pubblica dove ad operare è il più bravo per criteri professionali e non di appartenenza.
Comunicato Stampa di Cecilia Taranto, Segretaria Nazionale Fp-Cgil
e di Massimo Cozza, Segretario Nazionale Fp-Cgil Medici
E’ in arrivo per la prima volta – con l’imminente approvazione definitiva del Decreto Legislativo in attuazione della legge 183 del 2010 – una regolamentazione organica dei benefici pensionistici per i lavori particolarmente usuranti, tra i quali rientrerà anche il lavoro notturno dei dipendenti in sanità, a partire da medici e infermieri. Si tratta di un obbiettivo da noi sempre perseguito e per il quale finalmente raggiungiamo un primo risultato, anche se con diverse limitazioni.
Chi svolge da 64 a 71 turni notturni annui potrà andare in pensione un anno prima, da 72 a 77 notti due anni prima e da 78 notti in poi con tre anni di anticipo.
Per le pensioni con decorrenza entro il 2017, così come definito dalla legge 247 del 2007, il beneficio potrà essere concesso solo a chi ha svolto il lavoro notturno in modo regolare e continuativo per almeno sette anni negli ultimi dieci di attività lavorativa. Dal 2018 il lavoro notturno dovrà essere svolto per metà della vita lavorativa complessiva.
Rimane tuttavia il nodo delle risorse finanziarie disponibili già programmate, che potrebbero essere insufficienti facendo scattare criteri di priorità in ragione della maturazione dei requisiti.
In sanità, inoltre, rischiano di essere esclusi i medici di guardia medica e tutti coloro che svolgono lavoro precario non dipendente.
Continueremo pertanto a batterci per garantire il diritto al riconoscimento di attività usurante, con i conseguenti benefici pensionistici, a tutti coloro che svolgono in modo costante il lavoro notturno in sanità, convenzionati e precari compresi.
Cade oggi l’anniversario della scomparsa di Pierluigi Grande, veterinario che con grande umanità e professionalità svolgeva il suo lavoro per la sanità pubblica e di sindacalista a livello nazionale nella FPCGIL Medici. Siamo orgogliosi di averlo avuto con noi e di essere stati suoi compagni. Non ti dimenticheremo.
Alla presenza del segretario nazionale della FPCGIL Medici Massimo Cozza ad Ancona è stata eletta la nuova segretaria regionale della FPCGIL Medici Marche Mirella Giangiacomi, dirigente anatomo patologa dell’ Azienda Ospedaliero – Universitaria Umberto I di Ancona, e a Lamezia Terme è stato eletto il nuovo segretario regionale della FPCGIL Medici Calabria Andrea Riso, direttore del distretto di Palmi dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria.
(www.salute.gov.it) Il Ministero della Salute pubblica l’Annuario statistico nazionale – Attività gestionali ed economiche delle asl e Aziende ospedaliere, Anno 2008, a cura della Direzione generale del sistema informativo, Ufficio di direzione statistica. Il documento offre un quadro dell’assistenza sanitaria sul territorio, in ospedale e del personale del Servizio sanitario impegnato, a partire dal censimento delle strutture.
Nel 2008 risultano 1.186 strutture per l’assistenza ospedaliera, 9.726 per l’assistenza specialistica ambulatoriale, 5.320 per l’assistenza territoriale residenziale, 2.346 per l’assistenza territoriale semiresidenziale, 5.284 per l’altra assistenza territoriale e 938 per l’assistenza riabilitativa. Per quanto riguarda la natura delle strutture, sono in maggioranza pubbliche le strutture che erogano assistenza ospedaliera (54,4%) e le strutture che erogano altra assistenza territoriale (88,2%). Sono in maggioranza private accreditate le strutture che erogano assistenza riabilitativa ex art.26 della Legge 833 (78,3%) e le strutture che erogano assistenza territoriale residenziale (73,3%). L’analisi dei trend del numero di strutture nel periodo tra l’anno 2005 e l’anno 2008 evidenzia una sostanziale stabilità per quanto riguarda l’assistenza ospedaliera (si registra una leggera contrazione, -1,2%, del numero di strutture pubbliche). Per l’assistenza specialistica ambulatoriale “Ambulatorio Laboratorio”, si assiste ad una riduzione del 5,3% delle strutture pubbliche e ad una lieve riduzione dello 0,7% per quelle private accreditate. Significativi incrementi, soprattutto per il privato accreditato, sono evidenziati dai trend dell’assistenza territoriale semiresidenziale.
In particolare l’Annuario statistico offre una fotografia dell’assistenza distrettuale, cioè erogata sul territorio, che si avvale soprattutto dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, convenzionati con il SSN.
Per quanto riguarda Medici di famiglia e Pediatri di libera, in media a livello nazionale ogni medico di base ha un carico potenziale di 1.114 adulti residenti, con differenze regionali a volte marcate. Il carico medio potenziale per pediatra è a livello nazionale di 1.019 bambini, con una variabilità territoriale anche più elevata rispetto a quella registrata per i medici di medicina generale. Tutte le Regioni comunque sono caratterizzate da una carenza di pediatri in convenzione con il SSN ad eccezione dell’Abruzzo, Emilia Romagna, Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta, che presentano un numero di bambini per pediatra di poco superiore al massimale stabilito nel contratto di convenzione.
Il Servizio di guardia medica , che assicurainterventi domiciliari e territoriali per le urgenze notturne festive e prefestive, nel 2008 registra 2.984 punti di guardia medica; con 13.040 medici titolari ovvero 22 medici ogni 100.000 abitanti. A livello territoriale si registra una realtà notevolmente diversificata sia per quanto riguarda la densità dei punti di guardia medica sia per quanto concerne il numero dei medici titolari per ogni 100.000 abitanti.
Per garantire l’assistenza farmaceutica convenzionata in Italia nel 2008 sono state prescritte 550.655.394 ricette con un importo di poco superiore ai 12 miliardi di euro, con un costo medio per ricetta di circa 22 euro. Il costo medio per ricetta risulta fortemente variabile all’interno del territorio nazionale registrando il valore minimo nelle Marche (18,40 euro) e quello massimo (26,31 euro) in Lombardia.
Grazie all’assistenza domiciliare integrata, inoltre, nel corso del 2008 sono stati assistiti al proprio domicilio 494.204 pazienti, di questi l’81% è rappresentato da assistibili di età maggiore o uguale a 65 anni e il 9,5% è rappresentato da pazienti terminali. Mediamente a ciascun paziente sono state dedicate circa 22 ore di assistenza erogata in gran parte da personale infermieristico (16 ore). Le ore dedicate a ciascun malato terminale risultano, invece, pari a 31.
Per quanto riguarda infine, le strutture sanitarie non ospedaliere, nel 2008 in totale sono stati censite 9.726 strutture sanitarie di tipo ambulatorio/laboratorio: la percentuale di strutture pubbliche è molto variabile a livello regionale; in generale nelle Regioni Centro-meridionali si ha una prevalenza di strutture private accreditate. Una situazione opposta si registra per quanto riguarda le altre strutture territoriali nelle quali prevale la gestione diretta delle Aziende Sanitarie.
Le strutture di tipo Ambulatorio/Laboratorio pubbliche erogano nella maggior parte dei casi assistenza clinica, mentre quelle private convenzionate erogano prestazioni di laboratorio.
Per quanto riguarda le altre strutture extraospedaliere, nel 2008 sono stati censite 5.320 strutture residenziali, 2.346 di tipo semiresidenziale, 5.284 di altro tipo (come centri di salute mentale, consultori, stabilimenti idrotermali). Con riferimento alle strutture residenziali e semiresidenziali
sono stati censiti 233.935 posti, pari a 392 per 100.000 abitanti. Di questi il 71,3% sono stati dedicati all’assistenza agli anziani, il 13,0% all’assistenza psichiatrica, il 15,2% all’assistenza ai disabili psichici e fisici, lo 0,5% ai pazienti terminali; probabilmente questi dati sono sottostimati poiché in alcuni casi c’è una sovrapposizione dei vari tipi di assistenza.
Gli Istituti e Centri per il recupero e la riabilitazione funzionale svolgono la propria attività fornendo prestazioni diagnostiche e terapeuticoriabilitative. Tali prestazioni possono essere erogate in forma residenziale, semiresidenziale, ambulatoriale, extramurale e domiciliare. Nel 2008 sono state rilevate 938 strutture riabilitative con 15.345 posti per l’attività di tipo residenziale e 14.264per l’attività di tipo semiresidenziale in complesso 50 ogni 100.000 abitanti. Il numero di utenti totali assistiti in regime residenziale è superiore agli utenti assistiti in regime semiresidenziale (rispettivamente 54.506 e 25.124 utenti); tale rapporto cambia a seconda della tipologia di attività riabilitativa, in particolare la riabilitazione neuropsichiatrica infantile è svolta preferibilmente in strutture semiresidenziali. Nel 2008 le strutture riabilitative hanno impiegato 46.565 unità di personale di cui il 10% costituito da medici ed il 41% da terapisti e logopedisti.
(www.salute.gov.it) Il Ministero rende nota la monografia sul Personale dipendente del Servizio sanitario nazionale (anno 2008), a cura della Direzione generale del Sistema informativo, Ufficio di Direzione statistica.
Nel 2008 il personale ammonta a 638.459 unità, in diminuzione rispetto alle 649.248 unità del 2007, e risulta così ripartito: il 70,0% ruolo sanitario, il 18,1% ruolo tecnico, il 11,7% ruolo amministrativo e lo 0,2% ruolo professionale. Nell’ambito del ruolo sanitario, il personale medico è costituito da 105.792 unità e quello infermieristico da 160.787 unità; il rapporto fra infermieri e medici, a livello nazionale, si attesta sul valore di 2,5 infermieri per ogni medico. Nelle strutture di ricovero pubbliche ed equiparate operano 98.898 medici e 246.691 unità di personale infermieristico (non è compreso il personale universitario). Per quanto riguarda la distinzione del personale del SSN per sesso, 239.614 sono gli uomini che vi lavorano, divisi nei diversi ruoli e 398.845 (63,4%) le donne.
il personale dipendente del SSN è costituito dal personale delle Aziende Sanitarie Locali, compreso quello degli istituti di cura a gestione diretta, dal personale delle Aziende Ospedaliere e dal personale delle Aziende Ospedaliere integrate con l’Università.
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FPCGIL Medici
e di Nicola Preiti, coord. naz.le FP CGIL Medici Medicina Generale
La lettera del 3 marzo a firma del Presidente della conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Vasco Errani, inviata ai ministri Fitto, Brunetta, Fazio e Tremonti è chiara: senza adeguamenti del sistema di trasmissione telematica dei certificati di malattia e senza nessuna copertura economica, il sistema sanzionatorio nei confronti dei medici non può essere applicato.
Una buona notizia per i medici che comunque continueranno ad impegnarsi per la realizzazione della certificazione on line senza creare disagi per l’assistenza.
C’era da aspettarselo che le Regioni sui certificati on line avrebbero messo i puntini sulle i. Infatti da loro dipende la messa a regime del sistema (che ancora non c’è, per quanti numeri possa quotidianamente dare Brunetta).
Le Regioni, con la lettera di Errani, evidenziano il mancato recepimento delle loro osservazioni nell’ultima Circolare del Ministro Brunetta. In particolare si chiede di adeguare il sistema di accoglienza centrale dei certificati e le modalità di funzionamento per il pronto soccorso e per la guardia medico/turistica. Si indica la necessità di specifiche verifiche da parte del tavolo tecnico congiunto tra Amministrazioni centrali interessate, Regioni e rappresentanze dei medici, sulle nuove funzionalità del cruscotto di monitoraggio, di cui non si conosce neanche la data di avvio. Infine, le Regioni evidenziano la mancanza di copertura economica.
Da tutto ciò le Regioni evidenziano l’impossibilità di applicare il sistema sanzionatorio in mancanza dei correttivi richiesti, e siccome le sanzioni devono essere comminate dalle ASL regionali, significa che per ora non esistono sanzioni.
Insomma tutto prevedibile, previsto e denunciato per tempo dalla FP CGIL Medici.
Manca quindi la condivisione politica da parte delle Regioni dell’ultima circolare del ministro Brunetta. E questa condivisione era stata un preciso impegno dello stesso Ministro Brunetta al tavolo con i sindacati dei medici.
Il Ministro Brunetta riprenda la giusta strada del confronto e affronti tutti i problemi ancora sul tappeto insieme ai medici ed alle Regioni.