Accordo F.E.S.I. decentrato D.A.P. anno 2011.

F.E.S.I. 2011 personale di Polizia Penitenziaria della Giustizia Minorile.

La Fp Cgil non firma la proposta di distribuzione del F.E.S.I. 2011 relativa al personale di Polizia Penitenziaria in servizio al Dipartimento Giustizia Minorile che le altre OO.SS., invece, tranne il SINAPPE, hanno invece sottoscritto: verificate i contenuti della proposta che ci è stata fatta pervenire, comparateli con quelli che sono propri di ogni singolo accordo territoriale raggiunto o meno nel settore minorile, tenendo ovviamente presenti le difficoltà insite nel difficile lavoro svolto negli istituti minorili, ove ci è ben nota la grande carenza di personale sofferta e il grande disagio lavorativo sopportato dai colleghi,  e capirete perché non abbiamo inteso firmare!

Seguirà comunicato

Fraterni saluti
Francesco Quinti

Concorso interno per titoli ed esame 5 posti nomina di Ispettore Superiore del ruolo femminile del Corpo.

Milano – Vigilanze: regolamento questo sconosciuto! Quelli che… parlano male e razzolano peggio!

 

COORDINAMENTI PROVINCIALI VIGILI DEL FUOCO MILANO
CGIL CISL UIL USB

INCIUCIO COMANDO/CONAPO

Vigilanze: regolamento questo sconosciuto! Quelli che… parlano male e razzolano peggio!

Della serie… come va tutto bene in questo comando…l’ultima sulle vigilanze.

Turno A: il segretario di questo sindacato che a livello nazionale fa finta di fare la guerra contro tutto e tutti, compresa l’amministrazione, ma che a livello locale è tutto elogi e complimenti per il nostro dirigente, la sera del 22 settembre è in malattia; quindi i responsabili dell’Uff. Vigilanze, come da regolamento, assegnano il servizio del 23 sera ad un altro lavoratore.

Come da copione il “malato” contesta tale scelta e si reca dal responsabile giornaliero dell’Uff., guarda caso esponente del medesimo sindacato, naturalmente messo lì per caso e insieme vanno dal funzionario responsabile dei servizi che, guarda caso, riassegna il servizio al convalescente.

A nulla sono valse le osservazioni di Capo Turno (che a detta del dirigente dovrebbe essere il responsabile del servizio) e qualificato responsabile di turno dell’Ufficio.

Morale: ad accondiscendere il comando nella sua opera di “ristrutturazione”, qualcosa si porta a casa, un posticino nell’ufficio oggi, un servizietto che non ti aspetta domani e avanti così!…

Milano, 24 SETTEMBRE 2011

 

Milano – LA POLITICA SI INTERESSA DEL "PROBLEMA MILANO": interrogazione parlamentare PD

 

COORDINAMENTI  PROVINCIALI  VIGILI  DEL  FUOCO  MILANO
CGIL CISL UIL USB

VIGILI DEL FUOCO: LA POLITICA SI INTERESSA DEL “PROBLEMA MILANO”
INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DEL PARTITO DEMOCRATICO
 
Lavoratori,
l’incessante lavoro sindacale, sta finalmente portando la politica, in questo caso il più grande partito di opposizione, ad accorgersi ed a farsi carico dei problemi dei VVF!
Infatti, in un recente incontro con esponenti di primo piano del PD, partendo dalle pessime condizioni soprattutto degli organici della nostra regione, abbiamo cercato di spiegare il progetto “VERDE” di devoluzione e liquidazione del CNVVF, che nel caso di Milano è perseguito con determinazione dall’ineffabile ing. Barberi, considerato il miglior dirigente del Corpo, sostenuto dal duo Tronca/Pini e dal placet politico del Ministro dell’Interno Maroni.
I piccoli e grandi misfatti accaduti a livello provinciale da un anno a questa parte, cioè l’abbassamento del grado di sicurezza delle squadre operative, una diversa distribuzione delle zone di intervento sul territorio sbilanciata a favore della componente volontaria, il proliferare di precari tramite corsi di formazione a 120 ore, la sottrazione di personale in particolare qualificato dalle squadre operative, il progressivo disimpegno dai servizi esterni (vigilanze, corsi Dlgs 81/08, ecc.), ha riscontrato un certo sbigottimento dei nostri interlocutori, tant’è che hanno deciso come primo atto concreto, di presentare una interrogazione parlamentare, a cui seguirà una serie di altre iniziative sia nazionali che sul territorio.
Dopo la pausa estiva, che comunque ha visto ugualmente un impegno delle sigle sindacali titolari dello stato di agitazione (in corso dal dicembre 2010), questa iniziativa ci darà anche lo spunto per tornare sul territorio e proseguire il dialogo coi lavoratori delle varie sedi del comando e riprendere iniziative di lotta.
 
Milano,  24 SETTEMBRE 2011

 

INTERROGAZIONE CON RISPOSTA IN COMMISSIONE

Al Ministro dell’interno. – Per sapere – premesso che:
 
il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, dipende dal Ministero dell’Interno, Dipartimento Vigili del fuoco del soccorso Pubblico e Difesa Civile e garantisce il soccorso tecnico urgente H24 grazie ad una capillare diffusione sul territorio;
in Lombardia il Corpo Nazionale dei VVF conta su circa 2.400 unità professioniste, complessive tra le varie qualifiche (Capi Reparto, Capi Squadra, Vigili), distribuite nelle varie sedi della regione che conta, allo stato attuale, 11 comandi effettivi, in quanto il costituendo comando di Monza/Brianza, dipende ancora da quello di Milano; i parametri europei stabiliscono un pompiere ogni millecinquecento abitanti, per cui in Lombardia necessiterebbero circa 3000 unità in più;
nel Corpo Nazionale dei VVF vi è anche la componente volontaria, che a sua volta comprende cittadini non appartenenti al Corpo nazionale dei VVF assegnati ad una sede di servizio del comando e che durante lo svolgimento delle loro normali attività, in caso di necessità, vengono richiamati in servizio, debbono cambiarsi e indossare i DPI, prendere l’automezzo necessario ed uscire per svolgere il servizio di soccorso;
l’altra componente è costituita dai discontinui, i precari dei VVF, cioè personale assunto con contratti a termine di 20 giorni, fino ad un massimo di 160 gg all’anno, che invece sono presenti nelle sedi di servizio e svolgono principalmente attività di ufficio o logistica, ma anche quelle inerenti al servizio di soccorso;
la maggior parte di loro sono in attesa dei concorsi per il passaggio a ruolo permanente e ad eccezione di una percentuale di personale volontario che ha svolto all’epoca il periodo di leva nel Corpo Nazionale dei VVF (un anno fino a dicembre 2005), gli altri hanno effettuato un corso di preparazione di 120 ore (centoventi), mentre il professionista deve effettuare un corso di un anno;
mentre per passare di qualifica, ad esempio da Vigile a Capo Squadra, ad un professionista occorre una media di 15/20 anni, un corso di 3 mesi, e spesso deve spostarsi in un’altra città o regione, mentre un volontario può diventare CS dopo 5 anni e tramite un corso on-line;
nel contesto delle carenze organiche generali, assumono rilevante importanza quelle dei qualificati (Capi Reparto e Capi Squadra – vedi tabella unitaria regionale) cioè quella parte del personale che ha maggiori responsabilità nel coordinamento e nella gestione diretta del soccorso e delle squadre operative, a causa della mancanza di finanziamenti, ma anche delle farraginose procedure concorsuali interne al Corpo Nazionale dei VVF;
la Lombardia è una delle regioni maggiormente popolate, con un imponente traffico viario, moltissime attività a rischio, anche rilevante, che la rendono particolarmente vulnerabile sotto parecchi aspetti, sia dal punto di vista delle attività umane, che da quello della gestione del suo territorio;
di contro il Corpo Nazionale dei VVF è soggetto a continui tagli ai finanziamenti, tanto da essere in arretrato coi pagamenti di affitti, fornitori e titolari di officine per la riparazione di automezzi; per quello che riguarda la situazione della città di Milano, l’Ing. Silvano Barberi, insediatosi dal mese di giugno 2010 come comandante, ha applicato una rivisitazione dell’organizzazione del soccorso del Comando che lo ricordiamo, ha competenza per Milano e tutti i comuni della sua
provincia;
tale progetto è avversato dalle Organizzazioni sindacali CGIL/CISL/UIL/USB, come l’interrogante ha potuto riscontrare di persona e da gran parte del personale operativo, tant’é che dai primi giorni di dicembre 2010 le suddette organizzazioni sono state costrette a dichiarare lo stato di agitazione provinciale e ad intraprendere alcune azioni di lotta tra cui un primo presidio il 4 dicembre 2010 durante le celebrazioni della protettrice dei VVF, S. Barbara e successivamente, l’8 febbraio 2011, una prima giornata di sciopero provinciale e contestuale presidio di fronte alla sede centrale di via Messina, ed il giorno 22/02 un altro presidio, questa volta davanti alla sede VVF di Desio;
tutte le iniziative di protesta, hanno avuto un grande seguito da parte dei lavoratori;
uno degli obiettivi di queste iniziative è stato quello di informare costantemente i media ed i cittadini rispetto ai motivi delle nostre rivendicazioni, ed infatti la popolazione ha dato numerosi attestati di solidarietà e condivisione alle loro preoccupazioni;
per quanto riguarda la cosiddetta “nuova organizzazione”, per quanto riferiscono le organizzazioni sindacali citate, al contrario di quanto accaduto negli ultimi 30 anni, ed in contrasto anche da quanto disposto da una recente nota del Vice Capo Dipartimento Ing. Alfio Pini, (prot. 14958 del 2 dicembre 2010), l’Ing. Barberi, nonostante la sempre più drammatica carenza di personale, in particolare qualificato (Capi Reparto e Capi Squadra), ha sottratto e continua a sottrarre unità dalle squadre operative, per impiegarlo in differenti servizi ed orari non collegati direttamente al
soccorso;
da tale movimentazione non è stata esentata nemmeno la sede aeroportuale di Linate (anch’essa dipendente dal Comando VVF di Milano), dove sono stati spostati qualificati ed autisti, creando in alcuni turni dei disservizi, scendendo in alcuni casi al di sotto delle dotazioni minime (qualificati compresi), con conseguenti problematiche inerenti ai rinforzi, in quanto i sostituti spesso non hanno l’adeguata preparazione e conoscenza, né delle procedure di intervento in caso di crash aereo, né dei mezzi ancora più specialistici di quelli in dotazione nelle altre sedi;
di tale situazione complessiva, le Organizzazioni sindacali hanno informato anche il Prefetto di Milano e per quanto riguarda la sede aeroportuale, il Presidente della SEA ed il Direttore dell’aeroporto, avendo presente che il servizio antincendio aeroportuale, è soggetto a normative internazionali (I.C.A.O.);
circa le Autorità sopra indicate, le informazioni comunicate dalle organizzazioni sindacali, a parte un incontro con il dott. Parente della Prefettura di Milano, non hanno dato altro seguito;
nei giorni 12 e 15 febbraio u.s. presso le sedi di Desio, Seregno e Rho, in seguito ad assenza prevista di autisti professionisti di mezzi di soccorso, il Dirigente ha inviato in loro sostituzione da altre sedi, del personale autista volontario.
che pur riconoscendo il ruolo della componente volontaria dei Vigili del Fuoco, questa decisione è immotivata tecnicamente, ed ha creato un grave precedente, in quanto ha introdotto la novità di un equipaggio ibrido professionisti/volontari.
Che tale tipo di sostituzioni non sono giustificate economicamente, visto che il personale volontario è retribuito al pari di quello professionista ed a cottimo, cioè a ore di intervento; anzi gli autisti professionisti in genere sono dei vigili, mente i loro sostituti volontari erano dei Capi Squadra, quindi con una remunerazione maggiore;
tali scelte sono apparse come una palese provocazione nei confronti dei lavoratori dei VVF e delle loro Rappresentanze;
è stata emanata una disposizione con la rivisitazione delle zone di competenza con un forte sbilanciamento a favore delle sedi volontarie, che nel concreto si tradurrà nel sovrautilizzo di questa componente, a discapito di quella professionista stipendiata e che quindi, in caso di necessità, frequentemente resterà nelle proprie sedi. Senza contare che le normative vigenti prevedrebbero l’utilizzo delle squadre volontarie “nell’ambito della circoscrizione territoriale di competenza del distaccamento volontario”, art 18 DPR 6 Febbraio 2004, n.76 -: se, sulla base di quanto riferito dalle organizzazioni sindacali citate, non sia censurabile il comportamento del primo dirigente Ing. Silvano Barberi;
se non sia da considerare il ripristino di corrette relazioni sindacali;
se, anche data la persistente fase di carenze organiche sopratutto di qualificati, non sia da applicare una razionalizzazione del personale attualmente di supporto al servizio di soccorso e il reintegro dello stesso nelle squadre operative in tutte le sedi di servizio, così come disposto anche dalla nota del Dipartimento VVF a firma del Capo del Corpo Ing. A. Pini.


Perugia – Ripianamento dei turni e mobilità del personale

 

COORDINAMENTO PROVINCIALE
Vigili del Fuoco PERUGIA

PERUGIA li 26 Settembre 2011

Alla c.a. Comandante Provinciale Vigili del Fuoco
Dott. Ing. Stefano MARSELLA

Oggetto: Ripianamento dei turni e mobilita del personale.

Egregio
Prossimamente a livello nazionale si prevedono due mobilità, una riguardante il personale con qualifica di Vigile del Fuoco a seguito della conclusione del 70° corso e dell’assegnazione dei neo vigili del fuoco, ed un’altra per il personale con qualifica di Capo Squadra, che probabilmente avverrà dopo la scelta della sede della procedura al 40% con decorrenza 2008.
A questo dobbiamo aggiungere le criticità interne del Comando di Perugia, il quale, a seguito di personale in missione o di malattie che prevedono tempi lunghi di recupero ha la necessità di prevedere un ripianamento dei turni con la conseguenza della mobilità di personale a livello provinciale.
Il nostro intento e quello di evitare l’applicazione di procedure che prevedono movimenti d’ufficio o forzature difficili da comprendere e non gradite dai lavoratori, procedure che come conseguenze portano sempre a creare problemi di contestazioni o di malcontento tra il personale, come già avvenuto tanto in passato che nei tempi recenti.
Per quanto sopra la scrivente Le chiede di essere messa a conoscenza, in via formale e nei tempi più celeri possibili, dell’attuale distribuzione del personale tanto della Sede Centrale, quanto delle sedi e distaccamenti periferici,
ricomprendendo tutte le qualifiche.
Riteniamo inoltre necessario, e quindi la presente ha valore anche come formale richiesta, di procedere ad un incontro preventivo ove analizzare congiuntamente la situazione attuale, evidenziata dal suaccennato documento riepilogativo, ed in seguito, procedere ad uno o più incontri per trovare e condividere le giuste risoluzioni, individuando regole chiare e trasparenti che debbono essere portate a conoscenza di tutto il personale nell’ambito di una ricognizione provinciale, da effettuare con tempi certi e che dia la priorità agli spostamenti volontari.
In attesa di cortese quanto celere riscontro, distinti saluti.

Per il Coordinamento Provinciale FP.CGIL.VVF. di Perugia
Daniele SCIURPA


Sanità: Ddl Governo Clinico, bene cancellazione libera professione dal testo, male su nomine e pensione a 70 anni – Dichiarazione stampa di Cecilia Taranto, segretaria nazionale FPCGIL e Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici

Il nuovo testo del Ddl sul Governo Clinico presentato dal relatore ha finalmente recepito la nostra richiesta di eliminare tutta la parte riguardante la deriva della libera professione. Ma ha lasciato una inaccettabile discrezionalità dei direttori generali (scelti dalla politica) nelle nomine professionali senza trasparenza e obbiettività, e nella decisione di chi può rimanere a lavorare fino ai 70 anni.

Per l’individuazione dei direttori di struttura complessa (ex primari) ancora una volta si affida la scelta al direttore generale nell’ambito di una terna proposta dalla Commissione, senza neanche l’obbligo della motivazione e della pubblicazione di tutti gli atti sui siti istituzionali. Invece del più bravo, a vantaggio della salute dei cittadini e della valorizzazione del merito professionale, il direttore generale può tranquillamente nominare il terzo.

Per diminuire le possibili interferenze il sorteggio dei componenti la Commissione, nella quale ci deve essere una donna, andrebbe fatto a livello nazionale e la valutazione effettuata su titoli e curriculum senza colloquio.

Ancora più incredibile è la totale discrezionalità lasciata al direttore generale nell’attribuzione dell’incarico di responsabile di struttura semplice, senza neanche l’obbligo di una valutazione comparata dei curricula e di una motivazione. E’ invece scomparsa l’unica norma che avrebbe limitato il potere arbitrario e monocratico dei direttori generali nelle nomine, cioè il divieto di utilizzare in modo improprio l’art. 15 septies con il quale oggi si assegnano incarichi di struttura complessa senza concorso a dirigenti scelti extra asl.

Inconcepibile è la proposta di una ennesima nuova norma sul pensionamento con la quale si introduce la possibilità di rimanere a lavorare fino a 70 anni, al di là dei contributi, e si toglie la scelta ai singoli dirigenti – come accade adesso se non si sono raggiunti i quaranta anni di contributi effettivi – per affidarla in modo assolutamente discrezionale al Collegio di Direzione.

Infine non è accettabile un intervento legislativo sulla valutazione su proposta del Ministro della Salute, oggi già definita a livello contrattuale.

Continueremo pertanto il nostro impegno per cambiare anche questo testo, per affermare il ruolo dei dirigenti e degli operatori nel Governo Clinico delle aziende e per valorizzare la professionalità e la trasparenza, a partire dalle nomine.

Roma, 26 settembre 2011

 

FESTA NAZIONALE DELLA FPCGIL: intervento di Vittorio Curcio – Vigile del Fuoco – Comando di Varese.

 


 

NEWS

La FPCGIL Medici sulle cure primarie ripresa da Ansa, Adn Kronos, Agi, Quotidiano Sanità e Sole 24 Ore Sanità.it

 

NEWS

Il testo finale sugli specializzandi approvato oggi alla Camera. Adesso va al Senato.

 1. Con accordo stipulato in sede di Conferenza permanente tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, su proposta dei ministri della Salute e dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sono definite le modalità, anche negoziali, per l’inserimento dei medici in formazione specialistica ammessi al biennio conclusivo del corso, all’interno delle aziende del Servizio sanitario nazionale costituenti la rete formativa di cui all’articolo 35 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368 senza mutamento comunque della natura giuridica del rapporto di formazione specialistica e fermo restando che il relativo contratto non può dar in alcun modo diritto all’accesso ai ruoli del predetto Servizio sanitario nazionale né all’instaurazione con lo stesso di alcun rapporto di lavoro. La valutazione finale del medico in formazione specialistica resta di competenza della scuola di specializzazione.
2. L’inserimento dei medici in formazione specialistica nelle aziende del Servizio sanitario nazionale avviene su base volontaria, non può dar luogo a indennità, compensi o emolumenti comunque denominati, diversi anche sotto il profilo previdenziale da quelli spettanti a legislazione vigente ai medici specializzandi e comporta la graduale assunzione delle responsabilità assistenziali secondo gli obiettivi definiti dall’ordinamento didattico del relativo corso di specializzazione.
3. L’accordo di cui al comma 1 disciplina altresì la partecipazione del medico in formazione alle attività ordinarie delle unità operative di assegnazione, nonché le modalità per consentire l’applicazione delle nuove disposizioni anche ai medici in formazione alla data dell’accordo medesimo.
4. Dall’attuazione dei commi 1, 2 e 3 si provvede nei limiti delle risorse e secondo le procedure previste dalla legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Incontro del dialogo sociale europeo per le Amministrazioni centrali

Bruxelles 9 settembre 2011

Il 9 settembre 2001, si è svolto a Bruxelles il gruppo di lavoro del dialogo sociale (EUPAN per i datori di lavoro, TUNED per i sindacati) delle Amministrazioni Centrali. Alla riunione era presente anche il Governo italiano rappresentato dal Dott. Valerio Talamo del Dipartimento della Funzione Pubblica.

I principali argomenti all’ordine del giorno erano due:
a) differenza salariale tra uomini e donne 
b) revisione della direttiva sull’orario di lavoro.

Dalle relazioni presentate e dalla discussione è emerso chiaramente che ancora oggi il divario salariale tra donne e uomini è molto elevato. Anche nei paesi, come l’Italia, dove è garantita dai contratti nazionali la parità del salario di base, esistono però ancora rilevanti differenze retributive quando si parla di salario accessorio o di produttività. Il fenomeno è legato alle diverse opportunità di carriera e alle difficoltà per le donne di conciliare tempi di vita e tempi di lavoro. E’ stato sottolineato come anche la crisi economica e le scelte politiche dei governi ricadono maggiormente sulle donne che vengono  penalizzate nei paesi dove esistono sistemi di welfare non adeguati a supportare la scelta di lavoro. La cura della famiglia e la mancanza di servizi non aiutano la parità di opportunità tra donne e uomini. Questo appare sempre più evidente se si guarda nei livelli di responsabilità  meglio retribuiti.
Dagli interventi è emerso chiaramente come in tutta Europa la crisi e gli interventi dei Governi sulle retribuzioni dei lavoratori pubblici stanno aggravando le differenze con  il rischio di fare passi indietro rispetto agli impegni assunti.
Non è semplice comparare i dati raccolti nei vari paesi e non sempre i termini usati sono omogenei, molto spesso si riscontrano difficoltà di comprensione. Ad esempio non è indifferente  se per analizzare il gap di genere si prende come riferimento la retribuzione lorda oraria, giornaliera o annuale. Se il confronto avviene sulla retribuzione oraria, come nel caso della relazione presentata, viene meno il calcolo di tutte le incidenze che hanno, nell’arco della vita lavorativa, le interruzioni di lavoro che molto spesso sono legate alla cura della famiglia e vengono in prevalenza utilizzate dalle donne.
E’ di fondamentale importanza tener sempre presente anche le ripercussioni che la differenza salariale avrà sulla pensione.
Al fine di impegnare le parti ad assumere atteggiamenti volti a diminuire il gap di genere è stata presentata una nota da condividere e presentare alla commissione.
I rappresentanti dei governi hanno evidenziato la necessità di approfondire l’analisi del documento e di raccogliere ulteriori dati. Il documento verrà messo all’ordine del giorno dei prossimi gruppi di lavoro.
 
Nel pomeriggio si è aperta la discussione sulla direttiva orario di lavoro. Su questo tema sono emerse  le diverse posizioni tra i sindacati e i governi.
Non sarà semplice portare a sintesi una discussione che parte da necessità molto diverse e che vede grandi differenze anche nell’applicazione della direttiva nei singoli paesi.
Come rappresentanti TUNED abbiamo detto chiaramente di voler continuare la discussione e di voler essere coinvolti come lavoratori pubblici delle Amministrazioni Centrali nel più ampio dibattito che in tutti i comitati si sta affrontando. Abbiamo anche ribadito quanto anche le modifiche alla direttiva sull’orario di lavoro non potranno non tener conto del fatto che, nell’ambito della crisi economica, c’è il rischi o che l’irrigidimento dell’orario di lavoro o le modifiche che tendono a diminuire i diritti, ricadranno anche sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Francesca De Rugeriis
(componente per l’Italia del TUNED e del Comitato permanente per le amministrazioni centrali e nazionali – NEA-EPSU)
 


NEWS

La FPCGIL Medici sul Ddl Governo clinico ripresa da Ansa, Adn Kronos, Asca e Quotidiano Sanità

 
 
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