Segnaliamo tre documenti di grande interesse:
1. Sintesi dell’Indagine Censis “Aspettative e soddisfazione dei cittadini rispetto alla salute e alla sanità” – aprile 2010
2. Il Rapporto sulla “Valutazione delle performance dei servizi sanitari regionali” (Ministero della Salute – Scuola superiore Sant’ANNA di Pisa)
3. Il Rapporto Remolet (Rete Monitoraggio LEA Tempestiva) di Agenas
Si tratta di “iniziative” che possono aiutare a superare l’attuale approccio, prevalentemente di tipo ragionieristico, per valutare la “virtuosità” o la “difficoltà”delle regioni nel garantire l’assistenza sanitaria, spostando l’attenzione dalla verifica dei soli bilanci a quella sui LEA per garantire i diritti dei cittadini.
Di seguito i Link
Ci pervengono sollecitazioni e richieste, in concomitanza con l’apertura del confronto sul CCNL, di procedere alla proposizione in quella sede del riconoscimento dell’indennità di amministrazione nella quota A della pensione.
Come già abbiamo avuto occasione di scrivere in precedenza, questa materia è riserva di legge non derogabile dal CCNL.
Inoltre, sulla materia, i numerosi ricorsi presentati hanno avuto esito negativo.
Riteniamo utile riproporre il documento redatto dal compagno Di Biasi che chiarisce, in modo esaustivo la relazione tra la indennità di amministrazione e la determinazione della pensione.
Infine, è utile evidenziare che nel caso di lavoratori attivi non vi è termine per eventuali ricorsi in materia, mentre eventuali termini prescrittivi valgono in modo perentorio per i dipendenti cessati dal servizio con diritto al trattamento di quiescenza e l’organo giudicante è la Corte dei Conti.
E’ costume della nostra organizzazione avere con i lavoratori e con i nostri iscritti un rapporto fondato sulla chiarezza e trasparenza rifuggendo da facile demagogia, che ci porterebbe, certamente, ad aumenti di consensi ma creerebbero nei lavoratori solo delle aspettative che non saremmo in grado di traguardare.
Roma, 3 maggio 2010
p. la FP CGIL Nazionale
il Coordinatore Nazionale
Agenzie Fiscali
Giovanni Serio
lo scorso 20 luglio si è tenuta la prevista riunione del Dipartimento Welfare – Mercato del Lavoro alla presenza di Rossana Dettori, Segretaria Generale della FP CGIL, per illustrare il piano di lavoro che il Dipartimento intende assumere nei prossimi mesi riguardo la complessa partita del lavoro pubblico, e più in particolare sugli effetti delle nuove norme varate dal Governo per la Pubblica Amministrazione che, se applicate potranno determinare conseguenze negative molto gravi sia sul piano qualitativo e quantitativo dei servizi prestati sia per ciò che attiene i diritti e le garanzie sul lavoro per i dipendenti.
Roma 23 luglio 2010
Pubblichiamo di seguito il Decreto Legislativo 165/2001 aggiornato al 30 agosto 2010 con legge 69/2009 e Dl 78/2009, convertito con legge 102/2009, con Dl 194/2009 convertito, con modificazioni, in legge 25/2010, e con Dl 78/2010 convertito, con modificazioni, con legge 122/2010, coordinato con le modifiche previste dal Decreto legislativo 27/10/2009, n. 150 di attuazione della Legge 4/3/2009 n. 15.
A cura di Vincenzo Di Biasi
Si pubblica il testo aggiornato, a cura di Vincenzo Di Biase, del Dlgs 165/2001 “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle
amministrazioni pubbliche” con le ultime modifiche introdotte dalla legge 183/2010, il cosidetto Collegato Lavoro da noi contrastato.
COMUNICATO STAMPA ANCI DEL 22 MAGGIO
Il Miur, con decreto del Ministro Moratti, ha ricostituito l’osservatorio permanente per l’integrazione scolastica delle persone in situazione di handicap, abolito insieme agli altri gruppi di lavoro, per effetto della legge Finanziaria 2002.
Il nuovo osservatorio è costituito da 19 persone e tra i suoi componenti non sono più inclusi i rappresentanti degli Enti Locali.
L’Osservatorio conserva gli stessi compiti su: monitoraggio del processo di integrazione scolastica, accordi interistituzionali, piena attuazione del diritto alla formazione, sperimentazione e innovazione metodologico-didattica e disciplinare, iniziative legislative e regolamentari.
La consulta delle associazioni diventa uno strumento a disposizione dell’Osservatorio mentre è scomparso il Comitato tecnico.
Come in altre occasioni l’eliminazione del nostro rappresentante non ci è stata anticipata e soprattutto desta meraviglia questa eliminazione, mentre sono stati evidenziati i compiti di creazione di un organismo unico, per esaminare nel loro complesso le problematiche inter-istituzionali ed inter-professionali, relative all’integrazione, in ogni ordine e grado di scuola, di alunni con handicap, anche al fine di facilitarne un corretto inserimento lavorativo e sociale.
L’Osservatorio permanente è composto dai direttori Generali del Miur, dal Direttore Scolastico della Sardegna, dal Vice Capo di Gabinetto, da esperti tra cui il Prof. Giuseppe Bertagna, il Prof. Giuliano Piazzi, il Prof. Emilio Franzoni, la Prof.ssa M. Luisa Di Pietro, il Prof. Francesco Guzzetta, l’ing. Davide Cervellin.
L’Osservatorio permanente è costituito per lo svolgimento di compiti consultivi e propositivi in materia di:
· monitoraggio del processo di integrazione scolastica degli alunni in situazione di handicap, allo scopo di facilitare e sostenere la piena attuazione degli obiettivi previsti dalla legge 5.2.1992 n. 104, anche in attuazione del DPR n. 275/99;
· accordi interistituzionali per la presa in carico del progetto globale di vita e di integrazione degli alunni in situazione di handicap, attraverso misure che sostengano la continuità educativa, l’orientamento scolastico e professionale, il collegamento con il mondo del lavoro;
· piena attuazione del diritto alla formazione delle persone in situazione di handicap;
· sperimentazione e innovazione metodologico-didattica e disciplinare;
· iniziative legislative e regolamentari.
L’Osservatorio si avvale della Consulta delle Associazioni, quale sede di incontro e di dialogo tra soggetti sociali e soggetti istituzionali, composta dalla Associazione dei bambini cerebrolesi, Associazione italiana assistenza spastici, Associazione italiana dislessia, Associazione italiana educatori dei sordi, Associazione italiana persone down, Associazione nazionale famiglie fanciulli e adulti subnormali, Associazione nazionale genitori soggetti autistici, Associazione nazionale invalidi per esiti da poliomielite, Associazione nazionale mutilati e invalidi civili, Associazione nazionale privi della vista e ipovedenti, Associazione sviluppo progetti informatici per gli handicappati, Centro attività riabilitative educative e sociali, Centro di esercitazione ai metodi di educazione attiva, Consiglio italiano delle persone con disabilità per i rapporti con l’Unione Europea, Consiglio nazionale sulla disabilità, Ente nazionale sordomuti, Federazione associazione di docenti per l’integrazione scolastica, Federazione italiana difesa diritti audiolesi, Federazione italiana superamento dell’handicap, Unione italiana ciechi, Unione italiana per la lotta alla distrofia muscolare, Unione nazionale down.
L’Osservatorio è presieduto dal Ministro Moratti o da un Sottosegretario di Stato o dal Direttore Generale per gli Ordinamenti Scolastici.
Dichiarazione Stampa delle Segreterie Nazionali CGIL FP CISL FPS UIL FPL
In data odierna si sono rotte le trattative per l’individuazione del fondo di previdenza complementare per le lavoratrici ed i lavoratori dei Consorzi Industriali.
Il motivo della rottura è da imputarsi unicamente al Presidente della delegazione trattante della Ficei nonché Presidente del Consorzio di Cagliari, Avv. Usai.
La tenacia e l’arroganza con la quale voleva obbligare le OO.SS. a firmare un accordo palesemente illegittimo e che avrebbe privato i lavoratori dei diritti sanciti dal D. Lgs 252 del 5/12/2005, ovvero dell’opportunità di individuare il Fondo di Previdenza Complementare, è inspiegabile.
Le OO.SS. volevano la semplice applicazione della norma a tutela dei lavoratori, individuando il fondo PREVIAMBIENTE quale strumento per rendere operativa la previdenza complementare sia quelli privi di qualunque forma, sia quelli che già godono di trattamenti aggiuntivi, senza costi ulteriori per le aziende.
Il risultato di questo comportamento miope dell’Avv. Usai è che Fp Cgil, Fps Cisl e Uil Fpl consigliano ai lavoratori di non esprimere alcuna indicazione sulla destinazione del proprio TFR, in modo tale da destinare quota parte del medesimo ai FONDI INPS e costituire così sia una rendita certa per i lavoratori che un aggravio di costi per gli Enti.
A noi pare l’unica via per poter raggiungere, nei prossimi mesi, un accordo soddisfacente per tutti.
Roma, 26 Giugno 2007
Studio del CNEL relativo alla CONTRATTAZIONE COLLETTIVA DI SECONDO LIVELLO NEL SETTORE PUBBLICO TRA TUTELA DEL LAVORO E FLESSIBILITA’ DELL’ORGANIZZAZIONE relativamente agli anni 1998-2005
Relazione al Convegno Dal Patto di Milano al Patto per l’Italia: quale ruolo per la concertazione?, Facoltà di Economia, Modena, 18 ottobre 2002 Politica dei redditi e riforme del Welfare di Paolo Bosi
Comunicato Stampa di Antonio Crispi
Segretario Nazionale Fp Cgil
e
di Gennaro Martinelli
Coordinatore Nazionale Polizia Locale
In questi mesi il tema della sicurezza è stato quello che maggiormente ha attirato l’attenzione di cittadini e stampa, anche in relazione ai tanti annunci e proclami fatti dal governo.
Annunci che spesso hanno messo in evidenza le stesse contraddizioni all’interno della maggioranza ed una presunta linea di fermezza che non affronta le questioni vere che sono alla base della insicurezza o dell’illegalità.
E’ perlomeno singolare, che mentre si agita fermezza non si trovi altro da porre in essere se non una compressione della capacità investigava della Magistratura e delle Forze di Polizia attraverso l’introduzione di norme draconiane in materia di intercettazioni telefoniche.
In pratica, non si punta a chiarirne meglio i limiti, punirne gli abusi o garantire il necessario rispetto della privacy, ma semplicemente a impedire che tale strumento investigativo sia utilizzabile per indagini relative a reati di corruzione, concussione, delitti contro la pubblica amministrazione, cioè proprio quei comportamenti che penalizzano i cittadini, le casse dello stato ed utilizzano le istituzioni per fini personali o per connivenze con la criminalità.
Così come tutti i giornali hanno riportato, con la ipotizzata nuova normativa lo scandalo della clinica Santa Rita non sarebbe mai emerso.
In questo contesto, mentre si abbassa il livello d’intervento della Magistratura si parla di maggiori poteri ai sindaci, in tema di sicurezza.
Di fatto una riforma per una gestione politica e classista della giustizia e della sicurezza.
Una confusione, che sta portando una ulteriore accelerazione nella sicurezza fai da te senza che sia comprensibile la linea d’orizzonte che i vuole traguardare.
Unica cosa è certa: si parla di Polizia Locale e di maggiori “poteri” senza che sia dato sapere cosa significa ne in cosa la trasforma.
La nostra preoccupazione è alta, poiché si stanno ottenendo due effetti:
allontanare qualsiasi intervento concreto in materia di sicurezza e il depotenziamento della Polizia Locale.
Ecco perché riteniamo fondamentale tenere diritta la barra della nostra azione sindacale su questa materia che concerne la libertà di ogni cittadino e la fruibilità democratica delle nostre città, e lo vogliamo fare rimanendo sul merito delle questioni e sul merito sfidiamo al confronto sia il governo sia il sistema delle autonomie.
1) piuttosto che comprimere la capacità investigativa della Magistratura occorre garantire processi rapidi e certezza della pena, oggi tale solo per coloro che non possono permettersi fior di avvocati;
2) investire sulle Forze di Polizia in materia di organici, strumenti, mezzi e implementazione della capacità investigativa e di contrasto alla criminalità ed ai suoi santuari economici; parlare di sicurezza con “un indulto quotidiano” e quattro regioni preda di camorra, mafia e ndrangheta è surreale
3) prosciugare il brodo di coltura della illegalità a partire dalla lotta all’emarginazione sociale ed alla disoccupazione;
4) rendere le istituzioni trasparenti, ridurre i costi della politica, rinsaldare il suo rapporto con i cittadini;
5) dare corso al confronto per la riforma della Polizia Locale che deve valorizzarne ruolo, compiti e funzioni e la specifica professionalità nelle politiche integrate di sicurezza urbana: riforma, che non può prescindere dal garantire adeguate tutele previdenziali, assistenziali ed infortunistiche, senza trasformare la Polizia Locale in un clone mal riuscito delle altre Forze di Polizia;
6) investire sulla professionalità della Polizia Locale e sulla sua capacità d’intervento ed investigativa nei campi della lotta all’abusivismo edilizio, commerciale (dove investe la criminalità organizzata) alla tutela dell’ambiente (leggi discariche abusive) della legalità e del vivere comune, anche in forza delle qualifiche di P.G. possedute.
Per questo, riteniamo fondamentale l’organizzazione del lavoro, la strumentazione, i corsi di formazione, la tecnologia.
Siamo per un confronto vero sulla sicurezza, senza ideologismi e nel merito delle questioni, ma l’altrui ideologismo e la voglia di rendere residuale l’azione sindacale spingono governo e sistema delle autonomie verso operazioni di facciata che aggraveranno i problemi dei cittadini e dei lavoratori della Polizia Locale.
Roma 11 Giugno 2008
Comunicato Stampa di Antonio Crispi
Segretario Nazionale Fp Cgil
e
di Gennaro Martinelli
Coordinatore Nazionale Polizia Locale
Ronde leghiste o rondinelle del Pd, nessuna primavera per la sicurezza
In ogni stato che si rispetti il tema della sicurezza è un tema serio e fondamentale poiché attiene alla esigibilità della libertà del singolo cittadini, alla civile convivenza ed alla fruibilità democratica degli spazi e dei servizi.
In Italia, invece, si sta trasformando in una pericolosa rincorsa, poco seria e drammatica per le conseguenze che può comportare, all’utilizzo di forme d’intervento fai da tè che indeboliscono la risposta alle forme delinquenziali e di illegalità che turbano la il normale vivere dei cittadini.
In particolare, il fenomeno delle ronde è ormai una malattia trasversale agli schieramenti politici, che così pensano di nascondere l’incapacità con cui è stato affrontato il tema.
Da ultimo, apprendiamo da articoli di stampa, che abbiamo una nuova ulteriore proposta, siglata da autorevoli esponenti del PD milanese, di ronde che dovrebbero integrare il servizio degli agenti di Polizia Municipale.
Dimenticano i proponenti che gli appartenenti alla Polizia Municipale necessitano di altro, di aumento degli organici, di qualificazione professionale, di una funzionale organizzazione del lavoro, di valorizzazione del ruolo rivestito nelle politiche integrate di sicurezza urbana e di tutele coerenti con le funzioni rivestite.
Gli appartenenti alla Polizia Municipale sono agenti ed ufficiali di polizia giudiziaria e non hanno bisogno di essere sovra-esposti affiancandogli personale che non riveste tale ruolo e non ha l’esperienza che questo delicato servizio pubblico, ma di essere coordinati con polizia, carabinieri o guardia di finanza.
Sul tema della sicurezza occorrerebbe tanta approssimazione in meno e conoscenze specifiche in più, a partire dal fatto che la china in atto serve solo a depotenziare i servizi pubblici, a disperdere la professionalità degli addetti ed a peggiorare le condizioni di vita dei cittadini e dei lavoratori.
Roma, 13 giugno 2008
Comunicato Stampa di Antonio Crispi
Segretario Nazionale Fp Cgil
e
di Gennaro Martinelli
Coordinatore Nazionale Polizia Locale
Governo e Sicurezza
Populismo e fumo
E’ quotidiana e tambureggiante la discussione sul tema della sicurezza alla quale, però, non corrispondono provvedimenti capaci di esprimere una strategia complessiva e duratura per affrontare i problemi quotidiani delle persone.
Certo è per noi umani, poco comprensibile, collegare i bisogni di legalità e vivibilità dei cittadini con norme che, invece di affrontare l’inaccettabile lungaggine dei processi (che porta alla prescrizione di miglia di reati) o rendere certezza della pena, depotenziano la figura stessa della Magistratura.
Allo stesso modo, ci saremmo aspettati che la tanto decantata “linea dura” paventata durante la campagna elettorale, si tramutasse in investimenti: sulle forze di polizia in organici e strumenti investigativi ed operativi; sulla giustizia (quella che riguarda tutti i cittadini in quanto uguali davanti alla legge e tutti i reati nel rispetto della costituzione); in una politica che finalmente passasse dal fai da te ad un vero contrasto alla delinquenza che controlla parti importanti del nostro territorio ed a tutti i reati predatori che nella quasi totalità fanno vittime tra i più deboli (pensionati, donne e minori); sul ruolo specifico della Polizia Locale; sul coordinamento tra le Forze di Polizia.
A fronte di queste attese la risposta è l’impiego dei militari in compiti di polizia, intervento già sperimentato e che, al di là delle preoccupazioni di natura costituzionale e d’immagine dell’Italia nel mondo, non ha sortito, nelle esperienze passate, alcun effetto nella lotta alla criminalità.
La nostra preoccupazione è molto forte, poiché pensiamo di essere da sempre per la tolleranza zero (termine di moda) contro la malavita e le sue collusioni con politica, finanza e imprenditoria (leggere Gomorra di Saviano è un ottimo e salutare modo di averne conoscenza) e vorremmo che con norme certe, processi rapidi e il coordinamento delle Forze di Polizia si liberasse il territorio nazionale e il suo sviluppo da quest’enorme zavorra.
In quest’ottica, diviene centrale il ruolo della Polizia Locale (provinciale e municipale) quale elemento di garanzia di legalità e vivibilità nelle nostre città.
Un ruolo e delle funzioni che non sono da serie B (lo gridiamo a gran voce da un decennio) ma che, invece, sono insostituibili per la crescita civile del nostro territorio.
Una consapevolezza, che ci ha sempre tenuto lontani dagli approcci ideologici circa la dotazione dell’arma alla Polizia Locale (alcuni Corpi l’hanno in dotazione da decenni), facendoci porre piuttosto il problema dell’utilizzo di questo fondamentale servizio pubblico.
Il vero problema è il depotenziamento della Polizia Locale, (vedi gli organici, i mezzi ed i percorsi professionali), la sua riduzione ad un ruolo di clone mal riuscito delle altre Forze di Polizia dalle quali si raccolgono (e non potrebbe essere altrimenti) compiti residuali che di contro impediscono di attrezzarsi per quelli specifici demandati dalla legge.
Necessita, quindi, una legge di riforma che sancisca pari dignità con le forze di polizia ad ordinamento statale e riconosca alla Polizia Locale il ruolo peculiare svolto per la sicurezza delle città.
La lotta all’abusivismo edilizio, commerciale (vedi merce contraffatta) ai reati ambientali, “all’insicurezza stradale”, all’illegalità diffusa, alla violenza da strada e sino al controllo sul rispetto della normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro”una strage continua, sottovaluta da Governo e Confindustria”, sono attività fondamentali e sulle quali la Polizia Locale ha una specifica professionalità ed un’alta capacità investigativa.
Ecco, perché, la nostra mobilitazione prosegue e si rafforzerà con specifiche iniziative, locali e nazionali che, come sempre, sfideranno nel merito delle questioni il governo e le forze politiche, nell’interesse di cittadini e operatori della polizia locale, poiché il tema della sicurezza è troppo serio (riguarda la libertà e la democrazia) per lasciarlo nelle mani di fenomeni ideologici, populistici e di facciata.
Roma 20 giugno 2008