In data 11 novembre u.s., presso la sede di Anaste, a Roma, è proseguita la trattativa per la possibile definizione del nuovo CCNL Anaste.
In considerazione delle distanze emerse durante l’ultimo incontro, la delegazione dell’Associazione datoriale ha comunicato alle OO.SS. l’accoglimento da parte della Commissione lavoro datoriale di alcune proposte in materia di relazioni sindacali, provvedimenti disciplinari, sistema di classificazione con le relative declaratorie e cambio di gestione.
Dal punto di vista economico la parte datoriale ha confermato la volontà di allinearsi alla media retributiva dei CCNL di settore, palesando, al contempo, la difficoltà finanziaria dovuta agli eventi in corso.
Le parti, inoltre, nel corso del confronto hanno disquisito sulle modalità di armonizzazione contrattuale considerando le differenti provenienze dei lavoratori a cui ad oggi viene applicato il CCNL Anaste 2006-2009 o il CCNL Anaste 2017-2019 non sottoscritto dalle OO.SS. Confederali. Nel corso dell’incontro sono emerse delle distanze in merito ad istituti aventi effetti economici.
In relazione alle suddette distanze la delegazione Anaste invierà entro questa settimana l’articolato completo, che per la parte datoriale non potrà essere oggetto di modifiche.
La proposta sarà oggetto di attenta analisi da parte delle OO.SS. per le eventuali valutazioni e controproposte conseguenti.
Le OO.SS. comunicheranno ad Anaste l’esito dell’analisi della bozza di testo il prossimo 28 novembre, data nella quale è prevista la prosecuzione del negoziato.
FP CGIL
Michele Vannini
CISL FP
Franco Berardi
FISASCAT CISL
Aurora Blanca
UIL FPL
Domenico Proietti
UILTuCS
Paolo Proietti
“Riteniamo sia fondamentale assicurare in tutte le regioni italiane, anche in presenza di un sistema istituzionale decentrato, i diritti fondamentali e i livelli essenziali delle prestazioni garantite dai servizi pubblici nel settore sociale, sanitario, di non autosufficienza, istruzione, sistema integrato di servizi rivolto alle famiglie e ai singoli, lavoro e ambiente”. Così la Fp Cgil in merito al percorso relativo all’autonomia differenziata che il governo sembra essere intenzionato ad accelerare.
Le priorità individuate dalla Funzione Pubblica Cgil, prosegue, “comportano quindi maggiori finanziamenti e un’adeguata campagna di assunzioni che riporti a livelli numerici utili la presenza di lavoratrici e lavoratori all’interno degli Enti e rispondere in modo adeguato all’erogazione dei servizi, per le cittadine e i cittadini. Le assunzioni non riescono a colmare il vuoto che si è creato per effetto dei numerosi pensionamenti senza che il personale, uscito per quiescenza dagli Enti, abbia avuto il tempo di trasferire l’esperienza di anni di lavoro a quello rimasto in attività. Così come i tagli ai bilanci perpetrati negli anni, hanno influito sulla continuità dell’erogazione dei servizi pubblici”.
Questa accelerazione, inoltre, riepiloga il sindacato, “si inserisce in un contesto profondamente segnato che vede Province e Città Metropolitane impegnate nell’attuazione dei programmi del Pnrr, nonostante risentano ancora degli effetti della riforma Delrio, che sugli assetti istituzionali non ha assicurato un coerente coordinamento dei territori, finalizzato a crescita e sviluppo, e la spending review, che ha inciso fortemente sulla loro fiscalità. A sette anni dalla riforma Province e Città Metropolitane non hanno ancora trovato dignità economica né gestionale”.
Infine, osserva la Fp Cgil, “il taglio del numero dei parlamentari ha determinato una minore rappresentatività dei territori e non tarderà a far sentire i suoi effetti su una dialettica politica già impoverita, come rilevato anche dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 240/2021. Quest’ultima ha di fatti bocciato le norme, pur non dichiarandole espressamente illegittime, contenute nella riforma Delrio che hanno reso il sindaco della Città metropolitana una carica non elettiva a differenza del presidente della Provincia, eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali del territorio. Auspichiamo che il governo ci convochi sulla riforma del Tuel”, conclude la Fp Cgil.
“La Fp Cgil Polizia Penitenziaria si unisce alle parole del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha partecipato ieri a Palermo alla Giornata conclusiva dell’anno di commemorazione delle stragi di Capaci e Via D’Amelio che è culminata nell’intitolazione dell’aula-bunker del carcere dell’Ucciardone ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”. Lo afferma il coordinatore nazionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria. Mirko Manna.
“L’aula bunker – prosegue – è un luogo simbolo per il Corpo di Polizia Penitenziaria e per l’Amministrazione penitenziaria. Si tratta del luogo in cui si è celebrato il Maxi-processo a ‘Cosa Nostra’ e nel quale i Poliziotti penitenziari hanno svolto un ruolo tanto determinante quanto poco conosciuto. Il giudice Alfonso Giordano che presenziava la Corte, affidò all’allora Capitano degli Agenti di Custodia Enrico Ragosa, ora Polizia Penitenziaria, sia l’informatizzazione della registrazione delle presenze e assenze degli imputati, procedura che avrebbe bloccato l’intero processo se attuata con i metodi tradizionali di allora, sia della movimentazione dei detenuti tra le pause del processo e della loro dislocazione nei settori dell’aula-bunker”.
“Il Corpo di Polizia Penitenziaria, ancora oggi, è in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata gestendo la detenzione di centinaia di criminali al 41-bis e in Alta Sicurezza. La Fp Cgil ringrazia le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria per il loro quotidiano lavoro svolto nella memoria e nell’esempio dei tanti colleghi caduti per mano terroristica e mafiosa, compresi i magistrati Falcone e Borsellino dei quali l’intitolazione dell’aula-bunker del carcere dell’Ucciardone ci onora.”, conclude.
“Il governo in vista della legge di Bilancio convochi le rappresentanze sindacali dei Vigili del Fuoco per definire gli indirizzi pluriennali da adottare in favore delle lavoratrici e dei lavoratori del corpo”. A chiederlo sono il coordinatore nazionale di Fp Cgil Vvf e i segretari nazionali di Fns Cisl e Confsal Vvf, rispettivamente Mauro Giulianella, Massimo Vespia e Franco Giancarlo.
“Se è vero che il soccorso pubblico è un’attività fondamentale per garantire la sicurezza dei cittadini – proseguono -, è altrettanto vera la necessità di attuarla al meglio, con la giusta attenzione nei confronti degli operatori impegnati quotidianamente su questo fronte. Abbiamo apprezzato le parole del presidente Meloni sul riconoscimento del lavoro svolto dagli uomini e delle donne in uniforme, evidenziamo però come sia importante che si passi concretamente e con urgenza dagli apprezzamenti ai fatti attraverso il confronto tra governo e le rappresentanze sindacali in occasione dei lavori preparatori al varo della legge di Stabilità”.
“Il servizio reso dai Vigili del Fuoco alla collettività – continuano -, attraverso il soccorso alla popolazione, si misura come indicatore della sensibilità del sistema politico di governo del Paese. Pertanto con tale auspicio attendiamo la convocazione, come previsto dalla legge, e così come avviene per gli altri Corpi dello Stato, dei rappresentanti sindacali dei Vigili del Fuoco per la consultazione a Palazzo Chigi e il confronto utile a definire gli indirizzi pluriennali da adottare in favore della categoria rappresentata”, concludono Giulianella, Vespia e Giancarlo.
Stabilizzare gli oltre 8 mila lavoratrici e lavoratori assunti per il funzionamento dell’Ufficio per il Processo dal Ministero della Giustizia. È la richiesta che avanza la Fp Cgil al titolare del dicastero di via Arenula, Carlo Nordio, nel denunciare, infatti, le gravi carenze di organico che affliggono la Giustizia.
Il segretario nazionale della Funzione Pubblica Cgil, Florindo Oliverio, impegnato in questi giorni in una serie di assemblee in tutto il Paese con le lavoratrici e i lavoratori assunti, a tempo determinato, per l’Ufficio per il Processo, fa sapere: “Sono state fatte delle assunzioni per il Pnrr nel Ministero della Giustizia scaglionando in due tranche il personale assunto per poter far funzione l’Ufficio per il Processo. Una prima tranche è entrata in servizio a febbraio di quest’anno con contratto in scadenza fra 31 mesi, ovvero a settembre del 2024, quando sarà sostituita dalla seconda tranche di lavoratori che, contratto a 24 mesi, finiranno il progetto a dicembre del 2026”.
Una scelta che la Fp Cgil ha giudicato allora e continua a giudicare sbagliata. “Sarebbe stato più logico – sostiene Oliverio – per il Ministero della Giustizia assumere tutto il personale fino alla durata del Pnrr, quindi fino al 31 dicembre del 2026”. Ma non solo, rincara il dirigente sindacale, “c’è un altro problema: serve avere certezza che, finite le risorse del Pnrr, il Governo decida di mantenere in vita una struttura fondamentale per il funzionamento della Giustizia, ovvero l’Ufficio per il Processo. Bisogna passare ad assunzioni stabili e non solo a tempo determinato. Questo Ministero, se non vuole chiudere i battenti, dovrà assumere altro personale”.
Per queste ragioni, sostiene ancora Oliverio, come fatto nelle assemblee promosse a Bari, Catanzaro, Agrigento, Napoli, Genova, Milano, e che ancora si terranno nelle prossime settimane, “chiediamo al Ministro Nordio un confronto sul futuro della Giustizia in Italia. Chiediamo di assicurare in tempi rapidi una prospettiva di stabilizzazione per questi lavoratori prima della loro scadenza, anche per arginare le rinunce che già ora sono numerose. La trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a indeterminato, con modalità e tempi che il governo dovrà indicare in ragione degli impegni con l’Unione Europea ma anche utili ad evitare di disperdere importanti professionalità necessarie all’amministrazione giudiziaria, è indispensabile perché l’Ufficio per il Processo non è legato solo allo smaltimento degli arretrati ma servirà a far funzionare meglio la Giustizia nel nostro Paese a regime, ben oltre i tempi del Pnrr”, conclude.
Guadra l’intervista a Florindo Oliverio dell’agenzia Lapresse
In data 7 novembre, presso la sede Anpas, a Firenze, le OO.SS FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, hanno incontrato la delegazione trattante di Anpas-Misericordie, per il confronto sull’unificazione dei CCNL di Anpas-Misericordie per giungere ad unico CCNL per il triennio 2020-2022.
A seguito dei diversi incontri che si sono susseguiti nei mesi scorsi è stata quasi del tutto definita la parte normativa del CCNL con le relative armonizzazioni rispetto agli istituti non omogenei pur restando aperte alcune materie che saranno affrontate nel prossimo incontro.
Le parti con l’obiettivo di giungere all’apertura del confronto per il CCNL unico per il triennio 2023-2025 che veda la partecipazione anche di Croce Rossa Italiana hanno definito i perimetri di un possibile accordo economico che traghetti Anpas e Misericordie verso il CCNL unificato con il riconoscimento del tabellare del CCNL Croce Rossa 2020-22. Tuttavia permangono distanze in relazione alla corresponsione dell’una tantum risarcitoria e rispetto ai tempi di erogazione.
Con l’auspicio di addivenire ad un accordo in tempi brevi le parti si incontreranno in data 30 novembre p.v.
Continueremo a tenervi aggiornati.
FP CGIL
Michele Vannini
CISL FP
Franco Berardi
UIL FPL
Bartolomeo Perna
Vedi anche:
Ucraina: Filcams-Flai-Flc-Fp, oggi flash mob a Roma ‘Cgil for peace’
Uno striscione enorme, dieci metri per dieci, calato su di un lato della sede della Cgil di via Leopoldo Serra a Roma, lungo via Portuense, con su la scritta ‘Cgil For Peace’. È l’azione dimostrativa messa in campo oggi da quattro categorie nazionali della Cgil, Filcams, Flai, Flc e Fp, alla vigilia della manifestazione nazionale ‘Cessate il fuoco subito, negoziato per la Pace!’, l’appuntamento nazionale del movimento per la pace promosso dalla coalizione Europe for peace convocato per domani 5 novembre a Roma.
Proprio in vista della manifestazione di domani, che vedrà una massiccia presenza della Cgil, le quattro categorie del sindacato di corso d’Italia che rappresentano lavoratrici e lavoratori dei servizi, del commercio e del turismo, dell’agroindustria, della conoscenza e dei servizi pubblici, hanno organizzato un flash mob, srotolando un lungo striscione lungo la facciata del palazzo dove hanno sede, a sostegno delle ragioni della manifestazione nazionale per la pace.
“È un accorato appello, quello che abbiamo lanciato oggi al nuovo ministro dell’Interno Piantedosi, per il tramite del capo di gabinetto prefetto Bruno Frattasi: il rilancio delle relazioni sindacali per migliorare le condizioni economiche, previdenziali, organizzative, sanitarie e normative di tutto il personale del Corpo”. Ad affermarlo sono Mauro Giulianella, coordinatore nazionale Fp Cgil Vvf; Massimo Vespia, segretario generale Fns Cisl; e Franco Giancarlo, segretario generale Confsal Vvf.
“Abbiamo, inoltre – proseguono – responsabilmente riavviato le relazioni sindacali nel pieno rispetto del nuovo esecutivo, che come è noto sta provvedendo in queste ore alla individuazione dei nuovi incarichi politici (deleghe ai sottosegretari) e nuovi incarichi istituzionali. Coscienti del fatto che tale passaggio si rende necessario al fine di poter concretamente affrontare le annose problematiche che interessano le lavoratrici e i lavoratori del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, è stato concesso all’Amministrazione un margine temporale che preveda entro e non oltre il mese corrente di ricevere convocazione formale da parte del Dipartimento della Funzione Pubblica per definire l’accordo economico sulle specialità”.
“Inevitabile da parte nostra – proseguono Giulianella, Vespia e Giancarlo – il sollecito al DIpartimento dei Vigili del Fuoco, a programmare a breve una serie di incontri serrati finalizzati alla risoluzione delle criticità interessanti la vertenza di Fp Cgil, Fns Cisl e Confsal Vvf, sulle quali saremo pronti nuovamente a rilanciare la nostra protesta qualora non sopraggiungeranno adeguate risposte. Urgente inversione di rotta su tutti i punti della nostra vertenza a partire dalle relazioni sindacali”, concludono Giulianella, Vespia e Giancarlo.
[Da cgil.it]
L’ombra della guerra atomica si stende sul mondo
La minaccia nucleare incombe sul mondo. È responsabilità e dovere degli stati e dei popoli fermare questa follia.
L’umanità ed il pianeta non possono accettare che le contese si risolvano con i conflitti armati. La guerra ha conseguenze globali: è la principale causa delle crisi alimentari mondiali, ancor più disastrose in Africa e Oriente, incide sul caro-vita, sulle fasce sociali più povere e deboli, determina scelte nefaste per il clima e la vita del pianeta. La guerra ingoia tutto e blocca la speranza di un avvenire più equo e sostenibile per le generazioni future.
Questa guerra va fermata subito
Condanniamo l’aggressore, rispettiamo la resistenza ucraina, ci impegniamo ad aiutare, sostenere, soccorrere il popolo ucraino, siamo a fianco delle vittime. Siamo con chi rifiuta la logica della guerra e sceglie la nonviolenza.
L’inaccettabile invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha riportato nel cuore dell’Europa la guerra che si avvia a diventare un conflitto globale tra blocchi militari con drammatiche conseguenze per la vita e il futuro dei popoli ucraino, russo e dell’Europa intera. Siamo vicini e solidali con la popolazione colpita, con i profughi, con i rifugiati costretti a fuggire, ad abbandonare le proprie case, il proprio lavoro, vittime di bombardamenti, violenze, discriminazioni, stupri, torture.
Questa guerra va fermata subito. Basta sofferenze. L’Italia, l’Unione Europea e gli stati membri, le Nazioni Unite devono assumersi la responsabilità del negoziato per fermare l’escalation e raggiungere l’immediato cessate il fuoco. È urgente lavorare ad una soluzione politica del conflitto, mettendo in campo tutte le risorse e i mezzi della diplomazia al fine di far prevalere il rispetto del diritto internazionale, portando al tavolo del negoziato i rappresentanti dei governi di Kiev e di Mosca, assieme a tutti gli attori necessari per trovare una pace giusta.
Insieme con Papa Francesco diciamo: “Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili”.
L’umanità ed il pianeta devono liberarsi dalla guerra.
Chiediamo al Segretario Generale delle Nazioni Unite di convocare urgentemente una Conferenza Internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti per combattere le povertà e di finanziamenti per l’economia disarmata, per la transizione ecologica, per il lavoro dignitoso.
Occorre garantire la sicurezza condivisa.
Le guerre e le armi puntano alla vittoria sul nemico ma non portano alla pace: tendono a diventare permanenti ed a causare solo nuove sofferenze per le popolazioni. Bisogna invece far vincere la pace, ripristinare il diritto violato, garantire la sicurezza condivisa. Non esiste guerra giusta, solo la pace è giusta. La guerra la fanno gli eserciti, la pace la fanno i popoli.
L’Italia, la Costituzione, la società civile ripudiano la guerra. Insieme esigiamo che le nostre istituzioni assumano questa agenda di pace e si adoperino in ogni sede europea ed internazionale per la sua piena affermazione.
CESSATE IL FUOCO SUBITO, NEGOZIATO PER LA PACE!
ONU convochi una Conferenza internazionale di pace
Mettiamo al bando tutte le armi nucleari
Il concentramento della manifestazione è fissato per le ore 12.00 presso Piazza della Repubblica e la partenza del corteo è prevista per le ore 14.00.
Il percorso del corteo è Piazza della Repubblica – Via Terme di Diocleziano – Via Amendola – Via Cavour – Piazza dell’Esquilino – Via Liberiana – Piazza Santa M. Maggiore – Via Merulana – Largo Brancaccio – Via Merulana – Viale Manzoni – Via Emanuele Filiberto – Piazza San Giovanni.
La manifestazione si concluderà intorno alle ore 18.30.
Per adesioni: segreteria@retepacedisarmo.org
Per informazioni: www.sbilanciamoci.info/europe-for-peace/ – www.retepacedisarmo.org
→ Scarica la Piattaforma della coalizione Europe for Peace con le prime adesioni
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