Le scriventi OO.SS., durante la riunione dello
scorso 18 ottobre, hanno fatto
presente, dopo l’illustrazione del contenuto della
Delibera che avrebbe dovuto essere
approvata il successivo 21 ottobre dal Comitato, che
tale Delibera si configurava
inaccettabile in quanto “accantonava” semplicemente le somme per il pagamento dei
crediti certi dei lavoratori, mentre disponeva altri
stanziamenti per il pagamento di crediti
diversi non assistiti da diritto di prelazione a
favore della Associazione.
Le scriventi, nell’occasione, avevano altresì
invitato la controparte ad attendere il
parere dell’Avvocatura Generale dello Stato,
peraltro arrivato poi il giorno successivo,
prima di procedere alla deliberazione, al fine di
dare corso alle indicazioni eventualmente
fornite dalla citata difesa erariale.
Come prevedibile, il parere in questione ha
confermato, al di là di ogni dubbio, la
correttezza della posizione delle scriventi sinteticamente
rappresentata nell’atto di
intimazione e messa in mora, non a caso citato nello
stesso parere.
Sempre l’Avvocatura, nel proprio parere, senza ombra
di dubbio, afferma che è
legittimo procedere a liquidare integralmente, anche
mediante “periodici stati di
ripartizione”
i crediti privilegiati ” p
rima di predisporre il ricordato piano finale”,
con la ulteriore significativa precisazione che il
termine normativamente previsto del
31.10.16 è da qualificarsi non come “perentorio, benché
semplicemente come
ordinatorio e acceleratorio”. Con la evidente conseguenza che v’è tutto il tempo
per
procedere nel senso indicato dalla difesa erariale e
dalle scriventi.
Tale parere è pervenuto, come si legge nella stessa
delibera 71, il 20 u.s. di tal che
non si comprende il motivo per il quale, nonostante
la chiarezza, la semplicità e la
univocità delle indicazioni fornite dall’Avvocatura
Generale dello Stato, peraltro corredate
da ampie delucidazioni, il Comitato, con la
Deliberazione 71, “accantoni” semplicemente le
somme adducendo come inaccettabile scusa la
necessità di approfondire il su citato parere
dell’Avvocatura e che “non
vi è stato il tempo per effettuare i necessari
approfondimenti”,
procedendo invece a stanziare in
fretta e furia somme destinate
anche alla soluzione di posizioni creditorie non
privilegiate.
Non pare priva di rilievo nel presente ragionamento
la ulteriore circostanza, di cui
alla deliberazione n. 70 del 21.10.2016, avente ad
oggetto la anticipazione di cassa 2016,
per la cui determinazione è stata utilizzata – oltre
ad altre voci di bilancio – la <<somma
afferente la procedura propedeutica
dell’avvio della Gestione separata (massa attiva), alla
data del 31.12.2015… per un importo
di € 30.158.419,69, i cui 2/3 ammontano ad €
7.539.604,92…>> somme che ci si chiede come verranno
impiegate per il caso in cui
vengano liquidate, se pure a titolo di anticipazione
di cassa. Ed infatti, considerata la
disposizione di cui all’art. 4 del D. Lgs. 178/2012,
considerata la gestione separata quale
modalità di liquidazione dei crediti con causa
giuridica antecedente al 31.12.2011, pare
evidente che tali anticipazioni possano e debbano,
ove concesse, essere impiegate solo ed
esclusivamente per la liquidazione dei debiti in
gestione separata, secondo le prelazioni di
legge, nel rispetto delle modalità indicate dalla
medesima disposizione e abbondantemente
chiarite dalla difesa erariale.
Per tutti questi motivi, la delibera n. 71 non solo
è lesiva degli interessi dei
lavoratori ma è illegittima e deve essere annullata,
nella parte nella quale ha disposto
l’accantonamento delle somme, anche in
considerazione del fatto che è pervenuto il
prestito del MEF di cui alla delibera.
Tutto ciò premesso e considerato le scriventi chiedono
l’immediato
annullamento
parziale delle delibera, nella parte in cui ha stabilito
l’accantonamento
delle somme e non il pagamento dei crediti dei lavoratori
assistiti da
prelazione, inseriti in gestione separata, ed in ogni caso la rettifica
della stessa
in conformità del parere fornito dall’Avvocatura e delle richieste
delle
scriventi esplicitate nell’Atto di intimazione e diffida inoltrato.
Si resta in attesa di immediato riscontro,
riservandosi sin d’ora, in caso di Vs.
perdurante illegittimo comportamento, di intraprendere
tutte le iniziative ritenute
necessarie alla tutela degli interessi dei
lavoratori.
Roma, 28 ottobre 2016
FP CGIL CISL FP UIL PA
Salvatore Chiaramonte Gabriella Di Girolamo Gerardo Romano
28.10.2016 – Pubblichiamo le note ricevute in data odierna dall’Amministrazione relative alla selezione per aspiranti Funzionari SMZT e alla ricognizione per Istruttori SMZT
(28 ottobre 2016) Il contributo della ITUC alla 22° COP in programma dal 7 al 18 novembre a Marrakech è un documento di analisi, che anche la CGIL ha contribuito a scrivere, che non si limita ai contenuti della conferenza sul clima ma che più in generale esprime la visione del sindacato globale sulla necessità di accelerare la transizione giusta verso un’economia a zero emissioni di carbonio, il più presto possibile e al più tardi fra il 2055 e il 2070, per rispondere alle sfide climatiche e creare nuova occupazione.
L’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura al di sotto di 2°C e di continuare gli sforzi per 1.5° non può essere raggiunto se non vengono messe in atto rapidamente modifiche radicali dei modelli di produzione e di consumo e se le misure di riduzione delle emissioni a livello nazionali non vengono incrementate e anticipate prima del 2018. Le emissioni devono essere ridotte a zero nel più breve tempo possibile, in tutti i settori a partire da quello energetico, la transizione è una sfida per il sindacato: offre una grande opportunità per la creazione di nuovi posti di lavoro sostenibili ma porterà alla perdita di posti di lavoro nei settori dei combustibili fossili. Il sindacato è impegnato nella lotta per la giusta transizione per garantire, con politiche di creazione di nuovi posti di lavoro, riqualificazione e ricollocazione, che nessun lavoratore debba pagare il costo del cambiamento.
L’Africa, che quest’anno ospita la conferenza delle parti, è fra i continenti che pagano il prezzo più alto dei cambiamenti climatici in termini di vite umane e migrazioni climatiche, pur avendo le minori responsabilità in termini di emissioni di carbonio. Il tema dei diritti umani è, per il movimento sindacale, il prerequisito di tutte le politiche per il clima: l’accesso all’acqua e all’energia per tutti, la sicurezza alimentare, i diritti delle popolazioni indigene e dei migranti, il diritto all’autodeterminazione dei popoli, i diritti dei lavoratori, la parità di genere e l’equità intergenerazionale, la tutela dei beni comuni e l’equa ripartizione delle risorse del pianeta, devono essere il cuore del processo di cambiamento.
Nel documento troverete tutti gli approfondimenti sui temi: giustizia sociale e lavoro dignitoso per tutti, giusta transizione per i lavoratori e le loro comunità, rafforzamento della governance del clima dopo l’accordo di Parigi, centralità dell’azione climatica in ogni azione per lo sviluppo sostenibile, le priorità del movimento sindacale per la COP 22 e anche un promemoria storico dei progressi fatti dal movimento sindacale in materia di cambiamenti climatici.
Nota a firma di Simona Fabiani – CGIL Area Politiche di Sviluppo – Azioni per il Clima e Beni comuni e Fausto Durante – CGIL Area Politiche Europee e Internazionali
28.10.2016 – Mobilità del personale appartenente al ruolo dei capi squadra non specialista e specialista sommozzatore, radioriparatore, specialista di elicottero e pilota di elicottero. Invio elenco del personale avente titolo al trasferimento.
20.10.2016 – Al Comando di Roma vige l’anarchia. Ad essere il più anarchico è proprio il vertice, che decide ed emana disposizioni.
Comportamenti clientelari vengono adottati anche per l’invio del personale nelle zone colpite dal sisma. Successivamente alle scosse che hanno interessato il Maceratese, parte del personale coinvolto non avrebbe neanche effettuato il consueto riposo imposto dalle norme contrattuali.
Roma, 26 ottobre 2016
Sig. DG
Organizzazione
Dr.ssa Marina
Giuseppone
LORO SEDI
Oggetto: Sviluppi
Economici 2016 – carenze infrastrutturali e disagi ai lavoratori
Egregio Direttore,
mai avremmo creduto che una
procedura di Sviluppi Economici potesse assumere i contorni della farsa, come
invece constatiamo amaramente ogni giorno, anche di persona.
Il sistema telematico fa acqua
da tutte le parti, la connessione è pressoché impossibile e – se connessi – la
piattaforma respinge gli utenti costringendo loro a ricaricare in continuazione
la pagina.
E’ ovvio che una simile
modalità offende i lavoratori a prescindere dall’avere o meno chances di
vittoria sugli altri concorrenti.
Pertanto, richiamato tutto
quanto appena esposto, chiediamo immediatamente un potenziamento
dell’infrastruttura telematica (ampliamento della portata di connessioni
simultanee, per esempio) e un differimento dei termini di conclusione della
procedura almeno al 18 novembre
prossimo.
Con l’occasione si segnalano
alcune criticità relative alla procedura:
– Non risultano apportate le modifiche relative
allo stato giuridico dei lavoratori segnalate sulla base della procedura
prevista dalla Circolare 187/2016, con riferimento ai dati inseriti nel sistema
SIAP;
– Non è possibile inserire i titoli relativi ai
corsi di formazione maturati nell’ambito del periodo di appartenenza alla
fascia ma relativi al periodo di prre ruolo o tempo determinato;
– Non risultando più attiva la mail indicata per
le modifiche allo stato giuridico si chiede di ripristinare la funzionalità
della mail oppure di consentire la correzione delle incongruenze rilevate
sull’applicativo da parte dello stesso lavoratore che produce la domanda di
partecipazione.
Diversamente si rischia
seriamente l’invalidazione della procedure per il prevedibile e giustificato
contenzioso posto in atto dai lavoratori.
Nel rimanere in attesa di
formale quanto urgente riscontro alla presente nota si porgono distinti saluti
FP CGIL CISL FP UILPA
Claudio Meloni Daniela Volpato Enzo Feliciani
A tutte le lavoratrici e lavoratori
Si è svolta
ieri la prevista riunione, sull’utilizzo del FUA 2016.
L’amministrazione, ha presentato
alle OO.SS. una proposta di utilizzo che ricalca quello avvenuto negli anni
precedenti e proposto di rinviare a successive contrattazioni la programmazione
a partire dal 1 gennaio 2017 delle progressioni economiche all’interno delle
aree.
Come FP–CGIL
abbiamo con fermezza sostenuto che non avremmo sottoscritto nessun accordo che
non prevedesse la contestuale apertura del percorso sin d’ora delle
progressioni economiche con decorrenza 1.1.2017, stante il fatto che per ben
due volte non si sono rispettati gli impegni presi da tutte le OO.SS e dall’Amministrazione
con i lavoratori esclusi nella precedente progressione economica.
La scrivente OO.SS. riproporrà una via
contrattuale che possa garantire, nell’indicazione dei criteri, la salvaguardia
dei “51” esclusi nella precedente progressione economica. Si è
visto, conti alla mano, come sia possibile permettere la progressione economica,
oltre agli esclusi, ad un numero di lavoratori pari al 45% del totale.
La riunione è
stata aggiornata al prossimo 15 novembre.
Vi terremo informati sugli sviluppi.
Roma, 27 ottobre 2016
per la delegazione nazionale trattante
FP–CGIL
Avvocatura dello Stato
Claudio Coltorti
Comunicato
CGIL – PROGRESSIONI
ECONOMICHE
L’amministrazione ci ha appena trasmesso copia dell’ordinanza con
la quale il giudice del lavoro ha respinto la richiesta di sospensiva e
quella di rimessione all’ARAN per la corretta interpretazione delle regole contrattuali,
presentata nell’ambito del ricorso organizzato da FPM.
Ovviamente consideriamo questa una buona notizia (che francamente ci
aspettavamo), perché rende ragionevolmente certo che la procedura per le
progressioni economiche avrà termine con l’emanazione della graduatoria o,
meglio, delle graduatorie finali e con il conseguente il passaggio ad un
livello economico superiore di più del 70% del personale.
Contro l’accordo è in atto un contrasto dissennato e inspiegabile (lo
testimoniano ampiamente la richiesta di sospensiva e anche, quella finora
ignota, di rimessione all’ARAN) che avrebbe portato, se coronato da successo,
al bel risultato di annullare, di fatto e in maniera irrecuperabile, l’accordo
e i passaggi di livello, anche se poi il giudice avesse respinto nel merito il
ricorso.
Questo tentativo è tuttora in corso, almeno in teoria, perché il giudice
potrebbe annullare la procedura anche nell’udienza del 13 marzo 2017, quando
deciderà sul merito del ricorso, cioè a dire a cose fatte. Certo noi
consideriamo l’evento improbabile anche alla luce di quanto argomentato
nell’ordinanza, ma vogliamo far notare quale sarebbe potuto essere l’unico
esito di questi ricorsi se avessero trovato accoglimento o nella richiesta di
sospensiva o nel merito: l’annullamento della procedura con la perdita della
possibilità di effettuare le progressioni economiche per un tempo indefinito.
Rimangono del tutto misteriose le ragioni per le quali delle organizzazioni
sindacali hanno incentivato, organizzato e patrocinato ricorsi che addirittura
erano suscettibili di creare un danno agli stessi ricorrenti.
In proposito riportiamo il testo di un brano dell’ordinanza che è
straordinariamente illuminante su quanto siano inspiegabili le ragioni che
hanno guidato queste scelte pericolose per i lavoratori:
tanto premesso, non ritiene il Giudice che nel caso in esame ricorra il
requisito del periculum in mora necessario per la concessione della
tutela cautelare; e questo per due ragioni; in primo luogo, perchè la procedura
è già iniziata, è attualmente in corso ed alla stessa partecipano gli odierni
ricorrenti;
Il giudice, in sostanza, chiarisce che la sospensiva sarebbe stata il vero
pericolo per tutti i lavoratori e persino per i ricorrenti che partecipano
“regolarmente” alla procedura.
Da parte nostra, ribadiamo che continueremo a vigilare,
come è nostro dovere e nostro costume e come abbiamo fatto costantemente, sulle
fasi di applicazione dell’accordo, a tutela dei diritti e degli interessi delle
lavoratrici e dei lavoratori del MEF.
Roma 27/10/2016
CGIL FP Nazionale
Luciano Boldorini
27.10.2016 – Informativa sisma 26 ottobre 2016.
“Maggiori risorse economiche, sblocco del turnover e rinnovo del contratto. Questa la via da seguire”
Roma,
07 ottobre – “Con una sanità in uno stato di collasso, la sola via
percorribile per i cittadini alla ricerca di cure è il Pronto soccorso.
Una scelta obbligata che produce, come diretta conseguenza, un carico di
lavoro ingestibile che si riversa sulla qualità dei servizi offerti
così come sulle condizioni in cui operano le lavoratrici e i lavoratori
impiegati nei Pronto soccorso”. È quanto afferma la segretaria
nazionale della Funzione Pubblica Cgil, Cecilia Taranto.
“Da
tempo denunciamo – prosegue Taranto -, attraverso la nostra campagna
‘ProntoSoccorsoKo’ e senza che si sia fatto nulla a riguardo, che questo
eccessivo carico determina una situazione di caos – come i recenti
fatti di cronaca dimostrano – che va in parallelo con la progressiva
riduzione della capacità del sistema ospedaliero di rispondere ai sempre
maggiori bisogni di cura dei cittadini. È un grido d’allarme che,
inascoltati, da anni lanciamo e che non ci stancheremo di rilanciare per
invertire una situazione che produce effetti nefasti sui lavoratori e
sui cittadini. Da qui la nostra rabbia nei confronti di quanto è
accaduto al San Camillo, un caso non isolato ma che ha precedenti in
altre parti di Italia. La riorganizzazione territoriale, e la
definizione che mai la Regione Lazio ha deciso, di assistenza
domiciliare per i malati terminali avrebbe avuto un effetto concreto”,
sostiene la segretaria nazionale della categoria dei servizi pubblici
Cgil.
“La riduzione, invece,
della rete ospedaliera e la mancanza di una alternativa, il fallimento
del sistema del privato accreditato che sta ‘saltando’ ovunque nel
paese, i tagli alla sanità così come al personale, producono come
risultato non solo l’intasamento dei pronto soccorso ma soprattutto si
riversano sui cittadini, privati di un diritto sancito dalla
Costituzione, e sui lavoratori, sempre più costretti a turni massacranti
per poter offrire un servizio che sia all’altezza”, continua Taranto.
Le
ragioni del caos che si registra nei Pronto soccorso di tutto il paese,
conclude la segretaria nazionale, “risiede in queste valutazioni. Uno
stato che è possibile invertire ponendosi come obiettivo la
valorizzazione del lavoro e il miglioramento dei servizi, che tradotto
vuol dire: maggiori risorse al fondo sanitario, investimento sul
personale, superamento del precariato e rinnovo del contratto come
veicolo non solo per rispondere a un diritto dei lavoratori ma anche per
migliorare il funzionamento dei servizi. Non vogliamo più che si
registrino casi come quelli di questi giorni. La salute è un diritto,
che va garantito partendo dal dare valore al lavoro”.
COMUNICATO
A TUTTE LE LAVORATRICI E
LAVORATORI DELL’ENTE ESACRI
Inaspettatamente nella tarda giornata di mercoledì 12, alla
vigilia dell’incontro già fissato per la giornata di ieri, l’Ente Strumentale
alla CRI ci ha fatto pervenire una nota con la quale comunica il rinvio al
prossimo 24 ottobre p.v..
Riteniamo l’accaduto particolarmente grave sia per l’importanza
degli argomenti che si sarebbero dovuti discutere nell’incontro alla luce
dell’avvio della procedura di liquidazione coatta amministrativa della gestione
separata di cui all’art. 4 del D.lgs. n. 178/2012 sia per la necessità di avere
risposte sui tempi e sulle entità della liquidazione dei crediti tutti vantati
dai lavoratori a qualunque titolo.
La procedura avviata dalla CRI prevede la predisposizione del
piano di riparto finale entro il 31.10.2016 per cui tutti i creditori sono
stati invitati a presentare istanza di ammissione alla massa passiva entro il
23 ottobre p.v., con la possibilità eventuale di transigere parzialmente le
somme.
Data la ristrettezza dei tempi ed al fine di tutelare i diritti di
tutti i lavoratori ed evitare disparità di trattamento tra gli stessi è
assolutamente necessario continuare a tutti i livelli le azioni fin qui
intraprese.
Fermo restando che abbiamo già notificato all’Ente Strumentale
alla CRI un atto stragiudiziale di intimazione, diffida e messa in mora dal
mettere in atto comportamenti lesivi dei diritti dei lavoratori, e nel quale
chiediamo la liquidazione integrale delle somme dovute, nelle prossime ore
valuteremo ulteriori iniziative da mettere in campo.
Chiediamo trasparenza, serietà, correttezza nei confronti di
quanti in questi anni hanno lavorato con impegno e professionalità al servizio
dei cittadini e non lasceremo che vengano privati dei loro diritti.
Al fine di agevolare l’iscrizione alla massa passiva, che non
incide su successive azioni a sostegno degli interessi dei lavoratori, vi
inviamo una scheda di istruzioni che potrà esservi utile per compilare il
modulo fornito dall’Ente.
Qualora vi siano dubbi o difficoltà le nostre
strutture territoriali di FPCGIL,CISL FP e UILPA rimangono a vostra
disposizione.
Roma, 14
ottobre 2016
FP
CGIL CISL FP UIL PA