Un percorso sindacale unitario per definire il rinnovo contrattuale e per riconoscere ai lavoratori della sanità privata accreditata la stessa dignità e le stesse opportunità dei dipendenti della sanità pubblica. É questo il messaggio lanciato dai tre segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, agli stati generali di categoria riunitisi oggi a Roma, presso la sede nazionale dell’Inpdap, per rilanciare la battaglia per il contratto nazionale del comparto sanità privata. Un rinnovo atteso da 4 anni.
La strategia delle tre federazioni punta a coinvolgere più attori nella vertenza, cominciando dal fare pressioni sulle Regioni affinché intervengano in maniera incisiva, a differenza di quanto accaduto nei due precedenti rinnovi, e dal coinvolgere attivamente il Ministro Sacconi ed il Vice Ministro Fazio, ai quali si chiede un incontro immediato.
Le linee dell’impegno sindacale, illustrate dai tre segretari generali, Carlo Podda, Giovanni Faverin, e Giovanni Torluccio, sono state approvate dalle segreterie nazionali e regionali delle tre organizzazioni.
Primo punto di questa piattaforma comune è l’intervento unitario nei confronti della Conferenza delle regioni, affinché le singole giunte individuino nel rinnovo del contratto nazionale un presupposto ineludibile all’adeguamento delle tariffe.
In secondo luogo, aprire un confronto con gli assessorati regionali affinché il rinnovo ed il rispetto del contratto nazionale vengano inseriti tra i requisiti dell’accreditamento, e nel contempo avviare un’indagine dettagliata, regione per regione, su accreditamenti, contratti tra amministrazioni ed aziende private, e sulle modalità di verifica delle prestazioni erogate, al fine di correggere le disfunzioni ed i malfunzionamenti del sistema.
Dato il protrarsi della trattativa del rinnovo, i sindacati chiedono al governo “un impegno tangibile nella vertenza del Ccnl sanità privata con l’istituzione di un commissario ad acta che vincoli la parte datoriale al raggiungimento di un accordo”.
Con una spinta unitaria, riparte la battaglia per il contratto nazionale del comparto sanità privata.
Roma, 6 luglio 2009
Le scriventi OO.SS. nel trasmetterLe l’allegato documento
approvato dagli stati generali delle nostre categorie riuniti a Roma il 6 luglio scorso, sono a riconfermarLe la situazione di “totale assenza” di risposte da parte dei datori di lavoro della sanità privata dopo 42 mesi di scadenza del contratto di lavoro.
Nel frattempo Le ricordiamo che è stato definito l’ulteriore biennio contrattuale 2008-2009 per i lavoratori della sanità pubblica e la S.V. in data 29 aprile u.s. aveva assunto, in rappresentanza della Conferenza delle Regioni, formale impegno anche alla definizione di questa vertenza contrattuale, come da allegato comunicato della Conferenza delle Regioni.
Per quanto precede e raccogliendo le istanze unanimi degli stati generali della categoria siamo con la presente a chiederLe un incontro per conoscere la reale e concreta disponibilità a definire un percorso certo di intervento per la soluzione di una vertenza contrattuale che assume gravi conseguenze sociali ed istituzionali rispetto gli obblighi insiti nei rapporti tra erogatori di servizi ed enti pubblici committenti.
Considerata l’importanza e l’urgenza degli argomenti restiamo in attesa di un Suo sollecito e certo riscontro e cogliamo l’occasione per porgerLe cordiali saluti.
CGIL FP Carlo Podda – CISL FP Giovanni Faverin – UIL FPL Giovanni Torluccio
Roma, 23 luglio 2009
Gentile Ministro,
il rinnovo del contratto di lavoro nella Sanità Privata, scaduto dal dicembre 2005, è questione che riguarda le associazioni datoriali e le scriventi Organizzazioni Sindacali che sono rappresentative nel settore.
Per questo motivo da mesi abbiamo intrapreso contro le stesse un percorso vertenziale che, seppure caratterizzato da grande senso di responsabilità in ragione del servizio in discussione, ha messo in campo tutti gli strumenti disponibili, compreso lo sciopero generale della categoria, finalizzati a far conseguire a tutti i lavoratori il rinnovo contrattuale ormai scaduto da quattro anni e relativo a due bienni contrattuali 2006-2007 e 2008-2009.
A questa ostinata e coraggiosa scelta di responsabilità si è contrapposta la irresponsabile logica della declinatoria e, finanche, della negazione dell’obbligo a rinnovare il contratto.
La Sanità Privata accreditata copre un settore economico che non ha mai conosciuto – né conosce ora – crisi di produttività.
E’ diffusa in tutte le regioni in maniera complementare al sistema sanitario pubblico rispetto al quale opera in regime di sussidiarietà; anche se, in alcuni ambiti territoriali, gestisce in maniera esclusiva servizi di prima necessità e/o di alta specializzazione.
E’ sostanzialmente sostenuta da finanza pubblica derivante dal Fondo Sanitario Nazionale che integra pesantemente, soprattutto per l’attività ambulatoriale.
La questione del rinnovo del contratto di lavoro per gli operatori della Sanità Privata quindi, oltre a produrre pesanti elementi di destabilizzazione nel futuro dei rapporti tra le parti contraenti, evidenzia gravi problemi sul piano gestionale e del rispetto dei principi minimi di responsabilità e di etica sociale da parte delle associazioni degli imprenditori e delle parti istituzionali che hanno competenze di gestione diretta dei servizi alla persona e di tutela della salute.
Per quanto precede e raccogliendo le istanze unanimi degli stati generali della categoria riuniti a Roma lo scorso 6 luglio per l’approvazione dell’allegato documento, siamo con la presente a chiederLe un incontro, in tempi rapidi e certi, per concorrere a mettere in campo straordinari strumenti di coordinamento e controllo che servano a garantire per il futuro la universalità del Servizio Sanitario Nazionale a tutti i cittadini insieme a regole certe per il rinnovo del contratto di lavoro per tutti quelli che questo servizio sono chiamati a garantire.
Cordiali saluti.
CGIL FP Carlo Podda – CISL FP Giovanni Faverin – UIL FPL Giovanni Torluccio
Roma, 23 luglio 2009
Il Consiglio dei Ministri nei giorni scorsi ha approvato, all’interno del decreto recante disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari, l’art 15 relativo all’ “Adeguamento alla disciplina comunitaria in materia si servizi pubblici locali di rilevanza economica”. L’articolo si configura non come puro aggiustamento della normativa in materia, ma come una vera e propria controriforma dei servizi pubblici locali, disegnando un scenario di definitiva privatizzazione dei servizi pubblici fondamentali (acqua, gas, igiene ambientale, elettricità, trasporti pubblici locali).
La norma stabilisce che le forme ordinarie di affidamento dei servizi pubblici locali di rilevanza economica sono la gara o l’affidamento a Spa miste. Con la gara verrà così scelto il socio privato a cui affidare anche la gestione del servizio, rendendo del tutto residuale il ruolo delle SpA a totale capitale pubblico (in house), prevedendo date ravvicinate per la scadenza delle concessioni in essere, spingendo così alla privatizzazione anche le Spa quotate in Borsa.
La FP CGIL si batterà affinché questo decreto venga fermato o quantomeno modificato, per riaffermare il ruolo della gestione pubblica nei servizi essenziali, servizi che sostanziano diritti fondamentali, i diritti di cittadinanza.
Roma, 17 Settembre 2009
“Siamo alle solite. Brunetta smentisce il Ministro dell’Economia sui contratti dei dipendenti pubblici, creando una situazione paradossale: da Palazzo Vidoni esce una nota che sembra una replica al Ministro Tremonti, e che annuncia la soddisfazione di Brunetta per lo stanziamento per i rinnovi contrattuali, salvo poi aggiungere, cito testualmente, che tali stanziamenti sono “a titolo di vacanza contrattuale”. Il Ministro dell’ossimoro”. Queste le parole del Segretario Generale dell’Fp-Cgil, Carlo Podda, in riferimento alla conferenza stampa del Ministro Tremonti ed alla successiva nota del Ministro Brunetta.
“E’ chiaro – afferma Podda – che in Finanziaria è stata prevista la copertura esclusivamente per la vacanza contrattuale, e che per il rinnovo dei contratti, come avevamo denunciato nei giorni precedenti, “non c’è la cifra specifica assoluta”. Queste le parole usate dal Ministro dell’economia”.
“Tremonti spieghi al fine economista Brunetta – conclude Podda – che l’indennità di vacanza contrattuale non è un rinnovo, e che tra un “manterremo le promesse fatte” ed uno stanziamento, c’è davvero un abisso”.
Roma, 22 Settembre 2009
“Sembra davvero fuori dal mondo che il portavoce di un Ministro mi offenda dandomi dello “zuccone”, invitandomi a studiare con fare professorale, per poi certificare la bontà delle promesse del Ministro Brunetta con il timbro inviolabile delle “intenzioni” del Governo. Di buone intenzioni sono lastricate le strade dell’inferno”. Questa la risposta del Segretario Generale della Fp-Cgil al comunicato del portavoce del Ministro Brunetta.
“Ho imparato da giovane studente a diffidare delle promesse dei professori. Lo stesso fa la Corte dei Conti – continua Podda – che convalida i contratti solo se a copertura del costo contrattuale c’è uno stanziamento effettivo. Se Brunetta è davvero in grado di mantenere le promesse, attivi subito con l’Aran le procedure per avviare il rinnovo dei contratti del pubblico impiego entro la fine di quest’anno. Valuteremo in quel momento se sottoscriverlo o meno”.
Roma, 22 Settembre 2009
Di seguito l’intervista a Carlo Podda, Segretario generale FP CGIL, pubblicata da “il Riformista”
“Uno sciopero importante per il paese, perché difende il valore dei servizi pubblici, oggi messi a rischio dall’art.15 del decreto Ronchi. Siamo qui con questi lavoratori, i lavoratori dell’igiene ambientale, che ogni giorno garantiscono tanto la pulizia delle nostre strade quanto la nostra salute. Ma siamo qui soprattutto per difendere il valore sociale del loro lavoro e dei servizi pubblici di qualità” queste le parole di Carlo Podda, Segretario Generale della Funzione Pubblica Cgil, da Piazza Navona, dove si sta tenendo l’assemblea-presidio dei lavoratori dell’igiene ambientale, in occasione dello sciopero nazione del comparto.
“Ponendo la Fiducia il Governo ha commesso un atto di prepotenza, scavalcando il Parlamento ed ignorando il lavoro. Non possiamo tacere, mentre si privatizzano l’acqua ed il sistema di rifiuti, pezzi del nostro welfare, diritti, più che mercati. Siamo al fianco dei lavoratori contro questo decreto vergognoso. Il Parlamento reagisca.”
Roma, 18 Novembre 2009
Ricordiamo al Ministro Brunetta che la trattativa sui rinnovi andrebbe aperta tre mesi prima dalla scadenza dei contratti, secondo quanto stabilito dall’accordo separato da lui fortemente voluto e firmato (quello sul nuovo modello contrattuale del 30 Aprile 2009, che riguarda il solo pubblico impiego ed applica l’accordo del 22 Gennaio). Lo dovrebbe sapere bene, visto che in tempi non lontani tuonava contro i rinnovi estenuanti e pretendeva tempi certi.
Alla prova delle sue stesse regole il Ministro arriva già in ritardo, senza stanziamento in finanziaria, e persino facendo incontri “separati”, dopo aver firmato separatamente gli accordi.
Appare quindi molto “balzano” il modo con cui il Ministro tenta di utilizzare mediaticamente le regole e le scadenze (peraltro disattese), ed il suo atteggiamento non fa che rafforzare le ragioni del nostro sciopero generale del pubblico impiego di venerdì 11 Dicembre.
Roma, 9 Dicembre 2009
Il Governo non stanzia le risorse per i contratti dei lavoratori del pubblico impiego, neanche quelle che servono per rispondere ai contenuti dall’accordo separato del 22 gennaio del 2009. Però sostiene di tutelare le loro retribuzioni con il pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale prevista con la Legge Brunetta: 7 euro lordi al mese.
Intanto le procedure per la definizione dei comparti, essenziali data la legge, per i rinnovi contrattuali, sono state appena avviate e non ancora definite, così che l’avvio reale della contrattazione è ancora in alto mare. D’altronde sarebbe imbarazzante chiamare il sindacato al tavolo negoziale, per i rinnovi dei contratti, senza che ci siano le risorse.
I lavoratori non dimenticano che questo Governo, con la legge 112/2008 (legge 133) ha già sottratto dalle buste paga dei lavoratori 65 euro lordi mensili.
Sarebbe bene che non si continuasse a prenderli in giro.
Roma, 29 aprile 2010
Il Ministro della Funzione Pubblica ha ragione quando, a proposito del blocco dei contratti, afferma che “Se avessimo avuto 6.5 milioni il quadro sarebbe stato diverso”.
Infatti continuiamo a non capire come sia possibile migliorare le pubbliche amministrazioni ed i servizi ai cittadini operando tagli lineari alle risorse, diminuendo gli organici, licenziando i precari, penalizzando le lavoratrici ed i lavoratori negando loro il rinnovo dei contratti nazionali.
Non a caso, siamo così convinti del fatto che la manovra del Governo sia iniqua e sbagliata che ci siamo mobilitati, abbiamo fatto uno sciopero generale e continueremo a mobilitarci.
Il ministro si rassicuri: non andremo in vacanza per tre anni, lavoreremo per ottenere risultati positivi per quelli che rappresentiamo e per dare ai cittadini i servizi.
Roma, 21 luglio 2010
Il Centro Studi di Confindustria stamane, tra le altre cose, sostiene la necessità di contenere le retribuzioni pubbliche, perché anche da qui passerebbe l’incremento del PIL per far riprendere slancio all’economia del Paese.
Non capiamo bene di cosa si stia parlando visto che i rinnovi contrattuali sono stati bloccati fino al 2013 per tutti i comparti pubblici.
Quanto poi al fatto che un dipendente pubblico in media guadagni 8.900 euro in più l’anno di un privato, invitiamo il Centro Studi di Confindustria a provare ad analizzare gli addensamenti professionali nel pubblico e nel privato: non farebbero fatica a capire che nel lavoro pubblico prevalgono di gran lunga, in tutti i comparti, professionalità medio-alte e conseguentemente diversi sono gli inquadramenti nei livelli salariali. Per fare un semplice esempio, se in una azienda metalmeccanica prevalgono i profili operai, in un ospedale invece sono di gran lunga più numerosi gli infermieri e i medici.
Ci pare davvero insostenibile questo continuo attacco alle lavoratrici ed ai lavoratori che operano nei settori pubblici che passa anche attraverso la distorsione dei dati reali.
Ci è chiara la scelta di Confindustria che spinge per una privatizzazione sempre maggiore dei servizi e sappiamo bene quale business ci sia dietro.
Quindi, a maggior ragione, continueremo la nostra battaglia in difesa dei servizi pubblici e dei lavoratori e delle lavoratrici che in quei servizi, sempre con più difficoltà, garantiscono ai cittadini prestazioni e diritti.
Roma 23 giugno 2011
Quando sono stati scrutinati oltre 522.000 voti, presumibilmente due terzi dei voti espressi, emerge nettamente l’affermazione del SI all’intesa sul Welfare con il 74% dei consensi, mentre il NO si attesta al 24,1% del totale.
Il SI prevale ovviamente in tutti i comparti con un minimo del 67,5% nelle funzioni centrali ed un picco dell’ 84% nella sanità privata e nel socio assistenziale.
Vale la pena di sottolineare come, dopo oltre 5.000 assemblee, le lavoratrici ed i lavoratori che si sono espressi per il SI in misura maggiore di altri, sono quelli dei settori che hanno un sistema contrattuale di tipo privato, che sempre di più affiancano quelli pubblici nella gestione dei servizi, e che hanno un sistema di garanzie e diritti diverso e meno consolidato di quelli del lavoro pubblico propriamente inteso.
Il voto mostra caratteristiche omogenee per aree territoriali e senza grandi scostamenti tra piccoli e grandi posti di lavoro.
Da questa prova esce un sindacato del lavoro pubblico che con forza chiede alle Confederazioni ed al Governo il rispetto e l’applicazione dell’intesa sui lavori usuranti e notturni, che includa, in maniera inequivoca, i lavoratori dei servizi pubblici.
Roma, 11 ottobre 2007