550.000 lavoratrici e lavoratori della sanità pubblica sono senza contratto da oltre 24 mesi.
Rivendicano il rispetto degli accordi, il dovuto riconoscimento del loro lavoro.
Per questo lunedì 4 febbraio 2008 davanti ad ogni sede regionale si terranno presidi per gridare ai responsabili regionali ed al governo il diritto al contratto ed al salario.
Roma, 23 gennaio 2008
Pubblichiamo di seguito il Comunicato stampa dei Segretari Generali FP CGIL Carlo Podda – FPS CISL Rino Tarelli – UIL FPL Carlo Fiordaliso
Lunedì 4 febbraio in tutta Italia si mobiliteranno 550.000 lavoratrici e lavoratori del Servizio Sanitario Nazionale. Più di 100.000 riempiranno le piazze dei capoluoghi delle regioni per rivendicare con forza la firma del contratto nazionale di lavoro.
“Contratto subito”
è ciò che chiedono le lavoratrici ed i lavoratori
a 25 mesi dalla sua scadenza
Roma, 1 febbraio 2008
Come contributo al confronto che attiveremo con i lavoratori della sanità vogliamo provare ad offrirvi una sintetica analisi dei punti di novità dell’ipotesi sottoscritta:
* Durata, decorrenza, tempi e procedure di applicazione del contratto – Articolo 2 –
L’articolo 2 dell’ipotesi sottoscritta riconferma sostanzialmente l’analogo articolo del contratto del 19 Aprile 2004;
al comma 3 viene riconfermata l’indicazione relativa al comma 3 dell’articolo 48 del decreto legislativo 165/2001 mentre al comma 6 dello stesso articolo viene meglio specificata la riassorbibilità dell’indennità di vacanza contrattuale negli incrementi stipendiali derivanti dai rinnovi contrattuali.
Il comma 7, infine, riconosce le prospettive aperte dall’accordo sul futuro modello contrattuale che, come voi sapete, sarà oggetto di prossimi incontri tra Governo e parti sociali
* Criteri per la progressione economica orizzontale – Articolo 3 –
L’articolo, di nuova formulazione rispetto al precedente contratto, interviene sulle politiche afferenti lo sviluppo e la gestione del personale ed introduce il criterio della permanenza minima nella posizione economica in godimento per un periodo minimo di ventiquattro mesi ai fini della progressione economica orizzontale di cui all’articolo 35 comma 4 del contratto di lavoro del 7/4/99.
Tale requisito, introdotto in tutti i contratti di lavoro già sottoscritti per il quadriennio 2006/2009, troverà applicazione solo per le procedure che saranno avviate dopo la definitiva sottoscrizione del contratto di lavoro.
* Coordinamento – Articolo 4 –
L’articolo recepisce quanto disposto dalla legge 43 del 2006 e dall’accordo Stato/Regioni dell’1/8/2007 relativo al possesso del master di primo livello in management per l’affidamento dell’incarico di coordinamento di cui all’articolo 10 del CCNL 20/09/2001.
L’articolo chiarisce, senza dubbio alcuno che:
1. il requisito del master è necessario ai “fini dell’affidamento”, quindi per le funzioni che saranno attribuite successivamente alla sottoscrizione definitiva del CCNL
2. i titoli acquisiti con la precedente normativa (corso Capo sala e AFD) sono equipollenti al master e, quindi, ugualmente validi
3. le funzioni attribuite prima della sottoscrizione definitiva del contratto non sono messe in discussione
* Orario di lavoro – Articolo 5 –
La novità sostanziale dell’articolo 5 è il recepimento contrattuale delle disposizioni legislative di cui alla legge 66 del 2003;
il comma 6 si riferisce al periodo nel quale è misurata la durata media dell’orario di lavoro (48 ore settimanali a qualunque titolo prestate, così come recita la dichiarazione congiunta n. 5 – migliorativa delle previsioni del decreto legislativo 66), disponendo che tale periodo, per il primo anno di applicazione, sia di nove mesi per poi scendere a sei nei successivi anni.
Per “primo anno di applicazione” si intende, anche sulla base di interpretazioni già data da alcune regioni, l’anno contrattuale 2008 e, di conseguenza, dal primo gennaio 2009 il periodo di misurazione della media oraria è di sei mesi.
Il comma 7, invece si riferisce alla disciplina del risposo consecutivo giornaliero così come previsto dallo stesso decreto 66 (undici ore) e sancisce, in via sperimentale, che eventuali deroghe a tale principio sono comunque ed inevitabilmente oggetto di accordo integrativo aziendale, accordo che deve tener conto non solo delle necessità legate all’organizzazione dei turni, ma anche e soprattutto al diritto dei dipendenti ad un equivalente periodo di riposo per il pieno recupero delle energie psicofisiche.
I successivi commi 8 e 9 rappresentano interventi di garanzia sia rispetto al sistema delle relazioni sindacali entro il quale l’accordo si sostanzia, sia rispetto al diritto dei lavoratori ad essere tutelati anche in casi di accordi negoziali di deroga al principio generale.
Il comma 10 stabilisce che gli accordi già sottoscritti in sede di contrattazione aziendale devono essere sottoposti a riesame per verificarne la compatibilità con le nuove previsioni.
* Modifiche ed integrazioni al sistema disciplinare – Articolo 6 –
l’intervento sul sistema disciplinare riguardante i lavoratori della sanità si inserisce in una serie di interventi più generali operati su tutti i contratti di lavoro recentemente sottoscritti dalla Fp Cgil e opera su due direttrici di marcia:
1. la prima inasprisce le sanzioni per alcune fattispecie di infrazione particolarmente sensibili, quali, ad esempio, la correttezza nel rapporto con l’utenza e con i colleghi di lavoro o il danno grave arrecato all’azienda derivante da violazione dei doveri di comportamento
2. la seconda introduce la possibilità che il procedimento disciplinare avanzi anche in assenza di sentenza definitiva nel caso in cui il dipendente sia arrestato in flagranza di reato per i reati di peculato, concussione o corruzione (arresto convalidato dal GIP);
I commi 6 e 7 integrano la previgente normativa contrattuale con la specificazione di formule assolutorie prima non previste.
I Commi 8 e 9 meglio definiscono il sistema di garanzie per il conguaglio stipendiale in caso di sospensione e successiva riammissione, mentre l’articolo 10 definisce le procedure e limiti per il mantenimento della sospensione dal servizio anche dopo il periodo di tempo definito dei cinque anni.
Le modifiche di cui al presente articolo devono essere obbligatoriamente affisse e portate a conoscenza di tutto il personale del Comparto.
Sul sistema disciplinare abbiamo operato una scelta che punta a tutelare le tantissime lavoratrici ed i tantissimi lavoratori onesti (cioè tutti, tranne poche eccezioni) rovesciando l’assunto delle nostre controparti che, invece, chiedevano mani libere sui licenziamenti.
Novità che se lette in maniera oggettiva e senza cadere nella tentazione di strumentalizzare il tema, definiscono tutte le tutele necessarie ad evitare abusi.
* Fondi, straordinari, disagio, produttività collettiva, fasce – Articoli 8, 9, 10 –
Gli articoli riguardanti i fondi contengono tutti la specificazione del loro ammontare alla data del 31 dicembre 2005;
appare chiaro che tale indicazione è elemento di garanzia rispetto agli scenari successivi a quella data che hanno visto regioni importanti incorrere nelle infrazioni relative al contenimento della spesa.
Il consolidato, così come indicato in quegli articoli salvaguardia le capacità economiche dei fondi.
* Norme finali e di rinvio – articolo 13 –
Nell’articolo 13 risultano elencate le principali materie rinviate ad una successiva sessione contrattuale da concludersi entro il quadriennio di vigenza contrattuale;
evidenziamo come le materie elencate siano solo alcune di quelle che effettivamente il sindacato intenderà trattare e che, come anche evidenziato nello stesso articolo, saranno nelle capacità contrattuali del tavolo di confronto che si aprirà.
Questa una prima sintetica analisi dell’ipotesi sottoscritta.
Al Ministro del Welfare
On. Le Maurizio Sacconi
Al Ministro del Tesoro
On. Le Giulio Tremonti
Al Presidente Conferenza regioni
Dr. Vasco Errani
Al Coordinatore degli Assessori
regionali alla Sanità
Dr. Enrico Rossi
Le scriventi OO.SS. congiuntamente e dopo aver preso visione della circolare del Vostro dicastero a firma della Direzione Generale della programmazione sanitaria dei livelli di assistenza e dei principi etici di sistema, denunciano il mancato rispetto del protocollo d’intesa nazionale siglato in data 13 luglio 2007 sull’argomento in oggetto e che alleghiamo in copia alla presente nota.
Le scriventi a seguito di quanto ampiamente discusso sull’argomento e del protocollo d’intesa siglato, e peraltro mai messo in discussione dalle SS.VV. o da normative contrattuali successive non possono che rifiutare qualsivoglia diversa decisione e chiederVi il rispetto degli accordi intercorsi.
Vi ricordiamo, inoltre, che i vigenti Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro del personale del comparto e della dirigenza della sanità hanno già normato, previa contrattazione aziendale sulla base del coordinamento regionale, le modalità per collegare il finanziamento del salario accessorio alle modifiche della dotazione organica, in caso di riduzione e/o di incremento del personale.
Infine è essenziale ricordare che le risorse dei fondi del salario accessorio dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro della sanità sono direttamente finanziate con le intese quadro nazionali per tutta la Pubblica Amministrazione, che indicano l’incremento biennale comprensivo della quota finalizzata al salario accessorio e quindi una riduzione di questi istituti contrattuali corrisponde a un’iniqua e ingiusta riduzione degli incrementi del salario contrattuale dei lavoratori del Servizio Sanitario Nazionale.
Le scriventi vi chiedono di non assumere decisioni in palese violazione del rispetto di sistema di relazioni sindacali e senza alcun preventivo confronto con le scriventi, quale parte contraente del protocollo di intesa in oggetto.
Nel contempo Vi chiediamo l’immediato avvio di un reale confronto, come previsto nel protocollo allegato, per l’individuazione ed eliminazione di inappropriatezze e sprechi al fine di garantire i risultati finanziari previsti dai piani di rientro nel rispetto dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro dei lavoratori.
Distinti saluti.
FP CGIL Rossana Dettori – CISL FP Daniela Volpato – UIL FPL Carlo Fiordaliso
Roma, 8 luglio 2008
Posti letto, assistenza ai cittadini, posti di lavoro, salario, funzioni di responsabilità. Ecco la finanziaria dei tagli.
Quella approvata ieri dal Parlamento è la peggiore legge finanziaria che sia stata imposta ai cittadini ed ai lavoratori sul versante della sanità nella recente storia dei questo Paese.
Una finanziaria di tagli: si tagliano le risorse per la sanità di circa nove miliardi di euro per il solo 2009, si tagliano i posti letto, si riducono i livelli essenziali di assistenza, si tagliano i fondi per incentivare la produttività dei lavoratori del Comparto, si tagliano gli organici del personale.
Una finanziaria di sacrifici per i cittadini: non si coprono le risorse che servono per evitare il ripristino del cd. “super ticket” , si prefigurano ulteriori forme di partecipazione alla spesa per i cittadini di quelle regioni sottoposte a piani di rientro finanziario, si apre a sistemi sanitari regionali differenziati per qualità e quantità delle prestazioni.
Una finanziaria invasiva: si dispongono piani di riduzione finanche degli assetti sanitari regionali imponendo la ridefinizione, a priori, delle strutture organizzative, semplici e complesse, e dei posti di funzione di coordinamento delle professioni sanitarie, alla faccia della piena potestà delle regioni nell’organizzazione del servizio sanitario.
Peggio di così, proprio non si poteva fare.
Roma, 6 Agosto 2008
IL PROTOCOLLO del 30 OTTOBRE 2008 PER I LAVORATORI DELLA SANITA’
Ci stupisce favorevolmente la dichiarazione del Ministro Tremonti che, riferendo ai giornalisti di un grafico consegnatogli dalla Commissione Europea in occasione di un seminario, si è vantato del nostro sistema sanitario, ringraziando medici e infermieri per il prezioso lavoro svolto.
Lo prendiamo come un ravvedimento. Il Ministro Tremonti parla pur sempre dello Stesso Sistema Sanitario Nazionale al quale ha tolto 1,5 miliardi di euro di finanziamenti nel solo 2011 e al quale, secondo indiscrezioni giornalistiche, potrebbe sottrarne altri 6 con la prossima manovra.
I medici e gli infermieri che il Ministro ringrazia, quelli che garantiscono uno dei servizi sanitari più efficienti al mondo, sono gli stessi a cui non è stato rinnovato il contratto e che operano in condizioni sempre più disagiate, in primo luogo a causa del blocco del turn over e del precariato.
Quanto al paragone con gli Stati Uniti, conveniamo con Tremonti: pubblico è meglio.
Roma, 14 giugno 2011
(ANSA) – ROMA, 6 MAR – Aran e sindacati hanno raggiunto un accordo per l’istituzione del Fondo di previdenza integrativa per oltre un milione 200 mila dipendenti di enti locali e sanità. Lo ha reso noto il segretario nazionale della Fp-Cgil, Carlo Podda, rilevando che si tratta dell’ istituzione del primo fondo integrativo del pubblico impiego, previsto dalla riforma Dini del 1995.
Solo per la scuola, infatti, è operativo il fondo denominato ‘Espero’. Mancano ancora, invece, i fondi per gli altri settori, tra cui i ministeri, il parastato, la Presidenza del Consiglio e le agenzie fiscali.
Podda ha sottolineato che l’intesa è un atto preliminare, ma di grande importanza per il pubblico impiego perché a dodici anni dalla legge Dini si avvia la previdenza integrativa per questi lavoratori. “Ora – ha detto il sindacalista – vanno fatti gli atti successivi, tra cui la nomina dei rappresentanti di sindacati e amministrazioni per ora provvisori, la pubblicizzazione del fondo presso i lavoratori con l’iscrizione”.
Podda ha rilevato anche il fatto che per oltre il 50% dei lavoratori pubblici vige il sistema contributivo per il calcolo della pensione. Per questo la previdenza integrativa diventa indispensabile per assicurare loro una pensione minima dignitosa.
Secondo il sindacalista, invece, è una “intollerabile ingiustizia” che per gli altri comparti ancora non siano stati istituiti i fondi. Podda, in particolare, ha puntato l’indice contro il Ministero dell’Economia, la cui “protervia nega venga riconosciuto il diritto alla previdenza integrativa ai lavoratori di Stato, para-Stato, agenzie fiscali e Presidenza del Consiglio. Il Ministero dell’Economia, infatti, non riconosce anche il salario di produttività come base di calcolo per la previdenza integrativa”.
Telegramma unitario inviato al governo
Destinatari:
Al Ministro della Salute, On. Le Livia TURCO;
Al Ministro dell’Istruzione, On. le Beppe FIORONI;
Al Ministro dell’Università, On. Le Fabio Mussi;
Al Presidente della Conferenza delle Regioni, Dr. Vasco ERRANI;
Ai Sigg. Capigruppo Parlamentari della Camera dei Deputati;
Ai Sigg. Capigruppo Parlamentari del Senato della Repubblica.
Gentili Ministri, Gentili Onorevoli,
In merito alla questione riguardante l’articolo 1-septies Legge 3 febbraio 2006, n. 27 con cui si è introdotta l’equipollenza tra il diploma di laurea in Fisioterapia e quello in Scienze Motorie, Vi chiediamo un intervento immediato volto all’abrogazione di questa norma, tutt’ora in vigore malgrado alcuni interventi dei Vostri Ministeri con disegni di legge presentati in Parlamento per l’abrogazione della norma stessa, ma ancora oggetto del “lungo iter parlamentare”.
In questi giorni, inoltre, si sono verificati ulteriori avvenimenti gravi rispetto l’argomento in oggetto: infatti la VII Commissione della Camera, la medesima che deve ancora definire il parere sui disegni di legge abrogativi, in occasione dell’approvazione di un Decreto Ministeriale relativo ai percorsi di laurea, ha condizionato il proprio parere favorevole all’avvio di fatto dell’applicazione dell’articolo 1 septies, con la previsione di un anno di corso, delegando il Governo a definire un tirocinio per l’esercizio delle funzioni di fisioterapista da parte dei laureati in scienze motorie.
Nel frattempo la Regione Liguria ha approvato una legge regionale che prevede la possibilità di esercitare le funzioni di fisioterapista in ambito pubblico e privato accreditato anche ai laureati in scienze motorie.
CGIL FP CISL FP UIL FPL denunciano il permanere, a distanza di oltre un anno, di una situazione di totale illegalità, che ha già determinato di fatto le condizioni per l’esercizio abusivo di una professione sanitaria (Legge regione Liguria), e che ci costringerà, in caso di mancato intervento del Ministero competente, a richiedere l’intervento della Magistratura, considerato il “grave rischio” di mancata tutela della salute pubblica dei cittadini.
A tal fine si rende necessario, senza ulteriori indugi, porre fine alle conseguenze già determinate dalla previsione dell’articolo 1 septies, e malgrado le nostre numerose richieste di intervento associate a quelle dell’AIFI associazione dei fisioterapisti, le associazioni degli utenti e di tutte le altre rappresentanze istituzionali e civili, che si sono già espresse sull’argomento in tutte le sedi competenti, anche in audizione parlamentare in occasione del confronto sui disegni di legge abrogativi dell’articolo 1 septies.
Siamo certi che comprenderete come la situazione determinatasi non possa protrarsi oltre; non è accettabile che in questa fase di “attacchi mediatici” al sistema sanitario nazionale, siano messe in discussione le “certezze” del sistema ordinamentale delle professioni sanitarie con le relative regole di garanzia di professionalità a tutela della salute dei cittadini.
Certi del Vostro intervento urgente, cogliamo l’occasione per porgerVi cordiali saluti.
FP CGIL R. Dettori
CISL FP D. Volpato
UIL FPL C. Fiordaliso
Roma, 23 gennaio 2007
Comunicato stampa di Rossana Dettori Segretaria Nazionale Fp Cgil
La Funzione Pubblica ha espresso da sempre netta contrarietà all’istituzione delle prestazioni aggiuntive per il personale infermieristico e tecnico sanitario di radiologia medica.
Contrarietà che rinnoviamo anche per il Decreto Legge (28 dicembre 2006) che concede una ulteriore proroga di 6 mesi all’istituto.
La proroga non può essere considerata la risposta risolutiva ad un problema che è ormai strutturale (semmai andava prevista una proroga solo per quelle situazioni regionali che vedevano a rischio la garanzia stessa dei servizi assistenziali).
Di fatto quello che si proroga è un indiscriminato aumento dell’orario di lavoro (anche se retribuito) degli operatori.
Perchè non definire nuovi modelli organizzativi capaci di rispondere ai diritti di salute dei cittadini ed alla qualità del lavoro degli operatori, pensando, ad esempio alla creazione di servizi a gestione diretta del personale infermieristico e tecnico?
Perchè non avviare un confronto con il Ministro dell’Università e della Ricerca, per dare soluzione all’altro corno del problema: la “Strozzatura” che “vieta l’accesso” alla formazione agli aspiranti infermieri?
Roma, 10 gennaio 2007
Comunicato Stampa CGIL nazionale, FP CGIL nazionale FP CGIL Medici nazionale
Il Disegno di Legge in tema di attività libero professionale intramuraria e di esclusività del rapporto di lavoro dei medici, che ci è stato illustrato questa sera, contiene un’ulteriore proroga dei termini per il rientro in azienda della libera professione, che si somma alle numerose precedenti.
Si evidenzia così un problema politico assai serio: la maggioranza delle Regioni non ha voluto, fino ad ora, regolare positivamente il rientro nelle aziende pubbliche della libera professione esercitata all’esterno; ed è certamente questa una responsabilità grave, che ha determinato una situazione inaccettabile sotto il profilo della trasparenza e della gestione delle liste di attesa.
Il DdL risolve una parte di questi problemi, in particolare può rendere più trasparenti e fluide le modalità di accesso ai servizi, di prenotazione, di riscossione degli onorari e di controllo dei volumi di attività.
Inoltre, la possibilità che il DdL offre alle aziende di reperire spazi esterni ove svolgere l’attività intramoenia, nel caso sia impossibile reperire tutti gli spazi all’interno, può essere una soluzione, a condizione che quegli spazi, acquistati o in locazione, siano direttamente gestiti dall’azienda. Mentre il previsto e discutibile ricorso a convenzioni deve essere comunque limitato strettamente ai dodici mesi di tempo di proroga concessi alle regioni e riguardare solo strutture accreditate e non singoli studi privati dei medici.
In questo senso abbiamo chiesto precise modifiche al DdL.
Allo stesso modo, abbiamo chiesto di cancellare la parte del DdL che interviene per via legislativa su materia che deve essere di competenza strettamente contrattuale, come nel caso della remunerazione dell’esclusività del rapporto di lavoro dei medici.
E sempre su questo aspetto – sul quale la Cgil storicamente si batte, affinché sia prevista per tutti i medici – la norma, compie un passo significativo in avanti, anche se deve essere esplicitamente previsto che essa riguardi ogni posizione che comporti responsabilità gestionale.
Roma. 10 maggio 2007
Dichiarazione di Rossana Dettori, segretaria nazionale FP CGIL e di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici
Il Disegno di legge Turco approvato oggi dal Consiglio dei Ministri contiene la possibilità di una proroga infinita degli studi privati dei medici e dei dirigenti sanitari pubblici.
Dopo 9 anni di inadempienze regionali ed aziendali, arriva un ulteriore nuovo anno di tempo per l’attuazione della giusta moralizzazione della libera professione intramoenia, ma con la piena delega alle Regioni di poter consentire per sempre lo studio privato del medico pubblico in rapporto di esclusività.
Si affosserebbe così, definitivamente, il principio della libera professione intramoenia istituito dalla Bindi. In sostanza ciò che non si è voluto far chiaramente uscire dalla porta nazionale, può tranquillamente rientrare dalla finestra regionale.
Riteniamo invece che le Regioni solo in via transitoria fino al reperimento degli spazi intramurari, possano consentire l’acquisto, la locazione o la convenzione di spazi esterni, purchè collettivi.
I medici e i dirigenti sanitari che credono nella qualità della sanità pubblica e del proprio lavoro, chiedono pertanto una normativa diversa che impegni il Ministro della Salute e le Regioni a consentire una libera professione intramoenia trasparente dentro le mura del Ssn.
Non vogliamo essere costretti ad uscire dagli ospedali in cerca di studi privati, vogliamo una libera professione intramoenia in una casa di vetro a vantaggio non solo dei medici e dei dirigenti sanitari ma anche dei cittadini, troppo spesso costretti a rivolgersi alla libera professione, intra ed extra, per superare le liste di attesa.
Un passo in avanti contenuto sempre nel disegno di legge è invece la reintroduzione del principio della obbligatorietà della esclusività di rapporto, anche se limitata ai direttori di struttura complessa e solo ad una parte dei responsabili delle strutture semplici, e vincolante solo per la durata dell’incarico.
Chiediamo pertanto al Parlamento di apportare al Disegno di Legge le necessarie modifiche, per le quali terremo tutte le iniziative sindacali utili, a partire dalla manifestazione nazionale “Esclusività e intramoenia per una sanità di qualità” già indetta insieme alla CGIL, per la mattina del 30 maggio a Roma presso il Centro Congressi Cavour.
Roma, 11 maggio 2007