Care/i compagne/i
vogliamo informarvi che ieri la Regione Emilia Romagna ha emanato una propria circolare sul part-time.
Sono disposizioni che giudichiamo positivamente, soprattutto in considerazione del quadro normativo di riferimento (la legge 133/2008 e 183/2010) e dei diversi orientamenti che stanno maturando in questi giorni in altre realtà regionali e/o aziendali.
I punti attorno ai quali è possibile verificare questo approccio di novità sono sostanzialmente i seguenti:
– anche una nuova valutazione dei rapporti di lavoro a tempo parziale deve “essere operata dalle Amministrazioni nel rispetto dei principi di buonafede e correttezza”
– nel definire “criteri trasparenti ed oggettivi di indirizzo per le procedure di valutazione è necessario il confronto con le organizzazioni sindacali”
– devono essere garantite pari opportunità di accesso all’istituto del part-time soprattutto per coloro che presentano situazioni individuali specifiche, degne di particolare tutela ed attenzione.
– le ragioni opponibili all’attivazione del part-time (riconducibili alle sole ipotesi connesse a esigenze di carattere funzionale) valgono anche per la nuova disciplina e, così come nel previgente regime, l’opposizione da parte delle Aziende può essere giustificata solo in via temporale (le Aziende, nel caso di opposizione per motivi funzionali, dovrebbero procedere ad una “nuova mappatura” delle condizioni organizzative, valutando ulteriori iniziative alternative alla semplice opposizione)
– fra le opzioni alternative all’opposizione viene ricompresa anche ” la eventuale ricollocazione del personale interessato presso ambiti organizzativi aziendali ritenuti più idonei a supportare la presenza di collaboratori con rapporto di lavoro a tempo parziale”
– il richiamo, alle Aziende della Regione, rispetto agli atti unilaterali. “Va tenuta in grande considerazione la problematicità giuridica dei provvedimenti unilaterali di revoca, in considerazione della precedente natura di diritto incondizionato dell’istituto del part-time”
In allegato il testo della circolare.
Buon lavoro
Fabrizio Rossetti
Fp Cgil Nazionale Sanità
Pubblichiamo il testo della replica di Rossana Dettori, Segretaria nazionale Fp Cgil e Massimo Cozza, Segretario nazionale Fp Cgil Medici, all’articolo di Mario Pirani, editorialista di Repubblica, del 23 aprile scorso.
Egregio dott. Mario Pirani,
abbiamo letto con interesse il suo articolo “Todos caballero negli ospedali italiani” sul quale vorremmo fare alcune considerazioni.
La prima è che il ruolo gestionale ed amministrativo ricade non solo sul primario ma su tutti i medici “dirigenti” e gli operatori sanitari, infermieri e psicologi compresi, con una restrizione degli spazi di autonomia e di responsabilità clinico-assistenziale per tutti.
In altre parole il ruolo pervasivo delle direzioni generali delle aziende, su indicazione della politica regionale, sta sempre più limitando quella che era la professionalità, con l’obbiettivo della economicità, passando sopra la testa di tutti, in troppi casi anche dei cittadini.
E ciò che è ancora più paradossale è la situazione nel quale il ruolo sanitario sta precipitando. Da una parte dovrebbe rispondere alle rivendicazioni di salute dei cittadini e dall’altra è sempre più costretto dalle scelte aziendali.
Se poi a questo aggiungiamo il potere decisionale delle direzioni generali, ai limiti dell’arbitrarietà, sulla nomina dei primari ed ancor più dei cosiddetti primarietti (responsabili di strutture semplici), il cerchio si chiude.
Per quanto concerne i poteri nei reparti appare ovvio, nonché sancito dalla vigente legislazione, che il primario deve avere la responsabilità delle direttive e del buon andamento del reparto, sia dal punto di vista gestionale che clinico. Ma questo non deve limitare la professionalità dei singoli medici. Vi sono sentenze che hanno condannato dirigenti medici che non sono intervenuti a far rilevare le scelte cliniche sbagliate del primario. E per noi è un passo in avanti di tutta la medicina ospedaliera aver superato un periodo buio nel quale il primario prendeva tutte le decisioni cliniche, gli aiuti lo “aiutavano”, e gli assistenti eseguivano, a prescindere.
Basti pensare che per diventare dirigente ospedaliero ci vogliono almeno sei anni di laurea più cinque di specializzazione sul campo.
Per quanto riguarda il personale infermieristico, certamente non ha la responsabilità delle decisioni cliniche, ma dell’assistenza si; dovrebbe anzi essere titolare delle decisioni e scelte in campo assistenziale. Non è problema di gerarchie ma di responsabilità che sono proprie di ogni figura professionale per le competenze e saperi a loro riconducibili.
Avere dirigenti infermieristici responsabilizzati nella organizzazione e nel miglioramento dell’assistenza rappresenta un indubbio vantaggio per una sanità di qualità. E la qualità aumenta se il lavoro ospedaliero vede un processo sempre maggiore di integrazione tra le diverse professionalità, con il rispetto e l’autonomia dei compiti di ciascuno. In questo modo peraltro diminuiscono le probabilità di errori sanitari.
Ad esempio, in ambito psichiatrico, a Trieste, nel luogo che l’organizzazione mondiale della sanità ha indicato come eccellenza, la maggior parte del lavoro è svolto dall’assistenza infermieristica, con pochi medici, e qualche psicologo. Una psichiatria biologica, basata più sul farmaco che sulle relazioni, avrà certamente invece bisogno di più medici.
Per quanto concerne infine il primariato degli psicologici, il tema si dovrebbe affrontare partendo dalle funzioni che il primario dovrebbe svolgere in quel servizio. Ad esempio, se si tratta di un servizio di psicoterapia, il primario psicologo appare appropriato, se invece si tratta di un servizio ospedaliero di diagnosi e cura, la direzione compete certamente al medico. E questa logica dovrebbe peraltro rientrare nelle nuove normative concorsuali, che dovrebbero affermare decisioni trasparenti in base al merito professionale rispetto al posto da ricoprire, e delle quali aspettiamo ancora un testo dalla Ministra Turco.
Roma, 27 aprile 2007
Parte il confronto con l’ARAN per il rinnovo contrattuale della Sanità Pubblica, martedì 18 dicembre 2007, presso la sede dell’ARAN alle ore 9,30, si avviano le trattative per il rinnovo del CCNL 2006 – 2009 e il Biennio Economico 2006 – 2007.
Sanità privata – Comunicato stampa: Oltre 150.000 lavoratori senza contratto da 28 mesi – Venerdì 9 maggio 2008 CGIL FP CISL FP UIL FPL annunciano la mobilitazione contro AIOP e ARIS in tutte le Regioni d’Italia e contemporaneamente gli incontri con tutti gli Assessori alla salute, per richiamarli alle loro responsabilità.
Le segreterie nazionali di CGIL FP CISL FP UIL FPL dopo 28 mesi dalla scadenza del contratto, dopo la firma e l’applicazione del contratto della sanità pubblica, dopo tante richieste di incontro alle Associazioni datoriali private e agli Assessori alla salute, rimaste inevase, programmano una grande mobilitazione nazionale dei 150.000 lavoratori della sanità privata.
La mobilitazione è prevista per venerdì 9 maggio p.v, con manifestazioni pubbliche in tutte le Regioni d’Italia davanti le sedi regionali di AIOP e ARIS, alle quali parteciperanno i lavoratori della sanità privata, per chiedere la firma del contratto di lavoro prima delle ferie estive, senza ulteriori indugi.
Nel frattempo CGIL FP CISL FP UIL FPL hanno chiesto di essere ricevuti da tutti gli Assessori alla salute per la sottoscrizione di un impegno finalizzato a garantire la firma del contratto di lavoro da parte dei datori di lavoro privati, considerato che tutte queste strutture operano nel servizio sanitario nazionale, attraverso il sistema di accreditamento pubblico e con la copertura finanziaria pubblica.
La firma del contratto non può essere usata, al solito, come elemento di scambio fra istituzioni e privati – affermano i segretari nazionali di CGIL FP CISL FP UIL FPL – per queste ragioni non accetteremo ulteriori rinvii che pagherebbero solo i lavoratori.
Le Associazioni datoriali devono firmare prima delle ferie estive, le Regioni devono garantire che questo accada, diversamente il sindacato confederale, a fronte dell’emergenza salariale del paese, porrà la questione a livello politico, su tutto il sistema nazionale di accreditamento della sanità privata e a tutte le istituzioni responsabili: Parlamento, Governo e Regioni.
CGIL FP Rossana Dettori – CISL FP Daniela Volpato – UIL FPL Carlo Fiordaliso
Ieri sera, come avrete saputo, la Camera dei Deputati ha approvato la manovra finanziaria 2009/2011.
La spesa sanitaria e gli interventi sul fondo sanitario nazionale sembrano essere stati l’obiettivo, il target, sul quale Governo e maggioranza hanno inteso scaricare la maggior parte delle loro attenzioni, moleste.
Pensando di fare cosa utile, proviamo a riassumere le dimensioni della manovra sulla sanità.
Spesa Tendenziale Sanità 2009/2011
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Finanziaria Berlusconi 2009/2011
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Differenza
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111.6 Mld di Euro
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102,6 Mld di Euro
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– 9 Mld
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116 Mld di Euro
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103,9 Mld di Euro
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– 12 Mld
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120,6 Mld di Euro
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106,2 Mld di Euro
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– 14,4 Mld
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La manovra approvata, oltretutto, dispone che i finanziamenti aggiuntivi per gli anni 2010, 2011 rispetto a quello definito per il 2009 (1,3 Miliardi per il 2010 e 3,6 miliardi per il 2011) sono comunque (come se non bastasse) subordinati alla stipula di un accordo Stato Regioni (entro il 31 Ottobre pv.); accordo che DEVE contemplare:
UNA MANOVRA SBAGLIATA, DANNOSA, GRAVE.
Una manovra che per le scelte che assume sulla salute dei cittadini e sul sistema sanitario nazionale è semplicemente la PEGGIORE che questo Paese abbia mai avuto.
p. la Fp Cgil Nazionale
Fabrizio Rossetti
Roma, 6 agosto 2008
In allegato il comunicato/volantino con le tabelle degli effetti dei provvedimenti governativi su:
– decurtazione salario accessorio;
– precari;
– ruolo del CCNL.
In allegato l’interpretazione della Conferenza delle Regioni sugli articolo 71, commi 1 e 5 della legge 133/2008.
Inoltre anche un piccolo specchio riepilogativo sugli effetti che tale intepretazione produce sulle retribuzioni dei lavoratori della Sanità.
Evidenziamo che:
La Segretaria Nazionale Fp Cgil Sanità
Rossana Dettori
Roma 10 Novembre 2008
E’ stata inviata alle controparti e all’Aran la piattaforma unitaria sul rinnovo II biennio contrattuale della sanità pubblica.
Roma, 27 febbraio 2009
La Funzione Pubblica Cgil, che rappresenta le donne e gli uomini che lavorano nel servizio sanitario nazionale, formula i propri auguri per la piena riconferma di Annalisa Silvestro alla guida dell’IPASVI.
Esprime grande soddisfazione per come la Dr.ssa Silvestro abbia indicato fra le priorità del suo rinnovato mandato la questione della dichiarazione anticipata di volontà.
E’ giusto chiedere al Parlamento un’ulteriore momento di riflessione sul DDL relativo al biotestamento, a maggior ragione se, così come il testo approvato al Senato prefigura, le scelte del legislatore sono in netto contrasto con i codici deontologici, tanto degli infermieri quanto dei medici.
E’ opportuno che la Camera dei Deputati, a differenza di quanto non ha saputo fare il Senato della Repubblica, interloquisca più approfonditamente ed in maniera più aperta con le associazioni professionali di medici ed infermieri, con il sindacato che li rappresenta, con le famiglie, con la società civile.
Non è possibile che su un tema così delicato e trasversale si assumano decisioni legislative di questa portata avendo ascoltato il parere di non più di dieci soggetti, fra singoli esperti e qualche associazione.
Roma 31 Marzo 2009
Lo slogan attraverso il quale il Sottosegretario On. Fazio prova a sintetizzare l’idea, solo a suo dire oggetto di confronto con le Regioni, di una riduzione di ventisettemila posti letto è quanto mai abusato: meno ospedali e più territorio è uno di quegli obiettivi sui quali, a parole, si sono sperimentate intere compagini di Governo, di centro sinistra e di centro destra.
Il problema è che la riduzione dei posti letto, anzi degli Ospedali è continua, come dimostrano gli ennesimi dati pubblicati dal Sole Ventiquattrore, mentre quelle che dovrebbero essere le contestuali politiche di investimento sui servizi sanitari del territorio continuano ad essere assenti o, quantomeno, sporadiche, non strutturate.
Così quando l’ennesimo governante rilancia l’idea di deospedalizzare l’intervento sanitario per provare a riorientarlo sul territorio è più che giustificato il sospetto che si stiano coprendo operazioni di natura puramente finanziaria.
L’idea veramente “innovativa”, la consigliamo al Sottosegretario Fazio, può essere quella di accompagnare la chiarezza con la quale si indica il numero esatto di posti letto da ridurre con altrettanta precisione sul piano di investimenti (concreti) necessario per potenziare le attività sanitarie del territorio.
E consigliamo anche di rassicurare preventivamente i cittadini sul fatto che le riduzioni di posti letto, alle quali il Governo (non le Regioni) sembra stia lavorando, non si tradurranno in nessun ulteriore esborso da parte dei cittadini attraverso ticket o compartecipazioni varie.
In assenza di tutto ciò il “piano del Governo” ha il sapore dello slogan.
Uno slogan comunque insidioso perché prefigura un sistema sanitario Ospedaliero con ventisettemila posti letto in meno, un sistema dei servizi sanitari territoriali con le stesse difficoltà di ieri, un qualche rischio in più per i cittadini di caricarsi sulle spalle l’ennesima operazione di riduzione dei “costi” della salute.
Roma 15 Aprile 2009
In allegato nota unitaria Consultazione – Biennio economico 2008-2009 comparto sanità