Care compagne, cari compagni,
la presente è per comunicare che la Conferenza Stato Regioni, nella seduta del 10 febbraio u.s., ha sancito l’accordo per il riconoscimento dell’equivalenza dei titoli pregressi ai diplomi universitari delle professioni sanitarie, prevista dall’articolo 4, comma 2, della Legge 42/1999.
Il testo non è variato rispetto a quello che vi avevamo già trasmesso a metà dello scorso mese di gennaio, in allegato alla precedente informativa.
Il nuovo accordo, che dovrà essere recepito con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta dei Ministro della salute d’intesa con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, abroga (all’articolo11) e sostituisce integralmente quello del 16/12/2004.
Vi alleghiamo il documento, repertorio atti n. 17 CSR del 10 febbraio 2011 (allegato 1).
Sarà nostra cura tenervi informati sul prosieguo dei lavori.
Fraterni saluti
Mario Pirani da La Repubblica del 12 febbraio 2007
Non credo possibile, per la motivata stima che le porto, che Livia Turco abbia mai visto la homepage sulla malasanità diffusa sul sito del ministero della Salute. Mi auguro che la legga e la faccia annullare. In essa si afferma che «non ci può essere buona sanità se non si combatte decisamente il malaffare. Noi ci abbiamo pensato con norme precise che consentiranno di espellere dal Ssn tutti quelli che, medici, farmacisti ed altri operatori abbiano truffato la sanità». È semplicemente una ignominia che si getti un marchio di infamia sui medici e sui farmacisti senza spendere una parola sul fatto che in tutti i recenti scandali che hanno inferto gravissimi danni alle Asl, sul banco degli imputati sono finiti politici o amministratori da loro nominati, mentre nessun medico è stato neppure scalfito dal sospetto. È pur vero che la demagogica homepage si richiama a due fra le migliaia di commi della Finanziaria, l´811 e l´812, che mi sono andato a leggere e che dispongono, qualora un farmacista o un sanitario siano stati condannati con sentenza passata in giudicato per truffa ai danni del Ssn, la decadenza della loro licenza o del loro rapporto di lavoro. Peccato che la manina o manona che ha redatto questi commi si sia ben guardato dall´introdurne altre assai più urgenti e pregnanti per tagliare la presa dei partiti sulla greppia sanitaria.
Si è così sancito anche legalmente il rovesciamento plateale di una verità che è sotto gli occhi di tutti e che abbiamo denunciato infinite volte: la malasanità (un termine equivoco che aborro) è in primo luogo imputabile alla invasione dei partiti, alle nomine cui i direttori generali sono indotti, agli appalti con ditte e cooperative indicate dai politici di turno, alle convenzioni non sempre limpide realizzate da amministratori compiacenti con cliniche e laboratori privati. La sunnominata homepage ha giustamente suscitato la protesta dell´Ordine dei medici di Roma che si sono rivolti ai colleghi di tutta Italia per «una decisa reazione ad una situazione non più sostenibile di delegittimazione della professione». Quasi in concomitanza è uscita a pagamento su alcuni quotidiani una lettera aperta di tutte le associazioni dei chirurghi italiani di ogni specialità, esasperati per gli attacchi che tendono «ad attribuire loro tutti i disservizi e le deficienze strutturali degli ospedali». Si ricorda che «ai medici è stata tolta ogni possibilità di gestire risorse umane e materiali negli ospedali. Tutti gli appalti per l´edilizia, vitto, pulizie, farmaci, presidi medici, vigilanza, assicurazioni ed i concorsi, sono di pertinenza esclusiva dagli amministratori, nominati direttamente dal potere politico».
I miei lettori credo abbiano da sempre compreso quanto rifugga dall´indignazione. Se questa volta mi è uscita qualche parola sopra tono è perché temo si crei ingiustamente un fossato tra i medici e la ministra che governa il settore e che si era impegnata a ricondurre la politica alla sua funzione di indirizzo e di programmazione della Sanità. Molti suoi atti sono andati in questa direzione. Di altri, come la legge sul governo sanitario, che dovrebbe definire le nomine dei primari nell´ottica di privilegiare esclusivamente la competenza professionale, è annunciata da tempo la presentazione. Qualche misura appare deludente nei confronti delle attese. In particolare la nuova procedura per le nomine dei direttori scientifici degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.
Quando, subito dopo la sua assunzione al ministero, Livia Turco ne rimosse alcuni per procedere a sostituzioni unilaterali (come la legge, peraltro, le permetteva) le polemiche furono vivissime, tanto che la neo ministra si impegnò a mutare metodo. Ora, però, ha messo la sua firma ad una procedura per far vagliare le domande degli aspiranti all´incarico da una commissione di 5 membri, di cui tre rappresentanti della comunità scientifica (da chi designati? dal ministro?) , un direttore del ministero (e, quindi, sempre dipendente dal ministro) e un rappresentante delle Regioni (e, quindi, sempre di matrice politica). Non basta: questa commissione esamina le domande ricevute ma non procede ad alcuna classifica, neppure per titoli, secondo criteri oggettivi prestabiliti, come si usa in ogni concorso di qualche serietà ma si limita ad indicare tre nomi. Tra questi il ministro è libero di scegliere. Non era questa la filosofia cui Livia Turco diceva di volersi ispirare per la riforma del governo sanitario.
Al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca On. Letizia Moratti
Al Ministro della Salute On. Francesco Storace
Questa organizzazione sindacale, dopo avere ricevuto svariate segnalazioni di anomalie interpretative diffuse su tutto l’ambito nazionale, ha effettuato alcune verifiche rilevando che le università italiane danno un’interpretazione dell’art. 142 del R.D. 31/08/1933 n 1592 (che dispone: “Nelle Università e negl’Istituti superiori si può ottenere l’iscrizione solo in qualità di studenti. Salvo il disposto dell’art. 39, lettera c), è vietata l’iscrizione contemporanea a diverse Università e a diversi Istituti di istruzione superiore, a diverse Facoltà o Scuole della stessa Università o dello stesso Istituto e a diversi corsi di laurea o di diploma della stessa Facoltà o Scuola.”) assai restrittiva. Infatti, in conformità a quanto è stato segnalato, si è potuto rilevare che alcune università hanno rifiutato l’iscrizione a candidati per il corso di laurea specialistica (dopo che questi erano risultati idonei con il percorso selettivo) poiché questi stavano terminando il percorso di studi stabilito per master di 1° livello. La laurea specialistica è riferita all’anno accademico 2005/2006 mentre il master all’anno accademico 2004/2005. L’accavallamento è dovuto al fatto che i master, per motivi organizzativi interni dell’università, iniziano e terminano generalmente all’inizio degli anni solari. È successo anche che alcune università abbiano accettato con riserva le iscrizioni di alcuni candidati che stavano frequentando master nello stesso ateneo dando loro la possibilità di presentare quel titolo, una volta conseguito, per ottenere un abbreviamento di corso. Con la presente, pertanto, si richiede il Vs. autorevole intervento affinché queste disparità di trattamento abbiano a cessare quanto prima possibile e che agli studenti siano concesse le giuste opportunità per poter valorizzare le proprie attitudini formative e professionali. In attesa di riscontri, si porgono distinti saluti.
La Segretaria Nazionale Fp Cgil
Rossana Dettori
(www.doctornews.it del 2/9/2007). Il 1° agosto è stato sancito l’accordo tra Governo e Regioni relativo alla formazione continua di medicina (ECM), di cui è parte integrante anche il “Riordino del Sistema di Formazione Continua”. “Fino al riordino degli Organi istituzionali il sistema di Formazione Continua, e comunque non oltre il 31 dicembre 2007” si legge nel provvedimento “è prorogato il vigente programma sperimentale di educazione continua in medicina, avviato con l’Accordo Stato Regioni del 20 dicembre 2001 (rep. Atti n. 1358) nonché le relative direttive applicative sancite dalla Commissione nazionale per la formazione continua”. Il testo conferma che per l’anno 2007 il debito formativo per gli operatori sanitari è fissato in trenta crediti formativi (minimo quindici, massimo sessanta crediti formativi). Ciascun operatore può acquisire il numero di crediti formativi a completo adempimento del debito formativo, fissato nel numero globale di 150 crediti, per il periodo sperimentale 2002-2007. I crediti formativi già acquisiti dagli operatori sanitari in numero eccedente rispetto a quello stabilito per il predetto periodo 2002-2006, possono valere ai fini del debito formativo stabilito per l’anno 2007. “L’attuazione del Riordino del Sistema di Formazione Continua” si legge infine “è comunque subordinata alla definizione di appositi interventi legislativi da adottarsi senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica previa verifica e dimostrazione della effettiva sostenibilità delle iniziative di spesa non ricomprese nella legislazione vigente nell’ambito delle risorse che saranno complessivamente disponibili, anche attraverso il miglioramento dell’efficienza derivante dal nuovo sistema ECM, ai sensi dell’articolo 92, comma 5, della legge 23 dicembre 2000, n. 388”.
I dirigenti medici, veterinari, sanitari, tecnici, professionali ed amministrativi manifesteranno martedì 13 novembre 2007 dalle ore 10 alle ore 13 a Roma al Cinema Capranica contro una finanziaria penalizzante e che non consente il rinnovo del contratto.
TUTTI I DIRIGENTI DEL SSN SONO INVITATI A PARTECIPARE !
In riferimento alle decisioni adottate dalla Giunta Regionale della Campania in merito alla formazione del personale non utilizzato nei dipartimenti di prevenzione, come operatori addetti alla vigilanza e ispezione nei luoghi di lavoro, questa O.S. ha espresso insieme ai livelli confederali la propria nette contrarietà a tale operazione, che non risolve affatto i problemi legati alla sicurezza nei posti di lavoro.
Occorre, invece, utilizzando i fondi presenti nella finanziaria 2008 per i progetti obiettivi di rilievo nazionale, affrontare tale problema con una duplice operazione: la prima legata all’emergenza, con l’assunzione immediata a tempo determinato di tecnici della prevenzione nei luoghi di lavoro e di ingegneri qualificati, in modo da potenziare da subito le unità operative di prevenzione collettiva, la seconda, in sede regionale ed aziendale nel potenziamento complessivo dei dipartimenti di prevenzione.
Solo con questa duplice operazione daremo un segnale di svolta effettiva nell’ambito delle questioni inerenti la sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro. La G.R. su richiesta di CGIL CISL e UIL ha sospeso gli effetti della delibera nonchè il percorso di formazione.
4 Gennaio 2008
Nota di Rossana Dettori, Segretaria nazionale Fp Cgil, e Gianluca Mezzadri, Responsabile Professioni sanitarie Fp Cgil
Di seguito, riportiamo il testo dello schema definitivo di decreto legislativo, predisposto dal Ministero della Salute ed inviato, dal Ministro stesso, agli altri Ministeri ed alla Presidenza del Consiglio, per l’istituzione degli albi e ordini delle Professioni Sanitarie, in attuazione della delega prevista dall’art. 4 della Legge 43/2006.
Il testo è stato costruito nei mesi di novembre, dicembre e gennaio ed ha recepito anche osservazioni espresse nel corso di alcuni confronti.
Preme tuttavia far notare che, dopo l’ultimo incontro di inizio mese, nonostante le nostre richieste di ulteriori incontri, il Ministero ha predisposto autonomamente la bozza finale ed ha diffuso il testo solo quando questo era già stato inviato agli altri ministeri.
Sarà nostra cura tenervi informati sul prosieguo dell’iter.
La segretaria Nazionale – Rossana Dettori –
Il Responsabile delle professioni sanitarie Fp Cgil Naz.le Funzione Pubblica Cgil – Gianluca Mezzadri –
Roma, 30 Gennaio 2008
Lettera delle Organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL al Presidente della Repubblica On.Le Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio dei Ministri On.Le Romano Prodi e al Ministro della Salute On.Le Livia Turco
Le scriventi Organizzazioni sindacali venute a conoscenza della mancata approvazione dello schema di decreto legislativo in oggetto nella riunione del Consiglio dei Ministri di ieri, sono fortemente preoccupate della situazione venutasi a determinare.
L’approvazione dello schema di decreto legislativo, che come richiamato nella nostra precedente nota del 5 febbraio u.s. prevede l’avvio del percorso istitutivo del sistema ordinistico delle professioni sanitarie, passibile di ulteriori adeguamenti nella fase applicativa, come peraltro previsto e condiviso da tutte le forze politiche in due legislature diverse, con l’approvazione della Legge 43 del 2006 e con l’approvazione della Legge 189 del 2007 per la proroga della delega.
Il sistema ordinistico è l’ultimo tassello che completa il percorso di riforma ed evoluzione delle professioni sanitarie, la cui approvazione casualmente coincide con una fase politica particolare.
Le nostre OO.SS. sono certe che comprenderete, invece, l’importanza dell’approvazione del citato provvedimento nell’interesse dei professionisti sanitari e di una maggiore tutela dei cittadini dai fenomeni di abusivismo.
Siamo a chiedere il Vostro autorevole intervento per l’approvazione dello schema di decreto affinché questo percorso sia completato e definito nell’ambito di questa legislatura e per evitare la scadenza della delega prevista per il prossimo 4 marzo.
FP CGIL (Rossana Dettori) – CISL FP (Daniela Volpato) – UIL FPL (Carlo Fiordaliso)
Roma, 18 febbraio 2008
Pubblichiamo il testo del Comunicato stampa di Cgil Fp – Cisl Fp – Uil Fpl
“MANIFESTAZIONI REGIONALI 15 ottobre 2008” dei lavoratori della SANITA’ pubblica e privata
Prosegue la mobilitazione sul territorio programmata da CGIL FP CISL FP UIL FPL; l’ultima tappa di questa prima fase della vertenza è fissata per domani 15 ottobre p.v. e coinvolge tutti i lavoratori del sistema sanitario nazionale pubblico e privato: oltre 750.000 operatori. Le precedenti tappe hanno visto mobilitarsi in date diverse i lavoratori dei Ministeri, degli Enti pubblici non economici e delle Autonomie locali.
I lavoratori con le bandiere di CGIL FP CISL FP UIL FPL sfileranno contemporaneamente in tutte le città capoluogo di regione dalle ore 10.00 alle ore 13.00, per terminare con i relativi sit in davanti le sedi istituzionali delle Regioni, dove hanno chiesto di essere ricevuti in delegazione dai Presidenti.
Le manifestazioni prevedono la presenza di migliaia di lavoratori della sanità, medici, infermieri, professionisti sanitari dei diversi profili, operatori dell’assistenza, personale amministrativo, dei servizi tecnici e dei servizi alberghieri, tutti insieme nelle piazze (a Venezia in barca) uniti da una simbolica catena per chiedere al Governo nazionale e alle Istituzioni locali risposte per i “legittimi diritti” dei lavoratori e per la qualificazione dei servizi per i cittadini.
Fra i temi che saranno richiamati durante le manifestazioni regionali si riprenderanno le richieste del sindacato confederale di questi mesi per tutti i servizi e i lavoratori pubblici:
– il rinnovo dei contratti di lavoro;
– la riqualificazione dei servizi pubblici;
– la definizione di un modello contrattuale unico per i settori pubblico e privato.
Nel contempo chiederemo l’intervento delle regioni per la conclusione del rinnovo contrattuale 2006-2007 degli oltre 150.000 lavoratori della sanità privata, giunto ormai a 34 mesi di scadenza contrattuale.
La vertenza proseguirà dopo il 15 ottobre, per tutto il pubblico impiego, con tre giornate di sciopero, in tre distinte date per il Nord, il Centro ed il Sud.
Roma, 14 ottobre 2008
Breve commento alla Sentenza Corte Costituzionale n.270 anno 2005 emessa nei giudizi di legittimità costituzionale degli artt. 42 e 43 della legge 16 gennaio 2003 n. 3 e del Decreto Legislativo 16 ottobre 2003 n. 288 con evidenziato le parti modificate dalla sentenza.
Le disposizioni su cui le regioni hanno presentato ricorso di illegittimità le Regioni attengono il riparto di competenze tra Stato e Regioni stabilito nel Titolo V della Costituzione.
Aspetto fondamentale è costituito dal quanto introdotto dalla Legge Costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001 che, al nuovo terzo comma dell’ art. 117, ha espressamente attribuito alla competenza legislativa concorrente delle Regioni sia la “ricerca scientifica” sia la “tutela della salute”, da cui consegue pertanto che, di norma, tutti gli Enti Pubblici operanti in queste materie di competenza delle Regioni sono oggetto della corrispondente potestà legislativa regionale.
Ciò è del resto confortato dai rapporti che gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico hanno avuto nel tempo con il sistema delle autonomie territoriali dovuti alla loro localizzazione sul territorio e alla relativa eterogeneità delle attività in concreto svolte (assistenza /ricerca).
Il precedente testo del’art. 117 della Costituzione enumerava infatti tra le materie di competenza legislativa delle Regioni la sola materia dell’assistenza sanitaria e ospedaliera”. Peraltro, pur in questo contesto di affermata competenza statale sugli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, la stessa legislazione dello Stato prevedeva alcune e pur limitate, forme di coinvolgimento delle Regioni nella loro disciplina e nel loro funzionamento.
In ogni caso, la stessa definizione contenuta nell’art. 1, comma 1, del Decreto Legislativo n. 288 del 2003 di IRCCS quali “Enti a rilevanza nazionale”, e non “Enti Nazionali” conferma che il Legislatore non ha voluto rivendicare la disciplina degli IRCCS all’esclusiva competenza legislativa dello Stato.
Ciò non toglie che il Legislatore statale possa anche istituire Enti Pubblici Nazionali quando intende affidare a questi funzioni relative a materie di propria legislazione esclusiva o intervenga in via sussidiaria nei casi in cui intende garantire l’esercizio unitario di determinate funzioni che sarebbero di normale competenza delle Regioni, avendole valutate come non utilmente gestibili a livello regionale o locale, naturalmente prevedendo forme di coinvolgimento delle Regioni interessate.
Così la trasformazione degli Istituti di Ricovero e cura a carattere scientifico in Fondazioni, cioè un procedimento del tutto innovativo e che opera con riferimento ad un nuovo tipo di soggetto giuridico (appunto la Fondazione IRCCS di diritto pubblico) che avrà rapporti con l’ordinamento comunitario e con l’ordinamento internazionale presuppone la necessaria permanenza di alcune specifiche responsabilità di organi statali.
In questo quadro quindi si inseriscono le dichiarazioni di illegittimità di alcuni punti dell’art 42 della legge 3/03 e del Dlg 288/03, e quindi vengono dichiarate estranee alla natura giuridica degli IRCCS sia la previsione di un controllo amministrativo di tipo preventivo sugli atti fondamentali di questi Istituti affidato a organi statali (“i Comitati Paritetici di Vigilanza”), sia la presenza, legislativamente imposta, di rappresentanti del Ministero in ordinari organi di gestione di Enti pubblici che non appartengono più all’area degli Enti Statali, sia la determinazione da parte del Legislatore statale di quali siano le Istituzioni pubbliche che possano designare la maggioranza del Consiglio di Amministrazione delle Fondazioni.
Pare quindi del tutto evidente che vi sia la necessita che il legislatore nazionale (Governo) debba intervenire con nuove norme su queste materie, come a mio parere è altrettanto chiaro che per gli Istituti Policlinico di Milano e Pascale di Napoli, la prassi più normale sarebbe quella delle dimissioni degli organi precedentemente nominati e di un successivo accordo fra il Presidente delle Regione e il Ministro sul come procedere per la nomina di un eventuale Commissario (naturalmente come detto è solo una mia opinione).
In relazione a quanto vi ho evidenziato ritengo sempre più necessario organizzare per settembre un convegno specifico sulla ricerca, sui finanziamenti sul ruolo dello Stato e delle Regioni, sugli intrecci con l’Università, anche perché i tempi che si prospettano per i nuovi interventi normativi penso traguarderanno alla nuova legislatura.
p. la Segreteria FP Cgil Nazionale
Rossana Dettori
Il Resp. del Coordinamento Naz.le IRCCS
Sandro Alloisio
Roma lì 15 luglio 2005
Comunicato di Rossana Dettori Segretaria Nazionale Fp Cgil – Dichiarazione a Verbale Fp Cgil – Cisl Fp – Cosiade
Si è chiusa oggi all’Aran la trattativa per il rinnovo del biennio economico 2004 – 2005 della dirigenza STPA.
La Fp Cgil non ha sottoscritto l’accordo, unitamente alla Cisl.
Alla base del nostro no, innanzitutto il totale dissenso rispetto alla scelta di monetizzazione del disagio (guardie notturne più 50€!) che viene diversificato rispetto alle altre figure professionali, mentre non si è data nessuna risposta in merito all’estensione dell’indennità SERT.
Non accettabili:
la modifica del sistema degli incarichi (che comporta la reintroduzione dell’anzianità di servizio);
una distribuzione degli incrementi che non garantisce le stesse percentuali ai dirigenti che ricoprono incarichi diversi;
la modifica, entro l’accordo economico, del modello contrattuale attraverso il disallineamento dei riconoscimenti economici.
Anche il sindacato degli psicologi l’AUPI, non ha sottoscritto l’ipotesi.
Dichiarazione a verbale Fp Cgil – Cisl Fp – Cosiade
La FP CGIL e la CISL FP non sottoscrivono l’ipotesi di CCNL 2004-2005 a seguito di un’attenta valutazione di elementi di forte criticità posti dalle scelte contrattuali.
Tali scelte sono state fortemente respinte dalle nostre federazioni, e malgrado alcuni miglioramenti acquisiti nel corso della trattativa, mantengono e inseriscono nel rinnovo contrattuale elementi di contraddizione nell’attuale assetto contrattuale. Inoltre il contratto inserisce preoccupanti elementi di disequilibrio della valorizzazione economica e professionale fra i dirigenti stessi e fra la dirigenza e il personale del Servizio sanitario nazionale.
In particolare la Fp Cgil e la Cisl Fp e Cosiade respingono:
La modifica dell’attuale sistema degli incarichi, collegato a elementi di valorizzazione professionale e organizzativa sulla base di contrattazione decentrata aziendale, con l’inserimento di un ulteriore livello di incarico che prevede come criterio di accesso l’anzianità di 15 anni di attività. Tale scelta introduce e valorizza un percorso di professionalità collegato all’anzianità di servizio, e non favorisce una verifica complessiva dei sistemi di riconoscimento professionale dei dirigenti, che dovrà essere materia di rinnovo del prossimo quadriennio normativo
La scelta di distribuzione degli incrementi contrattuali fra i dirigenti con diversi incarichi, che non garantisce la medesima percentuale di incremento.
La scelta all’interno di un biennio contrattuale di tipo economico di determinare un disequilibrio di riconoscimenti economici fra i dirigenti stessi, rispetto a diverse forme di disagio, che meglio devono essere individuate in un rinnovo contrattuale quadriennale normativo
L’introduzione di un riconoscimento di valorizzazione economica del disagio notturno con le risorse del biennio contrattuale, diversificato dal restante personale che svolge la medesima attività. La valorizzazione del disagio deve essere riconosciuta, come peraltro finora avvenuto, nella stessa misura per tutte le figure professionali che svolgono attività notturna, all’interno del servizio sanitario nazionale.
La FP CGIL e la CISL FP e Cosiade respingono, come già denunciato con la dichiarazione a verbale numero 2 del rinnovo del CCNL 2002-2005 relativamente alla regolamentazione delle prestazioni aggiuntive, la scelta del Governo e delle regioni, di continuare a promuovere e valorizzare gli elementi quantitativi e le forme centralizzate nazionali di riconoscimento professionale.
In questo modo si indebolisce il processo di aziendalizzazione e di contrattualizzazione del rapporto di lavoro dei dirigenti, si svilisce il ruolo strategico degli stessi all’interno del servizio sanitario nazionale e del sistema di relazioni sindacali. Inoltre viene meno una delle funzioni strategiche del contratto, quale strumento di innovazione e di riorganizzazione del lavoro a livello decentrato.
Segreteria Nazionale Fp Cgil
Segreteria Nazionale Cisl Fp
Segreteria Nazionale Cosiade
Roma, 9 marzo 2006