Sciopero dirigenti Ssn: ecco cosa è stato proposto alla categoria
Il Ministro della Salute Livia Turco ha ricevuto oggi i sindacati della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e amministrativa del Ssn in stato di agitazione.
Prendendo atto della decisione degli stessi di indire lo sciopero nazionale della categoria per il prossimo 4 maggio, si ritiene utile rendere noto il contenuto delle comunicazioni del Ministro della Salute nel corso dell’incontro sulle tre tematiche poste al centro della vertenza.
Per quanto riguarda il ritardo nell’avvio delle procedure per il rinnovo del contratto è stata condivisa la ragione del malessere della categoria che giustamente richiama al rispetto di tempi negoziali certi. In proposito è stata formalmente resa nota la disponibilità dei Ministeri della Salute e delle Riforme e Innovazioni nella Pubblica Amministrazione ad avviare le procedure per la definizione dell’Atto di indirizzo che è condizione indispensabile per l’avvio delle trattative.
Per quanto concerne la libera professione intramoenia, è stata ribadita la volontà di non procedere a ulteriori proroghe dell’intramoenia cosiddetta “allargata” dopo la scadenza del 31 luglio 2007. Ma è stata anche ribadita la volontà di garantire tale diritto e opportunità, confermando l’impegno per far sì che le Asl e le Aziende ospedaliere, qualora risulti impossibile la realizzazione di spazi interni alle strutture nei tempi previsti, siano comunque tenute ad assicurare tale attività prevedendo la possibilità di utilizzare spazi esterni ma gestiti dall’azienda stessa.
Nell’ambito di tale riorganizzazione si garantirà che i volumi prestazionali di attività non superino quelli istituzionali e che i prezzi siano concordati e calmierati.
Per quanto riguarda infine l’attivazione di un fondo di previdenza integrativa specifico per la dirigenza medica e sanitaria, il Ministro della Salute ha convenuto su tale necessità informando contestualmente i sindacati delle intese già raggiunte con il Ministro del Lavoro e Previdenza Sociale e con il Comitato di settore per l’apertura del tavolo tecnico per la messa a punto delle modalità più idonee per l’avvio di questa importante opportunità previdenziale, con particolare riferimento alle nuove generazioni.
Sulla base di tali comunicazioni, pur rispettando ovviamente la scelta dei sindacati, non si può che restare perplessi per quanto affermato nel comunicato sindacale laddove si sostiene che lo sciopero sia motivato dal fatto che manchino “fatti nuovi da parte del Governo”.
Dichiarazioni di Rossana Dettori, Segretaria Nazionale Fp Cgil e Massimo Cozza Fp Cgil Medici
Dichiarazione di Rossana Dettori, segretaria nazionale FP CGIL
La CGIL non firma il biennio economico 2004-2005 della Dirigenza STPA
Ieri è stata apposta all’Aran la firma definitiva al rinnovo del 2 biennio economico della Dirigenza Sanitaria Tecnica Professionale e Amministrativa del Servizio Sanitario Nazionale.
La Funzione Pubblica CGIL – unitamente a CISL e AUPI – non ha posto la firma su questo contratto, (per inciso: il solo dei contratti pubblici – con quello di Medici e veterinari – sui quali la Corte dei Conti nulla ha avuto da eccepire!).
Abbiamo giudicato inaccettabile la modifica del sistema degli incarichi che istituisce, con il criterio dei 15 anni di anzianità, un ulteriore livello.
Così come la scelta di un riassetto nella distribuzione degli incarichi che comporterà livelli diversificati degli incrementi previsti.
La qualità del lavoro è messa in pericolo da un contratto che persegue una miope politica di monetizzazione del disagio, invece di mirare ad una qualificata politica occupazionale (e nessuna risposta è stata data alla estensione della indennità SERT).
Il contratto si chiude con trenta mesi di ritardo penalizzando la retribuzione e la professionalità dei lavoratori.
L’aumento contrattuale di 228 € lordi non varrà per tutti i dirigenti e comporterà, un peggioramento della qualità del lavoro.
La mancata firma su questo contratto significa che riprenderemo con forza la battaglia per la valorizzazione della esclusività di rapporto e per la professionalità e la qualità del lavoro, a partire dal prossimo rinnovo contrattuale relativo al quadriennio 2006-2009, per il quale non sarà accettabile nessuna moratoria.
Roma, 6 luglio 2006
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici
La CGIL non firma il biennio 2004-2005, una pagina nera per i medici
L’odierna e definitiva firma all’Aran del secondo biennio economico 2004-2005 del contratto rappresenta una pagina nera per i medici, i veterinari ed i dirigenti della sanità pubblica.
La qualità del lavoro per i medici e dei servizi per i cittadini è messa in pericolo da un contratto che persegue una miope politica di monetizzazione del disagio, invece di mirare ad una qualificata politica occupazionale.
Alla beffa di un contratto chiuso con trenta mesi di ritardo si aggiunge l’amarezza per la scelta di penalizzare la retribuzione e la professionalità dei medici e dei veterinari.
La condivisione che abbiamo avuto negli ospedali e nei servizi territoriali alla nostra posizione critica, ha determinato pertanto la scelta di non firmare il contratto definitivo, in coerenza con le nostre ragioni.
Il contratto prevede una aumento di 254 euro lordi mensili, ma in realtà si tratta di soldi incerti per molti medici, determinando un peggioramento della qualità del lavoro.
L’aumento che poteva essere garantito a fine mese, pensionabile e valido per la liquidazione, può essere raggiunto solo con l’effettuazione di più guardie notturne, lavorando anche oltre le 38 ore, e subendo una decurtazione in occasione di ferie e malattia. E con una penalizzazione maggiore per i medici ospedalieri non soggetti a guardie e per i medici del territorio.
L’istituzione di un nuovo livello economico per gli ex aiuti, lasciati con pochi euro penalizzando ancora una volta la professionalità rispetto agli incarichi gestionali, accentua la gerarchia ed è iniquo per gli ex assistenti equiparati che svolgono lo stesso lavoro.
Infine i medici ed i veterinari con meno di 15 anni di anzianità avranno solo l’aumento del tabellare (141 euro lordi mensili a fronte di un aumento medio di 254 euro), rimanendo senza riconoscimento alcuno della loro professionalità.
Dopo la nostra mancata firma, ci batteremo con coerenza contro i danni e le iniquità di questo secondo biennio economico 2004-2005, per la valorizzazione della esclusività di rapporto e per la professionalità e la qualità del nostro lavoro, a partire dal prossimo rinnovo contrattuale relativo al quadriennio 2006-2009, per il quale non accetteremo nessuna moratoria.
Roma, 5 luglio 2006
All’Assessore per il Diritto alla Salute
della Regione Toscana
Dr. Enrico Rossi
Oggetto: Proclamazione dello stato di agitazione della Dirigenza medica e sanitaria
In data 9/6/2007 si sono riunite le Segreterie e i Consigli regionali delle OO.SS. scriventi per discutere il licenziamento senza preavviso e per “giusta causa” di due Colleghi ginecologi disposto dal direttore generale dell’Azienda USL 11 di Empoli.
All’unanimità, i delegati sindacali:
* condannano il comportamento lesivo dei patti contrattuali del direttore generale dell’Azienda USL di Empoli che ha deciso il recesso nonostante il parere contrario del Comitato dei Garanti, da considerarsi vincolante per le Aziende ed Enti ai sensi dell’articolo 20 del CCNL del 3/11/2005;
* stigmatizzano il tentativo arrogante di delegittimare il Comitato dei Garanti stesso, definito dal direttore generale Reggiani: “corporativo, di stampo medievale, che tutela gli appartenenti ad una casta” oltre che foriero di malasanità.
Pertanto, le Segreterie regionali della Dirigenza medica e sanitaria proclamano lo stato di agitazione delle categorie rappresentate, interrompono le relazioni sindacali con l’Assessorato per il Diritto alla Salute e con la direzione aziendale di Empoli e chiedono all’Assessore Dr. Enrico Rossi, ai fini del ripristino di corrette relazioni istituzionali, un chiaro ed inequivocabile pronunciamento a difesa del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, la cui puntuale e conforme applicazione deve essere considerata un obbligo per tutte le Aziende sanitarie.
Segreterie Regionali
Anaao Assomed – Cimo Asmd – Cgil Medici – Cisl Medici – Fesmed – Federazione Medica Uil Fpl – Sinafo – Snabi Sds – Umsped (Aaroi, Snr, Aipac)
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici, e di Achille Passoni, segretario confederale CGIL
Ottenuta questa mattina anche l’approvazione da parte della Commissione Affari sociali della Camera, non resta che l’ultimo passaggio dell’Aula per la definitiva approvazione della legge sulla libera professione.
Chiediamo quindi che oggi pomeriggio i capigruppo diano il via libera affinchè, nella stessa serata, l’aula di Montecitorio possa approvare la legge.
Sarebbe un atto di grande responsabilità da parte di tutte le forze politiche, a vantaggio dei medici e dei cittadini, considerata l’odierna scadenza della libera professione intramoenia allargata.
Difficilmente i medici ed i cittadini potrebbero comprendere un improvviso stop ad un testo che garantisce lo svolgimento della libera professione, già approvato alla unanimità al Senato.
E’ fallito il tentativo di conciliazione con il Governo, pertanto se non vi saranno novità, anche in seguito alla prossima manifestazione nazionale del 13 novembre a Roma, sarà inevitabile per i dirigenti del Ssn un ulteriore sciopero intersindacale, dopo quello odierno confederale di tutto il pubblico impiego.
Dipartimento sindacale Fp Cgil
Pubblichiamo di seguito le Tabelle per Regioni e autonomie locali, Sanità e Funzioni centrali su: tagli alle retribuzioni, precari e ruolo del Contratto Collettivo nazionale di lavoro.
Paolo Del Bufalo da “Il Sole-24 Ore” del 23 gennaio 2007
Il ministero della Salute conferma: i primari avranno l’obbligo di esclusiva del rapporto di lavoro per tutta la durata del loro incarico. Ma i sindacati dei medici rilanciano e in cambio vogliono certezze sulla libera professione intramoenia e la rivalutazione dell’indennità per chi giura fedeltà al Servizio sanitario nazionale.
Il primo incontro del tavolo tra Governo e sindacati degli ospedalieri sulla governance clinica si è concluso ieri a Roma con questa precisa richiesta. Motivo: l’indennità di esclusiva è ancora ferma ai valori del 2001 e il suo incremento non dovrebbe essere inferiore al 6 per cento. Inoltre, la cosiddetta intramoenia allargata, quella che si svolge negli studi dei professionisti sanitari, dovrà interrompersi inderogabilmente entro fine luglio, come ha previsto il «Dl Bersani ». Ma secondo i medici le strutture necessarie a garantire gli spazi per svolgere l’attività libero professionale difficilmente saranno pronte per quella data, mettendo a rischio una fetta consistente di intramoenia.
Questa e altre norme saranno scritte nel disegno di legge delega per “ammodernare” la sanità che Livia Turco vuole mandare in pista entro fine febbraio. Naturalmente d’accordo con le Regioni. E una volta finite i giri di consultazioni con i medici di base, il personale non dirigente e gli assessori, sul tavolo dei sindacati arriverà una prima bozza di testo su cui stringere i tempi.
Sempre sull’esclusiva, un passo ulteriore dovrà essere quello di calibrare l’obbligo di fedeltà anche per i medici con funzioni diverse dai primari. I sindacati hanno chiesto in questo senso di fare chiarezza sull’organizzazione dei servizi, definendo bene la tipologia delle strutture e la responsabilità di chi le dirige per decidere tutti gli obblighi a livello aziendale.
Tra gli argomenti più caldi del dibattito c’è poi il rapporto Ssn Università. I medici pubblici sono fermi sulla richiesta della piena integrazione di tutte le strutture universitarie nel Ssn dal punto di vista assistenziale e sul fatto che la formazione debba essere svolta anche negli ospedali. “Sul campo” quindi,e non lasciata ai soli atenei. Inoltre, il personale non docente che svolge assistenza per i sindacati va inserito a pieno titolo nel contratto dei dipendenti del Ssn.
Altro argomento che mette d’accordo tutti i medici dipendenti è la lotta al precariato e la richiesta è che, come prevede la Finanziaria 2007, siano stabilizzati i precari.In aumento anche tra i medici, secondo l’ultimo conto annuale del ministero dell’Economia, che nel 2005 ne ha contati oltre 5mila.
Oggi, intanto tocca ai medici di base. Per loro il piatto forte della discussione è l’ingresso a pieno titolo nel processo di governance clinica, perfezionando l’attuale stato giuridico della medicina convenzionata per la quale chiedono un potere decisionale analogo sul territorio a quello dei medici dipendenti nell’ospedale.
Le Organizzazioni Sindacali della Dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e amministrativa del Ssn hanno preso atto del fallimento delle procedure di conciliazione esperite il 22 marzo a seguito della proclamazione dello stato di agitazione.
In mancanza di fatti nuovi da parte di Governo e Regioni ed essendo risultato infruttuoso anche l’incontro odierno con il Ministro della salute, le organizzazioni sindacali PROCLAMANO UNA GIORNATA DI SCIOPERO NAZIONALE PER L’INTERA GIORNATA DI VENERDI 4 MAGGIO 2007 per rivendicare:
il rinnovo dei contratti di lavoro per le aree negoziali della Dirigenza del SSN scaduti ormai da 15 mesi e la predisposizione dell’atto di indirizzo da parte del comitato di settore propedeutico all’avvio della trattativa dei CCNL per il quadriennio 2006-2009.
Nell’ambito dei tavoli negoziali andrà trovata adeguata soluzione anche al problema del precariato.
una soluzione condivisa per assicurare l’esercizio della LP intramoenia per i Dirigenti del SSN nell’approssimarsi della scadenza del 31 luglio fissata dal Decreto Bersani con il quale cessa la possibilità di esercitare la libera professione presso gli studi privati (la cosiddetta intramoenia allargata). La libera professione intramoenia rappresenta un diritto dei medici e dei dirigenti sanitari ed una opportunità per i cittadini nella scelta del medico. L’esercizio della libera professione intramoenia, regolamentata in modo appropriato secondo le norme legislative e contrattuali vigenti, non solo può evitare effetti negativi sulle liste d’attesa, ma al contrario può contribuire alla loro diminuzione. A tutt’oggi, nonostante i ripetuti impegni del Ministro della salute a voler garantire e valorizzare la LPI, le Regioni e le aziende sanitarie e ospedaliere non risulta che abbiano provveduto alla istituzione di spazi distinti e separati all’interno delle strutture pubbliche. Di conseguenza, se non saranno presi adeguati provvedimenti, i medici, i veterinari e i dirigenti sanitari del SSN vedranno negato loro il diritto di esercitare la libera professione come previsto dal DLgs 229/99 e dalle norme contrattuali vigenti e ai cittadini sarà negata l’opportunità della scelta del medico. Perdurando tale situazione di grave carenza organizzativa, la scadenza del 31 luglio 2007 per l’esercizio della libera professione presso gli studi privati non può che determinare un inevitabile deterioramento dei rapporti sindacali di cui le istituzioni ed il Ministero della Salute portano la diretta responsabilità.
L’esercizio della LPI va regolata contestualmente all’esclusività di rapporto nell’ambito di un unico tavolo negoziale;
l’attivazione di un fondo di previdenza integrativa specifico per la dirigenza medica e sanitaria coerente con il Ccnl vigente.
ANAAO ASSOMED
ANPO
AUPI
CIMO-ASMD (UGL Medici – SNAMI Ospedalieri – Unione Medica)
CIVEMP (SIVEMP-SIMET)
CONFEDIR SANITA’
FEDERAZIONE CISL MEDICI
FEDERAZIONE MEDICI aderente UIL FPL (Federazione Medici UIL FPL – SMI – Nuova ASCOTI)
FESMED (ACOI-ANMCO-AOGOI-SUMI-SEDI-FEMEPA-ANMDO)
FP CGIL MEDICI
SIDIRSS
SDS SNABI
SINAFO
UMSPED (AAROI-AIPAC-SNR)
Roma, 23 marzo 2007
Pubblichiamo il testo di una nota unitaria inviata al Ministro della Salute, al Ministro del Tesoro, al Presidente Conferenza regioni e al Coordinatore degli Assessori regionali alla Sanità sulla situazione del Servizio Sanitario delle Regioni soggette ai piani di rientro
I sottoscritti Segretari Generali delle scriventi federazioni, in riferimento alle precedenti note, rispettivamente del 18 maggio e del 13 giugno u.s. a tutt’oggi rimaste inevase sono a chiederVi un incontro urgente sull’argomento in oggetto.
L’urgenza di un confronto è determinata dalla grave situazione di conflitto fra le parti e di pregiudizio del sistema di corrette relazioni sindacali che si è venuta a determinare nelle regioni di cui all’oggetto, ma soprattutto dalle conseguenze sui servizi e sulla garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza per i cittadini delle Regioni sottoposte alle misure di rientro, visto anche il periodo delle ferie estive.
I provvedimenti amministrativi unilaterali adottati dalle ASL in questi giorni introducono una riduzione del personale sia nell’ambito delle strutture sanitarie accreditate che in quelle pubbliche, e la previsione del mancato rinnovo degli incarichi del personale precario, incrementano un problema di tipo occupazionale in regioni con una elevata percentuale di disoccupazione e di altri problemi di complessità sociale, con la conseguente mancata garanzia di alcuni servizi essenziali per i cittadini.
Inoltre le ASL, in conformità ai piani di rientro, hanno previsto la riduzione dal 20 al 30% del salario accessorio dei lavoratori, compromettendo il potere di acquisto di salari medio bassi, che in molte situazioni rappresentano l’unico reddito familiare e il tutto senza rispetto delle vigenti normative contrattuali nazionali.
I provvedimenti sopra citati non prevedono, invece, un monitoraggio articolato e completo delle situazioni “di spreco”, di spese inappropriate e dell’aumento “dei costi della politica” e l’avvio di un percorso concreto per la riduzione di tali situazioni denunciate periodicamente in questi ultimi anni dalle scriventi federazioni a tutti i livelli.
Certi che comprenderete la necessità e l’urgenza di un confronto al fine di prevenire “inevitabili derive e degenerazioni” a livello locale conseguenti alla situazione venutasi a determinare fra i lavoratori, ma soprattutto fra i cittadini, rimaniamo a disposizione per individuare una data per l’incontro e porgiamo distinti saluti.
FP CGIL Carlo Podda – CISL FP Rino Tarelli – UIL FPL Carlo Fiordaliso
Roma, 26 giugno 2007
Ci sono voluti otto anni, dal Dlgs 368/99, per arrivare alla firma del Dpcm con lo schema tipo di contratto di formazione specialistica che interessa circa 22.000 medici, dopo che la questione economica è stata già affrontata in un predente Dpcm.
Oggi il Consiglio dei Ministri ha approvato infatti il Decreto che regolamenta gli aspetti normativi, dalle ferie alla malattia, dalla maternità alla assicurazione.
E’ un risultato ottenuto grazie alle lotte degli stessi medici, a partire dagli aderenti alla Federspecializzandi, e che ha visto la FPCGIL Medici dare la piena solidarietà.
Adesso si apre il fronte dei veri e propri contratti locali, da stipularsi tra Regione, Università e specializzando, per i quali saremo sempre a fianco degli specializzandi per la tutela dei loro diritti, a partire da un tutoraggio che non deve trasformarsi in attività di guardia ospedaliera sostituiva del medico strutturato.
IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA A MAGGIORANZA LA DIRETTIVA SULLA MOBILITA’ DEI PAZIENTI E AFFIDA AL MERCATO IL DIRITTO UNIVERSALE ALLA SALUTE
Nella seduta odierna il Parlamento europeo ha approvato, in prima lettura, con 290 voti, 120 contrari e 152 astenuti, la proposta di Direttiva per il diritto dei pazienti alle cure transfrontaliere sulla base dell’art. 95 del Trattato Europeo, sulla base, cioè, dei principi del libero mercato nella UE.
L’emendamento del PSE che proponeva definire il fondamento giuridico della direttiva anche sull’art.152, che riconosce la salute come interesse generale, è stato respinto con soli 4 voti di differenza (281 contro 277 e 12 astenuti).
Il lavoro svolto dal movimento sindacale europeo, dalla CGIL e dalla Funzione Pubblica ha mostrato quanto fosse fondata la nostra posizione sulla questione della base giuridica, tanto che il Parlamento europeo si è diviso a metà.
La maggioranza conservatrice del Parlamento europeo ha deciso però di piegare anche i servizi sanitari alle logiche liberiste del mercato, smentendo la decisone che una vasta maggioranza aveva approvato nel 2006 escludendo la sanità dalla direttiva servizi.
Per una decisione definitiva bisognerà attendere gli esiti della procedura di codecisione tra il consigli dei ministri della salute, che si riunirà il 9 giugno, la CE e al nuovo Parlamento che uscirà dalle elezioni europee di giugno.
Si tratta ora di premere sul Consiglio dei ministri europei della sanità e sulla Commissione perché si rendano conto che la difesa del mercato nel campo della sanità è una posizione puramente ideologica che rischia di produrre gravi danni, aumentare le disuguaglianze e, perciò, destinata al fallimento.
Infatti, mentre l’approfondirsi della crisi mette milioni di persone di fronte a crescenti difficoltà e a un drastico impoverimento, la maggioranza liberista del Parlamento europeo pretende di spingere verso la mercificazione della salute e, in questo modo, di negare ai cittadini europei la necessaria tutela di un diritto fondamentale della persona.
E’ una vergogna che denunceremo durante tutta la campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo ed è una priorità sulla quale dobbiamo esplicitamente chiedere l’impegno dei candidati che decideremo di votare!
Roma, 23 aprile 2009
La sanità moderna richiede medici sempre più specializzati in grado di lavorare in modo integrato con tutte le altre figure professionali che possono concorrere a una maggiore continuità assistenziale e di presa in carico del paziente.
Il cambiamento, già in fase avanzata nei paesi anglosassoni, riconosce agli infermieri, ai fisioterapisti e alle altre figure professionali sempre maggiori competenze – intese come conoscenze, abilità e comportamenti – sulla base di percorsi formativi e abilitativi. Figure che collaborano con il medico in una organizzazione più funzionale ai bisogni del paziente.
L’evoluzione della medicina assegna al medico ruoli, funzioni e competenze sempre più specialistiche e complesse. L’affidamento condiviso ad altre figure professionali di atti più semplici in seguito a un’appropriata formazione e con una definizione chiara delle responsabilità non può che migliorare l’appropriatezza e rappresenta una opportunità.
Si ritiene pertanto anacronistico e sbagliato l’esposto dell’Ordine dei Medici di Bologna con la richiesta di esercizio abusivo della professione medica contro le sperimentazioni delle Regioni Emilia Romagna e Toscana riguardanti la fase preoperatoria e il pronto soccorso per le urgenze minori dove attraverso protocolli condivisi viene riconosciuta agli infermieri una specifica autonomia operativa nell’ambito di un’adeguata formazione ed organizzazione.
La FPCGIL e la FPCGIL Medici continueranno a battersi per la valorizzazione di tutte le figure professionali per una sanità migliore al servizio del cittadini.
Roma, 9 novembre 2010