Il d.d.l. Alfano modifica il suo significato originario e si svuota dei suoi effetti nel corso dell’iter legislativo: la parte relativa alla “messa alla prova” presso i servizi sociali per i reati puniti con la pena pecuniaria o con il carcere non superiore a tre anni è stata stralciata ed è stato eliminato l’automatismo nell’assegnazione dei domiciliari per chi deve scontare l’ultimo anno di pena. Sarà il Magistrato di Sorveglianza, infatti, a valutare caso per caso l’assegnazione delle misure cautelari a domicilio esprimendo un giudizio sull’idoneità della misura alternativa per evitare il pericolo che il condannato, già in carcere o in attesa di espiazione di fine pena, commetta altri reati, giudizio che sarà valutato sulla base della relazione comportamentale e sociale nonché di sintesi delle attività di osservazione della personalità svolte nel corso della detenzione.
Un impianto normativo che annuncia una serie di azioni che graveranno sui lavoratori, sull’esiguo numero di operatori penitenziari preposti al trattamento, educatori ed assistenti sociali in primis, nonché sugli Uffici di Sorveglianza già fortemente provati da gravi carenze di organico e carichi di lavoro insostenibili, con conseguenze che porteranno in molti casi alla paralisi.
Venendo meno l’automatismo nell’applicazione del beneficio, il numero dei condannati con precedenti penali che riuscirà a scontare la pena nel proprio domicilio senza transitare per il carcere sarà davvero modesto.
É facile prevedere che anche il numero delle persone recluse negli istituti di pena che riuscirà a beneficiare della detenzione domiciliare sarà limitato a non più di qualche centinaio di unità.
In sostanza le nuove disposizioni sulla detenzione domiciliare graveranno sui lavoratori della giustizia (penitenziari e giudiziari) e lasceranno la situazione carceraria sostanzialmente invariata, il che renderà sempre più drammatica la condizione dei quasi 68mila detenuti ristretti all’interno dei 205 istituti di pena italiani.
Roma, 25.05.2010
Il Coordinamento Nazionale Fp-Cgil Polizia Penitenziaria ha proclamato lo stato di agitazione del personale su tutto il territorio nazionale. L’attesa dei lavoratori e della nostra organizzazione nei confronti del Dap e del Ministro della Giustizia Alfano ha raggiunto il limite.
Niente è stato fatto per rendere accettabili, o quantomeno sopportabili, i carichi e le condizioni di lavoro. Niente sul fronte del personale e delle risorse. Niente di incisivo e tangibile sul versante del sovraffollamento delle carceri, gravate da un surplus che ormai supera i 20 mila detenuti, a fronte di una carenza di organico di 6mila unità. Non è certo bastato il continuo richiamo del Ministro all’ormai leggendario piano carceri, e la dichiarazione di stato d’emergenza, tardiva quanto infruttuosa, accompagnata dall’annuncio dell’assunzione di 2000 unità, che a noi risulta essere ben più ridotto, e che comunque non tiene conto dei pensionamenti (oltre le 2500 unità nei prossimi tre anni). Assunzioni insufficienti e comunque spalmate nel quadriennio 2010-2013.
In un contesto in cui le condizioni di lavoro diventano sempre più difficili, gravate dal logoramento delle carceri, vecchie e anguste, quando non malsane, dall’nvivibilità di alcuni istituti che sfiora i limiti della rivolta, e che comunque sfocia in continue aggressioni e sopraffazione al personale, esacerbando un clima già rischioso, il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria ha annunciato il 30 Dicembre 2009 l’innalzamento dell’orario di lavoro da 36 a 42 ore.
Aumento dell’orario non contemplato dal contratto nazionale del comparto sicurezza, contratto, quello riferito al biennio economico 2008-2009, scaduto da due anni. Ad un tale danno, si somma l’insopportabile beffa della previsione in finanziaria della sola indennità di vacanza contrattuale per il prossimo triennio economico.
Inaccettabile. Semplicemente rispedito al mittente.
Da oggi il personale di Polizia Penitenziaria aderente alla Funzione Pubblica Cgil entra quindi in stato di agitazione permanente, riservandosi di informare l’amministrazione sulle forme di lotta e mobilitazione che verranno messe in campo.
Il tempo della pazienza, per un Corpo che ha anche troppo dimostrato abnegazione e spirito di sacrificio, è terminato. É giunta l’ora delle risposte e dei fatti.
Roma, 15 Gennaio 2010.
In questi giorni di fine anno alcuni comuni del Veneto hanno deciso di affidare ad istituti di vigilanza privata compiti in materia di sicurezza quali il controllo alla casa comunale, le scuole ed i servizi di pattugliamento notturno delle strade cittadine.
Un ulteriore passo verso un idea di sicurezza non più pubblica, resa merce ed in quanto tale legata a logiche di profitto che nulla hanno da spartire con i bisogni delle persone e con le regole democratiche del vivere insieme.
Uno scenario da tempo denunciato dalla FPCGIL e che regolarmente si sta verificando, nonostante la massiccia mobilitazione di contrasto che abbiamo messo in campo con l’appoggio di migliaia di lavoratori del settore.
Risorse dei bilanci pubblici che non verranno utilizzate per potenziare i servizi della Polizia Locale o le sue piante organiche, con il risultato d’impoverirne il funzionamento.
E’ questo solo un ulteriore grave scalino in una escalation che ha visto tanti Comuni protagonisti di decisioni che hanno di fatto esternalizzato compiti e funzioni della
Polizia Locale o ne hanno vanificato e disperso la peculiare professionalità.
Le responsabilità non sono, però, ascrivibili al solo sistema delle autonomie poiché un ruolo determinante lo hanno assunto le politiche poste in essere dal governo di centrodestra e da quello in carica.
In particolare, nel mentre è stato impossibile ottenere un confronto con il governo sui temi della sicurezza, dei diritti delle persone, sul necessario sostegno alle politiche integrate di sicurezza urbana e sul ruolo della Polizia Locale, sono state adottate decisioni, tra questi i patti territoriali, che hanno costituito la base per gli accadimenti odierni.
Nel mentre altri parlavano di fregi e manganelli la FPCGIL aveva ben compreso che era da contrastare il disegno complessivo di riduzione dei servizi pubblici nel campo della sicurezza (vedi anche le difficoltà in cui versa la Polizia di Stato)ed in particolare del ruolo della Polizia Locale in compiti residuali.
Di certo non saremo spettatori silenti di questo disegno e l’intera funzione pubblica è chiamata ad un impegno ed a una mobilitazione indispensabile sui territori, tra i lavoratori ed i cittadini prima che i guasti siano irreparabili.
Nel mese di gennaio su questo tema e sulle vicende contrattuali si terrà uno specifico coordinamento nazionale della Polizia Locale che dovrà stabilire le iniziative di contrasto al disegno di depotenziamento del ruolo e del lavoro di questo importante settore dei pubblici servizi.
P. la Segreteria Fp Cgil
Antonio Crispi
Il Coord.re Naz.le Fp Cgil
Gennaro Martinelli
Roma, 28 Dicembre 2007
La riunione è stata aperta dalla relazione del Segretario Regionale Andrea Brachi, che ha evidenziato la complessità del lavoro e del ruolo svolto dalla polizia locale a sostegno della vivibilità delle nostre città.
In particolare pesa sui lavoratori e sulla qualità del servizio, un quadro giuridico lacunoso incapace di determinare con chiarezza compiti e funzioni, tutele, percorsi professionali, ecc, cui si sommano scelte organizzative degli Enti Locali che spesso sovrespongono gli operatori a rischi e disagi inaccettabili.
I risultati importanti che la FP sta perseguendo in materia di esigibilità delle risorse contrattuali, di validazione dei contratti, di lotta al precariato, di difesa del lavoro pubblico in quanto elemento di sviluppo e di democrazia del paese, danno forza ed assoluta attualità alle rivendicazioni di questo importante settore dei pubblici servizi , elemento centrale nell’articolazione di serie politiche integrate di sicurezza urbana.
Preoccupa, la deriva cui stiamo assistendo nell’utilizzo e nell’idea stessa di polizia locale. Deriva che tende a svilirne e depotenziarne la peculiare professionalità con il risultato di peggiorare le condizioni di lavoro degli addetti e della vivibilità, in alcuni aspetti fondamentali del vivere quotidiano.
E’ con questo spirito, che la FP regionale della Toscana è vicina alla mobilitazione ed alle azioni di lotta della Polizia Municipale di Firenze, contro la decisione dell’Amministrazione Comunale di procedere ad accordi con le associazioni dei commercianti per finanziare il lavoro straordinario degli agenti su zone d’interesse delle stesse categorie commerciali.
Si rischia d’instaurare un ulteriore crepa nel valore pubblico della sicurezza e dare ai cittadini un immagine distorta della Polizia Locale, piegata alle disponibilità economiche e non alle esigenze sociali e collettive.
Si sono, quindi, succedutisi interventi da tutte le province toscane che hanno evidenziato i numerosi problemi che contraddistinguono il lavoro di questo importante segmento delle politiche integrate di sicurezza urbana.
Successivamente, delle proposte e delle problematiche evidenziate sarà articolata una specifica nota che vuole essere un primo contributo della Toscana ai temi del settore in sede di costruzione del CCNL regioni autonomie locali, del percorso per la legge di riforma e comunque del dibattito nazionale.
Sui temi specificamente legati al territorio, la FP regionale si è impegnata a proseguire nel confronto e nella messa in rete delle diverse esperienze e realtà per favorire risposte concrete ai problemi esistenti.
Allo scopo, sarà sottoposta all’attenzione della Segreteria Regionale il progetto di dare corso nei prossimi mesi ad una iniziativa pubblica, di dibattito e confronto istituzionale, sui temi propri del settore.
I lavori sono stati conclusi dal Coordinatore Nazionale della Polizia Locale Gennaro Martinelli che, a nome del Seg. Nazionale Antonio Crispi, ha espresso tutta la preoccupazione della FP per quanto deciso dall’Amministrazione Fiorentina ed il sostegno alle lotte dei lavoratori.
Una situazione piena di possibili ricadute negative e che da una risposta sbagliata ai problemi veri di bilancio che contraddistinguono i comuni italiani.
Particolarmente grave dove il Sindaco è presidente dell’ANCI con facili preventivabili ripercussioni in tanti altri comuni.
Sarebbe forse più utile alla risoluzione dei problemi, aprire un serio confronto sui temi della legge di riforma, dei modelli organizzativi, delle strumentazioni, delle tutele e della formazione piuttosto che cimentarsi alla spicciolata su questioni tanto delicate e complesse.
Non aiutano a fare chiarezza o a migliorare gli standard qualitativi le continue incursioni di circolari ministeriali o le dicotomiche dichiarazioni di esponenti dell’ANCI.
Alla richiesta del Sindacato di confronto e di tavoli volti a dare risposte ai bisogni di lavoratori e cittadini, vi è stato un grave assordante silenzio.
Di certo, la FP proseguirà la sua azione a tutela di questa importate e peculiare professionalità, una vera ricchezza per la democrazia e la convivenza nelle nostre città.
Una azione che continuerà a vederci protagonisti come in tutti questi anni a partire dal CCNL che, seppur nella complessità delle vicende che attanagliano il lavoro pubblico e che vedono la FP nazionale mobilitata a garantirne ruolo e valore, proseguirà nel percorso di valorizzazione della peculiare professionalità.
La relazione introduttiva dell’attivo regionale è stata svolta dal Segretario Regionale della FP Biagio D’ALBERTO.
Erano inevitabili le riflessioni sulla Finanziaria appena varata dal Governo, dove sono stati evidenziati gli aspetti positivi riferiti alle risorse che garantiscono la possibilità di avviare la stagione dei rinnovi contrattuali del P.I., le politiche per il Mezzogiorno, il ridisegno delle aliquote IRPEF a favore dei ceti medio bassi.
Ma sono stati anche individuati i punti di criticità, che afferiscono alle riduzioni dei trasferimenti alle AA.LL. ed alle addizionali IRPEF ed ICI che possono vanificare gli effetti positivi della riforma fiscale.
Così come non ci convince la reintroduzione dei tickets nella sanità.
Altrettanto grave è la mancanza di risorse per avviare un processo di stabilizzazione dei precari nella sanità e nelle AA.LL.; anzi c’è il rischio che possa accrescersi ulteriormente l’area delle privatizzazioni e delle esternalizzazioni hanno avuto una notevole espansione in questi ultimi anni.
Dobbiamo soprattutto riuscire a contrastare il disegno che vuole i servizi pubblici come semplice costo da tagliare e non invece come risorsa a garanzia dei diritti di cittadinanza.
Il dibattito ha evidenziato i problemi che vivono i dipendenti del Corpo di Polizia Locale in Puglia.
L’assenza di una legge quadro nazionale che determina grande confusione nel coordinamento delle forze di polizia, ma anche tante disparità e varietà di comportamenti da parte delle Amministrazioni locali nell’utilizzo della Polizia Locale.
La necessità di rivedere la ormai superata legge regionale(n.2 del 1989) e di avviare una fase di confronto con la Regione Puglia per costruire una proposta che sia coerente con il quadro attuale.
La costruzione di un percorso contrattuale, che superi gli attuali limiti che si riscontrano nella fase negoziale di II° livello, sia sul versante della gestione delle risorse economiche, sia per quanto riguarda l’aspetto della evoluzione professionale degli operatori di Polizia.
Al termine della relazione si sono succeduti interventi da parte dei delegati di tutte le province pugliesi, i quali hanno rappresentato le problematiche esistenti e prospettato gli ambiti d’intervento sui quali focalizzare in primis l’attenzione del sindacato.
Le diverse sensibilità espresse negli interventi, collegate principalmente alle variegate realtà territoriali che contestualizzano il lavoro della Polizia locale, hanno arricchito il dibattito ed evidenziato l’assoluta necessità di iniziative a sostegno di una legge regionale coerente con l’assetto costituzionale, che valorizzi la professionalità di questo importante settore delle politiche integrate di sicurezza urbana e che ne impedisca lo snaturamento.
Stessa attenzione e priorità va data a sostegno della riforma della ormai datata legge 65/86 e dell’adozione di tutele vere ed esigibili in materia infortunistica, previdenziale ed assistenziale.
In particolare, i delegati hanno espresso apprezzamento per i riconoscimenti ottenuti in questi anni in sede di contratto nazionale ed hanno evidenziato la necessità di proseguire nel percorso di valorizzazione della peculiarità professionale. Fattore questo, che ha avvicinato alla FPCGIL moltissimi lavoratori del settore.
Le conclusioni sono state fatte dal Coordinatore Nazionale Gennaro Martinelli che ha ripreso i temi trattati, a partire dalle iniziative in atto a sostegno delle legge di riforma e della sovraesposizione degli operatori privi di un assetto giuridico nazionale che ne chiarisca compiti e funzioni.
Nelle conclusioni è stata ribadita la necessità di attivarsi su iniziative pubbliche che portino tutti i soggetti istituzionalmente preposti a confrontarsi con i lavoratori sul tema della Polizia Locale, della riforma, del ruolo nelle politiche integrate di sicurezza urbana. Ciò, anche per essere in grado di sostenere la sfida delle elezioni delle RSU che si terranno il prossimo anno. E’ stato ,infine, sottolineato che l’azione a sostegno di questi temi va inserita nella mobilitazione più ampia a difesa del valore del lavoro pubblico posta in campo dalla FPCGIL e che vedrà il 23 ottobre al Palacongressi in Roma un importante momento di concretizzazione con la assemblea nazionale unitaria dei quadri e delegati.
Al termine dei lavori è stato eletto il coordinamento Regionale della Polizia Locale che è composto dai compagni:
1) Pietro DE LUCIA – BARI
2) Vincenzo DANZERIS – FOGGIA
3) Nicola MANCINI – TARANTO
4) Daniele MARSANO – LECCE
5) Santino MATULLI – BRINDISI
p. la Segreteria Regionale
Biagio D’Alberto
Nella giornata di martedì 4 luglio si è tenuto in Roma, presso la sede della Regione Campania, un primo incontro con la rappresentanza delle Regioni per sollecitarne l’impegno a presentare al più presto al Governo la proposta di riforma della Polizia Locale (Municipale e Provinciale) di ANCI-UPI-Regioni, a suo tempo condivisa da CGIL–CISL UIL per la sua coerenza con il ruolo da questa svolto nelle politiche integrate di sicurezza urbana.
Una riforma, attesa dalle lavoratrici e dai lavoratori del settore da moltissimi anni, che non può più essere ulteriormente procrastinata e che deve rappresentare la centralità di quest’importante servizio pubblico, chiarendone compiti e funzioni, migliorarne la capacità operativa dando, nel contempo, risposte concrete agli operatori in termini di riconoscimenti giuridici, previdenziali ed infortunistici.
Le Organizzazioni sindacali presenti, in particolare la CGIL, nel mettere in risalto l’urgenza di approvare al più presto questa Riforma hanno espresso la propria determinazione contro possibili tentativi di attribuire funzioni d’esclusiva competenza della sicurezza pubblica a soggetti privati, ritenendoli inaccettabili e pericolosi per le regole democratiche del nostro paese e per l’esistenza stessa della polizia locale.
Nel quadro della discussione è stato anche sottolineata, da parte sindacale, la necessità di un tavolo permanente di confronto, che veda anche la partecipazione d’ANCI ed UPI, per seguire l’iter legislativo di questa Riforma al fine di evitare il riproporsi, anche in questa legislatura, delle tante demagogie che hanno caratterizzato le precedenti proposte di legge, e il ripetersi di tentativi di “sponsorizzazione ” parlamentari che nel passato, con proposte demagogiche, non solo non hanno migliorato affatto le condizioni lavorative della Polizia Locale, ma hanno invece contribuito pesantemente a bloccare fino ad oggi la possibilità di giungere rapidamente alla definizione del processo di Riforma .
Alle nostre osservazioni la rappresentanza delle Regioni ha risposto positivamente, dichiarando di riconoscere le motivazioni del sindacato dando la piena disponibilità a rivedersi per una più approfondita discussione sull’impianto normativo del disegno di legge da presentare al Governo e, nello stesso tempo ad accogliere eventuali integrazioni proposte dalle organizzazioni sindacali, in particolare per sostenere gli aspetti contrattuali connessi alla specificità lavorativa della Polizia Locale della sicurezza urbana.
p.Comparto Regioni ed AALL
Gian Guido Santucci
p.Segreteria FP CGIL Nazionale
Antonio Crispi
Roma 6 luglio 2006
Venerdì 23 giugno ’06 si è riunito il Coordinamento Regionale Polizia Locale Piemonte.
All’ordine del giorno vi erano i seguenti punti:
– la situazione della Polizia Locale nella Regione Piemonte e lo stato della contrattazione;
– le iniziative che la C.G.I.L. ha intenzione di intraprendere sul territorio;
– l’iter della nuova Legge Regionale sulla Polizia Locale;
– il Referendum del 25 e 26 giugno
Il dibattito sul territorio ha evidenziato come importante criticità la carenza di organico da parte dei vari corpi di P.M. E’ un problema comune a tutte le realtà che sta creando seri problemi, a fronte di richieste sempre maggiori di intervento sul territorio sia come numero di servizi svolti ( tipico è l’aumento dei servizi domenicali) che come modifica degli orari (tipica è la richiesta di aumento di servizi serali e/o notturni).
Alla carenza di organico le Amministrazioni stanno rispondendo con esternalizzazioni (tipica è l’esternalizzazione degli uffici che trattano i verbali), con l’aumento delle forme associate (anche per le incentivazioni della Regione Piemonte), con l’assunzione a tempo determinato, con una maggiore flessibilità degli orari. Su questi aspetti dobbiamo saper rispondere e prendere iniziative.
Inoltre vi è la sempre più urgente necessità di una legge nazionale che chiarisca ruoli compiti e funzioni della Polizia Locale che sempre più si trova a svolgere compiti, sul territorio, propri di altre forze di polizia tralasciando i propri compiti specifici di polizia amministrativa.
Vi è anche la necessità di una modifica della legge regionale in materia di politiche integrate in materia di sicurezza e di una modifica della legge regionale per l’adeguamento dei gradi della Polizia Locale alle norme vigenti, punti sui quali il coordinamento è impegnato a lavorare.
Si è deciso di promuovere sul territorio iniziative con i lavoratori e di aprire un tavolo di confronto con la Regione Piemonte su questi temi.
Si è anche evidenziato come le iniziative da noi attuate secondo quanto deciso nell’ultimo Coordinamento Regionale del 21 aprile u.s. abbiano dato e stiano dando frutti:
– La decisione del Coordinamento Regionale di prendere una ferma posizione contro il tentativo di introdurre il lavoro interinale nella Polizia Municipale, tentativo portato avanti tra i comuni della provincia di Novara da una impresa di lavoro interinale associata alla Confinterim, ha dato risultati positivi. Infatti le segreterie nazionali di F.P.-C.G.I.L. C.I.S.L.-F.P.S. U.I.L.-F.P.L. hanno inviato al presidente dell’ANCI e dell’UPI una loro ferma posizione contraria e si è attivata anche la Regione Piemonte, alla quale abbiamo sollecitato un incontro;
– Sull’applicazione dell’art.208 del C.d.S. a fini previdenziali e assistenziali si registrano sviluppi positivi nella contrattazione da noi voluta e si sta’ intervenendo contro tentativi, portati avanti da sindacati autonomi, di stravolgere quanto previsto dal C.C.N.L.;
– Sul territorio la F.P.-C.G.I.L. si sta facendo promotrice di iniziative, anche unitarie, sulla Polizia Locale e si stanno migliorando i contatti ed i rapporti sul territorio tra le varie realtà della P.M.;
– Il 16/05/’06 si è costituito il Coordinamento Provinciale C.G.I.L. della Polizia Locale di Novara.
Alla fine del dibattito si è deciso di riconvocare il Coordinamento Regionale Polizia Locale Piemonte per venerdì 29 settembre fare il punto della situazione regionale e programmare il lavoro dopo il periodo estivo.
A cura di Ezio Longo, coordinatore regionale Polizia Locale del Piemonte
La riunione si è aperta con la relazione del Coordinatore Nazionale Gennaro Martinelli, che ha iniziato rilevando come la scelta di convocarla in concomitanza con l’inizio della legislatura individui l’urgenza di far iscrivere concretamente tra le priorità del nuovo Governo, le tematiche connesse alla Polizia Municipale e Provinciale (e, quindi, al ruolo rivestito da queste ultime nelle politiche integrate di sicurezza urbana).
Negli ultimi cinque anni il Governo di centrodestra, fortunatamente bocciato dagli italiani il nove e dieci aprile, ha completamente derubricato dalla propria agenda la Polizia Locale ottenendo, così, di peggiorare le condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori di questo fondamentale servizio pubblico.
E’, pertanto, sicuramente un fatto positivo che, dopo anni di depotenziamento delle piante organiche, uno dei primi impegni della nuova maggioranza sia stato assunto con i sindaci di alcune tra le maggiori aree metropolitane del paese proprio in materia di specifiche deroghe che consentano nuove e consistenti assunzioni nella Polizia Municipale.
Naturalmente, il problema dovrà essere affrontato in maniera organica e nella sua interezza poiché le politiche d’attacco ai pubblici servizi adottate dal centrodestra, hanno avuto pesanti ricadute sull’intero sistema delle autonomie locali.
La relazione è poi proseguita, toccando diversi aspetti a partire dall’analisi di quanto l’impegno dei delegati e RSU della Polizia Locale FP CGIL avesse consentito la costante mobilitazione dei lavoratori contro le politiche di questi ultimi cinque anni tese alla privatizzazione (anche strisciante) di pezzi fondamentali della sicurezza, alla devastante costituzione della Polizia Regionale, allo snaturamento dei compiti e del ruolo della Polizia Locale.
Un patrimonio di partecipazione che ha garantito la crescita sindacale del settore e che va alimentato con apposite iniziative tese a dare sostegno alle rivendicazioni sostenute in questi anni, affinché non si giunga alla fine della legislatura senza ottenere concrete risposte in materia di: chiarezza di compiti e funzioni; riconoscimento del peculiare ruolo svolto dalla Polizia Locale nelle politiche integrate di sicurezza urbana; attivazione di percorsi di formazione e aggiornamento professionali permanenti e coerenti con i compiti istituzionali; equiparazione previdenziale, assistenziale ed infortunistica con le forze di polizia statali; valorizzazione della specifica indennità di funzione.
All’uopo, è senza dubbio un’importante base di partenza la proposta di legge di riforma sottoscritta da ANCI – UPI – Conferenza delle Regioni (così come modificata a seguito delle iniziative del Coordinamento Nazionale Polizia Locale FP CGIL nell’estensione dell’art. 12 “funzioni ausiliarie di Polizia Amministrativa Locale”) ed è, quindi, auspicabile che il sistema delle autonomie proceda a ripresentarla e sostenerla sin da subito, così da accelerarne la discussione in sede di Commissione Affari Costituzionali.
E’ oltremodo importante, sia dal versante della legge di Riforma che da quello contrattuale, mettere a frutto il lavoro ed i risultati di questi anni.
Difatti, anche sul versante contrattuale è possibile proseguire nel lavoro di riconoscimento della peculiarità professionale della Polizia Locale, già ormai consolidatosi nell’ultimo quadriennio con la costituzione di un segmento specifico.
E’ stato poi affrontato il tema relativo alle prossime elezioni amministrative, dove il centrodestra si presenta dopo aver prodotto in realtà importanti quali quelle lombarde e venete, pesantissime situazioni di disagio e snaturamento del ruolo della Polizia Municipale e Provinciale.
A questa politica sono riconducibili(e la FP spesso da sola lo sostiene con forza da anni) scelte che spesso creano situazioni drammatiche (vedi Como) o scelte di depotenziamento e privatizzazione del ruolo della Polizia Locale (il Comune di Lecco che cede la gestione del ciclo contravvenzioni – multe, scadenze, archivio, sinistri, ecc – ad una società di servizi privata; la vigilanza stradale di alcune zone critiche della città e la video sorveglianza su tutto il territorio ad una società di guardie giurate; la gestione di aree di sosta e degli ausiliari al traffico ad una società di proprietà del comune) ed è perciò fondamentale sconfiggerla.
Altro momento fondamentale, si rileva nella relazione, è il Referendum con il quale si potrà bocciare la riforma costituzionale voluta dal centrodestra (la cosiddetta devolution) che pesa enormemente sul futuro democratico del nostro paese, sul funzionamento delle sue istituzioni e sulla vita della stessa Polizia Locale.
La relazione è, infine, terminata con la proposta di porre all’attenzione della Segreteria Nazionale la convocazione entro il 2006 dell’Assemblea Nazionale della Polizia Locale FP CGIL dove sviluppare il confronto tra le diverse esperienze territoriali dei delegati ponendo al centro delle questioni il ruolo della Polizia Locale nello sviluppo delle realtà locali (sia economico che sociale), le politiche che il Governo e il sistema delle autonomie locali (ognuno per gli aspetti di competenza) devono attuare per la crescita di una cultura della legalità (a partire dalla lotta al disagio ed all’emarginazione sociale) sino agli aspetti giuridici e contrattuali che possano garantire i diritti degli operatori ed un servizio di qualità ai cittadini.
Sono seguiti interventi dei delegati delle diverse realtà territoriali tra i quali Lombardia, Emilia, Veneto, Piemonte, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia, Basilicata, Abbruzzo.
Quanti si sono susseguiti nell’approfondita e partecipata discussione hanno condiviso l’impostazione ed il merito della relazione dando forte risalto all’importanza della prossima consultazione referendaria; alle gravi situazioni di snaturamento e degenerazione del lavoro della Polizia Municipale e Provinciale prodotte dalle fallimentari politiche messe in campo in materia di sicurezza dalle Regioni guidate dal centrodestra (che hanno ottenuto il solo effetto d’ampliare le paure dei cittadini e depotenziare la Polizia Locale nei settori istituzionalmente di competenza dove la professionalità specifica è, invece, elemento indispensabile per il contrasto all’illegalità); alle spesso difficili condizioni ambientali ed operative che contraddistinguono il lavoro degli addetti della Polizia Locale nelle regioni meridionali (con l’evidenza della necessità di politiche sempre più efficaci di lotta alle mafie che strozzano la crescita del mezzogiorno, coniugate con politiche per il lavoro, la scuola, l’efficienza dei servizi pubblici e lotta al precariato); all’importanza di favorire l’associazionismo tra comuni attraverso politiche regionali che consentano un reale miglioramento del servizio offerto ai cittadini, della qualità del lavoro e dell’operatività degli addetti alla Polizia Municipale.
Un importante contributo alla discussione è stato fornito per il comparto delle autonomie locali da Gianguido Santucci che ha evidenziato la qualità degli interventi e dei temi in discussione, ponendo l’accento sulla necessità di proseguire il percorso intrapreso viste anche la complessa fase contrattuale del prossimo quadriennio.
Ha, quindi, evidenziato la necessità di proseguire tutti gli sforzi in ambito legislativo e contrattuale ed all’uopo procedere all’elaborazione di una sintesi da discutere con la Segreteria Nazionale in maniera da rendere concreto l’apporto alla futura fase negoziale.
In conclusione, i delegati hanno dato mandato alla struttura nazionale a proseguire nell’azione sindacale (anche con la ricerca del coinvolgimento di CISL e UIL) a sostegno della proposta ANCI – UPI – Regioni( ulteriormente migliorabile in sede di Commissione Affari Costituzionali), di organizzare entro il 2006 l’assemblea Nazionale della Polizia Locale e di procedere alla convocazione di un’apposita riunione ristretta per elaborare un documento che analizzi i punti delle principali aspettative contrattuali della Polizia Locale da sottoporre, quale elemento di riflessione, alla Segreteria Nazionale.
Il Coordinamento, infine, ha espresso il proprio dolore per i militari italiani periti nell’attentato di Nassirya e ribadito la necessità di un rientro a casa del contingente impegnato in IRAQ e di una costante mobilitazione a sostegno della pace.
Roma, 28 aprile 2006
Comunicato Stampa della Segreteria Regionale FP CGIL Lombardia e del Coordinamento Regionale FP CGIL della Polizia Locale
CI DEVE SCAPPARE IL MORTO?
Il Coordinamento Regionale FP Cgil della Polizia Locale denuncia i gravi fatti accaduti ieri a Como, dove un giovane 19enne è stato ferito durante un controllo effettuato da operatori di polizia municipale di quella città, in servizio in abiti civili per contrastare le attività poste in essere da giovani dediti al graffitaggio sui muri (i c.d. writers). La Giunta Comunale di Como ha organizzato una squadra speciale di agenti, dotati di sofisticate tecnologie di intercettazione, operante in abiti civili, autorizzata ad infiltrarsi nelle bande, per “stroncare” un fenomeno che in altre città, anche governate dal centro-destra, è stato affrontato sia con normali attività di polizia locale (sanzioni ai regolamenti comunali comminate da “vigili urbani” nel normale svolgimento del loro servizio) sia con altrettanto normali attività di educazione alla legalità, rapporti degli operatori sociali di strada con i gruppi di giovani nei loro quartieri, attivazione di iniziative socio-culturali mirate ad incanalare la creatività giovanile in contesti di convivenza e rispetto con gli altri abitanti.
La “squadretta” di Como è stata premiata dalla Regione Lombardia per la sua attività, e questa tendenza non ci piace per nulla ed è e sarà contrastata con forza dalla Cgil: la polizia locale deve assicurare sicurezza e vivibilità nelle città, nei paesi, nei territori delle province, nelle materie di competenza (viabilità, ecologia, commercio, edilizia, regolamenti comunali) e con gli strumenti di competenza, che sono quelli di una struttura di polizia che rappresenta l’ente locale e la sua comunità, che fa uso prevalente della sanzione amministrativa, del dialogo con i cittadini, della lettura intelligente delle problematiche del territorio. Le Amministrazioni pubbliche che tentano di far scimmiottare ai propri agenti competenze e comportamenti che sono propri delle Forze dell’ordine dello Stato, fanno un grave danno sia alle lavoratrici ed ai lavoratori della polizia locale, sia ai cittadini. Mandano allo sbaraglio personale che viene addestrato e deve essere addestrato per altri compiti, mettono a rischio – così come è successo a Como dove un giovane rischia la vita per aver compiuto un atto illegale che la stessa legge regionale lombarda sulla sicurezza definirebbe non come “crimine” ma come “inciviltà”- la sicurezza dei cittadini, sottraggono sempre più risorse dal controllo di attività che, ormai, si svolgono nella quasi totale assenza di controlli proprio per questo uso improprio della polizia locale, con gravi rischi per la sicurezza dei cittadini: controlli edilizi, controlli negli esercizi commerciali e nei pubblici esercizi (ormai la polizia locale è usata solo per rincorrere gli abusivi extracomunitari, come se un problema di portata mondiale fosse risolvibile tappando tanti piccoli buchi a valle!), controlli ecologici, disciplina del traffico sugli incroci stradali.
Il Coordinamento della Polizia locale della FP Cgil Lombardia si impegna proseguire la propria lotta per una riforma della legge quadro sull’ordinamento della Polizia Locale che assicuri in modo uguale su tutto il territorio nazionale sia certezza di identità professionale e relativi riconoscimenti contrattuali a tutte le lavoratrici e i lavoratori della categoria sia, nel contempo, i diritti dei cittadini alla sicurezza locale nella certezza della distinzione di competenze tra Polizia locale e Forze di Polizia dello Stato.
Milano, 30 marzo 2006
Il 5 Gennaio 2007 a Pescara si è tenuto, alla presenza del Prefetto Giuliano Lalli, un importante incontro tra l’amministrazione Comunale, rappresentata dal sindaco Luciano D’Alfonso, dal direttore generale Antonio Dandolo e dall’assessore al bilancio e al personale Camillo D’Angelo e le Organizzazioni Sindacali.
I temi centrali dell’incontro erano le modalità di espletamento del servizio notturno, anche in relazione all’armamento del Corpo di Polizia Municipale.
Detto incontro chiesto da CGIL CISL e UIL ha fatto seguito a quello avuto dalle stesse OO.SS. con il Prefetto, il quale nell’occasione ha rappresentato la necessità che la Polizia Municipale di Pescara svolgesse il servizio notturno per coadiuvare le altre forze di Polizia nel rilievo di incidenti stradali e nei problemi connessi alla viabilità.
Nell’incontro con L’Amministrazione in premessa, abbiamo sottolineato quanto la complessità dei temi oggetto del confronto subiscano il peso negativo dovuto alla mancanza di una legge di riforma per la Polizia Locale che ne valorizzi il ruolo, ne esalti le specificità e ne stabilisca con chiarezza ruolo compiti e funzioni.
Nel corso del confronto, abbiamo rappresentato le preoccupazioni dei lavoratori in merito all’attuale modello organizzativo ed alla qualità del servizio reso ai cittadini, che potrebbe fortemente essere depotenziato con l’istituzione di un turno notturno.
Non abbiamo partecipato al gioco “arma si arma no” poiché il problema non è mai stato in questi termini, le nostre preoccupazioni erano altre:
– che non si tentasse di nascondere dietro la dotazione dell’arma i problemi di natura organizzativa, funzionale, operativa e professionale che insistono sui lavoratori della Polizia Municipale di Pescara;
– Che non venisse depotenziato o snaturato il ruolo e la peculiare professionalità della Polizia Municipale nelle politiche integrate di sicurezza urbana;
– Che fossero chiariti gli effetti del turno notturno in termini di depotenziamento del già carente servizio diurno ( la carenza d’organico, la presenza di personale inidoneo ai servizi notturni, ecc)
Naturalmente, abbiamo registrato da parte di altre rappresentanze associative delle inutili strumentalizzazioni della nostra posizione che è perfettamente nell’alveo di quanto emerso nella riuscitissima V assemblea Nazionale della Polizia Locale svoltasi in Roma il 2 febbraio u.s.
Quindi abbiamo spostato il dibattito da “arma si arma no”, ad un responsabile confronto sulla insicurezza dell’attuale modello organizzativo e sulla effettiva necessità di espletare il turno notturno.
Infatti, detto turno, partito in via sperimentale nel 2000 e mai contrattato, viene attualmente espletato da una sola pattuglia formata da tre operatori i quali spesso rimangono in due a causa della mancanza di personale da destinare ai servizi notturni, rimanendo esposti a tutti i rischi del caso.
Il personale che attualmente è abile ad espletare il servizio notturno su 150 unità appartenenti al Corpo, è di circa 50 unità ed il comando è privo anche delle più elementari misure di sicurezza ( cancello, porte blindate, ecc.).
Inoltre non è vero che durante il turno notturno si è a disposizione esclusivamente per interventi riguardanti la viabilità (incidenti, passi carrai) ma spesso le altre forze dell’ordine e i cittadini richiedono interventi anche in ordine alla sicurezza pubblica (risse, disturbi alla quiete pubblica, controlli di pubblica sicurezza ecc.) che di certo non possono essere affrontati da una singola pattuglia di due unità.
Ben altro modello organizzativo, risorse umane, tecnologiche e strumentali necessitano per attivare un servizio che risponda seriamente alle istanze dei cittadini, cui la Polizia Municipale di Pescara non intende sottrarsi, oltre ad un coordinamento con le Forze di Polizia Statali in un rapporto di pari dignità e rispetto delle specifiche competenze e peculiarità professionali.
Pertanto, in maniera unitaria con CISL e UIL abbiamo chiesto la revoca del servizio notturno in quanto insicuro per i lavoratori che vengono sovraesposti e che,invece, possono essere impiegati nell’ottica di un progetto di sicurezza urbana integrata che intensifichi i controlli a tutela della sicurezza nei cantieri al fine di arginare il tragico fenomeno delle “morti bianche, al controllo delle attività commerciali a garanzia dei consumatori ed ai progetti per la prevenzione e sicurezza stradale.
L’amministrazione per bocca del Sindaco D’Alfonso si è resa disponibile alla revoca del servizio notturno, concordando di attivarlo solo per i mesi estivi dove effettivamente non si può prescindere dalle competenze della Polizia Municipale in ordine ad un progetto di sicurezza urbana integrata e chiedendo che tale servizio venga espletato in “maniera legittima” secondo quanto previsto dal D.M. 145 dell’ 1987.
Detto servizio notturno estivo sarà espletato ai sensi dell’art 15 comma 5 del CCNL 98/2001 , e svolto con un modello organizzativo, da definire con l’attivazione di un immediato tavolo di confronto, sicuro ed efficiente anche dotando il comando di idonei sistemi di sicurezza.
Abbiamo,infine, chiesto un incontro urgente di contrattazione per la definizione della previdenza/ assistenza ai sensi dell’art 208 C.d.S.
Il Coordinatore Regionale FP CGIL
Polizia Locale Pescara
Paolo Costantini
Pescara li 9 Febbraio 2007
Si è tenuta il giorno 15 marzo presso la sede della Regione Liguria in Roma, Piazza Madama, un iniziativa di confronto sul testo di Riforma per la Polizia Locale elaborato da ANCI UPI Regioni e sottoscritto da diversi Parlamentari nell’attuale legislatura.
La FPCGIL ha colto l’occasione per chiedere l’accelerazione di un percorso che impedisca il passare della Legislatura, senza che i lavoratori possano vedere realizzato un coerente assetto giuridico ed i cittadini un servizio pubblico capace di intercettarne bisogni ed istanze di vivibilità.
In tale sede, si sottolineata la necessità che il sistema delle autonomie sostenga l’urgenza del processo di riordino in maniera da contribuire alla sensibilizzazione, vera e non elettorale, del quadro politico ai temi di questo importante settore delle politiche integrate di sicurezza urbana.
Nell’attuale situazione, si riscontra una inaccettabile sovraesposizione dei lavoratori ed una “interpretazione”del ruolo che sta producendo dicotomie ed un pericoloso fai da te istituzionale.
Non ultimo, il gravissimo episodio di violazione contrattuale in atto nel comune di Reggio Calabria dove si è dato corso all’utilizzo del lavoro interinale nel Corpo di Polizia Municipale ciò, anche in forza di una circolare del Ministero del Lavoro della quale abbiamo chiesto e chiediamo con forza la sostanziale modifica.
Le conseguenze di questo vuoto giuridico e di provvedimenti quale quello su citato le pagano i lavoratori e la qualità del servizio offerto ai cittadini.
Si è, infine, proceduto a rappresentare la propria disponibilità ad ogni iniziativa che traguardi verso l’obiettivo della riforma, chiarendo che per la FP sono centrali i punti dell’ ordine del giorno approvato da delegate e delegati al termine della V assemblea nazionale della Polizia Locale tenutasi in Roma il 2 febbraio u.s.
Roma, 19 Marzo 2007