Andiamo a sederci nel salotto del Ministro

COMUNICATO STAMPA
dei coordinamenti nazionali fpcgil
del Ministero della Giustizia
Andiamo a sederci nel salotto del Ministro

Il Governo parla di rimedi ai mali della giustizia attraverso le geniali trovate del Ministro della Funzione Pubblica mentre il Ministro della Giustizia, come non era avvenuto neanche ai tempi dell’Ing. Castelli, ancora non ha ricevuto le OO.SS. nonostante le innumerevoli note inviate in relazione alla grave situazione dei lavoratori del Ministero del Giustizia e del pericolo che corre l’efficienza del servizio.
Mancano le persone negli uffici, mancano i soldi per far funzionare gli uffici che sono a rischio di chiusura, ma sino ad oggi dal Ministro non abbiamo ricevuto nessuna risposta.
L’indifferenza dimostrata conferma l’arroganza del Governo ed il totale disinteresse per i problemi dei lavoratori e dei cittadini.
In considerazione di ciò oggi andremo a passare qualche ora nel salotto dell’anticamera del Ministro e vi rimarremo fino a quando non saremo ricevuti.

6/11/08

Mobilità volontaria – Interpello educatori

Roma, 12 marzo 2009

Al Direttore Generale del Personale
Dr. M. De Pascalis

e, per conoscenza

All’Ufficio per le Relazioni Sindacali
Dssa P. Conte

Oggetto: Mobilità volontaria – interpello educatori

Sono giunte a questa O.S. da parte degli educatori stabilizzati alcune lagnanze in merito al fatto che l’Amministrazione non ha dato loro l’opportunità di poter partecipare alla mobilità volontaria prevista dall’accordo specifico siglato nel luglio 2008 e a tal proposito alleghiamo la nota pervenutaci.
In particolare gli stessi, consapevoli di non poter partecipare all’interpello ordinario emanato dalla Direzione Generale del Personale perché non in possesso del requisito dell’anzianità (cinque anni), chiedono che venga emanato un interpello straordinario, ai sensi dell’art. 16 dell’accordo, in previsione della prossima assunzione degli 89 educatori penitenziari vincitori del concorso pubblico a 397 posti.
Gi stessi rivendicano pari opportunità dei loro colleghi contabili stabilizzati ai quali, in occasione dell’assunzione di 50 vincitori del concorso a 110 posti di contabile avvenuta lo scorso anno, con interpello straordinario, procedura prevista dall’accordo in questione, fu loro consentita la mobilità per alcune sedi.
La Fp Cgil ritiene necessario che codesta Direzione Generale, per garantire pari opportunità ai lavoratori e al fine di non contravvenire alle procedure previste dall’accordo di mobilità, prenda effettivamente in esame tale richiesta e ne valuti la fattibilità.
Confermiamo fin da ora disponibilità al confronto sulla questione esposta e restiamo in attesa di sollecito riscontro.

La coordinatrice nazionale
Penitenziari- C.M.
Lina Lamonica

 

Mobilità volontaria – interpello contabili

 
Roma, 12 marzo 2009

Al Direttore Generale del Personale
Dr. M. De Pascalis

e, per conoscenza

All’Ufficio per le Relazioni Sindacali
Dssa P. Conte

Oggetto : Mobilità volontaria – interpello contabili

Sono pervenute a questa O.S. richieste da parte di alcuni contabili sulla necessità di inserire tra le sedi oggetto dell’interpello per la professionalità del contabile C1, emanato da codesta Direzione Generale, la sede della C.C. di Mistretta (Me) in quanto carente in organico di tale professionalità, carenza alla quale da anni si sopperisce attingendo personale da altro istituto della Regione ricorrendo all’istituto della missione o della mobilità provvisoria.
Ritenendo auspicabile, ai fini di una migliore razionalizzazione delle risorse, che la richiesta sia seriamente presa in considerazione da codesta Direzione Generale, inviamo distinti saluti

La Coordinatrice nazionale
Penitenziari- C.M.

Lina Lamonica

 
 

Lettera al Direttore Generale

 

Roma, 7 aprile 2009

Al Direttore Generale del Personale
Dr. M. De Pascalis

e, per conoscenza

All’Ufficio per le Relazioni Sindacali
Dssa P. Conte

Prot. N. CM 94/2009

Oggetto : mobilità volontaria- interpello straordinario Educatori e Contabili

Facciamo seguito alle note del 12 marzo u.s., riguardanti la richiesta di interpello straordinario per educatori e contabili in previsione delle nuove prossime assunzioni riguardanti tali professionalità, per sollecitarne l’urgente riscontro.
A sostegno di tale richiesta, questa O.S. intende rappresentare che alcuni lavoratori afferenti alle indicate professionalità sono interessati alla mobilità volontaria presso sedi del nord ma, non essendo gli stessi ancora in possesso del requisito dell’anzianità (cinque anni) necessario per la partecipazione all’interpello ordinario emanato da codesta Direzione generale, rischiano di vedere vanificata per molto tempo ancora la possibilità di mobilità presso la sede di aspirazione.
Si resta in attesa di riscontro .

La coordinatrice nazionale
Penitenziari – C. Ministeri

Lina Lamonica

 

Circolare ministeriale

 

 
Mobilità interna del personale Comparto Ministeri Interpello Nazionale anno 2009

 

 
 
 

Accordi

 

FUA 2007

 
Integrazione del Fondo unico di amministrazione relativo all’anno 2007 – sottoscritto il 14 ottobre
 
 
collegamento al comunicato di luglio  

 
 
 

 
 

Comunicato

 

Quando la democrazia è un optional !!

Alle lavoratrici ed ai lavoratori penitenziari

Si è svolto ieri 15 dicembre presso il ministero della Giustizia l’incontro tra le OO.SS. e la parte pubblica rappresentata dal capo del DOG e dal Vice Capo del DAP finalizzato, come recita il contenuto della convocazione, “all’esame delle proposte relative ai nuovi ordinamenti professionali del personale non dirigente delle diverse articolazioni della giustizia e valutare la possibilità della sottoscrizione di un accordo stralcio, propedeutico alla definitiva sottoscrizione del Contratto Collettivo Integrativo relativo sia a detti nuovi profili che ai criteri per la progressione economica all’interno delle aree per il solo personale dell’organizzazione giudiziaria. ”

Abbiamo voluto riportare integralmente l’ordine del giorno per rappresentarvi l’indignazione che abbiamo provato nel constatare, il giorno successivo l’incontro, che per l’amministrazione penitenziaria, benché palesemente esclusa dalla sottoscrizione, è stato invece siglato lo stralcio del contratto integrativo insieme a due OO.SS. – la CISL Fs e l’UNSA SAG.

Riteniamo, quanto verificatesi molto grave, una brutta pagina delle relazioni sindacali nell’ambito dell’amministrazione penitenziaria che con tale atto ha evidenziato un comportamento a dir poco artificioso, per usare un eufemismo, ben sottaciuto nel corso del confronto ma che si è successivamente appalesato in tutta la sua ambiguità allorché, prestando il fianco alle modalità sibilline delle sopra indicate OO.SS. ha deciso, eludendo l’ordine del giorno e profittando dell’assenza delle altre OO.SS., di sottoscrivere il contratto integrativo.

Alcuni fatti , ad esempio:
– la convocazione del tavolo tecnico per il giorno 14 dicembre a poche ore dall’incontro al Ministero previsto per il giorno 15; 
– il disagio evidenziato dall’amministrazione nel corso dell’incontro del tavolo tecnico quando alla richiesta della FPCgil di conoscerne il vero obiettivo, visto che di criteri di progressione non si poteva parlare né tantomeno di valutazione – pur costituenti parte integrante della proposta-;
– il comportamento vagamente ambiguo delle due OO.SS. firmatarie che sembravano “strizzare” l’occhio all’amministrazione,
ci avevano procurato una certa diffidenza che visti i tempi abbiamo volutamente accantonato per occuparci dei lavoratori.

– Abbiamo, infatti, in quella sede manifestato forte dissenso all’accorpamento di alcune professionalità benché fosse previsto dal CCNL 2006/2009, in particolare abbiamo contestato l’accorpamento delle professionalità dell’educatore e dell’assistente sociale denominata funzionario del servizio socio-trattamentale rivendicando per ciascuna la propria specificità e valenza professionale.
– Abbiamo rappresentato che l’accorpamento di alcune professionalità erano incomprensibili ed inadeguate ( direttore dell’organizzazione e delle relazioni, tecnici con collaboratori );
– abbiamo evidenziato la necessità di valorizzare le professionalità che nella bozza risultavano appiattite.
Proposte che l’amministrazione ha fatto intendere avrebbe accolto rinviando la discussione sulla nuova bozza all’indomani presso il Ministero della Giustizia.

Nel corso dell’incontro del giorno 15 ci è stata consegnata la nuova proposta che è risultata totalmente differente dalla precedente che vi abbiamo inoltrato.

Frutto del lavoro notturno? O strana magia ? chi può dirlo!!!

Comunque, da una veloce disamina abbiamo infatti riscontrato che le due professionalità – l’educatore e l’assistente sociale – erano state separate e nel corso del confronto abbiamo proposto che le stesse assumessero il nome di funzionario della professionalità pedagogica l’una e funzionario della professionalità di servizio sociale, l’altra.

Inoltre abbiamo accolto favorevolmente, contrariamente alle OO.SS. firmatarie, la proposta dell’amministrazione di aver prestato attenzione a quel personale che opera ed ha operato in situazione di grave carenza di organico assegnando,nell’ambito dei criteri di progressione, un relativo punteggio al disagio.

La Fp Cgil ha inoltre proposto all’amministrazione l’istituzione di una nuova professionalità quella del mediatore culturale necessaria quanto opportuna in un contesto ove la gran parte dell’utenza è rappresentata da cittadini extracomunitari. Proposta accolta favorevolmente .
Infine la Fp Cgil evidenziando all’amministrazione la necessità di una più approfondita disamina della proposta anche con i lavoratori, ha richiesto di tener conto dei tempi per l’incontro successivo.

L’amministrazione penitenziaria ha lasciato la sala, così le OO.SS. rappresentanti il penitenziario, consapevoli che la discussione sarebbe continuata, invece, per l’organizzazione giudiziaria .

Nulla lasciava presagire la sconcertante conclusione dell’incontro.

La CISL e l’UNSA SAG, invece, di concerto con l’amministrazione hanno sottoscritto il contratto integrativo non solo per l’organizzazione giudiziaria ma, inopportunamente, anche per il DAP con l’intento di mettere in difficoltà la FpCgil il cui contributo nel corso del confronto è stato determinante e nell’interesse dei lavoratori che crediamo, essere stati beffati da questa singolare alleanza.

Lo verificheremo ancora più approfonditamente insieme a tutti i lavoratori leggendo attentamente ciò che hanno sottoscritto.

La Fp Cgil per le motivazioni enunciate all’inizio del comunicato ritiene non valida la sottoscrizione del contratto e ne chiederà l’annullamento, al contrario avvierà ogni azione che rientra nelle prerogative sindacali.

Vi terremo informati sugli sviluppi della questione.

Roma 16.12.2009
 

La coordinatrice nazionale
Penitenziari- Ministeri

Lina Lamonica

 

Comunicato

 
COMUNICATO DEL COORDINAMENTO NAZIONALE PENITENZIARI COMPARTO MINISTERI

 

In questo difficile momento le carceri risentono di un sovraffollamento senza precedenti: gli utenti sono in larga parte indigenti, psichiatrici, tossicodipendenti e stranieri privi di permesso di soggiorno.

La Fp CGIL ed i lavoratori penitenziari hanno, in questi anni, condotto un’azione di denuncia costante dei danni che questo stato di cose avrebbe provocato, ma dobbiamo ammettere che si è preferito soffiare sul fuoco delle paure collettive piuttosto che approntare un organico “Piano carceri” che restituisse civiltà e sicurezza al nostro paese in coerenza dell’art. 27 della Costituzione.

Oggi, ancora una volta, dobbiamo misurarci con il facile sensazionalismo del piano carceri varato dal governo Berlusconi, un impianto normativo che annuncia una serie di azioni che graveranno sugli esigui numeri degli operatori trattamentali, educatori ed assistenti sociali in primis, chiamati dalla legge a contribuire con atti ed indagini sociali rimesse alle valutazioni della Magistratura di Sorveglianza.

In questo quadro i danni della giustizia si intrecciano con le vite di quelle persone e di quelle famiglie che si trovano a vivere il dramma della carcerazione, meritata o immeritata che sia, e che non possono contare sulla speranza di un reinserimento sociale potendo essere sicuri del solo contenimento fisico in strutture sempre più affollate e ipocritamente “aperte”.

Non resta che la forza di un’idea, quella di un paese che sostiene di essere ancora in democrazia e per questo i lavoratori penitenziari chiedono di poter svolgere compiutamente il loro mandato con i mezzi ed i numeri necessari per farlo: non si può pensare ad un reinserimento sociale senza un intervento sul territorio, sulle persone e sui meccanismi di emarginazione che inevitabilmente si attivano non appena scatta la detenzione.
 
Il nuovo “Piano carceri” non ci convince, non ci piace nella sua ipocrisia e non ci sembra sufficiente a risolvere il sovraffollamento penitenziario che invece si nutre delle crisi sociali e dell’incremento di nuove fattispecie di reato.

Per poter declinare efficacemente le azioni necessarie alla salvaguardia della sicurezza sociale ed al rispetto della civiltà serve credere davvero nell’azione risocializzante della pena e nella sua efficacia verso tutti.

Auspichiamo una maggiore attenzione delle forze politiche impegnate in questi giorni nella disamina degli articoli del DDL.

Auspichiamo che dalla propaganda mediatica sull’uso di “braccialetti” o di edilizia carceraria selvaggia si passi a pensare, invece, al carcere come elemento di un sistema sociale vivo che necessita di un numero congruo di operatori trattamentali e di collegamenti di rete con il territorio, contesto ove dover incidere per limitare le recidive e la paura sociale.

In caso contrario assisteremmo per l’ennesima volta al triste ed irrispettoso scenario al quale l’attuale compagine governativa ci ha abituati ove gli interessi e le incapacità risultano essere i veri protagonisti. Una immagine vergognosa che, nel caso specifico, oltre all’incremento abnorme della popolazione detenuta ha ulteriormente depotenziato e svilito il mandato istituzionale delle professionalità preposte.

“Il grado di civiltà di un paese si misura osservando la condizione delle sue carceri” (Voltaire)

Roma , 21.05.2010

 
 
 

 

Comunicato

 
 
QUALE E’ LA VERITA’ SUL FUA?
 
 

Dalle numerose telefonate e/o e-mail che negli ultimi giorni ci pervengono apprendiamo che circolano le notizie più disparate riguardo il FUA : si enunciano date entro cui sarà erogato ed in quale percentuale, nonché la diffusione di circolari dell’amministrazione a riguardo. Insomma voci contraddittorie che si rincorrono e si diffondono nei posti di lavoro ingenerando aspettative e confusione.

Qual è la verità ?

La nostra verità, quella che noi sappiamo, in qualità di sindacato accreditato a partecipare alle trattative nazionali ufficiali, è la seguente:
Lo scorso dicembre è stato firmato un accordo dall’Amministrazione dalla CISL e dall’Unsa, che alla fine di febbraio la Funzione Pubblica ha rimandato indietro con alcuni rilievi; il 2 marzo è stato nuovamente firmato un altro accordo che pretendeva di superare quei rilievi; durante la riunione del 10 giugno scorso abbiamo appreso dal Sottosegretario alla Giustizia e dal Capo Dipartimento Organizzazione Giudiziaria che il meraviglioso accordo non aveva nuovamente passato il vaglio degli organi di controllo, dimostrando un evidente pressapochismo, e bisognava dunque, in fretta e furia, farne un altro. Il nuovo Accordo, presentato alle OO.SS. in quella sede, è stato, ovviamente, controfirmato dai vecchi firmatari sempre il 10 giugno.
Ad oggi, vi informiamo, che non vi sono state riunioni né sono stati firmati accordi che permettano l’erogazione del FUA, né ci risulta che l’amministrazione abbia inoltrato circolari a riguardo.
Le notizie, quindi, relative a conteggi avviati nelle sedi di lavoro per il calcolo delle indennità e della loro prossima erogazione, appaiono strumentalmente diffuse per far star buoni i lavoratori che non vedono corrisposto il loro premio di produttività come gli altri anni.
D’altra parte benché i conteggi possano essere preventivi non si potrà procedere ad erogare alcuna somma senza un accordo.
Le somme, inoltre, risultano davvero irrisorie visto che, grazie al nuovo contratto integrativo, il FUA verrà completamente svuotato.
Per quanto riguarda le altre notizie, sul 30% o altro, ribadiamo che non ci risulta alcuna convocazione “ufficiale” finalizzata alla discussione del FUA 2008, 2009 e 2010: se qualcuno è più informato di noi vuol dire che fa trattative non trasparenti.
Vista la performance, effettivamente non proprio brillante, messa in atto sino ad oggi, non c’è da stare troppo tranquilli: altri pasticci potrebbero profilarsi all’orizzonte.

Roma 15.07.2010

La coordinatrice nazionale
Penitenziari – Ministeri

Lina Lamonica

 
 
 

Accordi

IPOTESI DI ACCORDO FUA 2010
siglato il 23 dicembre 2010
 

Nicoletta Grieco/Lina La Monica/ Gianfranco Macigno
 
 

 

 

 

Lettera al Capo Dap e Direttore Generale

 

Roma, 25 maggio 2011

Al Capo del DAP
Pres. F. Ionta

Al Direttore Generale
del Personale e della Formazione
Dott. R. Turrini Vita

Al Vice Capo Vicario del DAP
Dott. E. di Somma

Al Direttore Generale EPE
D.ssa L. Culla

e, per conoscenza

All’ Ufficio per le Relazioni Sindacali
D.ssa P. Conte

Alle Segreterie Regionali e Provinciali FpCGIL
Ai Delegati ed eletti RSU FpCGIL dei posti di lavoro

Oggetto: Art. 16 della legge n.183 del 4 novembre 2010 in materia di rapporto di lavoro a tempo parziale.


La recente lettera circolare della Direzione Generale del personale e della formazione n.0195135 del 16 .5.2011 in materia di “rapporto di lavoro a tempo parziale” (art.16 legge 183 del 4 novembre 2010), l’ultima in ordine di tempo, ci impone per vizi di legittimità riscontrati nella stessa di proporre alcune riflessioni sulla materia finalizzate alla revoca della circolare in questione e all’invito ad una più attenta e pertinente applicazione della norma tale da non determinare disagi alle lavoratrici ed ai lavoratori con ingiuste e discriminanti disposizioni quali la revoca dei provvedimenti di part-time.

– La circolare in questione è datata 16.05.2011 e, pur rappresentando un sollecito alla precedente del 7 febbraio 2011 n.005122 che indicava come termine dell’adempimento il 2 aprile 2011, si pone in un arco temporale che, a nostro parere, sembrerebbe superiore a quello previsto dalla norma ( 180 giorni dell’entrata in vigore della legge 183 del 4 novembre 2010 , cd “collegato lavoro”).

– Al secondo capoverso, si richiede, inoltre, di “valutare il mantenimento o meno del regime di tempo parziale anche per i dipendenti cui è stato autorizzato alla trasformazione del rapporto di lavoro successivamente al 25 giugno 2008”. Tale richiesta è, a nostro parere, assolutamente improponibile se non illegittima in quanto non prevista dall’art. 16 della legge in questione. E’ evidente, pertanto, la palese arbitrarietà di codesta amministrazione nell’adempimento di quanto disposto dall’art. 16 che fa invece riferimento a quei provvedimenti gia’ adottati prima della data di entrata in vigore del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ovvero, il 25 giugno 2008.

– Infine, al terzo ed ultimo capoverso si rammenta che “l’adempimento è dovuto per espressa previsione di legge.” La norma in questione non prescrive di adottare un provvedimento autoritativo, ma lascia alle amministrazioni la possibilità di sottoporre a nuova valutazione i provvedimenti di trasformazione del rapporto di lavoro adottati prima del 25 giugno 2008.
Ciò detto viene da chiedersi quale possa essere la motivazione che si cela con quest’ ultima circolare. Forse la volontà dell’ amministrazione di revocare d’ufficio e quindi d’autorità tutti i part-time in corso?

A tal proposito vogliamo citare l’ordinanza delle Sezioni Unite Civili della Cassazione n.24689/2010 (pubblicata sulla gazzetta ufficiale n.15 del 6/1/2011 ) la quale sottolinea che è necessario rispettare la fiducia del lavoratore nella stabilità delle leggi qualora lo stesso abbia esercitato per numerosi anni il diritto al lavoro in modalità consentite da disposizioni di legge che ad un certo momento il legislatore ritiene di modificare. Inoltre ci sembra evidente che, ove l’amministrazione procedesse nella revoca del part-time concordato numerosi anni addietro, la stessa Amministrazione incorrerebbe nell’obbligo di risarcimento degli ingentissimi ingiusti danni procurati al dipendente.

Vogliamo, infine, esporre una ulteriore considerazione: il potere autoritativo di revoca del part-time, anche senza l’assenso del lavoratore, che potrebbe derivare dalla interpretazione arbitraria e restrittiva della norma, contrasta col diritto dell’Unione Europea, direttiva 15/12/1997, n.97/81/CE (pubblicata in G.U.C.E. 20/1/1998) in tema di lavoro a tempo parziale e, pertanto, nell’ottica della supremazia del diritto dell’Unione europea rispetto al diritto nazionale, l’art. 16 in questione troverebbe la sua disapplicazione.

Tali argomentazioni dovrebbero, a nostro parere, essere sostenuti ed accolti in primis dall’amministrazione per evitare dannose ed estenuanti controversie giudiziarie che i lavoratori stanno intraprendendo a tutela dei loro diritti. Segnaliamo, a tal proposito, la recentissima ordinanza del Tribunale di Trento, Sezione lavoro, depositata il 4 maggio 2011, che, decidendo il procedimento d’urgenza n.216/2011, ha annullato, in virtù della detta disapplicazione dell’art.16, il provvedimento del Ministero della Giustizia che aveva trasformato il rapporto di lavoro part-time della ricorrente in un rapporto a tempo pieno pur in presenza di volontà contraria della lavoratrice.

Alla luce di quanto esposto, la Fp Cgil chiede la revoca immediata della circolare in oggetto e la sospensione di ogni iniziativa di revoca di part-time ribadendo la necessità e l’urgenza dell’incontro già chiesto e sollecitato con le note del 7 e 24 marzo 2011, a tutt’oggi senza alcun cenno di riscontro.


La Coordinatrice Nazionale DAP
Lina Lamonica


 
 

UEPE di Verona – Richiesta di incontro

 

Attribuzione buoni pasto al personale del Comparto Ministeri – CR Castelfranco Emilia

 
Roma 19 ottobre 2007
 
Alla Direzione Generale DAP
Risorse Materiali, dei Beni e dei Servizi
Ufficio I – Sezione II
Dr. E. Ragosa
S E D E

e, per conoscenza
Al Provveditore Regionale DAP
Dr. N.Cesari
B O L O G N A

All’Ufficio per le Relazioni Sindacali
Dssa P. Conte

Alla Segreteria FpCgil
M O D E N A
Ai Delegati ed Eletti RSU Fp Cgil
CR Castelfranco Emilia

Prot. n. 249/2007

Oggetto: Attribuzione buoni pasto al personale del Comparto Ministeri – CR Castelfranco Emilia

Questa O.S. intende rappresentare una problematica che sta interessando da oltre tre mesi i lavoratori della C.C. di Castelfranco Emilia, Istituto penitenziario presso il quale essendo stato sospeso il servizio mensa, per problematiche connesse al rispetto delle norme necessarie per la gestione dello stesso, sono stati distribuiti ai lavoratori di entrambi i comparti ( Ministeri e Sicurezza) buoni pasto del valore di €4,65, importo previsto contrattualmente per i lavoratori afferenti al Comparto Sicurezza e non al Comparto Ministeri il cui importo è di € 7,00.
La FpCgil territoriale, come risulta dalla intercorsa corrispondenza con il Provveditore che sulla questione ha espresso contraddittorie nonché soggettive interpretazioni, ha tentato, a quanto pare invano, di evidenziare la palese differenza regolamentare che contrattualmente esiste tra i due comparti ritenendo l’avvenuta omologazione dell’importo assolutamente discutibile .
La Fp Cgil, pertanto, al fine di redimere la problematica chiede un intervento chiarificatore dell’Amministrazione centrale sollecitando il riscontro alla nota già inoltrata dalla Segreteria FpCgil di Modena.
Si resta in attesa di urgente riscontro e si porgono distinti saluti.

Il Coordinatore nazionale
Penitenziari C. Ministeri
Lina Lamonica

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