Roma, 23.02.2008
Al Capo del DAP
Pres. F. Ionta
Al Vice Capo Vicario
Dr. E. di Somma
Al Direttore Generale del Personale
Dr. M. De Pascalis
All’Ufficio per le Relazioni Sindacali
Dssa P. Conte
e, per conoscenza
Alla Segreteria territoriale FpCgil
PADOVA
Ai delegati ed eletti RSU FpCgil – UEPE
PADOVA
Prot. CM 48/2009
Oggetto: Buoni pasto – UEPE Padova
Intendiamo segnalare, sollecitando un intervento risolutivo da parte di codesta amministrazione, una questione rispetto la quale la Fp Cgil da tempo, dal 12.1.2007, attende una risposta sia dal Direttore dell’UEPE e sia dal Provveditore di Padova che, più volte sollecitati, non sembrano affatto orientati ad esprimere.
La problematica riguarda “l’orario di servizio-orario di lavoro e buoni pasto” che si è evidenziata presso l’UEPE di Padova determinata dal fatto che il Direttore dell’UEPE, in virtù di una interpretazione del tutto personalistica della norma contrattuale, ritiene non corrispondere i buoni pasto ai lavoratori che svolgono l’orario di lavoro articolato su cinque giorni di 7,12h giornaliere con pausa pranzo, interruzione prevista dalla normativa contrattuale che autorizza l’attribuzione del relativo buono pasto.
Occorre precisare che la norma contrattuale di riferimento (art. 7 CCNL 94/97) prevede che è diritto del dipendente fruire o meno della pausa dopo le sei ore consecutive di lavoro, al fine del recupero psico-fisico e dell’eventuale consumazione del pasto e l’art. 4 dell’accordo non limita l’attribuzione dei buoni pasto ad un determinato numero settimanale. Sulla questione l’ARAN nel 2005 ha espresso stesso ed inconfutabile parere che alleghiamo alla presente nota.
La Fp Cgil ritenendo, quindi, assolutamente opinabile quanto illegittima la determinazione assunta dalla Direzione sulla questione e considerando altresì scortese, volendo usare un eufemismo, la mancanza di un contraddittorio da parte della Direzione dell’UEPE e del PRAP di Padova, ribadisce la necessità di un intervento dell’Ufficio per le Relazioni Sindacali del DAP finalizzato a dirimere la problematica.
Restiamo in attesa di riscontro e porgiamo cordiali saluti.
La coordinatrice nazionale
Penitenziari – Ministeri
Lina Lamonica
Roma, 23 marzo 2009
Al Capo del Dipartimento A.P.
Pres. Franco IONTA
R o m a
e, p.c.
Alla Segreteria regionale FP Lazio
R o m a
Alla Segreteria comprensoriale FP Roma est
R o m a
Ai Delegati ed iscritti FP CGIL
Polizia penitenziaria
Prot. n. CS/CM 74/2009
Oggetto: Casa circondariale femm. Roma Rebibbia – violazione del sistema di relazioni sindacali.
Egregio Presidente,
la FP CGIL reputa molto grave quanto accaduto lo scorso 18 marzo presso l’istituto penitenziario di Roma – Rebibbia femminile in tema di relazioni sindacali.
Consideriamo il comportamento posto in essere nell’occasione dalla locale direzione nei confronti delle OO.SS. FP CGIL, SIAPPE e della R.S.U. – di fatto ingiustificatamente estromesse dalla riunione perché formalmente non convocate, come da atto che si allega – lesivo delle prerogative sindacali previste dalla normativa vigente in materia, oltre che dai contratti nazionali di comparto.
Un atto irrispettoso, palesemente discriminatorio che non può essere in nessun modo sottaciuto, che viola apertamente quel sistema di relazioni sindacali che – a legislazione vigente in materia sindacale – non consente ad alcun dirigente di codesta amministrazione di sentirsi legittimato a convocare le OO.SS. che vuole e, per giunta, tentare anche di allontanare il dirigente sindacale della FP CGIL che – seppure non formalmente invitato – all’incontro si era invece correttamente presentato per partecipare alla discussione sul tema oggetto di convocazione.
Finanche la verbalizzazione dell’incontro è stata negata alle OO.SS. presenti, richiesta che – stando a quanto già evidenziato da altro comunicato sindacale – ha addirittura provocato l’unilaterale chiusura della riunione da parte della direzione e l’abbandono del tavolo di confronto.
Sulla rilevante questione, signor Presidente, che più in generale riguarda l’attuale sistema delle relazioni sindacali tra le parti in causa – punto di sofferenza già discusso alla Sua presenza anche con il Ministro della Giustizia – converrà che non possiamo esimerci dal chiederLe di far tenere al Provveditore del Lazio l’immediata convocazione delle parti e di aprire con la massima urgenza un tavolo di confronto nazionale sul tema.
Restiamo in attesa di conoscere la data dell’incontro.
Cordialmente
Il Coordinatore Nazionale FP CGIL Il Coordinatore Nazionale FP CGIL
Polizia Penitenziaria Comparto Ministeri
Francesco Quinti Lina Lamonica
Roma, 4 agosto 2009
Al Capo del Dap
Pres. F.Ionta
Al Vice Capo Vicario del DAP
Dr. E di Somma
Al Vice Capo del DAP
Cons. S. Consolo
Al Direttore Generale E.P.E.
Dr. R. Turrini Vita
Al Direttore Generale
del Personale e della Formazione
Dr. M. De Pascalis
e, per conoscenza
All’Ufficio per le Relazioni Sindacali
Dssa P. Conte
Prot.CM 170/2009
Oggetto: Ricognizione organizzazione personale UEPE
Siamo venuti a conoscenza che codesto Dipartimento ha avviato una ricognizione sulla organizzazione degli Uffici dell’Esecuzione Penale Esterna e l’impiego del personale ivi in servizio al fine – così si legge nella nota di accompagnamento a firma del Vice Capo del Dap Cons. Santi Consolo – di verificarne l’omogeneità e la specificità.
A tale scopo ciascun UEPE ha avuto il compito di compilare ed inoltrare al DAP entro il 24 agosto p.v. una scheda la quale, a nostro parere, evidenzia limiti conoscitivi del contesto di riferimento e una visione,quindi, fortemente riduttiva della sua complessità.
Molti sono gli interrogativi tra gli operatori che lamentano il reiterarsi dell’atteggiamento superficiale del DAP verso il contesto ove le ben note problematiche risultano fortemente eluse e/o affrontate in maniera semplicistica e, la scheda in questione ne rappresenta l’ulteriore ennesima prova.
Molte sono anche le nostre perplessità in merito. Infatti, riteniamo che la peculiarità della materia, che ricordiamo essere oggetto tra l’altro di confronto sindacale, nonché la complessità del contesto cui la stessa si riferisce meritano, a nostro parere, di una maggiore e più oculata riflessione che tenga conto, in una visione a tutto campo, delle specificità operative e dell’agire professionale e istituzionale del contesto.
La Fp Cgil, pertanto, chiede con urgenza l’apertura di un tavolo di confronto con l’amministrazione finalizzato a chiarire gli interrogativi sorti in merito alla avviata ricognizione e comprenderne il vero obiettivo, nonché a ricondurre la questione complessiva nella giusta direzione.
A tal proposito si evidenzia la richiesta di incontro formulata da questa O.S. nel febbraio del 2009 per discutere del Regolamento degli UEPE e, quindi, della loro organizzazione, richiesta che a tutt’oggi risulta senza riscontro.
Porgiamo cordiali saluti.
La Coordinatrice Nazionale
Penitenziari -C. Ministeri
Lina Lamonica
Prot. n. CM 198/2010
Roma, 16 novembre 2010
Al Direttore Generale
del Personale e della Formazione
Dott. R. Turrini Vita
e, per conoscenza
Al Capo del DAP
Pres. F. Ionta
Al Vice Capo Vicario del DAP
Dott. E. di Somma
OGGETTO: Progressioni economiche personale penitenziario Comparto Ministeri – procedure di cui al provvedimento del 28.10.2010. Riapertura dei termini di partecipazione.
Il 9 novembre u.s. sono stati pubblicati i provvedimenti per la progressione economica all’interno delle aree del personale penitenziario comparto ministeri, ai sensi del CCNI del 29 luglio 2010 che la Fp CGIL non ha firmato e, come prevedibile, le evidenti contraddizioni nello stesso contenute si sono ben rappresentate negli emanati bandi, determinando malessere e indignazione tra il personale .
Le incongruenze e le imprecisioni che sono state rilevate sono tali da aver creato non poco disorientamento nei lavoratori fin dalla compilazione dell’apposita domanda prestampata, sono tali da indurre fin anche la stessa amministrazione ad emettere, illegittimamente in corso d’opera, degli errata corrige mirati non solo a correggere refusi ma anche ad apporre precisazioni riguardo ad esempio la valutazione dei titoli di studio, evidente punto di forte criticità riconducibile ad un ordinamento professionale assolutamente discutibile.
Illegittimità, non tanto di forma quanto di sostanza, poiché alla volontà dell’amministrazione di integrare e/o modificare il bando originario con successivi atti amministrativi deve corrispondere l’osservanza delle procedure a norma di legge codificate nel processo amministrativo così come di recente aggiornato dal D. Lgs n.104/2010 in attuazione della Legge n.69/2009.
Infatti questa O.S. ritiene che avrebbero devoto essere azzerati i termini di decorrenza per la presentazione delle domande onde consentire agli aspiranti di conoscere e riproporre le istanze rivalutate in funzione delle modifiche apportate per le quali devono essere garantite trasparenti e paritarie opportunità.
Allo stato tale procedura è da ritenersi palesemente viziata e configura tutti gli elementi di annullabilità, per cui questa O.S. ritiene ragionevole ed oltremodo opportuno che l’amministrazione procedesse alla riapertura dei termini a far data dall’ultimo atto di integrazione dei bandi anche per evitare le elevate probabilità di azioni legali che inficerebbero l’intera procedura – già fortemente compromessa- a danno del personale e dell’interesse pubblico cui l’amministrazione deve tener conto.
Incongruenze tali da destare non poca indignazione nel ravvisare che, ad esempio, l’esperienza acquisita nella responsabilità delle aree e/o dei settori è considerata valida ai fini del punteggio per il solo biennio 2007/ 2008 quando viceversa per le pubblicazioni si tiene conto dell’intera vita professionale o, ancora, la mancata assegnazione di punteggio aggiuntivo a chi effettivamente esercita le funzioni previste nel proprio profilo professionale.
Inoltre, come non indignarsi nel constatare che la modifica dell’ordinamento professionale ha cancellato professionalità peculiari (formatore, comunicatore,) previste dal vecchio ordinamento ed in alcuni casi anche il titolo di studio previsto per l’accesso al profilo senza prevedere una clausola di salvaguardia delle situazioni pregresse.
L’accorpamento di alcune professionalità, infatti, non solo ha svilito specificità professionali e ha letteralmente rimosso l’esperienza acquisita da numerosi lavoratori, ma li ha anche penalizzati nella progressione in quanto registreranno punteggi inferiori rispetto a quelli che avrebbero beneficiato con il vecchio ordinamento.
Insomma, queste solo alcune delle criticità che già di per se potrebbero rappresentare un contenzioso senza contare alcune questioni che potrebbero evidenziare palesi illegittimità come la detrazione dall’esperienza professionale dei periodi in cui si è usufruito del part-time a fronte del punteggio attribuito per aver conseguito l’idoneità per un concorso di qualifica superiore presso la pubblica amministrazione o per l’abilitazione all’insegnamento o all’esercizio professionale.
Per questi motivi chiediamo alle strutture territoriali FpCgil in indirizzo conforto e collaborazione nel sostenere le istanze dei lavoratori Penitenziari che ritengono siano stati lesi diritti soggettivi nonché la disponibilità di mettere a disposizione degli stessi gli avvocati delle indicate strutture .
La Coordinatrice Nazionale DAP
Lina Lamonica
Mobilità del personale del comparto ministeri
Il 22 marzo si svolto l’annunciato incontro con l’amministrazione riguardante la mobilità del personale del comparto ministeri, con particolare riferimento alle numerose situazioni dei cosiddetti”distacchi”(mobilità temporanea) in corso da anni e alle loro criticità.
L’amministrazione ha rappresentato l’ipotesi di accordo, che aveva già inviato quale informativa alle OO.SS, nella quale si prevede la stabilizzazione, ovvero “sanatoria” dei provvedimenti di distacco effettuati fino all’11 febbraio 2008, data delle assunzioni del personale a seguito dell’ultima tranche delle riqualificazioni riguardanti i passaggi di area.
La Fp Cgil ha rappresentato quanto questo percorso risulti una forzatura alle regole che disciplinano la materia e quanto la stessa risulti discriminante per il personale delle diverse professionalità che da tempo aspira alla mobilità volontaria di sede facendo riferimento all’applicazione della norma pattizia siglata il 22 ottobre 2009,
Abbiamo infatti evidenziato all’amministrazione la volontà e la necessità di definire le situazioni in questione ma in un contesto di legalità avviando un più complessivo e razionale piano di mobilità interna che, nel tutelare le esigenze e le peculiarità familiari e personali che hanno motivato e determinato detti pregressi provvedimenti, prenda in considerazione e rispetti anche le aspirazioni di mobilità di tutti i lavoratori che nel tempo ne hanno acquisito diritto.
Un piano di mobilità, dunque, che in relazione, ovviamente, all’esigenza del fabbisogno delle sedi carenti di organico si esplichi in un quadro di chiarezza e di legittimità attraverso procedure trasparenti e nell’osservanza delle modalità e dei criteri previsti dall’accordo nazionale di riferimento affinché non penalizzi né risulti discriminante per il personale.
In tale ottica abbiamo chiesto di poter conoscere lo stato delle cose in una visione complessiva ed articolata che comprenda anche i singoli provveditorati e abbiamo, inltre, chiesto di conoscere il risultato del monitoraggio, i cui risultati non sono mai stati resi noti, effettuato dalla direzione generale del personale riguardo la possibile mobilità della professionalità degli assistenti sociali.
L’amministrazione nell’accogliere le osservazioni rappresentate ha concluso l’incontro rinviandolo ad altra data e riservandosi di predisporre uno schema completo e rappresentativo della situazione che sarà oggetto di discussione nel corso della prossima trattativa.
Roma 24.3.2011
La Coordinatrice nazionale DAP
Lina Lamonica
Roma, 30 marzo 2011
Al Direttore Generale
dell’Esecuzione Penale Esterna
Dssa L. Culla
e, per conoscenza
Al Vice Capo Vicario del DAP
Dott. E. di Somma
Al Direttore Generale
del Personale e della Formazione
Dott. R. Turrini Vita
All’Ufficio per le Relazioni Sindacali
Dssa P. Conte
Alle Segreterie Regionali e Provinciali FpCGIL
Ai Delegati ed Eletti RSU FpCGIL nei posti di lavoro
Oggetto: Problematiche UEPE – Progetto “MASTER”
Nel prendere visione della nota n.0117843 del 22.03.2011, quale risposta alla FpCgil di Pavia riguardante la grave carenza di personale di servizio sociale presso l’UEPE ivi ubicato, abbiamo appreso che codesta Direzione Generale , nella consapevolezza della gravissima endemica carenza di personale in cui versano gli UEPE del territorio nazionale, ha predisposto un progetto “MASTER” mirato ad apportare un contributo in termini di risorse professionali a quelle sedi che ne sono fortemente carenti.
Apprendiamo, così, che il progetto, approvato e, quindi, finanziato dalla cassa delle ammende, dovrebbe consentire alla stipula di convenzione di 100 consulenti ex art.80 esperti in servizio sociale da assegnare presso gli uffici locali con maggiore carenza di risorse.
Questa O.S. ha più volte rappresentato la drammatica situazione in cui versano gli UEPE a causa della carenza di risorse umane ed economiche e crediamo che l’iniziativa in questione intenda significare una attenzione, benché insufficiente, al disagio e alle difficoltà operative degli stessi e dei lavoratori del settore.
Chiediamo, pertanto, di poter conoscere più approfonditamente l’articolazione del progetto in questione e i tempi previsti per la sua implementazione nonché le sedi UEPE presso cui sono previste dette convenzioni.
In attesa di sollecito riscontro porgiamo cordiali saluti.
La Coordinatrice Nazionale DAP
Lina Lamonica
Questo VOLANTINO predisposto dai compagni di Milano e specifico per il personale Penitenziario, può esservi utile in vista dello sciopero generale del prossimo 6 maggio.
FP CGIL NAZIONALE
Lina LaMonica
Auspicando la più ampia diffusione, visto il gravissimo momento attuale del sistema penitenziario, si comunica che le sottoscritte OO.SS. della dirigenza penitenziaria di diritto pubblico, riunitesi in data 26 maggio 2011 in Roma, constatato il perdurante stato di illegalità dei comportamenti riservati alla categoria dalla Parte Pubblica, hanno chiesto un urgente incontro, entro e non oltre 15 giorni al Ministro della Giustizia On. Angelino ALFANO.
In particolare, si lamentano le seguenti proibitive condizioni di lavoro:
1) mancata attuazione della Legge di riforma della dirigenza penitenziaria, con la conseguenza che ad oggi, a distanza di sei anni, il personale dirigente di diritto pubblico è senza contratto di categoria, e quindi senza diritti;
2) assenza di ogni confronto con la parte pubblica, anche nella individuazione di strategie complessive in grado di superare la gravissima emergenza attuale del sistema penitenziario, conseguente anche all’indiscriminato taglio della spesa, che ha determinato il peggioramento delle condizioni di vita sia per i detenuti che per il personale penitenziario tutto;
3) mancata gravissima agibilità dei diritti sindacali costituzionalmente garantiti.
Per i suddetti motivi, nel caso in cui il Ministro della Giustizia, quale autorità politica d’indirizzo, non riterrà di convocare i richiedenti, le scriventi OO.SS. avvieranno tutte le iniziative di protesta, anche eclatanti, per riportare legalità al sistema penitenziario.
Roma 31 maggio 2011
Criteri di mobilità interna del personale
Roma, 14 marzo 2007
Al Ministro della Giustizia On. Clemente Mastella
Al Ministro sul messaggio rivolto alle donne
Egr. Ministro,
L’anno in corso è dedicato alle donne ed al loro impegno quotidiano nei vari momenti della vita.
E’ stato significativo dunque il messaggio da Lei rivolto alle lavoratrici della polizia penitenziaria nel corso della celebrazione della festa dell’otto marzo a Rebibbia; significativo e gradito.
Non altrettanto gradita è stata però la dimenticanza di tutte le altre donne del penitenziario che con le poliziotte vivono l’attività di accompagnamento del detenuto e l’organizzazione della gestione della struttura carceraria nel suo complesso e nella sua complessità, ovvero direttrici, educatrici, contabili, assistenti sociali ed operatrici amministrative, infermiere e centraliniste…
Tutta questa realtà femminile esistente in carcere è stata dimenticata dal Suo riconoscimento ma opera, a diversi livelli di responsabilità e con la polizia penitenziaria alle dipendenze del Suo dicastero e nella convinzione di formarne parte integrante.
Forse, per evitare simili errori, che potrebbero far credere in un interesse strumentale verso un settore più che verso la realtà delle pari opportunità, sarebbe utile che Lei riconvocasse il Comitato Pari Opportunità del Suo Ministero che ormai da anni langue nel dimenticatoio di un’esistenza formale e non sostanziale.
La Delegata Nazionale Fp Cgil
del Comitato Pari Opportunità del Ministero della Giustizia
Barbara Campagna
IL MESSAGGIO DEL MINISTRO:
Sanità Penitenziaria: Convegno 24 Maggio 2007 – Torino
Dlgs 230/99
Proposta di Legge presentata dall’On Crapolicchio sui Lavori Usuranti, nalle quale viene ricompreso il personale dell’Amministrazione Penitenziaria. Tale proposta attualmente si trova in fase di prima lettura alla Camera.