Ex MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
CORSO CONCORSO
A seguito degli errori riscontrati durante le prove selettive, come FP CGIL avevamo chiesto di ammettere tutti alla seconda fase di formazione, anche perché in varie regioni il numero dei partecipanti è risultato inferiore al numero dei posti previsti.
Avevamo fatto tali richieste per:
* evitare i ritardi causati da eventuali ricorsi degli esclusi da una procedura la cui prova selettiva è viziata da errore;
* confermare i principi di trasparenza e correttezza alla base dell’accordo sottoscritto sulle modalità di espletamento del concorso.
L’Amministrazione nell’incontro di oggi ha comunicato che non ha accolto la nostra richiesta e pubblicherà le graduatorie entro lunedì mattina, escludendo i candidati non rientrati nel numero di posti previsto.
Tale decisione si basa sulla relazione della Commissione in cui si dice che l’errore non ha determinato problemi nello svolgimento della prova, come confermato da tutti i Comitati di vigilanza interpellati; che i test sono stati corretti con procedura automatica e manuale, per quanto riguarda le 5 domande con numerazione errata; che non ci sono stati nella formulazione delle domande quesiti non attinenti.
Come FP CGIL abbiamo chiesto una copia della relazione che, ovviamente, l’Amministrazione ci ha negato.
Abbiamo, altresì, espresso la nostra contrarietà sulla decisione presa e ribadito che, agendo in questo modo, l’Amministrazione si assume una grave responsabilità nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori del Ministero, che da anni attendevano l’espletamento del corso concorso e si stanno sottoponendo a sforzi e prove che, già in altre occasioni, abbiamo definito eccessive e prive di supporto formativo adeguato.
A questo punto, l’unica strada percorribile resta quella dei ricorsi.
Al termine della riunione, abbiamo comunque richiesto una informativa, come previsto dal CCNI di Ministero, sulle modalità con cui sarà effettuata la seconda parte della formazione.
Subito dopo lo svolgimento del referendum del 9 e 10 febbraio sui contenuti dell’accordo relativo al biennio economico 2008/2009 e lo Sciopero con manifestazione nazionale a Roma del 13 febbraio individueremo insieme su questo e sugli altri problemi esistenti in quest’Amministrazione, le iniziative più opportune.
Un’ampia affluenza delle lavoratrici e dei lavoratori della PI al referendum per respingere il cattivo accordo e una nutrita partecipazione allo sciopero del 13 febbraio contribuiranno a rendere più forti anche le nostre posizioni ai tavoli con l’Amministrazione.
Roma, 30 gennaio 2009
UN MOTIVO IN PIU’ PER:
VOTARE NO AL REFERENDUM DEL 9 E 10 FEBBRAIO
PARTECIPARE ALLO SCIOPERO DEL 13 FEBBRAIO
FP CGIL ex MPI
A. Boccuni
Qualche controparte (Assessori alla salute e/o Direttori Generali di Aziende) va strutturando un filone di ragionamento, del tutto infondato, che riguarderebbe l’applicazione del comma 4 dell’articolo 9 del Decreto legge 78/2010.
Tale comma indica nel 3,2 % il limite entro il quale i contratti e gli accordi, anche quelli stipulati prima della data di entrata in vigore del decreto 78, possono determinare aumenti retributivi per il personale afferente ai vari comparti di contrattazione per il biennio 2008/2009.
Lo stesso articolo, proprio perché si riferisce ai contratti e/o gli accordi collettivi, non già certamente alle singole retribuzioni, definisce inefficaci le eventuali clausole difformi contenute nei CCNL sottoscritti.
Sembra evidente, allora, che una lettura “normale” del comma 4 dell’articolo 9 porti a considerare ” a rischio”, la quota parte aggiuntiva dello 0,8%.
Non possono invece essere attivati meccanismi, alquanto strampalati, che provano a verificare la corrispondenza degli aumenti retributivi al limite fissato del 3,2%, sulle singole retribuzioni, prefigurando tagli della quota eventualmente eccedente.
Non sono le singole retribuzioni a non dover superare (per il biennio 2008/2009) il limite del 3,2% ma i contratti e/o gli accordi.
Sono da denunciare e respingere, quindi, eventuali tentativi di applicare in maniera così mostruosamente distorta la previsione dell’articolo 9 comma 4 del Decreto; tentativi che, per essere più realisti del re, si spingerebbero addirittura in una scomposizione delle singole voci stipendiali, calcolandone singolarmente la percentuale di aumento nell’ultimo biennio.
Si porta a conoscenza che, a seguito della riunione tenutasi lo scorso 20 giugno presso lo scrivente Centro Nazionale riguardo all’attuazione del decreto legislativo 152 del 2006, per la parte relativa le Autorità di Bacino ed il ciclo dell’acqua, è stato costituito un Gruppo di lavoro Nazionale per supportare l’azione della categoria riguardo quest’importantissima problematica.
Ciò in base all’esigenza di giungere il più rapidamente possibile a formulare delle precise proposte rispetto l’ipotesi di riordino del sistema delle autorità di bacino che tenga conto:
1. della necessità di un piano nazionale che, in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale, realizzi interventi volti a difendere e salvaguardare le fonti di approvvigionamento idrico basandosi sul potenziamento e la valorizzazione del sistema dei bacini idrografici e la loro interconnessione.
2. di costruire, in conseguenza a quanto affermato nel punto precedente, un sistema integrato tra i diversi soggetti pubblici e privati preposti, con il coordinamento delle autorità di bacino; a queste, per il ruolo ed i compiti che è necessario attribuirgli, dovrà essere consentita la piena autonomia gestionale, finanziaria ed organizzativa.
3. Ridefinire apposite norme di tutela per il personale dipendente soggetto ai processi di riordino; individuando altresì le necessarie risorse aggiuntive da destinare a sostegno della contrattazione decentrata .
In questo contesto è evidente la necessità di un forte coinvolgimento di CISL e UIL di categoria a difesa dei lavoratori di un settore strategicamente importante per il paese, oggi dal futuro estremamente incerto; per quanto riguarda la CGIL Confederale, è invece necessario stabilire un forte intreccio tra questa problematica e gli aspetti più generali dell’agire confederale sui temi dell’ambiente, in particolare contro il decreto legge di delega ambientale ereditato dal precedente Governo.
Il nostro primo obbiettivo, è quello di riconvocare il gruppo di lavoro nazionale il prossimo mese di settembre per costruire un’iniziativa pubblica nel prossimo autunno che dia visibilità alle proposte della FP CGIL riguardo alle Autorità di bacino per salvaguardare e difendere un bene come l’acqua che di giorno in giorno diventa sempre più prezioso per la nostra collettività, e che va strenuamente difeso rispetto ai continui tentativi di privatizzazione che rispondono esclusivamente alle logiche del mercato e non a quelle dell’interesse comune.
Per questa ragione le strutture in indirizzo sono invitate ad inviare al più presto al Centro Nazionale i nominativi dei propri rappresentanti per il Gruppo di Lavoro Nazionale.
Nel frattempo, nei prossimi giorni, verrà inviato il testo di un documento presentato nel corso della riunione del 20 giugno, da parte dei compagni del Bacino del Tevere, del Po e dell’Arno, come contributo alla discussione che faremo nel prossimo mese di settembre dopo la pausa festiva.
p. Comparto Regioni ed AA.LL
GG Santucci p.
Segreteria Nazionale FP CGIL
A. Crispi
Roma, 4 luglio 2007
Al Ministro del Lavoro e
della Previdenza Sociale
On. Cesare DAMIANO
Al Ministro della
Solidarietà Sociale
On. Paolo FERRERO
Al Capo di Gabinetto del
Ministero del Lavoro e della P.S.
Prof. Francesco Tomasone
Al Capo di Gabinetto del
Ministero della Solidarietà Sociale
Cons. Franco Ippolito
Al Direttore Generale delle
Risorse Umane e AA.GG.
del Ministero del Lavoro e della P.S.
Dr. Massimo Pianese
Al Direttore Generale del
Ministero della Solidarietà Sociale
Dr. Angelo Marano
A TUTTI I LAVORATORI
del Ministero del Lavoro e della P.S.
e del Ministero della Solidarietà Sociale
RICHIESTA D’INCONTRO URGENTE
Le scriventi OO.SS., hanno più volte chiesto chiarimenti in merito alle gravi problematiche che interessano i lavoratori dei due Ministeri.
Attesa l’impossibilità e l’incapacità (o l’una e l’altra?) dei vertici Amministrativi di trovare soluzioni idonee a risolvere i problemi e a dare risposte concrete ai lavoratori dei due dicasteri chiediamo un sollecito incontro sui seguenti argomenti:
– DPCM sullo “spacchettamento” – relativa riorganizzazione delle due Amministrazioni – avvalimento lavoratori adibiti allo Sportello Unico per l’Immigrazione;
– riorganizzazione Uffici Periferici;
– finalizzazione delle risorse per il percorso C1 (collaboratore amministrativo) come da protocollo d’intesa siglato in data 15 febbraio 2007;
– problematiche dell’attività ispettiva – risorse economiche e strumentali – profilo accertatori del lavoro
– definizione attività personale con profilo informatico
– cooperazione
In considerazione dell’urgenza delle questioni sopra esposte, se in tempi brevi non ci saranno riscontri positivi queste OO.SS. intraprenderanno tutte le iniziative utili a tutela dei lavoratori.
FP–CGIL FP–CISL UIL–PA
Giuseppe Palumbo Antonella La Rosa Palmina D’Onofrio
Roma 28 Novembre 2007
Ai delegati Fp Cgil CRI
Oggetto: convocazione assemblea nazionale Croce Rossa Italiana
Roma 12 Dicembre 2007- ore 9,30 – Via Leopoldo Serra 31 –
Vi informiamo che il 12 Dicembre 2007, presso la sala azzurra – 4° piano – di Via Leopoldo Serra 31, è convocata l’assemblea nazionale Fp Cgil Croce Rossa Italiana con il seguente ordine del giorno:
* Situazione precariato
* Fondi e contrattazione nazionale
* Procedure per fissazione data elezioni RSU
* Varie ed eventuali.
A tal proposito vi segnaliamo brevemente alcune novità di queste ore:
Precariato- la grande mobilitazione di questi mesi del sindacato ha portato all’inserimento in finanziaria dell’emendamento governativo sulla stabilizzazione.
Se confermato nei passaggi consecutivi della legge, l’emendamento consentirà l’inizio del processo di stabilizzazione nella Croce Rossa. Si ricorda, per ciò che attiene il fondo incentivante dei precari, che resta tutt’ora valida la richiesta avanzata dalla nostra organizzazione per la corresponsione dello stesso.
Fondo comparto – con l’intervento dei ministeri vigilanti, si è finalmente chiusa la vicenda del fondo incentivante del comparto. Abbiamo evitato qualsiasi ipotesi di “restituzione” da applicare sulle buste paga ed è ripresa la normale erogazione degli acconti del fondo come da accordi sindacali.
Fondo medici, professionisti e dirigenti – ci è stato comunicato per le vie brevi dall’amministrazione il 26/11/07 che i revisori dei conti non avrebbero fatto rilievi sui fondi suddetti. Se questo corrisponde a realtà si dovrebbe sbloccare l’intera partita degli arretrati per il 2005 e ovviamente a cascata quella del 2006. Abbiamo ovviamente chiesto all’amministrazione un incontro urgente per stabilire le modalità e la tempistica di pagamento.
Applicazioni contrattuali – finalmente l’amministrazione ha formalizzato l’istituzione delle commissioni paritetiche. Si stima che a breve riprenderemmo la contrattazione cercando di sbloccare tutte le vertenze in atto ( terzo step, concorso medici II° fascia, nuovo sistema di classificazione per i professionisti, etc.).
Attesa l’importanza degli argomenti e considerata la fase elettorale che si sta aprendo in Croce Rossa appare superfluo evidenziare l’invito ad una forte partecipazione delle delegate e dei delegati Fp Cgil Croce Rossa Italiana, di ruolo e precari, all’assemblea convocata.
Il coordinatore nazionale
Fp Cgil Croce Rossa Italiana
Pietro Cocco
Vi inviamo una breve nota di comunicazione sui provvedimenti di ulteriore attribuzione di posizioni super al MEF (ex Tesoro, bilancio e p.e.)
Abbiamo appreso in via ufficiosa che in data odierna la Corte dei Conti non ha certificato l’ipotesi d’intesa concernente il rinnovo del CCNL 2006/2007 del personale del Comparto Regioni – Autonomie Locali, sottoscritta in data 28 febbraio u.s..
Ancora una volta si entra nel merito dell’ipotesi che è rispettosa dell’accordo con il Governo circa le compatibilità economiche a livello nazionale e, per ciò che concerne quelle aggiuntive, coerente con i vincoli finanziari circa il rispetto del patto di stabilità e con l’autonomia di bilancio degli enti.
A fronte di tale mancata certificazione chiediamo da subito al Comitato di settore, che tra l’altro ha già autorizzato l’ipotesi d’intesa, di promuovere gli atti di propria competenza per dare disposizione all’ARAN affinché proceda comunque alla stipula del contratto nel rispetto delle procedure temporali dei 55gg. previsti dalle attuali disposizioni di legge, peraltro già attivata nell’ambito del precedente rinnovo del CCNL biennio economico 2004-2005.
In mancanza di risposte immediate e concrete saranno attivate tutte le iniziative di lotta dei lavoratori del Comparto per garantire la piena esigibilità del contratto.
FP CGIL Crispi – FPCISL Alia – FPL UIL Fiordaliso
Roma, 7 aprile 2008
Regolamento di unificazione del Ministero dello Sviluppo Economico : ovvero lo smantellamento di un’amministrazione pubblica fondamentale per il Paese.
AGENZIA DELLE ENTRATE: LA ZONA GRIGIA
Con una nota inoltrata il 5 febbraio a tutte le Direzioni Regionali, la Direzione Centrale del Personale ha comunicato la composizione della Delegazione trattante di parte sindacale. La FP CGIL viene esclusa dalla contrattazione decentrata in quanto non firmataria del CCNL biennio economico 2008/2009. Una scelta immotivata, non suffragata da norme ed accordi. Il biennio economico è parte integrante del quadriennio normativo 2006/2009, firmato dalla FP CGIL. Infatti, l’art 2 c. 1 del citato contratto dispone che “Il presente contratto concerne il periodo 1 gennaio 2006 – 31 dicembre 2009 per la parte normativa ed è valido dall’1 gennaio 2006 fino al 31 dicembre 2007 per la parte economica.” Le relazioni sindacali sono regolamentate dagli articoli 3, 4, 5, 6, 7, 8 del CCNL 2006/2009,parte normativa e non sono state modificate dal biennio economico 2008/2009. Difatti le convocazioni avvengono ai sensi dell’art 4 del CCNL 2006/2009 e sulle materie previste dai citati articoli.
In considerazione di ciò è fin troppo chiaro che il tentativo di estromettere la FP CGIL dalla contrattazione decentrata è una scelta esclusivamente politica: ridurre al silenzio una delle voci critiche nei confronti del caos organizzativo che sta portando avanti l’Amministrazione con l’istituzione delle Direzioni Provinciali dell’accertamento. Il minore gettito fiscale che deriverà dal blocco dell’attività accertatrice determinerà una riduzione dei servizi pubblici, un ulteriore taglio alla spesa sociale, una riduzione degli stipendi dei dipendenti pubblici. E’ quanto abbiamo denunciato durante la riunione del 28 gennaio ed è la ragione per cui non abbiamo firmato il protocollo d’intesa, lasciando all’Amministrazione tutta la responsabilità delle sue scelte scellerate. La cultura oscurantista che governa l’ Italia ha contagiato i vertici dell’Agenzia, in passato tra i più illuminati e progressisti di tutta l’Amministrazione Pubblica. Con un semplice atto burocratico, firmato dal capo ufficio delle relazioni sindacali, e non dal Direttore Centrale del personale, si vuole impedire alla FP CGIL di svolgere la sua azione in difesa dei diritti dei lavoratori e dei propri iscritti, in difesa della Agenzia delle Entrate.
E’ preoccupante che l’esclusione della CGIL sia stata anticipata ed auspicata dal comunicato della UIL del 5 febbraio. Chiediamo alla CISL e alla UIL di schierarsi in difesa delle libertà sindacali e della democrazia nei luoghi di lavoro. Il silenzio sarà la dimostrazione della condivisione delle scelte effettuate dall’Agenzia, se non la loro sollecitazione. Sarà loro compito spiegarle ai lavoratori.
Roma, 9 febbraio 2009
FP CGIL Coord. Naz. Agenzia delle Entrate
Luciano Boldorini
LA DIGNITA’ DEL LAVORO E’ UN BENE PUBBLICO
13 FEBBRAIO SCIOPERO GENERALE FP CGIL FIOM CGIL
Ieri, all’Aran, si è tenuto il primo incontro per la definizione del CCNQ sui Comparti di contrattazione.
A fronte di una Direttiva, le cui linee principali, formulate secondo una pedissequa trasposizione della legge 150/2009, sono state illustrate dal Commissario Antonio Naddeo, tutte le OO.SS. hanno contestato l’accorpamento degli Enti regione con il Servizio Sanitario Nazionale. Più sfumate e variegate le posizioni, tra i sindacati, sugli altri accorpamenti previsti.
La CGIL, della cui delegazione facevano parte sia la FLC che la FP, ha chiarito che non c’è nessuna contrarietà pregiudiziale alla riduzione dei comparti di contrattazione, ma che il giudizio viene espresso in ragione delle motivazioni e della funzionalità degli accorpamenti proposti.
In primo luogo si è rappresentato parere contrario ad un contratto che unifichi Regioni e Sanità, poiché l’unica ragione sembra essere quella dell’omogeneità dei datori di lavoro, mentre da un punto di vista dei processi lavorativi e delle particolarità dei settori non si comprende quale sia la logica.
Si creerebbe un problema serio per l’individuazione dell’indice di rappresentatività utile, non solo all’ammissione alla trattativa ma, soprattutto, per l’individuazione del 51% del consenso necessario alla validità dell’accordo, in quanto la stessa legge 150/2009 congela gli indici di rappresentatività, secondo i vecchi comparti. A meno che qualcuno non stia pensando a modificare le norme sulla rappresentanza, a partire dallo slittamento ulteriore delle RSU.
Per quanto riguarda il “nuovo” comparto dei Ministeri, Enti Pubblici, Agenzie Fiscali, enti ex art. 70, Università e Ricerca, appare evidente che è molto probabile che si butti a mare il lavoro fatto in questi anni, per introdurre elementi innovativi al fine di migliorare il servizio. Il rischio che l’operazione provochi una situazione di omogeneizzazione al ribasso è molto forte.
Sarà determinante, quindi, in questa discussione, sia individuare i nuovi comparti che il rapporto tra il CCNL e le indicazioni per i singoli settori. E’ chiaro che la CGIL privilegia i secondi, al fine di non perdere le peculiarità che sono stati la forza innovativa nei vari comparti, confermando il rapporto stretto tra regole contrattuali e lavoro.
Non è ancora chiaro quale sarà la collocazione contrattuale della Presidenza del Consiglio, in attesa dei decreti a cui rimanda la legge 150/2009.
Abbiamo, inoltre, posto la questione dei tempi del negoziato, poiché da esso dipende la possibilità di aprire le trattative per il rinnovo dei contratti 2010-2012.
Infine, abbiamo chiesto che si avvii, subito, il confronto per le elezioni delle RSU che, abbiamo ribadito, devono essere rielette a novembre.
Il Commissario ha preso atto delle posizioni espresse al tavolo e ha annunciato una nuova convocazione entro una settimana/dieci giorni.
Roma, 20 aprile 2010
Dopo lo sciopero del settore pubblico dell’8 giugno , le due confederazioni più rappresentative (CCOO e UGT) hanno indetto uno sciopero generale il 29 settembre per protestare contro il piano economico del governo e la riforma del diritto del lavoro . Questa data di mobilitazione coincide con quella a livello europeo della CES. I sindacati spagnoli hanno inoltre previsto, nel frattempo, mobilitazioni a livello delle comunità autonome il 30 giugno ed una nazionale dei delegati sindacali a Madrid il 9 settembre.
La riforma del lavoro, dicono UGT e CCOO, non servirà a creare nuova occupazione, aumenterà la precarietà, faciliterà solo i licenziamenti rafforzando in maniera unilaterale il potere dei datori di lavoro di modificare le condizioni di vita e di lavoro.
“Noi” – scrivono i sindacati ” vogliamo una riduzione del deficit pubblico aumentando le entrate (recuperando l’evasione e l’elusione fiscale e tassando le rendite finanziarie) e sostenendo l’occupazione, vogliamo la difesa della contrattazione collettiva, del sistema pubblico delle pensioni”.
Enzo Bernardo Ufficio Internazionale Fp Cgil
In una sentenza del 15 luglio 2010, la Corte di giustizia europea ha condannato la Germania per la prassi ,dei datori di lavoro degli enti locali, di aggiudicare gli appalti per i servizi di previdenza integrativa sulla base di una selezione stabilita nei contratti collettivi. Basandosi molto sulla giurisprudenza Viking e Laval, la Corte ha stabilito che, sebbene il diritto alla contrattazione collettiva sia un diritto fondamentale , dovrebbero prevalere le norme europee sugli appalti pubblici.
In Germania i lavoratori dei comuni e degli enti locali possono richiedere ai propri datori di lavoro di convertire parte della propria retribuzione – sino ad un massimo del 4 % del livello della retribuzione valida ai fini assicurativi al regime previdenziale generale – alla previdenza integrativa aziendale, mediante conversione in contributi pensionistici. Secondo il contratto collettivo l’esecuzione della conversione spetta alle amministrazioni o alle imprese locali. La conversione avrebbe dovuto essere eseguita da regimi pubblici integrativi o dalle imprese della Sparkassen-Finanzgruppe (società holding che controlla le casse di risparmio) o da assicurazioni locali. Normalmente, le amministrazioni o le imprese locali concludono contratti di assicurazione collettivi con gli enti summenzionati per tutti i propri dipendenti con cui abbia stipulato un accordo di conversione in contributi
La Commissione europea ha deciso di deferire la Germania alla Corte di giustizia europea, ritenendo che l’ aggiudicazione degli appalti di servizi pensionistici da parte di autorità pubbliche deve essere condotta con procedure di gara previste dalla legge europea sugli appalti pubblici.
Nella prima sentenza dell’aprile 2010 la Corte di Giustizia dice che ” le amministrazioni e le imprese locali non avrebbero potuto aggiudicare contratti di servizi relativi alla previdenza integrativa aziendale direttamente agli enti ed alle imprese indicate nel contratto collettivo, ma solo dopo aver indetto un bando di gara a livello europeo. Su tale valutazione non incide il fatto che la continuità della corresponsione della retribuzione sia disciplinata dal contratto collettivo. In primo luogo, la giurisprudenza della Corte di giustizia è univoca nel ritenere che, nel diritto comunitario, non sussiste un principio generale di contrattazione collettiva autonoma e, in secondo luogo, la Commissione non ritiene che il principio di autonomia contrattuale, ancorato nel Grundgesetz (Costituzione) tedesco, sarebbe illecitamente limitato dall’obbligo legale, per le autorità aggiudicatrici, di indire bandi di gara pubblici.
Nella sua sentenza di appello del 15 luglio 2010 ( causa Commissione / Germania, C-271/08 ), la Corte di giustizia europea ha seguito il ragionamento della Commissione dichiarando che sopra una certa soglia , le parti sociali nel settore pubblico non possono, di loro spontanea volontà, aggiudicare direttamente contratti di servizi professionali per pensioni di vecchiaia . In conformità con le direttive sugli appalti pubblici, deve essere svolta una gara a livello europeo.
La Corte ribadisce: Tuttavia, la natura di diritto fondamentale del diritto di negoziazione collettiva e la finalità sociale..intesa nella sua globalità non possono, in quanto tali, comportare l’automatico esonero delle amministrazioni e aziende comunali datrici di lavoro dal rispetto degli obblighi imposti dall’…attuazione alla libertà di stabilimento ed alla libera prestazione dei servizi nel settore degli appalti pubblici. La Corte ha già statuito che le clausole dei contratti collettivi non sono escluse dall’ambito applicativo delle disposizioni relative alla libera circolazione delle persone (v. sentenza 11 dicembre 2007, causa C-438/05, International Transport Workers’ Federation e Finnish Seamen’s Union, cosiddetta «Viking Line») Inoltre, l’esercizio di un diritto fondamentale come il diritto di negoziazione collettiva può essere sottoposto a talune restrizioni (v., in tal senso, sentenze Viking Line, Laval un Partneri, ). In particolare, sebbene il diritto di negoziazione collettiva goda in Germania della tutela costituzionale riconosciuta…ciò non toglie che, ai sensi dell’art. 28 della Carta, tale diritto debba essere esercitato in conformità alle norme dell’Unione. L’esercizio del diritto fondamentale di negoziazione collettiva deve dunque essere contemperato con gli obblighi scaturenti dalle libertà tutelate dal Trattato e deve essere conforme al principio di proporzionalità…A questo proposito, non si può ritenere che l’esercizio della libertà delle parti sociali e del diritto di negoziazione collettiva implichi di per sé, come inevitabile corollario, una lesione delle direttive che danno applicazione alla libertà di stabilimento e alla libera prestazione dei servizi nel settore degli appalti pubblici…
John Monks, segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (CES) ha dichiarato: “Questo è un altro giudizio dannoso per l’Europa sociale. L’applicazione delle libertà economiche non ha senso in un momento in cui, oggi più che mai, devono essere trovate soluzioni pratiche per la sostenibilità delle pensioni in tutta Europa. Questa sentenza ignora l’indipendenza delle autorità pubbliche, quando sono in qualità di datori di lavoro. Ancora più preoccupante è che conferma anche il primato delle libertà economiche sui diritti sociali fondamentali . La serie nera avviata dai casi Viking e Laval è lungi dall’essere finita. La CES ribadisce la sua richiesta che sia prese misure urgenti dalle autorità europee per confermare che l’ UE non è solo un progetto economico , ma ha come obiettivo principale il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei suoi popoli , e che il concetto di progresso sociale è di fondamentale importanza per la tenuta del sostegno dei cittadini europei e dei lavoratori per il progetto europeo. La CES chiede urgentemente una clausola di progresso sociale nei trattati dell’UE per sottolineare questo punto. ”
Enzo Bernardo Ufficio Internazionale Fp Cgil