24.06.2016 – Continua la protesta del personale del Comando di Verona sull’annosa vicenda che ci è nota e ci preoccupa da tempo, poiché tale condizione, si riflette negativamente sugli standard di salvaguardia e protezione che sarebbero invece necessari in un territorio fortemente antropizzato come quello veronese.
Incontrato il Prefetto ma l’obiettivo rimane quello di parlare con la politica in particolare con il Sottosegretario On. Bocci.
Il 22 giugno 2016 si è tenuta la riunione
del Consiglio d’Amministrazione del Fondo Perseo Sirio. Dalla relazione del Presidente
e dagli atti è emerso un soddisfacente
stato di buona salute del Fondo di previdenza complementare per i
lavoratori del pubblico.
Alla data della riunione gli aderenti
sfiorano i 38.000 iscritti a fronte dei 30.000 che era l’obiettivo fissato per
il proseguimento dell’attività del Fondo stesso. Ciò per le parti istitutive è
fonte di grande soddisfazione e ci dice di lavorare ulteriormente per
consolidare il Fondo Perseo Sirio.
Le adesioni sono a macchia di leopardo su tutto il territorio
nazionale, con punte massime al Nord e minime al Sud.
La distribuzione degli aderenti per comparto
conferma le precedenti rilevazioni con una prevalenza del settore della Sanità
su quello degli Enti Locali e a seguire
i Ministeri.
L’età degli iscritti Perseo Sirio è
quella tra i 45 e i 54 anni d’età, nella quale si posizionano quasi la metà
(46.65%) degli aderenti al Fondo.
Sulla gestione finanziaria, nel mese di
maggio 2016 il patrimonio in gestione è passato da
31.224.880,16 con un valore quota pari a 10,645 del 30 aprile a 33.091.672,19
con un valore quota di 10,676 del 31 maggio.
Prosegue quindi la crescita del
patrimonio.
Avendo raggiunto il numero degli
aderenti stabilito dai soggetti fondatori, si procederà entro la fine dell’anno
alla elezione della prima Assemblea dei Delegati per la parte relativa ai
rappresentanti dei lavoratori, mentre la parte datoriale designerà i propri
rappresentanti.
Commentando la notizia del voto per l’uscita del Regno Unito dall’UE, il segretario generale di UNISON, Dave Prentis, ha detto: “Il popolo ha parlato, e ha fatto una chiara richiesta per il cambiamento e per un diverso rapporto con l’Europa.
Nelle prossime settimane e mesi lavoreremo per inchiodare i sostenitori del ‘leave’ alle promesse che hanno fatto – che ci saranno più soldi per il Sistema sanitario nazionale, l’NHS, e che i nostri diritti sul lavoro rimarranno intatti.
Ma questo deve essere anche un momento per il nostro paese per guarire. In postivo, la campagna ha permesso un genuino dibattito e la discussione nelle nostre case, nei luoghi di lavoro e nelle comunità sul futuro dell’economia e il tipo di paese in cui vogliamo vivere.
In negativo, la campagna è stata caratterizzata da odio, ira e disinformazione che hanno fatto un enorme danno alla nostra democrazia e ai nostri valori.
Nelle prossime settimane e mesi, tutti i leader politici dovranno pensare a come affrontare i problemi che preoccupano di più le persone nelle nostre comunità – caduta dei redditi, lavori precari, costi insostenibili per le abitazioni e le enormi sfide per i nostri servizi pubblici, dopo più di mezzo decennio di tagli. “
https://www.unison.org.uk/news/2016/06/unison-statement-on-the-eu-referendum-result/
24 giugno 2016
‘furbetti’ gettano fango su lavoro pubblico
bene governo su responsabilità dirigente
Roma,
16 giugno 2016
“La priorità rimane avere in tempi brevi l’atto di
indirizzo sulla contrattazione perché non ci sono più ostacoli
all’apertura dei tavoli contrattuali. Il premier Renzi mostri coerenza
tra le dichiarazioni fatte e le risorse che saranno stanziate nella
prossima legge di stabilità per finanziare i contratti”. Ad affermarlo è
il segretario generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, in merito alle
decisioni assunte ieri dal Cdm.
Il governo, prosegue la
dirigente sindacale, “dà finalmente atto alle parti di aver prodotto,
con l’accordo quadro sui comparti, la riduzione da 11 a 4 dei contratti
nazionali. Lo stesso presidente Renzi si rende conto e ammette che
esiste un obbligo prescrittivo di rinnovare i contratti e che le risorse
stanziate per adesso in legge di Stabilità non sono sufficienti né sul
fronte salariale né per potenziare tutti quegli strumenti che
qualificano il lavoro pubblico, dalla formazione all’aggiornamento
professionale. Ora è tempo di ricevere l’atto di indirizzo e, per il
governo, di mostrare coerenza tra le parole e le risorse necessarie per i
rinnovi”.
Quanto invece al provvedimento sui furbetti del
cartellino, Sorrentino sostiene: “È un bene che il governo abbia preso
atto, nel provvedimento varato, che i ritardi nei provvedimenti
disciplinari siano dipesi dalla responsabilità dei dirigenti, in attesa,
per un giudizio compiuto, di legge puntualmente i testi una volta
pubblicati. La nostra organizzazione ha sempre contrastato questo
fenomeno, che getta fango sull’intero mondo dei servizi pubblici e
svilisce il valore insostituibile del lavoro pubblico. Un’azione di
contrasto che abbiamo messo in campo a partire dai luoghi di lavoro,
spesso infatti sono proprio i nostri delegati a denunciare le
irregolarità che lì avvengono”. Per la segretaria generale della Fp Cgil
“la sede giusta per affrontare tutti gli aspetti della delegiferazione
del rapporto di lavoro è quella dei rinnovi contrattuali, insieme
ovviamente al tema della valutazione, degli incrementi salariali e della
contrattazione decentrata, così come deve ritornare titolarità della
contrattazione anche il tema dell’organizzazione del lavoro, della
qualità dei servizi e dei controlli”, conclude.
Roma,
17 giugno 2016
“Siamo assolutamente d’accordo con il capo della Polizia
Gabrielli che dimostra, nel suo pensiero sul corpo, più lungimiranza
rispetto al capo stesso della Forestale”. È quanto si legge in una nota
della Fp Cgil rispetto alle parole del capo della Polizia che oggi si è
detto contrario al prospettato accorpamento della Forestale bei
Carabinieri.
“Il
nostro paese – continua – ha bisogno di un corpo di polizia ambientale,
con il portato di qualità, competenza e valore che la Forestale sa
esprimere. Un giudizio, per altro, confermato dalle procure impegnate
nel contrasto alle ecomafie, con il supporto unico e insostituibile del
Corpo Forestale. Per questo riteniamo che le autorevoli affermazioni di
Gabrielli siano tenute in debito conto e si interrompa questo scellerato
processo di forzato accorpamento. Il Paese, come le cronache quotidiane
dimostrano, ha bisogno di una polizia a tutela dell’ambiente”, conclude
la Fp Cgil.
Ogni 23 giugno si celebra la Giornata Mondiale dei Servizi Pubblici, ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 57/277 del 2003al fine “di celebrare il valore e la virtù del servizio alla comunità a livello locale, nazionale e globale, con premi da assegnare alle organizzazioni che operano nel settore pubblico per i contributi apportati alla causa di valorizzare il ruolo, il prestigio e la visibilità del servizio pubblico.”
“La celebrazione annuale del Public Service Day mette in evidenza il prezioso contributo di dipendenti pubblici e amministratori nei nostri sforzi per costruire un mondo migliore per tutti. In un momento di sfide globali complesse e interdipendenti, una governance efficace e un’amministrazione pubblica efficiente sono fondamentali per il conseguimento dei nostri obiettivi di sviluppo e potranno rivelarsi di vitale importanza anche per l’attuazione del programma di sviluppo post-2015.” ha dichiarato il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon.
La giornata del 2016 si celebrerà proprio a New York, presso la sede generale delle Nazioni Unite.
Lo slogan di quest’anno èNon lasciamo nessuno indietro attraverso un servizio pubblico innovativo (Leaving No One Behind through Public Service Delivery)
L‘EPSU organizzerà una serie di azioni contro l’accordo globale economico e commerciale (CETA) –il controverso accordo di libero scambio che è stato negoziato tra l’Unione europea e il Canada.
Le azioni si svolgeranno il 23 giugno (Public Service Day 2016) e in una settimana di azione online coordinata tra il 27 giugno e il 1 luglio, prima del Consiglio europeo del 5 luglio che dovrebbe accettare il testo definitivo del CETA.
In occasione della Giornata Mondiale dei Servizi Pubblici delle Nazioni Unite, il 23 giugno, Rosa Pavanelli, segretario generale di PSI, dice “dobbiamo garantire le multinazionali paghino la loro giusta quota di imposte e che i governi utilizzino tali entrate per guidare la crescita del settore pubblico attraverso gli investimenti in servizi pubblici, universali, di qualità”.
FEDERAZIONE REGIONALE LIGURIA AGENZIE FISCALI
Da pochi giorni è
apparso sulla sito dell’Agenzia delle Entrate un roboante Comunicato Stampa nel
quale, con toni trionfalistici, si comunicano i risultati in Liguria
dell’operazione “voluntary disclosure” che, si ricorda, non è altro che
un’ammissione di pregressa evasione.
La Direzione
Regionale Liguria, autrice del Comunicato, informa che le istanze presentate,
nella propria regione produrranno il 4,85% del gettito, sulla base di €
3.000.000.000 di attività emerse all’estero!
Da anni viene trasmesso il messaggio
che la migliore lotta all’evasione non può che essere costituita, più che
dall’intensificazione di accertamenti, verifiche ed accessi, bensì dalla
cosiddetta tax compliance, l’adesione volontaria del contribuente sulla base di
un diverso approccio con il fisco, di una maggiore responsabilità, di un
maggior senso civico e rispetto della legalità.
Ne è conferma il fatto che,
nonostante l’esponenziale aumento dei controlli e l’altrettanto esponenziale
incremento di incasso rispetto a 8/10 anni addietro, lo stesso permane ancora
intorno al 10% di ciò che la diffusa statistica indica come evaso a livello
nazionale.
Su tale principio l’Agenzia ha
investito anche ingenti somme in comunicazione veicolata con insistenza anche
su reti televisive nazionali.
Venire a conoscenza che, nonostante
ciò, oggi in Liguria emergono ben € 3.000.000.000 di attività estere, quindi
totalmente sfuggite al Fisco, può forse far gioire in funzione del presunto
gettito relativo ma, amaramente, dà per l’ennesima volta la consapevolezza di
come la lotta all’evasione abbia ancora tanta strada da percorrere.
E’ più virtuoso il Comune che
sbandiera milioni di € in contravvenzioni automobilistiche o quello che incassa
ben poco perché è riuscito ad educare i cittadini al rispetto delle regole????
Genova, 15 Dicembre 2015
Il Segretario FP
Liguria
M. Carmela Foti
Il Coordinatore regionale
Rosario Macchia
Non solo il presidio tranese non
chiuderà ma sarà anche trasferito in una sede più idonea. Fp Cgil Bat:
“Risultato raggiunto grazie al costante impegno”
Il 17 febbraio contro ogni scaramanzia, OO.SS. –
R.S.U – Agenzia delle Entrate, hanno scritto un importante pagina , che
permetterà alla città di Trani di non perdere un importante presidio di
legalità sul territorio, un servizio professionale e disponibile attento ai
bisogni dei cittadini e dei professionisti locali.
L’Amministrazione rappresentata
dal dott. Gennaro Dellisanti già
Direttore provinciale dell’Agenzia delle entrate di Barletta -Andria -Trani ,
ha esaustivamente presentato il progetto di ristrutturazione dello stabile che
attualmente ospita la Conservatoria dei registri immobiliari in via Beltrani a
Trani, alle spalle del Palazzo di Giustizia. Una ristrutturazione che verrà
fatta in tempi relativamente brevi e permetterà all’Agenzia delle Entrate di
risparmiare quasi 200 mila euro ovvero il costo d’affitto dei locali
attualmente occupati dall’Ufficio Territoriale dell’agenzia delle Entrate in
via Margherita di Borgogna.
Nessuna chiusura quindi come
qualche mese fa si paventava, nessuno spostamento di personale, questo ,
bisogna dirlo anche grazie alla grande mobilitazione delle OO.SS. in
particolare ricordiamo l’importante iniziativa tenuta nell’Ufficio di
Trani organizzata dalla Funzione
Pubblica della CGIL Bat dal suo segretario Marzano con il coordinatore nazionale
delle Agenzie Fiscali Luciano Boldorini.
La CGIL ha costantemente seguito in Direzione
Centrale l’importante vicenda, ottenendo la sospensione del provvedimento di
chiusura che poi ha permesso alla
Direzione regionale di presentare oggi il progetto di ristrutturazione che
rende fattibile l’accorpamento dei due uffici (Conservatoria e Ufficio
Territoriale delle Entate).
Un risultato reso possibile dal
lavoro in parallelo e comune delle OO.SS. dell’Agenzia delle Entarte insieme
all’Amministrazione comunale e del suo
sindaco Avv. Bottaro.
Questo significa rendere un
servizio al bene comune, questo significa qualificare il servizio pubblico.
Lettera aperta dei lavoratori al Direttore dell’Agenzia delle Entrate.
BATTAGLIE COL FISCO E IL LAVORO DEGLI ADDETTI
In merito al caso televisivo, riportato anche dalla stampa locale, relativo al lungo contenzioso di un contribuente con l’Agenzia delle Entrate di Trento, è necessario stigmatizzare il rischio di continuare ad alimentare presso l’opinione pubblica l’idea di un apparato anarchico, di un covo di funzionari animati da intenti vessatori nei confronti dei contribuenti, e ciò al di là del merito della questione specifica che occorre naturalmente consegnare alle necessarie verifiche a cura dei vertici responsabili dell’Agenzia. Non passi per difesa d’Ufficio: la questione del funzionamento e dell’autonomia del modello delle Agenzie Fiscali nel nostro Paese è all’ordine del giorno e pertanto, se da un lato è necessario individuare e denunciare ambiti di possibile deriva che norme e regolamenti possono produrre nella vita concreta delle persone, dall’altro è altrettanto urgente e necessario sottolineare come gli addetti ai servizi fiscali agiscono ed operano proprio in forza di quelle leggi e di quei regolamenti, in tal modo distinguendo ambiti di responsabilità diretta o indiretta che rischiano di essere sbrigativamente ricondotti a funzionari che svolgono invece il proprio dovere con professionalità e competenza.Il rischio di una delegittimazione generalizzata dell’operato dei funzionari del fisco e, va da sé, della stessa istituzione Agenzia delle Entrate, può comportare conseguenze gravissime, come gli episodi accaduti nel recente passato di violenze, minacce e intimidazioni nei confronti di funzionari che svolgono il proprio lavoro, o l’eclatante caso di invito a bruciargli la casa. Occorre distinguere tra la necessità di continuare a migliorare un complesso sistema fiscale che può produrre automatismi affatto scontati nella definizione di contenziosi e accertamenti, e le competenze di un settore professionale di alte specializzazioni e di rilevanti attribuzioni sempre più necessario, purtroppo, per il contrasto all’evasione fiscale nel nostro Paese, il vero bubbone di ostacolo alla crescita economica e sociale.
Trento, 26 maggio 2016
FP CGIL del Trentino
L. Diaspro
Assemblea del 17/05/2016
I lavoratori del CAM di Cagliari si sono riuniti in data odierna per discutere in merito alla nuova lavorazione “CAMBIA VERSO” assegnata ai CAM di Cagliari, Pescara e Venezia (comunicazioni previste dall’art. 1 comma 634 della L. 190/2014) e hanno approvato con larga maggioranza il presente documento, associandosi a quanto esposto dai colleghi del CAM di Pescara nell’assemblea del 22/04/2016.
Continua a leggere il comunicato nel PDF allegato…
Mobilità, Orari, Voluntary disclosure,
Responsabile del procedimento
Nessuna risposta
Nonostante le nostre
numerose richieste di incontro su argomenti prioritari per i lavoratori
(mobilità regionale, orario, chiusura di uffici territoriali, problematiche
connesse all’accorpamento Entrate/Territorio, definizione di Responsabile
del procedimento, trattamento istanze di Voluntary disclosure), la
DRER ci convoca dopo molti rinvii soltanto con l’intento di ripristinare un
vecchio meccanismo: l’apprezzamento della qualità individuale.
Un incontro, quello del
28 aprile, che si è risolto in una semplice illustrazione dei progetti che
l’amministrazione intenderebbe avviare nell’immediato futuro.
Proviamo a dare conto in
sintesi dell’andamento dell’incontro, anticipando da subito la nostra delusione
e il giudizio complessivo negativo.
La richiesta di una
soluzione definitiva ed uniforme per tutte le strutture al problema
dell’individuazione del responsabile del procedimento è stata
rapidamente accantonata dal Direttore Regionale, che, anzi, ha esortato i
presenti “a non affrontare con immaturità la questione” (… !?!). In
attesa di un pronunciamento da parte degli organi di vertice dell’Agenzia delle
Entrate, il Direttore ha riferito di voler lasciare libertà d’azione ai singoli
Direttori Provinciali. Abbiamo qualche perplessità in merito. Ci chiediamo,
infatti, in che modo questi potranno disattendere la recente direttiva dello
stesso Direttore regionale, che individua il responsabile del procedimento nel
funzionario che cura l’istruttoria della pratica.
Il tema è davvero rilevante; sono comprese quasi
tutte le attività svolte negli uffici e si intreccia con la delega di firma attribuita
dai dirigenti, in relazione al valore della pratica, a capi team, capi area,
capi ufficio fino ai funzionari di terza e persino di seconda area (ai
dipendenti che non svolgono funzioni di coordinamento, come è noto, non viene
riconosciuto alcun compenso). La questione è di tale rilievo che abbiamo
ritenuto utile coinvolgere anche il nostro coordinatore nazionale, il quale ha
già richiesto un incontro l’11 marzo scorso.
Per quanto concerne la mobilità
regionale, dopo aver verificato gli esiti della procedura avviata lo scorso
anno e il numero delle richieste non accolte, in considerazione dell’esiguo
numero di colleghi che ne sarebbero interessati e alla luce dell’opportunità
rappresentata dall’imminente assunzione di 110 funzionari (potrebbero salire a
140 se venissero assunti anche gli idonei), abbiamo richiesto lo scorrimento
completo della graduatoria 2015 e l’apertura di una nuova procedura di
mobilità. L’amministrazione si è opposta alla nostra richiesta ed ha
prospettato un’ipotesi di mobilità regionale con un numero di posti disponibili
pari al 30% dei nuovi assunti assegnati a ciascuna struttura, con
l’eliminazione del vincolo dell’irrinunciabilità: a nostro parere, si tratta di
un numero del tutto insufficiente a garantire l’accoglimento delle domande
rimaste pendenti e assolutamente non adeguato alla realtà operativa e
funzionale delle strutture.
Anche con riguardo alle lavorazioni delle
istanze di Voluntary Disclosure la discussione è stata rinviata ed
agganciata al monitoraggio del 31 maggio. In considerazione dell’elevato
numero di istanze (a quelle di competenza si sono aggiunte quelle ricevute dal
Centro Operativo di Pescara smistate tra gli uffici della regione), avremmo
voluto avviare subito il confronto per avere contezza dei carichi di lavoro e
valutare l’impatto sui lavoratori, molti dei quali non hanno ricevuto alcuna
formazione specifica, essenziale per svolgere al meglio questa attività.
Durante la riunione sono state consegnate alle
OO.SS. le Linee guida sui nuovi orari di servizio e di lavoro che
la DR vorrebbe attuare con un primo step entro il prossimo mese di giugno, che
modificano in peggio gli accordi in vigore. Non condividiamo il metodo prima
che il merito. Riteniamo che l’impianto della disciplina in essere vada
confermato perché ha mostrato nel corso di questi anni la sua validità e la sua
utilità per il personale e per l’operatività delle strutture. Anzi, a nostro
giudizio, deve essere garantita in tutte le articolazioni territoriali la più
ampia flessibilità, quando non in conflitto con le esigenze di servizio, e deve
essere riconosciuto ad ogni lavoratore il diritto ad uno dei profili orari
contemplati dagli accordi.
Sulla chiusura di altri Uffici Territoriali, abbiamo rappresentato
a più riprese la nostra netta, convinta e totale contrarietà all’arretramento
delle istituzioni, per le ripercussioni negative che hanno in termini di
presidio del territorio, di affermazione della legalità e di servizi resi ai
cittadini: la nostra posizione è sempre questa ed anche a livello nazionale, nel
corso dell’incontro svoltosi in contemporanea con il nostro, abbiamo contestato
le scelte dell’amministrazione. Ricordiamo che l’Agenzia, col protocollo
d’intesa dello scorso ottobre si era impegnata a sospendere la chiusura degli
uffici in vista di una sua completa riorganizzazione, riservandosi di rivedere
ed approfondire il programma relativo al D.Lgs. n. 66/2014 (fitti passivi) e la
conseguente chiusura degli uffici.
Infine, la questione del merito e del
riconoscimento della qualità della prestazione lavorativa del singolo
dipendente. Da diversi anni la nostra Direzione Regionale sembra non aver
altro obiettivo se non quello di ripristinare un vecchio meccanismo:
l’apprezzamento della qualità individuale. La discussione ha impegnato quasi
l’intera giornata, a riprova dell’importanza che il tema riveste per il nostro
direttore regionale, fino all’abbandono del tavolo da parte sua una volta
chiaro che la proposta non era da noi condivisa.
Anche se in periodi passati questo argomento è
stato oggetto di confronto, non possiamo dimenticare come dal 2006 a oggi siano
fortemente peggiorate le condizioni dei lavoratori pubblici (riforma Brunetta,
contratto bloccato da 7 anni) e non possiamo non tener conto di una dirigenza
che si è mostrata incapace di gestire al meglio questo strumento. Il testo
muove da un elaborato dell’Osservatorio congiunto istituito in Emilia Romagna
oltre dieci anni fa e si fonda sull’osservazione diretta di atti e
comportamenti da parte del dirigente. Ci siamo espressi più e più volte sull’argomento:
non possiamo che ribadire il nostro rifiuto categorico alla proposta perché
priva a monte di un sistema di valutazione formalizzato e rigoroso nella scelta
del metodo utilizzato, valido per l’Agenzia delle Entrate sull’intero
territorio nazionale.
La
nostra non è certo una contrarietà di principio: sulla materia si esprimeranno
compiutamente i nuovi contratti e i decreti in via di approvazione. Non
avvertiamo alcuna necessità di precorrere i tempi a livello regionale e ci
auguriamo che anche le altre OO.SS. cambino idea al riguardo, impedendo il
tentativo in atto da tempo da parte dell’amministrazione di imporre un sistema
che di oggettivo, trasparente e universale ha ben poco. Ad oggi, se i tentativi
della Direzione Regionale non sono andati in porto è grazie alla ferma
opposizione della CGIL consapevole che un accordo in Emilia potrebbe
condizionare pesantemente le relazioni sindacali negli altri territori e a
livello nazionale.
Bologna, 13 maggio 2016
FP CGIL-Coord. Regionale
Agenzia delle Entrate
Emilia Romagna