ALES S.p.a., ovvero: Solo precariato aggiuntivo?
Ci è pervenuta una nota unitaria delle federazioni dei metalmeccanici CGIL, CISL e UIL, relativa alla misera vicenda che si sta consumando sulla pelle di 300 lavoratori cassaintegrati ex LSU di cui, con grande compiacimento e in pompa magna, ci era stato annunciato l’assorbimento nella ALES. Peccato che tale assorbimento venga attuato solo a tempo determinato, per la durata dei progetti a cui questi lavoratori sono applicati. Quindi 12 mesi e sul futuro nessun impegno preciso. Questo a seguito di un parere RGS, l’ennesimo a dimostrazione di chi realmente comanda al MIBAC. Pareri che il MEF sforna a richiesta e guarda caso sempre nella direzione opposta agli interessi dei lavoratori e del MIBAC stesso, come nel caso della mobilità dei lavoratori ex ETI cui la sosta stagionale viene improvvisamente assimilata al part-time.
Noi abbiamo sempre ritenuto che la soluzione per questi lavoratori sia la stabilizzazione occupazionale e questa soluzione invece riproduce una sacca di precariato di ritorno ingiustificabile sotto tutti i punti di vista. Inoltre l’Amministrazione nella riunione plenaria aveva demandato la regolamentazione del rapporto di lavoro all’autonomia del tavolo ALES Federazioni delle categorie interessate, salvo poi esercitare un diritto di decidere con atto esterno.
Noi pertanto esprimiamo piena solidarietà fattiva ai lavoratori ex LSU, chiediamo con forza che vengano individuate soluzioni stabili e durature dal punto di vista delle certezze occupazionali e riteniamo che ALES sia autonomamente in grado di fornirle.
E, per quello che riguarda il ruolo e la funzione di ALES, riteniamo pure di rilevare come questa vicenda proponga profondi interrogativi su ruolo, funzioni e funzionalità di una società privata gestita direttamente dall’Amministrazione e però fuori da controlli e procedure ordinarie vigenti nella P.A..
Roma, 4 luglio 2011
FP CGIL MIBAC
Claudio Meloni
Ci vengono richieste spiegazioni sul ritardo nell’emanazione dei decreti di inquadramento per le riqualificazioni nelle posizioni C1 e B1. Non c’è nessun problema. Il Governo, come è prassi, ha autorizzato a fine 2007 573 assunzioni per l’Amm.ne Civile dell’Interno, somma che come è noto comprende anche i passaggi DI AREA, ed avendo autorizzato – insieme ad alcune decine di assunzioni esterne – qualche posto in meno per i passaggi di area necessari, si è dovuto chiedere la rettifica, come lo stesso decreto prevede (riconoscendo la facoltà alle amministrazioni di chiedere una modifica all’autorizzazione concessa).
Quindi si attende la risposta del Governo, che in questi casi è atto dovuto, per poter correttamente emanare i decreti di inquadramento.
Quanto sta emergendo in Lombardia, a Milano, a Brescia dalle rivelazioni della Direzione antimafia, evidenzia quello che stiamo denunciando da anni e che abbiamo ribadito pochi giorni fa a Caserta nella tavola rotonda “Legalità Serve come il pane”: la criminalità organizzata, le varie mafie che operano nel nostro paese non sono circoscrivibili al Mezzogiorno. Il cancro si espande ed è in grado di impadronirsi di qualsiasi territorio se non c’è la percezione di che cosa si cela dietro ogni affare. Appalti, forniture, incarichi; rovistare in tutti i settori ed in tutte le direzioni e non cedere di un millimetro alla indispensabile legalità nelle gare e nei controlli, espellendo il male appena lo vedi, non strizzandogli l’occhio perchè porta denaro. E’ solo sviluppo fittizio, perchè un minuto dopo la criminalità fagocita tutto, come un’idrovora insaziabile.
La società reagisca subito, le istituzioni si ergano a baluardo della legalità e facciano fronte comune al malaffare agendo in modo trasparente ed autorevole di fronte all’aggressione criminale.
Le mafie non sono identificabili dal dialetto o dalle pistole in pugno, non sono un cast di un film: sanno come muoversi per fare soldi nel più breve tempo ed in modo più parassitario possibile. E se serve parlano inglese o “colombiano” perchè “hanno studiato” e quando ti stringono la mano in realtà hanno in mente il tuo collo e già pensano a come e quando strozzarti.
Roma, 17 marzo 2009
Le scriventi OO.SS. denunciano i forti elementi di criticità che vengono dall’attivazione del processo di riorganizzazione degli Uffici dell’Agenzia delle Entrate senza che sia stato definito un percorso contrattuale che possa dare le necessarie garanzie al personale in materia di sede di lavoro, organizzazione degli Uffici, difesa delle professionalità, criteri di conferimento degli incarichi e posizioni organizzative.
FP CGIL CISL FP UIL PA CONFSAL/SALFi RDB/CUB/PI
SEGRETERIE NAZIONALI AGENZIE FISCALI
Roma, 17 aprile 2009
Al Direttore dell’Agenzia delle Entrate
dott. Attilio Befera
e p.c. Al Ministro dell’Economa e delle Finanze
On.le Giulio Tremonti
Le scriventi OO.SS. denunciano i forti elementi di criticità che vengono dall’attivazione del processo di riorganizzazione degli Uffici dell’Agenzia delle Entrate senza che sia stato definito un percorso contrattuale che possa dare le necessarie garanzie al personale in materia di sede di lavoro, organizzazione degli Uffici, difesa delle professionalità, criteri di conferimento degli incarichi e posizioni organizzative.
Un modello organizzativo che, come abbiamo avuto modo di rilevare più volte, presenta numerose criticità anche perché attuato in “progress”, con le attuali strutture e dislocazione del personale, nel pieno dello svolgimento delle attività istituzionali, che non si possono e debbono fermare.
Nonostante le diverse prese di posizione di tutte le OO.SS. , e la richiesta di sospendere ogni iniziativa, in mancanza di un accordo quadro sulle regole, l’Agenzia ha comunque inteso procedere unilateralmente, attivando dal 6 aprile alcune Direzioni Provinciali e programmando per i prossimi giorni l’entrata in funzione di ulteriori Direzioni.
La strada da seguire per noi, invece, è assolutamente diversa da quella perseguita dall’Agenzia.
Bisogna ricercare con convinzione percorsi condivisi, che pur nella distinzione dei ruoli e della diversa valutazione sugli effetti della riorganizzazione, garantiscano, con un accordo quadro nazionale, regole certe, trasparenti, di gestione del rapporto di lavoro.
Che contribuiscano a rendere disponibili, in tempi brevi, le risorse destinate alla costituzione del Fondo di produttività anni 2008 e 2009, perchè non è pensabile alcuna riforma a costo zero, o peggio in perdita per i lavoratori.
È necessario, a nostro parere, quindi, sospendere il processo di attivazione unilaterale delle Direzioni provinciali ed aprire un negoziato serrato in cui si affrontino complessivamente le questioni aperte, senza compartimenti stagni , ma discutendo di piani aziendali, organizzazione del lavoro, sistema incentivante e risorse destinate alla produttività, processi di riorganizzazione e sviluppo professionale.
Altro che andare avanti contro il personale e le OO.SS.
Nel reiterare, quindi, la richiesta di sospensione delle procedure di attivazione, chiediamo, una urgente convocazione per affrontare le diverse questioni segnalate.
FP CGIL CISL FP UIL PA CONFSAL/SALFi RDB/CUB/PI
Serio Silveri Cefalo Callipo Vendetti
La vicenda di Pino Masciari, testimone di giustizia contro la ‘ndrangheta, ieri in sciopero della fame e della sete davanti al Quirinale come atto di estrema protesta, in conseguenza del venir meno di ogni misura di protezione per sé e la sua famiglia, si è per fortuna conclusa felicemente, grazie all’autorevole intervento del Presidente della Repubblica, al termine di una giornata convulsa e difficile, ed a fronte della ferrea volontà di Pino di portare sino alle estreme conseguenze il suo gesto.
La FP CGIL, nell’esprimere profonda soddisfazione per l’esito di questa vicenda, rinnova la propria solidarietà a Pino ed a tutti coloro che, con pesantissimi costi personali e familiari, difendono la legalità democratica, denunciando mafia e malaffare, e ringrazia il Presidente Napolitano per la sensibilità dimostrata su un tema così delicato.
Allo stesso tempo la FP CGIL non può che rilevare come il diritto alla protezione delle persone che difendono lo Stato e la legalità, non possa essere ridotto, come invece traspare dalle dichiarazioni del Sottosegretario Mantovano sulla vicenda Masciari, ad un mero contenzioso burocratico dai caratteri esclusivamente risarcitori. Il diritto alla protezione implica il diritto al ripristino di una condizione di normalità, di libertà e di dignità dei testimoni di giustizia, condizione che va garantita dallo Stato senza obbligare questi cittadini a ricorrere a gesti estremi, clamorosi quanto controproducenti per l’immagine delle Istituzioni. Su questa e su altre vicende la FP CGIL continuerà a vigilare, nel pieno sostegno ai principi della legalità ed alle regole della civile e democratica convivenza, auspicando una rapida e felice conclusione della dolorosa quanto appassionante vicenda di Pino Masciari e della sua famiglia.
Roma, 13 maggio 2009
Come e quando usciremo fuori da questa crisi del capitalismo, la più grave degli ultimi settant’anni, nessuno ancora lo sa, meno che mai in Italia visto che il nostro Governo in attesa che tutto finisca, non si impegna più di tanto sul come uscirne con più opportunità per il nostro Paese.
Non si può immaginare di trovarsi, nel prossimo futuro, fuori da un’economia di libero mercato, ma che almeno non siano sempre i cittadini a pagare quando la crisi arriva e chi la determina resta sostanzialmente impunito.
I banchieri italiani e gli industriali dovrebbero compiere una rivoluzione prima che economica culturale: rischiare con capitali propri e nello stesso tempo assumersi responsabilità sociali.
Il governo dovrebbe aiutare questo processo con riforme e regolamenti ad hoc.
Può farlo questo Governo? Può garantire un minimo sociale a tutti i cittadini? La risposta è no! Mentre anche gli stati uniti d’America con Obama si convertono, a fronte del cambiamento climatico, ad un futuro basato sulla sostenibilità ambientale il nostro Governo, non tiene in nessun conto la tutela dell’ambiente e la ricerca e lo sviluppo di energie sostenibili e lo stesso Governo che tra l’altro miscela sicurezza e crisi economica per violare i diritti umani.
E’ opportuno aprire con questo Governo un confronto che porti alla riforma del mercato del lavoro e delle tutele sociali per tutti lavoratori, disoccupati e pensionati?
Sono convinto che l’obiettivo del Governo sarebbe non di estendere a tutti ma di sottrarre e ridurre diritti a chi già le ha.
Quali sarebbero gli interlocutori?
Brunetta che ripubblicizza i contratti del pubblico impiego e sospende le RSU?
Sacconi che con il suo libro bianco privatizza i servizi pubblici e in particolare togli ai cittadini il diritto allo studio e alla salute?
Tremonti convertito all’intervento pubblico, dalla crisi, dopo aver teorizzato e praticato, nel precedente Governo delle destre, la sua economia fantasiosa e cartacea, parente stretta dei titoli tossici, solo perché così paghiamo tutti?
Il leghista Bossi che sta scaricando su tutto il Paese, una riforma fiscale senza ne testa né coda?
Il buon Berlusconi (per chi immagina una vita facile come velina o deputata) che non vuole nè vincoli legali nè morali?
Quale opposizione sosterrebbe un processo così importante d’estensione dei diritti a tutti? Solo un’opposizione di sinistra che mette al centro del suo agire culturale, politico e sociale il mondo del lavoro.
Il contratto unico diventerebbe l’atto attraverso il quale non saremmo più tutti uguali rispetto ai diritti del lavoro, ne saremmo uguali rispetto alle retribuzioni.
L’Art.18 della legge 300 sarebbe tra i primi diritti ad essere sacrificato sull’altare di una politica dello scambio, visto il dibattito attuale e le disponibilità in campo che si leggono tra le righe.
Tutti riconoscono dalla Banca D’Italia al Presidente della Repubblica che, spesso ricorda al Paese, come la coesione sociale sia, oggi, la priorità dalla quale partire per modificare profondamente il mercato del lavoro e la qualità del lavoro, se così è, ciò non può presupporre uno scambio tra lavoro e pensioni, come pretende Confindustria.
Nessuno scambio e proponibile tra contratto unico e diritti.
Nel pubblico impiego il contratto della Sanità e degli Enti Locali sono stati firmati entrambi anche della Fp Cgil.
Una novità politicamente rilevante, dopo la firma separata dei contratti dei Ministeri e delle Funzioni Centrali, ciò dimostra che quando il contenzioso è il merito e non ideologie preconcette contro di noi la Cgil sa assumersi le sue responsabilità.
Non vi è dubbio, però, che una stagione contrattuale è finita.
La contrattazione che si è svolta per il contratto degli Enti locali ha evidenziato tutti i suoi limiti ed alcune novità.
Il biennio economico 2008/09 e stato sottoscritto con ritardo.
Il contratto economico-normativo 2006/2009, come altri, si è chiuso senza la possibilità di poter discutere la parte normativa e meno che mai di qualità dei servizi e del lavoro, al di là della becera propaganda del Ministro Brunetta.
Durante il confronto l’intrusione del Governo e la pressione esercitata dallo stesso sull’Agenzia dell’Aran ha messo in serio rischio la sottoscrizione della pre-intesa.
Il ruolo svolto da, Regioni Province e Comuni, è d’annoverare tra le novità positive del confronto unitamente alla tenuta delle Organizzazioni Sindacali.
Senza dimenticare che la pre-intesa firmata sarà sottoposta alla consultazione certificata dei lavoratori.
Il decreto attuativo della legge 15 aggrava il quadro di riferimento, non affronta i limiti ed il loro superamento, fino ad annullare la contrattazione e la rappresentanza dei lavoratori.
Non siamo di fronte ad una contrattazione riformata, ma al suo annullamento.
Il nostro primo compito è di combattere quel decreto attraverso l’unità con Cisl e Uil e l’alleanza con gli Enti Locali, che, come noi, hanno tutto l’interesse di fornire servizi ai cittadini, con i quali dobbiamo sviluppare un patto per avere servizi di qualità, aumentando la produttività e la professionalità dei lavoratori pubblici.
Così come abbiamo scritto e sottoscritto con il precedente Governo, Regioni, Province e Comuni nel Memorandum, troppo presto dimenticato da tutti, forse, anche da noi.
Per annullare gli effetti della legge 15 e il suo decreto attuativo, non c’è dubbio che dobbiamo interloquire con la politica e le istituzioni, per chiedere l’annullamento di quella legge anche attraverso un referendum se vogliamo salvaguardare la contrattazione.
Abbiamo bisogno, da subito, soprattutto della mobilitazione dei lavoratori e cittadini per renderli protagonisti di una stagione che ponga al paese di affrontare, sia scelte difficili sia per proporre una visione della società e del mondo del lavoro che dia futuro ai lavoratori, giovani, donne, precari, disoccupati, migranti che sono il nerbo della società d’oggi e di domani.
Roma, 8 Giugno 2009
Da qualche giorno a Roma nell’area del cantiere di fronte al Ministero dell’Ambiente in via Capitan Bavastro sono comparse alcune baracche che a poco a poco si sono popolate di persone: sono giovani poco più che adolescenti fuggiti dall’Afghanistan dove la violenza e la guerra “umanitaria” mietono vittime innocenti ogni giorno, costringendo questi giovani afgani a cercare nella fuga e nella richiesta di asilo politico al nostro Paese, e ad altri Paesi della comunità europea, una possibilità di sopravvivenza.
Per molti di loro l’unico rifugio sono baracche precarie e malsane nella quali la mancanza totale di servizi igienici ha conseguenze facilmente immaginabili sul piano della salute individuale e collettiva. Queste persone non solo non possono usufruire di un livello accettabile di accoglienza ma vengono anche puniti per il fatto di trovarsi, senza colpa, in condizioni difficili.
Non è un fenomeno dell’ultima ora, le precarie condizioni di alloggio ed igienico sanitarie sono note da tempo a chi nella città di Roma continua ad affrontare questo problema in termini di ordine pubblico e di decoro urbano. Lo sgombero puro e semplice non può essere una soluzione all’altezza della civiltà e della tradizione di Roma, devono essere trovate soluzioni di accoglienza sostenibili
Si tratta di una questione di civiltà, ed è bene ribadirlo, la civiltà di una città si misura anche dalla capacità di accoglienza verso le persone più deboli e vulnerabili, a maggior ragione quando esse sono portatrici di diritti riconosciuti dalle Convenzioni internazionali e dalla costituzione italiana come nel caso dei rifugiati e dei richiedenti asilo.
Sosteniamo l’attività di Medici per i diritti umani che hanno promosso un presidio sanitario sul posto e i lavoratori del ministero dell’Ambiente che stanno dando vita ad iniziative di solidarietà.
Al Sindaco di Roma, all’Assessore competente chiediamo un intervento immediato per garantire a questi giovani rifugiati, alcuni poco più che bambini, un’accoglienza dignitosa e rispettosa dei loro diritti di essere umani.
Roma, 29 ottobre 2009
Il grande successo della giornata di lotta delle lavoratrici e dei lavoratori dei settori pubblici indetta dalla FP CGIL, ci incoraggia a proseguire nel percorso di mobilitazione intrapreso per contrastare l’accordo sul protocollo Brunetta.
Più di 70.000 persone hanno partecipato alle manifestazioni, le piazze a Roma e a Firenze non erano abbastanza grandi per accogliere tutti, a Perugia era gremita, ad Ancona c’è stata la manifestazione di dipendenti pubblici più grande che si ricordi in quella città.
A fronte della reticenza inusitata e sospetta nel dare i dati di partecipazione allo sciopero da parte delle Amministrazioni, a noi risulta una percentuale di adesione media, nelle quattro regioni coinvolte nello sciopero odierno, pari al 50% nelle Funzioni centrali (ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici), e oltre il 30% negli Enti Locali e nella Sanità, dove, a fronte delle carenze di organico, il rispetto dei contingenti per i servizi essenziali pesa molto di più .
La partecipazione allo sciopero quindi è stata superiore sia al numero degli iscritti alla nostra organizzazione, sia ai risultati ottenuti nelle elezioni delle RSU.
Roma, 3 novembre 2008
Al Direttore dell’Agenzia delle Entrate
dott. Attilio BEFERA
Al Direttore Centrale del Personale
Dott. Girolamo Pastorello
Atto di diffida
La scrivente O.S., preso atto che con nota del 20 febbraio u.s, la Direzione Centrale del Personale ha convocato ai sensi degli art 9 comma 1, art. 4 c. 3 l. A, e art.6 del CCNL 2006/2009 le OO.SS firmatarie del CCNL 2006/2009, con all’ordine del giorno:
– i riflessi sul personale del riassetto degli uffici dell’Agenzia delle Entrate;
– l’individuazione delle posizioni organizzative funzionali al nuovo modello organizzativo degli uffici dell’Agenzia, ai sensi degli articoli 17 e 18 del CCNI 2002/2005
CONSIDERATO
– che da detta convocazione è stata esclusa la CGIL FP, firmataria del citato CCNL e organizzazione maggiormente rappresentativa, motivando tale esclusione con la mancata firma, da parte della CGIL FP , del CCNL biennio economico 2008/2009.
– che il biennio economico2008/2009 è parte integrante del CCNL 2006/2009, e non può essere considerato separato dal quadriennio normativo, anche in considerazione del fatto che l’accordo in questione non ha innovato alcunché e non ha destinato risorse alla contrattazione integrativa.
Ritenendo tale atto, unilaterale, discriminatorio e lesivo dei diritti della CGIL FP.
DIFFIDA
il Direttore Generale dell’Agenzia delle Entrate dal convocare la riunione in oggetto senza la presenza della CGIL FP, con avvertenza che in difetto provvederà alla tutela dei propri diritti anche in sede giurisdizionale.
Segretario Nazionale FP CGIL
Alfredo Garzi
Roma, 23 febbraio 2009
AGENZIA DELLE DOGANE
In data 16.03.2009 si è tenuta la riunione tra le OO.SS. nazionali ed il Direttore dell’Area P.O. dell’Agenzia delle Dogane.
Nel corso della riunione l’Amministrazione ha presentato una proposta di Accordo riguardante i compensi da attribuire alle posizioni di responsabilità (Capi Area, Capi Uffici Staff, ecc..).
Come CGIL/FP abbiamo ritenuto tale proposta da integrare in quanto non pesa le diverse Aree e le diversificazioni di responsabilità e carichi di lavoro delle stesse.
Inoltre abbiamo fatto presente, unitamente alle altre OO.SS., che tale discussione sarebbe dovuta essere preceduta dalla individuazione delle posizioni organizzative come previsto dall’art. 21 del Contratto Integrativo.
Purtroppo prendiamo atto che, malgrado i continui solleciti fatti dalla nostra O.S., molte delle questioni collegate all’applicazione del Contratto Integrativo (confine, disagiata, indennità di responsabilità, ecc…) sono ancora da risolvere e pertanto invitiamo l’Amministrazione a mettere in campo tutte le iniziative previste per iniziare la discussione su tali istituti contrattuali di cui molte lavoratrici e lavoratori dell’Agenzia delle Dogane attendono l’applicazione.
Nel corso della riunione inoltre, in riferimento alla declaratoria dei profili professionali presentata dall’Amministrazione, come CGIL/FP abbiamo espresso la nostra condivisione rispetto ad una semplificazione dei precedenti profili, lasciando comunque aperta la discussione e la valutazione su alcuni profili e mansioni specifiche che sono stati posti sul tavolo contrattuale.
Premesso quanto sopra, viste le osservazioni fatte dalle OO.SS., l’Amministrazione ha deciso di rivedere l’argomento aggiornando la discussione alla prossima riunione che si terrà il 26 Marzo p.v..
Roma, 18.03.2009
Il Coordinatore Nazionale CGIL/FP Il Coordinatore Nazionale CGIL/FP
Agenzie Fiscali Agenzia delle Dogane
G. SERIO G. PASTORINO
FP CGIL UIL PA CONFSAL/SALFi FLP
SEGRETERIE NAZIONALI AGENZIE FISCALI
VERTENZA COMMA 165
Per il ripristino INTEGRALE delle risorse tagliate per il 2008 ed il superamento dei ritardi nell’accreditamento delle risorse derivanti dalla lotta all’evasione fiscale
Il nostro comune obiettivo è quello di ottenere il ripristino integrale delle risorse per l’anno 2008, tagliate dal DL 112, e, contestualmente, per il 2009, il superamento dell’odioso meccanismo del comma 165 che ha impedito, sino ad oggi, l’accreditamento nei tempi giusti, correlati alle prestazioni lavorative effettuate.
Anche per tale annualità le somme non possono essere in alcun modo inferiori a quelle stanziate per l’anno 2007.
Per quanto sopra, chiediamo quindi che il DPCM emanato nel corrente mese non contenga alcuna decurtazione e che le somme vengano individuate ed assegnate alle varie Amministrazioni entro fine mese.
Ulteriormente, per il 2009, rivendichiamo l’emanazione di un Decreto che, sganciato dai vecchi meccanismi, riconosca ai colleghi le somme spettanti a titolo di produttività sulla base delle attività svolte nell’anno 2008, anche qui senza alcuna decurtazione.
Ciò premesso, la strategia non può prevedere nessuna richiesta di incontro con i Direttori delle Agenzie Fiscali, al fine di “verificare le tipologie delle voci” e “conoscere i criteri di quantificazione delle risorse”, come improvvidamente richiesto da altra Organizzazione Sindacale, che scientemente e liberamente ha deciso di percorrere altre strade.
Le rivendicazioni di cui sopra, quindi, non ammettono compromessi al ribasso né richieste di confronti mirati ad individuare l’entità delle somme accettando, quindi, esplicitamente i tagli contenuti nel DPCM.
Per quanto sopra, e visto lo stato della vertenza e le assemblee unitarie centrali e periferiche programmate in vista della manifestazione del giorno 14 luglio, invitiamo il nostro gruppo dirigente a chiarire ai lavoratori l’esatta portata delle nostre rivendicazioni al fine di evitare confusioni sui reali obiettivi della mobilitazione.
Roma,9 luglio 2009
FP CGIL UIL PA CONFSAL/SALFi FLP
Serio Cefalo Callipo Sperandini
RIQUALIFICAZIONE DEL PERSONALE