Nota unitaria al Sottosegretario Migliore

Signor Sottosegretario,

 

lo scorso 10 maggio durante la riunione
tenutasi al Ministero si era impegnato a convocarci entro 15 gg per avviare il
tavolo di confronto sulle procedure di riqualificazione.

 

        
Il
termine è trascorso e non abbiamo ricevuto alcuna convocazione.

 

        
Se, come
Lei ha annunciato, le procedure dovranno partire entro l’estate non è più
differibile l’avvio della trattativa, vista anche la necessità di affrontare le
questioni su più tavoli in modo da coinvolgere tutte le figure professionali.

 

        
Attendiamo
un riscontro in tempi brevissimi riservandoci di proseguire la mobilitazione in
caso di mancate risposte.

 

 

Roma, 27 maggio 2016

 

 

 

 
    FPCGIL                     CISL
FP                          UILPA

      
Chiaramonte               Bonomo                         Colombi

 

Contratti: sindacati, sciopero igiene ambientale 30 maggio, in vista nuove astensioni

Roma,
18 maggio 2016

Continua e si intensifica la mobilitazione dei
lavoratori del settore dell’igiene ambientale. In tutti i territori si
stanno tenendo assemblee molto partecipate, in vista dello sciopero
nazionale in programma lunedì 30 maggio. “Aumenta così la pressione
delle lavoratrici e dei lavoratori del settore, pronti a dare continuità
alla mobilitazione attraverso ulteriori due giornate di sciopero, dopo
quello del 30 maggio, da tenersi entro l’estate”, fanno sapere Fp-Cgil,
Fit-Cisl, UilTrasporti e Fiadel.

Intanto lunedì 30 maggio si
terrà lo sciopero nazionale di 24 ore di tutto il settore dell’igiene
ambientale, indetto da Fp-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti e Fiadel,
accompagnato da presidi davanti a comuni e aziende interessate.  Circa
100 mila operatori, tra pubblico e privato, sono in attesa del rinnovo
del contratto collettivo nazionale, scaduto il 31 dicembre 2013. Le
trattative per il rinnovo del contratto nazionale si sono interrotte per
il rifiuto delle due associazioni datoriali di valorizzare il nuovo
contratto collettivo nazionale sul piano dei diritti e delle tutele.
Fise/Assoambiente e Utilitalia, le controparti, propongono “norme
contrattuali fortemente peggiorative con lo scopo di ottenere risparmi
solo sulle spalle dei lavoratori”.

I sindacati precisano che
“faremmo a meno di dare fastidio ai cittadini ma questo sciopero è anche
per loro: per migliorare il servizio reso e per provare a ridurne i
costi complessivi”. Per respingere il disegno della controparte, le
lavoratrici e i lavoratori del settore aumentano la pressione in vista
dello sciopero del 30 maggio mettendo in calendario ulteriori due
giornate di sciopero, “con l’obiettivo di arrivare ad un rinnovo del
contratto che garantisca diritti e tutele e che sia strumento per
migliore i servizi ai cittadini”.

 

 

Igiene Ambientale: Messaggio di solidarietà del sindacato europeo per lo sciopero del 30 maggio


Messaggio di solidarietà della FSESP
ai sindacati italiani dell’igiene ambientale in sciopero

Bruxelles, 24 maggio 2016

La FSESP sostiene lo sciopero
nazionale indetto per lunedì 30 maggio da Fp-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti e
Fiadel a difesa dei diritti e delle tutele dei lavoratori e delle lavoratrici
dell’igiene ambientale in Italia.

La FSESP è vicina ai 100 mila
lavoratori e lavoratrici delle aziende pubbliche e private del comparto che
scenderanno in piazza uniti per difendere i loro diritti e affermare che il
profitto non può essere raggiunto a scapito dei lavoratori. La FSESP sostiene
la lotta dei sindacati italiani per salari più equi, migliori condizioni di
salute e sicurezza sul lavoro e servizi di qualità.

In questo momento difficile per
il settore dell’igiene ambientale italiano, la FSESP è al fianco dei sindacati
nella loro lotta per garantire un ambiente di lavoro migliore a tutti i
lavoratori e le lavoratrici del comparto.

Con i nostri più solidali
auguri,

        Jan Willem Goudriaan
Segretario generale della
FSESP

 
 

 
Volantino sciopero
 
 
 
 

CONI: Comunicato unitario rinnovo CCNL CONI – FSN 2015/17

Roma, 27 maggio 2016

Ieri, 26 maggio 2016 abbiamo incontrato la
Delegazione trattante datoriale, proseguendo

l’iter di confronto funzionale al rinnovo del CCNL
CONI -FSN 2015/17.

Abbiamo consegnato alla Delegazione e a tutte le
OO.SS. presenti al tavolo un primo

documento, con il quale si è fatto il punto,
precisando e/o contro proponendo, rispetto alle ipotesi

avanzate dall’Amministrazione nelle precedenti
sedute, un nuovo testo di ipotesi valida per il

rinnovo del CCNL, in tema di adeguamento
normativo del contratto attualmente in vigore.

In particolare:

– rispetto all’art. 26, circa le assenze per
malattia, abbiamo voluto segnalare che sussistono

casi di esclusione dell’obbligo di reperibilità
(art. 1 del DM 11 gennaio 2016);
– riguardo l’art. 36, abbiamo precisato, in tema
di congedi per i genitori, che i congedi stessi

sono estesi ad entrambi i genitori, con diritto a
percepire l’intera retribuzione fissa mensile,

nonché le quote di salario accessorio.
– abbiamo chiarito che, in caso di parto
anticipato, alla madre spetta il congedo di maternità

per l’intera durata;
– inoltre, in caso di ricovero del neonato, la
madre può chiedere la sospensione del restante

periodo ante parto non fruito o post parto
obbligatorio. Abbiamo precisato, convenendo con

l’Amministrazione che, terminato il congedo, entro
il terzo anno di vita del figlio, i genitori

si possono assentare per la malattia dello stesso
figlio. Sono state infine esplicitate le

modalità temporali per la richiesta di congedo
parentale, in vista della sua fruizione anche in

forma frazionata;
– in tema di ferie, rammentando la non
monetizzabilità delle stesse, si è chiesto che la

cessione delle ferie possa essere regolata con la
contrattazione integrativa;
– riguardo ai contratti a termine riteniamo utile
che fosse specificato come gli stessi debbano

esplicitare formalmente il loro termine, a pena di
nullità;
– sono stati infine precisati i termini
retributivi relativi ai dipendenti in part time orizzontale o

verticale, non variando nella sostanza il quadro
attuale.

Unitariamente abbiamo comunicato alla Delegazione
datoriale che intendiamo precisare e

avviare, per i dipendenti che volessero aderire, l’utilizzo
del fondo per la pensione

complementare. Abbiamo altresì comunicato come intendiamo unitariamente procedere ad

una dettagliata informazione
e comunicazione in proposito a tutti i dipendenti.

In tema di art.52, oggi rivisitato da recente normativa,
ovvero riguardo possibili

demansionamenti, a nostro avviso, si deve prevedere, pur in
presenza di modifiche

organizzative, una modalità condivisa per
individuare soluzioni che taglino la strada a

qualsiasi volontà discrezionale.

Esulando dagli argomenti inerenti il rinnovo
contrattuale, abbiamo sollecitato che si proceda

ad un ulteriore esame dello stato dell’arte sul
tema recuperi riposi compensativi, ferie etc. dentro la

Federazione Calcio.

Abbiamo anche richiesto uno specifico incontro
sulle problematiche presenti all’Istituto di

Medicina e Scienza dello Sport.

Così come abbiamo ripetutamente richiesto, che l’Amministrazione
compia uno sforzo che

consenta a tutte le lavoratrici ed i lavoratori la
possibilità di una lettura omogenea dei cedolini,

posto che non tutte le Federazioni utilizzano il
service di CONI per la redazione dei cedolini

stipendiali.

In apertura d’incontro la Delegazione datoriale ha
consegnato un documento di analisi in

tema di “Valutazione delle Prestazioni e Premi
individuale 2015” che richiederà un’accurata

riflessione.

Vogliamo infine sollecitare l’Amministrazione a
procedere all’erogazione di quanto

spettante ai dipendenti, nell’ambito dei
cosiddetti benefici assistenziali, prima di giungere al

periodo feriale estivo.
Rammentiamo che in proposito si è firmato un Accordo
il 19 aprile 2016.

Ci impegniamo ad ulteriori tempestive
informazioni.

  FP CGIL   CISL FP    UILPA   FIALP CISAL

  D. Nola     A. Bruni   P.
Liberati   D. Carola

 

Intervista al Coordinatore Regionale – #ContrattoSubito

 
 

27.05.2016 – Liguria: Intervista mandata in onda sul TG TRE Regionale 

I Vigili del Fuoco attraverso le manifestazioni e gli scioperi Regionali tutt’ora in atto, rivendicano il rinnovo del #ContrattoSubito.

Nessuna scusa per il Governo, #UniciNellaTutela il nostro slogan, come componete fondamentale della Protezione Civile per la salvaguardia e la tutela delle vite e del territorio #Insostituibili 

Guarda VIDEO: https://www.facebook.com/fpcgilvvf/videos/279877915690795/ 
Anche su Twitter: https://goo.gl/wbZHpd

 

 

Roma – Utilizzo dei Vigili del Fuoco in operazioni di Polizia.

 
 

27.05.2016 – Roma – L’utilizzo dei Vigili del Fuoco in operazioni di Polizia risulta ancora gestito con metodi approssimativi che continuiamo a non condividere.

 

 

SCA – Problematiche servizio mensa.

 
 

27.05.2016 – SCA – Comunicati unitari sulle problematiche riscontrate nell’erogazione del servizio mensa.

 

 

Sicurezza/CFS – Nota congiunta su parere CdS

Il recente parere della
Sezione Speciale del Consiglio di Stato, del 12 maggio 2016, sulla bozza di
decreto legislativo che dispone la soppressione del CFS e la militarizzazione
forzata in attuazione dell’art. 8 del Dlgs. 124 del 2015, ci ha sorpreso molto
per l’impostazione e per i contenuti.

Intanto, un’attenta (e
ripetuta) lettura del parere preoccupa per il peso dato dalla Commissione
speciale a considerazioni che – in qualche modo – travalicano le necessarie e
attese osservazioni tecniche e giuridiche.

Insomma, ci permettiamo
di osservare che sembra insolito e improprio l’entusiasmo che pervade il
giudizio complessivamente positivo sull’intero impianto del decreto, proprio se
si considera la natura di organo giurisdizionale e di alta autorità tecnica del
Consiglio.

Con qualche eccesso di
schematizzazione, vorremmo leggere e giudicare alcuni passaggi del parere
particolarmente significativi:

– intanto,  meglio sarebbe stato, quindi, non
avventurarsi sui terreni impervi del giudizio politico che provocano
affermazioni come:

…”la delega
che attiene alle Forze di polizia è inserita in una legge di più ampio respiro,
dedicata ad una profonda riforma della pubblica amministrazione, di cui la
qualità della regolazione costituisce un aspetto fondamentale per la
competitività del Paese, per l’effettività dei diritti fondamentali dei
cittadini, per l’efficienza delle pubbliche amministrazioni e per l’andamento
dei conti pubblici”…

oppure:

…”In sintesi,
l’azione riformatrice intrapresa dal legislatore delegante risulta destinata a
plasmare l’organizzazione delle Forze di polizia per conseguire la
razionalizzazione e il potenziamento dell’unitaria funzione di polizia
(mediante la cooperazione sul territorio, l’eliminazione delle duplicazioni e
la gestione associata dei servizi), realizzando anche importanti risparmi di
spesa, sia pure nel medio – lungo periodo. Alla luce di tali parametri,
pertanto, dovrà essere

condotta
l’analisi del testo”

o ancora:

…”Non vi sono,
poi, dubbi, rispetto al principio di “riorganizzazione del Corpo forestale”,
visto che la legge delega autorizza il suo eventuale assorbimento in altra
forza di polizia e tale è l’Arma dei carabinieri. Siffatta scelta appartiene
all’apprezzamento discrezionale del Governo e, nel caso specifico, risulta
pienamente condivisibile, non soltanto perché l’Arma ha sviluppato e
consolidato nel tempo competenze specialistiche in campo ambientale e
agroalimentare, ma anche perché le stazioni del Corpo forestale vanno ad
affiancarsi al già capillare reticolo dei presidi dei Carabinieri con
prevedibili riflessi postivi sulla qualità e sull’intensità del controllo del territorio”…

Il compito del Consiglio di Stato è quello
di giudicare se il decreto-legislativo in esame sia o no in grado di rispettare
la delega contenuta nel Dlgs. 124/2015, procedendo ad un riordino vero delle
forze di polizia, al rilancio dell’attività di prevenzione dell’illegalità,
anche in tema ambientale e naturalistico, e di tutela della sicurezza dei
cittadini, non certo leggere la norma con parametri altri, quali i risparmi di
spesa realizzati, tra l’altro davvero minimali. In particolare il testo
della norma pone alcune delicatissime questioni sulle quali il Consiglio
avrebbe dovuto effettuare una approfondita analisi di legittimità della norma
in rapporto all’ordinamento, garantendo così un riferimento giuridico puntuale
per Governo e Parlamento.

Invece proprio sulla
questione che tanto sta al cuore di migliaia di lavoratrici e lavoratori ma
anche, e soprattutto, di milioni di cittadini, quella della soppressione del
Corpo Forestale dello Stato e della militarizzazione forzata di 7.500
forestali, nel parere si evidenziano le incongruenze e le “stranezze” più
grandi:

A iniziare dalla
premessa, ove si afferma:

…” Preliminarmente
si osserva che la trasformazione di un corpo di polizia civile in militare
rappresenta un’inversione di tendenza rispetto alla linea seguita dal
legislatore nella riforma della Polizia di Stato (legge n. 121 del 1981), del
Corpo della Polizia penitenziaria (legge n. 395 del 1990) e per ultimo del
Corpo forestale dello Stato (legge n. 36 del 2004). Nell’arco di un
trentennio, infatti, si è passati da un concezione, radicatasi sullo scorcio
degli anni ’70, secondo cui lo status civile era funzionale al rafforzamento
dell’efficienza di un corpo di polizia, a quella più recente per la quale sono
le competenze – e non lo status – a dare la misura della professionalità.

Orbene, al mutato orientamento
sembra essersi ispirato il legislatore delegante, che nel disporre la
riorganizzazione del Corpo forestale si è preoccupato di salvaguardarne le
competenze e le funzioni senza porre vincoli all’assorbimento in altra forza di
polizia, ma anzi prescrivendo che il personale del Corpo dovesse assumere la
condizione della forza di polizia ricevente”…

Si procede ad una
azzardata analisi (sociologica, politica…?) di mutamenti intervenuti negli
ultimi anni che spingerebbero verso l’equazione ardita della
militarizzazione=efficienza e quindi paventando il fatto che le ragioni del processo
di smilitarizzazione, frutto di un vivace dibattito politico e
culturale, culminato nella legge 121/ siano in qualche modo tramontate.

Di diverso avviso risulta
essere evidentemente la Corte europea dei Diritti dell’uomo e la stessa Corte
di Giustizia che invece con una serie di sentenze hanno, soprattutto sul
versante dei diritti civili quale quello di associazione sindacale, indicato e
rafforzato un percorso diametralmente diverso a quello indicato dal Consiglio
di Stato.

Inoltre, la richiesta di non subire la
militarizzazione del proprio status (con l’assorbimento nell’arma dei
Carabinieri) viene dal CdS considerata una specie di “capriccio” non degno di
tutela giurisdizionale o costituzionale. La Commissione Speciale, infatti, così
argomenta:

– “(sent. CC. n. 422 del
1994). Si tratta di una pronuncia molto significativa, sotto il profilo
storico, da cui emerge che prima della completa smilitarizzazione del Corpo
forestale, al di là dello status formale degli appartenenti ai Corpi sopra
menzionati, il loro ordinamento, ivi compreso quello del Corpo forestale, era
qualificabile come “militare”, con la conseguenza che la distinzione
fra quest’ultimo e l’Arma si attenuava in modo molto netto; un ritorno a tale
originario status dunque, non appare eccentrico in relazione all’evoluzione
dell’ordinamento giuridico nel suo complesso”

…”Come si
vede, il personale del cui mutamento di status si sta, qui, discutendo non
appartiene a un’Amministrazione pubblica civile come tutte le altre, bensì a un
Corpo che è caratterizzato da spiccati tratti di analogia con quelli militari
(uniformi, gradi, uso delle armi, etc.). Il mutamento di status ,di
conseguenza, comporta effetti sulle situazioni soggettive assai meno intensi di
quelli che si produrrebbero per i comuni impiegati civili dello Stato.”…

La sentenza della Corte Costituzionale
citata, riferita tra l’altro alla Polizia di Stato, non afferma
affatto una sorta di assimilazione allo status militare come vorrebbe paventare
il parere del Consiglio di Stato e la tesi che 
poiché i forestali erano una volta militari (e il Consiglio di Stato
dimentica che tale status è coinciso quasi esattamente con il periodo della
dittatura fascista del Paese – dal 1926 al 1945) possono tranquillamente
tornare ad esserlo (anche se forzatamente) e la conseguente perdita di diritti
soggettivi e collettivi che si determinerebbe sarebbe “meno intensa”
considerato che già adesso in Forestale si sta in divisa, si usano le armi e i
gradi, appare francamente molto criticabile. 

Ultima punto: nel parere della Commissione
Speciale del CdS si lamenta perfino l’eccesso di “disponibilità” all’esercizio
di ogni possibile diritto di opzione dei lavoratori coinvolti e si afferma che:
…” Dalla formulazione del richiamato art. 12,
sembrerebbe che le domande di transito ad amministrazioni diverse dall’Arma
paiono possano essere soddisfatte senza limitazioni di sorta, il che induce il
dubbio della violazione dell’art. 76 Cost. per eccesso di delega.

Sul punto si invita il Governo
a valutare l’opportunità di ridurre gli spazi di flessibilità nel transito del
personale nell’Arma, in modo che siano osservati i limiti e i superiori
obiettivi fissati dal legislatore delegante e si possa meglio prevenire con
disposizioni più tassative l’eventuale contenzioso….

Una considerazione che
consideriamo davvero poco rispettosa delle lavoratrici e dei lavoratori e dei
loro diritti, in quanto chiede esplicitamente di ridurre gli spazi di transito
e quindi di converso il principio della volontarietà dell’opzione militare,
verso altra amministrazione civile.

L’unica preoccupazione che sembra angustiare gli estensori del parere
sembrerebbe consistere nella questione del giuramento. La Commissione Speciale
del CdS sostiene infatti che:

…”Come è noto, ai sensi dell’art. 621 c.m. (e
delle norme che completano, in parte qua, la disciplina di settore, in
particolare artt. 624, 851 e 853 c.m.), lo stato militare si acquista
stabilmente solo prestando giuramento all’atto di assunzione del servizio. Si
tratta di un solenne impegno morale di mantenersi fedele a tutti i doveri dello
stato militare, che per legge dev’essere assunto da chiunque entri a far parte
delle Forze Armate.

Nessuna disposizione al
riguardo si riviene nel decreto legislativo, sicché parrebbe necessaria l’introduzione
di una esplicita esclusione dell’obbligo di prestare giuramento, considerando
soddisfatto tale adempimento all’atto dell’ingresso nel Corpo forestale,
(sempre che non si opti per l’inquadramento nei ruoli del personale
Ministeriale o delle Regioni come osservato infra §6.2.).”…

In questo caso il
Consiglio è pronto a fornire la semplice soluzione:

…” Di contro
detto obbligo (di giuramento)
andrebbe previsto per il personale dei ruoli dei periti, dei revisori e degli
operatori, che, in ragione delle qualifiche rivestite e delle specifiche
attribuzioni, è da ritenere che non abbiano prestato il giuramento iniziale, al
momento dell’inserimento presso il Corpo Forestale”…

Fermandoci qui con le citazioni estratte
dal parere, che pensavamo efficaci da sole a giudicare il parere stesso,
dobbiamo fare alcune considerazioni finali:Quando parliamo di occasione mancata
dal CdS ci riferiamo innanzitutto al fatto che si sia evitato di rilevare
l’assenza di riferimenti e di indicazioni nel decreto delegato sugli obiettivi
del riordino e della riorganizzazione delle FF.PP. con eliminazione
conseguente  di sprechi e duplicazioni.
Il fatto che si sia deciso di non decidere, ad esempio e con indicazioni
operative e cogenti, sulla “madre di tutte le duplicazioni e sovrapposizioni”
fra P.S. e CC. non sembra affatto angustiare la Commissione Speciale.

La Commissione Speciale non condivide
affatto inoltre la preoccupazione nostra, di associazioni e organizzazioni
della società civile circa la facilità (e la superficialità) con cui il Governo
interviene, sopprimendo e ridimensionando, in un settore delicatissimo come
quello della tutela ambientale e della prevenzione e lotta contro i crimini
ambientali e di sofisticazione ambientale. Considera la sopravvivenza e la
qualità nello svolgimento dei compiti speciali attualmente svolti dal CFS come
automaticamente garantiti dall’assorbimento nell’Arma dei Carabinieri e lamenta
perfino il fatto che la filiera del CITES non sia stata anch’essa e per intero
assegnata alla Benemerita. Se proprio si dovevano esprimere preoccupazioni
“politiche” ci aspettavamo qualche parola del Consiglio esattamente su queste
questioni.

La facilità con cui il
Governo procede alla cancellazione di importanti amministrazioni del comparto
sicurezza non può non preoccuparci e non può non far insorgere il dubbio che
questo possa essere modello per ulteriori e future operazioni di
ristrutturazione di interi comparti.

Duole constatare come non
sia giunto riferimento, supporto o condivisione alcuna – da parte del Consiglio
di Stato – anche solo ad una delle tante e per noi corrette argomentazioni
contenute delle oltre 16 pagine elaborate dalla FP CGIL, nemmeno alla grande
preoccupazione al profilo di ancor più grave illegittimità derivante dalla
forzata e non consensuale militarizzazione, 
in particolare delle lavoratrici, destinatarie (così ci sembrava) di un
livello di tutela legale ulteriore e più profonda.

A questo punto ci
apprestiamo a confrontarci con Gruppi e Commissioni parlamentari, per tentare
una ulteriore interlocuzione per porre rimedio alle gravi insufficienze e
incongruenze del decreto.

Pensiamo necessario
continuare con la mobilitazione delle donne e degli uomini del CFS, che va
ulteriormente estesa e messa in grado di coinvolgere ancora di più i cittadini.
Finora l’adesione del CFS agli scioperi regionali e alle iniziative unitarie in
tutto il Paese ha rappresentato una scelta di alto valore politico e sindacale
e va riaffermata anche per le prossime date.

Infine, vogliamo
rassicurare le lavoratrici e i lavoratori che – anche “grazie” al parere del
Consiglio di Stato – siamo sempre più determinati nel volere attivare e
coordinare (quando sarà il momento) tutte le procedure vertenziali/legali a
loro tutela e per salvaguardare l’esistenza di importanti servizi per la
collettività, al cui bene è votato il lavoro delle donne e degli uomini della
Forestale.

     
     p. La CGIL              p.
La F.P. CGI
L
  Gianna Fracassi      Salvatore Chiaramonte

 

SSAEP: Riforma Terzo Settore

Roma, 26 maggio 2016

e’
stata approvata ieri, dalla Camera, la Legge delega per la riforma del Terzo
Settore.
Pur
avendo accolto alcune osservazioni unitarie di Cgil, Cisl e Uil che ne hanno
attenuato la deriva commerciale, il testo approvato mantiene ancora
contraddizioni e criticità.
Per superare tali criticità, riteniamo indispensabile che nella stesura dei
decreti attuativi vada esplicitamente previsto il confronto con le
Organizzazioni Sindacali, e che vada recuperato un punto che, per la nostra
categoria, segna una carenza gravissima. Manca infatti ogni riferimento al
mondo del lavoro: la garanzia dei diritti del lavoro, il rispetto dei
contratti sottoscritti con le Organizzazioni maggiormente rappresentative per
definire le caratteristiche delle associazioni e strutture che fanno parte del
settore, e che dovrebbero essere valori intrinseci di soggetti che fanno della
solidarietà a della promozione sociale un valore fondativo.
Va
rafforzato il riferimento alla individuazione di standard di qualità, anche dal
punto di vista delle tutele e della sicurezza sul lavoro per l’affidamento dei
servizi, così come la distinzione netta fra compiti e ruolo del volontariato
rispetto al lavoro dipendente.
Questo risulta ancora più importante, mancando, ad oggi, la definizione dei
livelli essenziali delle prestazioni sociali, ma soprattutto vista la recente
normativa sugli appalti pubblici, in merito alla quale ci siamo già espressi,
sottolineando come si sia trattato di un atto unilaterale del Governo che ha
trascurato le esigenze del mondo del lavoro, ha rinunciato a salvaguardare i
diritti dei lavoratori, basti pensare a quanto previsto su subappalti, clausole
sociali, massimo ribasso.
La
FP CGIL, per questi motivi, chiederà di esercitare un ruolo attivo, insieme
alla Confederazione, per definire puntualmente, nei decreti delegati che
dovranno essere emanati entro 12 mesi, quanto manca nel testo approvato ieri, a
tutela e salvaguardia dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici del Terzo
Settore.
Si
allega il testo del disegno di legge modificato dal Senato, che è stato 
approvato ieri senza modifiche.

p. FP CGIL Resp. Naz.le SSAEP
           Denise Amerini

 

Approvata la delega per la riforma del terzo settore

Nella giornata di ieri la Camera dei
Deputati ha approvato in via definitiva la  “Delega al Governo per
la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la
disciplina del servizio civile universale”.
Il testo è identico a quello approvato al senato che noi abbiamo
pubblicato lo scorso 07/04/2016, con un commento a cui vi rimandiamo.
Ora ci sarà da attendere e porre grande attenzione ai decreti
attuativi previsti nella delega.

Ministero Difesa: ACCORDO FUA 2015 A.I.D.

In allegato, l’accordo FUA anno 2015 firmato, con la previsione degli sviluppi economici all’interno delle aree.

 

Sicurezza-DAP: Rinvio incontro del 31.5.2016 all' 8 giugno 2016 ore 15.00

Circolare del Ministero della Giustizia, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – n.0182602 del 26.5.2016.

 

Attribuzione degli scatti convenzionali, al 31 dicembre 2015, al personale appartenente al ruolo dei direttivi e al ruolo degli ispettori e dei sostituti direttori antincendi del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

26.05.2016 – Attribuzione degli scatti convenzionali, al 31 dicembre 2015, al personale appartenente al ruolo dei direttivi e al ruolo degli ispettori e dei sostituti direttori antincendi del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

 

 
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