Comunicato

  
 
DPCM. ASSUNZIONI IN DEROGA

Finalmente e’ stato firmato il DPCM per le assunzioni in deroga per l’ anno 2009.

All’INPDAP sono stati erogati 1.055.585,74 EURO per 143 posti di cui 126 progressioni verticali.
Ancora non è chiaro quante di queste progressioni saranno dall’area A a B1 e quante dall’area B a C1, ma, invece, è chiaro che questo è un treno che l’Istituto non può perdere.

126 posti, certo, non soddisfano le aspettative di tutti i lavoratori che da anni tirano avanti l’Ente senza riconoscimenti e senza soddisfazioni, ma sono sicuramente un inizio e lo sono, a maggior ragione, oggi che gli stipendi più bassi sono i più penalizzati dalla manovra e dai tagli.

All’Amministrazione, quindi, il monito della Cgil ad attivarsi concretamente e nel più breve tempo possibile perché queste progressioni verticali vengano messe subito a concorso, prima che entri in vigore il nuovo sistema premiante e senza le condizioni e i vincoli dettati da Brunetta sui titoli di studio.

Per il tavolo del 6 luglio la Cgil chiederà su questo argomento un’integrazione all’ordine del giorno.

Roma, 22/6/2010

Il Coordinatore Nazionale FP Cgil Inpdap
Marinella Perrini

 
 
 

Lettera al Capo Dipartimento sui lavoratori ATU

Roma, 14 maggio 2007

Al Capo Dipartimento
Organizzazione Giudiziaria
Claudio Castelli

Dottor Castelli,
dopo i contatti informali torniamo sulla vicenda dell’assistenza tecnica unificata per precisare la nostra posizone e chiederle un intervento mirato.
E’ noto che negli uffici giudiziari operano da molti anni circa 1000 lavoratori dipendenti di società private sulla base di contratti distrettuali amministrati dai CISIA.
Il presupposto di questi contratti è la mancanza di professionalità sufficienti nella nostra amministrazione ad assicurare le indispensabili attività tecniche sistemistiche.
Questi lavoratori rappresentano il fondamentale e spesso unico punto di riferimento per qualunque problema di natura informatica di Procure e Tribunali Penali e Civili, impiegati tutti i giorni 8 ore al giorno in gestione server e basi dati (anche secretati), amministrazione reti, gestione e manutenzione parco hardware e software, supporto totale degli utenti, formazione ed altro, in rapporto diretto con tutti gli altri soggetti dell’amministrazione personale amministrativo, dirigenti e magistrati.
Comincia proprio qui il problema di cui non è certamente lei il responsabile ma del quale è chiamato a responsabilizzarsi: se le attività sono indispensabili e lo sono, se la situazione è nota da diversi anni, potremmo dire da sempre, il ministero non ha avuto la capacità, neanche graduale, di programmare una soluzione che fosse in grado di dotarsi di professionalità interne. Per questo motivo oggi ci troviamo contratti onerosi senza aver risolto il problema rappresentato dal fatto che se una professionalità è indispensabile essa deve essere, per definizione, interna all’amministrazione.
E’ infatti noto a tutti che i tagli prodotti dal precedente governo su questo terreno hanno rischiato di mettere in ginocchio l’intera amministrazione della giustizia e ancora oggi si procede in riconoscimento del debito e comunque con grande incertezza.
Molti di questi lavoratori prendono stipendi arretrati, molti sono inquadrati come collaboratori, ad alcuni si applica il contratto del commercio ad altri quello delle aziende metalmeccaniche, su tutti però incombe la minaccia ogni volta che si verifica un cambio di appalto di essere licenziati o messi in mobilità o collocati in cassa integrazione.
Ogni volta che si verifica un cambio di appalto la ditta che subentra propone ai lavoratori un contratto al ribasso sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista dei diritti, se si rifiuta tale trattamento si è licenziati e a quel punto subentra un altro lavoratore che però è nuovo del servizio con le ripercussioni facilmente intuibili.
E’ pacifico che un lavoro specialistico non può essere trattato in maniera tanto bizzarra anche se queste sono le leggi del mercato, appena qualcuno di questi lavoratori trova una sistemazione che sia appena più garantita prepara i bagagli e si porta via la sua competenza, impoverendo così il sistema.
Le chiediamo quindi una riflessione che tenga insieme le necessità del servizio con quelle della professionalità di questi lavoratori, le gare al massimo ribasso non si conciliano con nessuna delle questioni che solleviamo, bisognerebbe introdurre degli elementi non soltanto formali di garanzia. E’ legale far lavorare persone con contratti di collaborazione, così come è legale applicare il contratto del commercio, ciò però non vuol dire che sia anche funzionale alle esigenze di una pubblica amministrazione in un settore delicato come è quello della giustizia.
Ci sono vari modi di mantenere, rispettando le norme, sostanzialmente la precarietà del lavoro. Questa precarietà diventa per i lavoratori precarietà di vita, per le amministrazioni precarietà del servizio che devono erogare e per i cittadini precarietà del diritto.
Non chiediamo per questi lavoratori un ingresso nella pubblica amministrazione perché ci rendiamo conto del quadro normativo di riferimento anche se varrebbe sempre la pena di approfondire questo tema, in ogni caso fra il tutto e il niente c’è uno spazio che deve essere riempito.Un primo passo positivo sarebbe quello di stabilire un controllo sugli appalti più rigoroso, per evitare la pratica dei subappalti, la previsione negli appalti di clausole più stringenti del contratto di lavoro da applicare, la massima limitazione del ricorso alle collaborazioni attraverso il passaggio a forme più stabili del rapporto di lavoro e naturalmente la clausola di garanzia occupazionale, secondo la quale chi subentra nell’appalto deve garantire il medesimo trattamento economico e normativo ai dipendenti in servizio.
Distinti saluti

Per FP CGIL Funzioni Centrali
Cosimo Arnone

Comunicato

” QUO USQUE TANDEM………….”

Durante questa settimana si sono svolte due riunioni. La prima, tecnica, relativa a selezioni e bandi, la seconda riguardante gli integrativi di Professionisti e Dirigenti.

Riunione tecnica:
Nonostante le richieste avanzate precedentemente al tavolo di contrattazione, i “tecnici” dell’Amministrazione hanno sostanzialmente mantenuto una rigida impostazione, continuando a riferirsi ad una distribuzione di posti correlata esclusivamente alla capienza degli organici regionali. Tutto ciò contrasta con l’esigenza “politica”, prioritaria, di assicurare per ciascuna regione e per ciascuna tipologia di lavoro e profilo l’opportunità di partecipare alle selezioni da parte di tutti i dipendenti interessati.
Riteniamo, infatti, che il solo riferimento alla forza e agli organici regionali sia insufficiente, schematico e non coerente con la realtà produttiva dell’INPS. Basti pensare infatti ai continui mutamenti lavorativi, come ad esempio i nuovi adempimenti connessi all’invalidità civile, per comprendere come il rapporto forza /organico sia cristallizzato su un’immagine di attività che non esiste più e che dovrebbe essere seguita in modo più flessibile. Se quindi siamo comunque costretti a rispettare il parametro in questione, occorre riadattarsi avendo a riferimento quanto contenuto nel CCNI, pari opportunità di partecipazione alle selezioni per tutti i lavoratori interessati e il continuo riadattamento organizzativo collegato la lavoro dell’INPS, oggi sempre più sollecitato a nuove attività. Ora è chiaro che tale idea complessiva è oggi rappresentata dal Sindacato, ma continuamente arginata da un’Amministrazione che non sembra aver voglia di elaborare una adeguata strategia aziendale.
Inoltre, oltre ad una specifica inadeguatezza tecnica, abbiamo avuto la riprova dell’esistenza di più linee di pensiero all’interno dell’Amministrazione, essendo emersa, rispetto ad uno specifico profilo di attività, una proposta nemmeno accennata nella precedente riunione. Ancora una volta, quindi, la tecnostruttura appare, come è naturale, divisa su più fronti, ma sembra che al suo vertice non ci sia capacità e/o interesse a fare sintesi.
Quindi la domanda è: Con chi o con quanti stiamo parlando??

Dirigenti e Professionisti:
La riunione di ieri è stata meramente interlocutoria sul fronte dei Professionisti.
Infatti, non è stata presentata alcuna bozza per il connesso CCNI, ma un documento informativo circa la rideterminazione dei contingenti per l’attribuzione dei livelli differenziati di professionalità.
Nel merito abbiamo chiesto una serie di chiarimenti, a partire da quello relativo al blocco delle selezioni interne negli anni immediatamente precedenti. Abbiamo chiesto, inoltre, di individuare all’interno dei criteri di selezione elementi che valorizzino quanti svolgono con dedizione, presenza e competenza le attività interne all’INPS, piuttosto che ricercare riconoscimenti e titoli di servizio esterni.
Abbiamo dovuto,comunque, contestare duramente all’Amministrazione come anche tale argomento (criteri di selezione) sia disponibile al rapporto negoziale e non alle interpretazioni e adattamenti unilaterali dell’Amministrazione.

Per quanto riguarda la Dirigenza è stato presentato una scarno documento in bozza che ci ha dato l’impressione di un’ Amministrazione tesa a mantenere lo status quo.
Non vi è traccia infatti, nel documento, di alcuna intenzione a confrontarsi su un nuovo sistema di valutazione della Dirigenza, da collegare ad una riconsiderazione, per quanto possibile, della retribuzione di posizione variabile e soprattutto della retribuzione di risultato.
Nulla appare circa una rivisitazione attualizzata degli incarichi, sia in periferia sia al centro, né tanto meno di una pur vaga individuazione dei criteri che dovrebbero governare i percorsi di carriera e gli affidamenti degli incarichi stessi ai Dirigenti.
Tutto viene genericamente rinviato al 2008 salvo l’identificazione delle maggiorazioni, contrattualmente previste (lo sarebbe anche il sistema di valutazione), nel caso di affidamenti ad interim di incarichi di direzione.
A tale ultimo proposito abbiamo chiesto alla Delegazione la presentazione di una mappa relativa agli incarichi oggi esistenti sul territorio nazionale e delle connesse retribuzione di posizione variabile.
Tali informazioni diventano indispensabili al fine di meglio comprendere le reali condizioni economiche oggi in atto, onde confrontarle con lo spessore degli incarichi.
Vorremmo, in sostanza, diradare le nebbie di un sistema che sembra oggi governato dalla discrezionalità piuttosto che da chiare regole, come quelle inerenti per l’appunto ai sistemi di valutazioni e ai percorsi di carriera ed un’equilibrata distribuzione del fondo di ente per tale settore.
La bozza nulla reca riferibile all’area dei dirigenti di prima fascia per i quali restiamo in attesa di una posizione dell’Amministrazione.

Le riunioni proseguiranno nella prossima settimana.

Roma 11 luglio 2007
 
p. il Coordinamento Nazionale FP CGIL INPS
Daniele Nola

Lettera all'Onorevole Tenaglia – Camera dei deputati

Roma, 19 settembre 2007
 
All’Onorevole Lanfranco Tenaglia
II Commissione Giustizia
Camera dei Deputati

Relativamente alla sua proposta fatta ieri in Commissione Giustizia durante l’esame del DDL sull’Istituzione dell’Ufficio per il Processo e sulla Progressione Professionale ed economica del personale dell’amministrazione giudiziaria condividiamo l’idea che la Commissione si avvalga degli approfondimenti delle associazioni dei magistrati, avvocati e dirigenti dell’amministrazione della giustizia: tuttavia confidiamo che quando la Commissione procederà all’audizione delle stesse vorrà convocare anche i rappresentanti dei lavoratori, che sono indispensabili al buon funzionamento della giustizia e senza i quali non si può neanche immaginare un serio processo di riorganizzazione.

Per la delegazione trattante
Organizzazione Giudiziaria Ministero della Giustizia
FPCGIL
Nicoletta Grieco

Comunicato

 

Con l’ultima lettera, indirizzata alla Dirigenza Generale, il Commissario Straordinario ha di fatto messo in discussione i principi cardine della funzione Amministrativa così come delineata dal Legislatore a garanzia dell’imparzialità e del buon andamento della Pa.

In un momento molto delicato per l’Istituto, in cui ancora non è risolto l’accorpamento di tutti i poteri degli organi in capo ad un unico soggetto ed alle porte dell’avvio della discussione in ordine al piano industriale, è stata operata una netta scelta gestionale secondo la quale i rapporti con la tecnostruttura e la dirigenza generale dovranno avvenire con modi e forme che sono in aperto contrasto con le regole istituzionali e su materie che, proprio per il loro profilo, non possono essere oggetto di valutazioni autonome e arbitrarie senza che ciò contraddica fortemente il principio della netta separazione tra indirizzo politico e responsabilità gestionale.

Le norme istitutive dell’Inpdap, proprio per garantire tale principio, anche in correlazione al sistema di governance duale prescelto per gli Enti Previdenziali, hanno delineato i metodi e i criteri di rappresentazione dell’attività istituzionale della tecnostruttura agli organi e su tale presupposto sono stati successivamente individuati i sistemi per la valutazione dei dirigenti.

Il contenuto della missiva pregiudica tali principi e delinea un rapporto tra dirigenza e livello politico basato su prassi e metodi informali non degni di una pubblica amministrazione.

Un simile atto compromette seriamente le sfide e gli obiettivi strategici con cui l’Istituto è chiamato a confrontarsi e getta un’ombra sulla valenza gestionale delle scelte operate e che si dovranno operare per garantire con la massima efficienza i diritti e bisogni della collettività nel campo previdenziale.

Roma, 16 gennaio 2009

IL COORDINATORE NAZIONALE CGIL
Marinella Perrini

 
 

 

Comunicato Stampa di A. Garzi – Segretario Nazionale Fp Cgil

 

“LAVORATORI INTERINALI NEGLI UFFICI GIUDIZIARI CALABRESI:
QUALE SICUREZZA?”

Abbiamo più volte denunciato, sulla stampa e scrivendo note al Ministro competente, il fatto che nell’ambito di un progetto chiamato “Patto Calabria Sicura”, si è proceduto all’espletamento di una gara informale che ha portato all’assunzione di alcuni lavoratori interinali in uffici giudiziari calabresi.
Ciò significa che in questi uffici, da oggi, entreranno lavoratori a tempo determinato forniti da un’agenzia interinale: sono lavoratori che hanno obblighi solo nei confronti di un datore di lavoro privato e opereranno in settori vitali come gli uffici giudiziari penali, unici destinatari del provvedimento, depositari di dati sensibili, con le conseguenze che ne potrebbero derivare per la sicurezza in una regione tristemente nota per l’alto tasso di criminalità.
Sono state totalmente ignorate le obiezioni della FPCGIL che rimane comunque a favore di assunzioni negli uffici giudiziari nell’ambito del sistema delle regole contrattuali e da tempo denuncia le gravissime carenze organiche in cui operano i lavoratori della giustizia.
In questo modo si mette in pericolo l’azione giudiziaria di molti magistrati che operano in prima linea in Calabria, a dimostrazione che la politica del governo sulla sicurezza, i cui provvedimenti sull’immigrazione sfiorano l’incostituzionalità, non è altro che uno specchietto per le allodole.

Roma, 9/02/09

 

 

Commento su sentenza di Torino

 

 
Una recente sentenza emessa da un Giudice di Torino, ha accolto una richiesta risarcitoria, per perdita di chance, in relazione alla mancata attivazione da parte del Ministero della Giustizia dei processi di riqualificazione.

Vogliamo ricordare che siamo convinti, che non esista una via giudiziaria per la risoluzione delle note problematiche che affliggono i lavoratori della Giustizia, né tantomeno la stessa sentenza di Torino ha un effetto risolutivo, trattandosi di una causa meramente risarcitoria. Seguiremo, con attenzione, eventuali ulteriori sviluppi giudiziari.

Rimane, tuttavia, fermo il diritto individuale di adire le vie legali. In questa logica, i lavoratori dell’organizzazione giudiziaria e deglii archivi notarili, si possono rivolgere allle nostre strutture territoriali per l’accesso agli uffici vertenze.

Roma, 21/05/09

La coordinatrice Nazionale
FPCGIL Organizzazione Giudiziaria
e Archivi Notarili

Nicoletta Grieco

 
 
 

 

Lettera al Sottosegretario di Stato

 

 
Roma, 16 giugno 2009

 
Al Sottosegretario di Stato
Sen. Giacomo Caliendo

Al Capo Dipartimento
Dell’Organizzazione Giudiziaria
Cons. Luigi Birritteri

Al Direttore Generale del Personale e della Formazione
Dr.ssa Carolina Fontecchia

La scrivente O.S. ha negli ultimi anni più volte richiesto l’apertura di un tavolo di contrattazione in relazione ai criteri con cui l’Amministrazione concede i distacchi ex lege 104: recentemente una lavoratrice ha chiesto questo beneficio per assistere la madre morente e la lentezza con cui l’amministrazione ha esaminato la pratica ha fatto sì che tale beneficio, richiesto per soli tre mesi, venisse concesso quando la madre della lavoratrice, la cui documentazione medica era in possesso dell’Amministrazione, era già deceduta.
Negli ultimi giorni è stato negato il beneficio ad una lavoratrice che ha riconosciuta la 104 sia per se stessa sia per l’assistenza al coniuge, affetto da grave patologia, in presenza di un parere non negativo del Capo dell’ufficio di appartenenza.
A questo punto, data la gravità delle situazioni segnalate, crediamo necessario e non più differibile un tavolo di discussione con l’Amministrazione per discutere sui criteri con i quali concedere tale beneficio, perché allo stato dei fatti, senza un accordo al quale fare riferimento, c’è il rischio che avvengano sperequazioni tra i lavoratori.
La questione riguarda i diritti dei diversamente abili e la possibilità di dare loro l’assistenza che la legge stabilisce: dunque va affrontata con la massima trasparenza e devono essere immediatamente individuati criteri condivisi che garantiscano a tutti i lavoratori lo stesso trattamento.
Cogliamo l’occasione per segnalare all’Amministrazione che negli ultimi giorni è stata negata la proroga di uno scambio di cui all’art. 12 comma 10 dell’Accordo sulla mobilità del 2007, nonostante lo scorso anno l’Amministrazione abbia dovuto procedere allo stesso in base ad una sentenza del Giudice del Lavoro.
Riteniamo che questo comportamento sia sbagliato e che gli accordi vadano rispettati; l’atteggiamento resistente dell’Amministrazione, come nel caso degli interpelli, oltre a portare gravi conseguenze sulla vita dei lavoratori ha provocato un danno all’erario per i ricorsi persi.
Anche sull’istituto dei comandi provenienti da altre amministrazioni da tempo chiediamo trasparenza e di poter discutere di criteri condivisi con cui regolare la materia.
Pertanto chiediamo che venga calendarizzato immediatamente un incontro per affrontare le suddette problematiche.

La Coordinatrice Nazionale
FP CGIL Organizzazione Giudiziaria
Nicoletta Grieco

 
 
 

 

Rinviato l'incontro del 16 novembre

  

Dalla nota allegata potrete dedurre che la riunione prevista per il 16 p.v è stata rinviata. Abbiamo manifestato la nostra contrarietà all’Ammnistrazione in considerazione della particolare gravità dello stato della vertenza della giustizia.
Ci riserviamo, in caso di mancata ricezione a breve di una convocazione, di decidere con la delegazione nazionale trattante e la segreteria nazionale le iniziative da intraprendere per proseguire la mobilitazione a sostegno della vertenza.

Roma, 13 novembre 2009

FP CGIL NAZIONALE
Min. Giustizia
Nicoletta Grieco

 
 

 

O.d.g. riunione Uff. Giudiziari di Milano

 
I lavoratori degli Uffici giudiziari di Milano

Riuniti in assemblea
Dichiarano quanto segue

1) Respingono con fermezza la proposta di Ordinamento Professionale dell’Amministrazione Giudiziaria in quanto sbagliata per i lavoratori che verrebbero mortificati e dequalificati, nonché per il servizio che verrebbe danneggiato da un ordinamento che, invece di guardare ad un progetto futuro, riporta l’Amministrazione indietro di 10 anni. Tale proposta renderà per l’utenza il servizio meno efficiente, rallentando i tempi dei procedimenti, e disegnando un ordinamento antiquato attraverso la separazione delle funzioni delle figure professionali.

2) Denunciano le condizioni di lavoro degli uffici giudiziari di Milano che soffrono per gravi carenze di organico e mancanza di risorse.

3) Alla luce del dibattito politico istituzionale sul ‘processo breve’ evidenziano la mancanza assoluta di risorse e di progetti: ritengono dunque necessari, per garantire una effettiva accelerazione dei tempi di processi, investimenti adeguati per il giusto riconoscimento professionale dei lavoratori, per nuove assunzioni e per la modernizzazione del sistema.
Nelle condizioni in cui si trovano oggi gli uffici giudiziari nessuna riforma potrebbe garantire la riduzione dei tempi dei processi per i cittadini.

4) Respingono l’impianto della legge Brunetta in quanto non finalizzato al miglioramento del servizio ma ad una punizione e mortificazione dei lavoratori pubblici e del servizio pubblico. Respingono inoltre qualsiasi progetto che possa condurre ad una privatizzazione dei servizi pubblici.
5) Rivendicano un rinnovo contrattuale che garantisca il potere di acquisto dei lavoratori e chiedono al Governo di stanziare fondi adeguati nella legge finanziaria.

6) Chiedono ai Capi degli Uffici Giudiziari di Milano di respingere la proposta dell’Amministrazione e di farsi portavoce delle difficili condizioni di lavoro degli uffici.

7) Danno mandato alle OO.SS. FPCGIL, UILPA-UIDAG, FLP, RdB e UGL che unitariamente hanno avviato una mobilitazione, di seguitare nelle iniziative di contrasto al disegno dell’Amministrazione per ottenere la ricomposizione dei profili professionali e la riqualificazione del personale della giustizia.

Milano , 25 novembre 2009

 
 

 

Comunicato

NO! MINISTRO MARONI NOI NON CI STIAMO.

 

IL NOSTRO SENSO CIVILE DI LAVORATORI E DI CITTADINI DI UN PAESE LA CUI COSTITUZIONE RECITA AL SUO PRIMO ARTICOLO CHE L’ITALIA E’ UNA REPUBBLICA FONDATA SUL LAVORO, NON CI PERMETTE DI RIMANERE IN SILENZIO DI FRONTE ALLE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO MARONI IN MERITO ALLE VICENDE DRAMMATICHE CHE STANNO ACCADENDO A ROSARNO NELLA PIANA DI GIOIA TAURO DOVE UNA VIOLENZA CIECA E RABBIOSA SI E’ SCATENATA NELLE STRADE DI QUEL PAESE CALABRESE TRA I LAVORATORI EXTRACOMUNITARI ED ABITANTI DELLA ZONA.

“TROPPA TOLLERANZA NEGLI ANNI PASSATI NEI CONFRONTI DEI CLANDESTINI” QUESTA L’INCREDIBILE DICHIARAZIONE DEL MINISTRO DIMENTICANDO CHE MOLTI DI QUEI LAVORATORI PRIMA SFRUTTATI, POI DERISI ED INFINE AGGREDITI A COLPI DI FUCILE SONO REGOLARMENTE IN POSSESSO DEL PERMESSO DI SOGGIORNO COME LAVORATORI STAGIONALI CHE SVOLGONO UN LAVORO DURO E MAL PAGATO SPESSO GESTITO DALLE PIU’ SPIETATE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI E CHE SOLO LORO FANNO.
E SE ANCHE FOSSERO STATI TUTTI CLANDESTINI SONO PERSONE CHE STANNO NEL NOSTRO PAESE A LAVORARE E NON A DELINQUERE COME QUEI CRIMINALI CHE LI SFRUTTANO E CHE SONO INVECE ITALIANISSIMI.
SI TRATTA DI ESSERI UMANI CHE SI SPOSTANO, STAGIONE DOPO STAGIONE, MESE DOPO MESE, DI BARACCA IN BARACCA PER RACCOGLIERE LE OLIVE, L’UVA, LE ARANCE, I POMODORI E DEL NOSTRO PAESE CONOSCONO SOLO LA TERRA, NON QUELLA DELLE RELAZIONI DEGLI AFFETTI DELL’APPARTENENZA, MA QUELLA DURA, CHE SI GRATTA, SI SCAVA, PIEGATI IN DUE PER 14 ORE AL GIORNO PER 20 EURO DI CUI 5 AI CAPORALI CHE SCELGONO CHI LAVORA E CHI NO.
E QUESTI LAVORATORI, QUANDO AL SOPRUSO QUOTIDIANO SI E’AGGIUNTA L’AGGRESSIONE, NON HANNO PIU’ VOLUTO SUBIRE.
LA VIOLENZA E’ SEMPRE DA CONDANNARE MA QUEGLI UOMINI CON QUEL LORO GESTO DI RABBIA HANNO DECISO DI DIFENDERE I LORO DIRITTI CHE SONO ANCHE I NOSTRI E CHE SONO QUELLI DELLA DIGNITA’ UMANA, DEL RISPETTO DEL VALORE DEL LORO LAVORO; DIRITTI E PRINCIPI CHE NOI ITALIANI, INTORPIDITI NEI NOSTRI CERVELLI, NON SAPPIAMO PIU’ DIFENDERE E CHE FORSE NON RIUSCIAMO PIU’ NEMMENO A RICONOSCERE.

E NOI CHE SIAMO LAVORATORI CI SENTIAMO PROFONDAMENTE INDIGNATI DALLE PAROLE DEL MINISTRO PERCHE’ NON RISPETTA LE PERSONE CHE DEL LORO LAVORO VIVONO E PERCHE’ I FATTI DI ROSARNO SONO IL FRUTTO DELLO SFRUTTAMENTO E NON DELLA CLANDESTINITA’.

LA CGIL NON PUO’ CHE ESSERE DALLA PARTE DEI LAVORATORI.

Il coordinatore nazionale
FPCGIL Ministero Interno

Fabrizio Spinetti

 
 

 
 

Giustizia: Il Prof. Brunetta dimostra di non aver studiato. Comunicato di Antonio Crispi Segretario Nazionale FPCGIL

L’On. Prof. Brunetta, che accusa sempre i propri interlocutori di non studiare abbastanza, questa volta si è dimostrato “impreparato” di fronte alle inconfutabili argomentazioni delle lavoratrici del Tribunale di Milano che, durante l’ultima puntata di Annozero, hanno fatto chiarezza sulla situazione in cui versa la giustizia.
 
Il Prof. Brunetta, ripetendo come un mantra vuoto le parole organizzazione e tecnologia, ha dimostrato di non aver mai visitato un Tribunale e di non conoscere le endemiche carenze che stanno portando la giustizia allo sfascio.

La kermesse mediatica non gli è riuscita perché aveva di fronte persone che conoscono la propria realtà lavorativa, persone che la mattina si alzano e fanno il proprio dovere consapevoli dell’importanza del lavoro che svolgono per i diritti di cittadinanza.

Questa volta ad essere bocciato è l’On. Prof. Brunetta.

Promosse a pieni voti le lavoratrici di Milano.

Roma, 13 giugno 2011
 

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